00 17/05/2015 19:34

L’OMELIA DI DON TENTENNA

Atto unico (*)

Personaggi:
don TENTENNA, curato in una parrocchia;
il diavolo FISCHIONE, invisibile, che si manifesta con una voce cavernosa e un’ombra indistinta gesticolante sul muro.

Lo studio di una canonica. Don Tentenna siede al tavolo, coperto di libri e di carte, intento a scrivere l’omelia per la domenica successiva.

Alle sue spalle, Fischione, a lui invisibile, sibila ogni tanto al suo orecchio. Non c’è un vero dialogo, perché don Tentenna, oltre a non vedere il diavolo, non lo sente. Tuttavia, senza rendersene conto, ne capta i suggerimenti e li mette in pratica, come fanno del resto tutti gli esseri umani, specialmente quando non credono all’esistenza del demonio, o anche semplicemente ne dubitano, perché è proprio allora che ne diventano lo zimbello. Nel soliloquio del valoroso ecclesiastico i suggerimenti diabolici si insinuano in modo del tutto inavvertito, conducendolo a pasticciare una miserabile omelia invertebrata, di quelle che fin troppo spesso siamo costretti ad ascoltare.

TENTENNA — Dunque, vediamo: il testo di domani è... oh, santo cielo... (leggendo) “Abramo gli si avvicinò e gli disse: ‘Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? Lungi da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato come l’empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?’ Rispose il Signore: ‘Se a Sodoma troverò cinquanta giusti, per riguardo a loro perdonerò a tutta la città.’ — Abramo riprese e disse: ‘Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere... Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque: per questi cinque distruggerai tutta la città?’
Rispose: ‘Non la distruggerò se ve ne trovo quarantacinque.’ Abramo riprese ancora a parlargli e disse: ‘Forse là se ne troveranno quaranta.’ Rispose: ‘Non lo farò, per riguardo a quei quaranta.’ Riprese: ‘Non si adiri il mio Signore se parlo ancora: forse là se ne troveranno trenta.’ Rispose: ‘Non lo farò, se ve ne troverò trenta.’ Riprese: ‘Vedi come ardisco parlare al mio Signore! Forse là se ne troveranno venti.’ Rispose: ‘Non la distruggerò per riguardo a quei venti.’ Riprese: ‘Non si adiri il mio Signore se parlo ancora una volta sola; forse là se ne troveranno dieci.’ Rispose: ‘Non la distruggerò per riguardo a quei dieci’”...

FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Questo sì che si chiama contrattare. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Ma la fine della storia... “Il Signore fece piovere dal cielo sopra Sodoma e sopra Gomorra zolfo e fuoco proveniente dal Signore. Distrusse queste città e tutta la valle con tutti gli abitanti delle città e la vegetazione del suolo.”
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Brutta storia. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — (dandosi dei colpi alla testa con la mano) Non capisco perché oggi mi fischiano tanto le orecchie.
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Non vedi che vai a cacciarti nella cacca a tirar fuori queste cose? I tempi sono cambiati. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Certo sono argomenti spinosi. E poi le Scienze Umane Blaterontiche stanno ancora cercando una risposta a questi problemi...
FISCHIONE — Pfii, pfiiii, pfiiiiii! Forza scienza! Forza blateronti! Pfii, pfiii, pfiiii! Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Bisogna rispettare la Scienza.
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Rispettare tutto, tutto. Tutto, meno “Quello là” che abbiamo fatto crocifiggere. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — E poi chi sono io per giudicare?
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Nessuno sei, ecco quello che sei. Non giudicare il peccatore e nemmeno il peccato. Tutti diranno bene di te. Barcamenati, barcamenati: la tua barca non subirà scosse... fino all’abisso... Macché Niagara, macché Cascate Vittoria, macché Iguazù... Nessuno l’ha mai misurata la nostra cascata.. E io sarò lì ad aspettarti... Ma per il momento sorvolare, sorvolare... Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Già... al giorno d’oggi meglio sorvolare...
FISCHIONE — Ah, ah, ah! Cercare quello che unisce... Pfii, pfiiii, pfiiiii!
TENTENNA — E dai con questo fischio. Dunque, cerchiamo ciò che unisce...
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Il perdono, il perdono... Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Ma il perdono, naturalmente. Tutti perdonati, tutti contenti. Meglio non andare fino in fondo. Meglio non ricordare com’è andata a finire... Pure... a lezione di teologia mi pare di ricordare... mi pare...
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Ma lascia perdere, lascia perdere... cose vecchie... Pfii, pfiii, pfiiii!

TENTENNA — ... che le catastrofi bibliche sono tutte figura e anticipazione profetica di quella che sarà l’Apocalisse. Perché, dicevano, Dio, per la Sua carità, non permette che un’umanità tutta corrotta e avviata alla dannazione continui a vivere e a generare nuovi esseri umani che finirebbero tutti nell’orrore dell’inferno per l’eternità.
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Ma che inferno! Non esiste l’inferno. Pfii, pfiii, pfiiii! Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — I pochi giusti sono forse l’unica cosa che si frappone tra il mondo e l’ira di Dio? Assassinati dalle persecuzioni o corrotti che fossero anche gli ultimi giusti, nel momento supremo del trionfo diabolico, il mondo finirebbe, così dicevano. Mah...
FISCHIONE — Pfiiiii! La Chiesa non deve ammonire e minacciare. La Chiesa... meno parla, meglio è... Dev’essere al servizio dell’uomo. Hai capito? Dell’uomo, non di... “Quello là”... Ih, ih, ih, ih, ih! Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Certo che prima di tutto occorre pensare all’uomo. La fame rappresenta il grande ostacolo alla realizzazione del Regno su questa terra.
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Giusto! L’anima non esiste. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Sradicata la fame, sarebbe tutto risolto...
FISCHIONE — Pfiii! Ma quanto sei bestia! Quando fossero tutti ricchi, credi che la malvagità, l’avidità, l’invidia, le guerre cesserebbero? Ma così va bene, continua così. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Pure mi ricordo che il mio vecchio professore al seminario diceva che il Cristianesimo si riassume in sette parole. Com’erano?
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Dimenticalo il vecchio. È morto (purtroppo ci è sfuggito e adesso sta con “Quello lassù”). Pfii, pfiii, pfiiii!

TENTENNA — (incerto) Sette parole...
FISCHIONE — Pfi, pfii, pfiiii, pfiiiiii! Dimentica, dimentica. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — (mentre il ricordo riemerge) Sette parole. Quali? “Cristo è risorto. Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso.”
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Macché, macché. Le parole sono cinque: “Ambiente, Dialogo, Pauperismo, Progresso, Umanesimo.” La mia stella a cinque punte, il mio pentacolo... Ah, ah, ah, ah, ah! Pfii, pfiii, pfiiiii!
TENTENNA — (rabbrividendo) Il Giudizio... L’Inferno... La fine del mondo...
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Non ci pensare. L’aldilà non esiste. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — La fine del mondo... Ne parla l’Apocalisse... Ma di cosa parla l’Apocalisse? Un libro così oscuro... Chissà che significa?
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Niente, non significa niente. Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — L’ira... il giorno dell’ira... Ma Dio può adirarsi?
FISCHIONE — (rabbrividendo, terrorizzato) E non sai quanto! Pfiiiiiiiiiiiiiiiii!
TENTENNA — Ma l’inferno, poi, esisterà?
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Bravo, bravo, così va bene: dubita, dubita. Tu non sai, non vedi e non sai. Nebbia, nebbia... Pfii, pfiii, pfiiii, pfiiiiiii, pfiiiiiiiiii!

TENTENNA — E fischia la mia povera testa... Come può un Dio buono mandare qualcuno all’inferno?
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Non può, non può... Vuoto, vuoto, vuoto... Pfiiiiiiii!
TENTENNA — Magari l’inferno c’è, ma è vuoto...
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Ma cos’è questo fischio che ho sempre nelle orecchie?
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Sarà la pressione del sangue. Forse hai mangiato troppo. Pfii, pfiii, pfiiii! Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Sarà il sangue. Uno di questi giorni andrò a farmi misurare la pressione. Dunque, dov’ero rimasto? Ah sì, l’inferno... la fine del mondo... ma no, ma no, non bisogna spaventare la gente. Su, non siamo mica più nel medioevo. L’ira?... Meno male che non ci fanno più cantare il “Dies irae”.
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Bravo, bravo, bravissimo. Anch’io odio quel canto. Non spaventate la gente. A spaventarla ci penso io, dopo... Il più spaventoso film horror è uno scherzetto al confronto. Vedrai, vedrai anche tu, vedrai... Ah, ah, ah! Pfii, pfiii, pfiiii! Uah, uah, uah! Pfii, pfiii, pfiiii!

TENTENNA — E la minaccia dell’asteroide? Ne ha parlato ieri sera la televisione. Una sberla come quella che ha cancellato i dinosauri cancellerebbe anche noi. C’è proprio da aver paura. Ma perché trasmettono roba del genere?
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Perché ogni tanto la verità viene a galla, maledizione... Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Sarebbe davvero la fine del mondo. Io non voglio che il mondo finisca.
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! Figurati io... Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Meno male che poi un altro scienziato ha contraddetto il primo: non è vero niente, i dinosauri si sono estinti poco per volta, la vera minaccia alla Terra è l’uomo.
FISCHIONE — (deliziato) Pfiiiiiii! Divinizzate la Terra, bravi, bravi, bravi! Gaia l’abbiamo inventata noi. Il nostro dipartimento “ambientalismo”, guidato da Verdirospo ed Ecoballa funziona davvero alla grande (in un lampo appaiono e scompaiono le ombre verdastre di due piccoli demoni ripugnanti, il più bello simile a un rospo, l’altro somigliantissimo a un certo Folchetto Prataioli, illustre ambientalista). I rivoltanti bipedi umani ci cascano come polli. E quelli che profittano dell’ambientalismo, che ci mangiano sopra, ah... quando precipitano giù da noi, diventano i nostri arrosti più prelibati. Pfii, pfiiii, pfiiiiiii, pfiiiiiiiiiiii!
TENTENNA — La strage finale e il giudizio... Bah, non ci pensiamo troppo. Torniamo all’omelia.
FISCHIONE — Pfii, pfiii, pfiiii! La gente è ignorante... Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — Ho trovato! Per fortuna la gente è ignorante, così nella lettura del testo scendo solo fino a venti... No, a trenta giusti... Lì mi fermo e predico: “Perdono, perdono, perdono.”
FISCHIONE — (estatico) Pfiiiiiiiiiiii! Idea stupenda: il perdono a tutti, il perdono a chi non si pente, il perdono diabolico! Bello, bello!... Pfiiiiiii!

TENTENNA — (felice come chi ha trovato la quadratura del cerchio) Ecco: tutta l’omelia impostata sul perdono e sull’uomo. L’umanità ha bisogno di perdono; (con improvvisa autorità) il perdono, non la giustizia; il perdono senza limiti, il perdono a qualunque costo, il perdono che precorre il pentimento, il perdono che precorre la colpa.
FISCHIONE — (esilarato) Pfii, pfiii, pfiiii! Magnifico, magnifico, magnifico: “Ch’assolver non si può chi non si pente, / né pentére e volere insieme puossi / per la contraddizion che nol consente,” come disse un mio illustre collega portandosi via Guido da Montefeltro, maestro di consigli fraudolenti, che si era fidato di Bonifacio VIII. Pfiii, pfiiiii, pfiiiiiii!
TENTENNA — (allargando le braccia, ispirato) La Chiesa deve applicare la medicina del perdono e non brandire l’arma della severità.
FISCHIONE — (saltando qua e là dalla gioia) Pfii, pfiii, pfiiii! Papé Satàn, papé Satàn aleppe! Pfii, pfiii, pfiiii! Pfiii, pfiiiii, pfiiiiiii!
TENTENNA — (ancor più ispirato, con le braccia spalancate) Andiamo ad abbracciare il mondo. Andiamo incontro all’uomo. La Chiesa non ha più nemici.
FISCHIONE — (ridendo a crepapelle) Uah, uah, uah! Ih, ih, ih! Pfii, pfiii, pfiiii! Ih, ih, ih! Uh, uh, uh! Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — (in estasi) Via con i profeti di sciagure. Dobbiamo essere ottimisti e confidare nell’uomo... Sarà una nuova Pentecoste...
FISCHIONE — (trionfante) Come mi piace questo sale insipido! Possiamo rilassarci, legione. Un’alba radiosa spunta sulle porte dell’inferno. Uah, uah, uah! Ih, ih, ih! Pfii, pfiii, pfiiii!
TENTENNA — (ammirando il proprio colpo di genio) ... una nuova Pentecoste...

(*) tratto da: satire clericali – Maria Antonietta ed Emilio Biagini
Fede & Cultura
viale della repubblica, 15
37126 Verona (Italy)
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Vedi anche:
Indice dei racconti e storielle - Catechesi attraverso storie popolari

e suggeriamo anche il link a Il cattolicesimo dei sensi di colpa

e questo: Quello che i preti non dicono più

si ricorda anche questo: Caro Malacoda - le lettere di Berlicche di Lewis




 




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)