Come ebbe a dire Papa Benedetto XVI , in una delle sue Udienze da Castel Gandolfo , di qualche anno fa, San Domenico «non ebbe altra aspirazione che la salvezza delle anime, in particolare di quelle cadute nelle reti delle eresie del suo tempo»
«In ogni momento, la preghiera fu la forza che rinnovò e rese sempre più feconde le sue opere apostoliche». Il Pontefice cita il beato Giordano di Sassonia (1190-1237), successore di san Domenico alla guida dell’Ordine Domenicano: «Durante il giorno, nessuno più di lui si mostrava socievole… Viceversa di notte, nessuno era più di lui assiduo nel vegliare in preghiera. Il giorno lo dedicava al prossimo, ma la notte la dava a Dio ». In San Domenico, «possiamo vedere un esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini e attività apostolica». Secondo le testimonianze di chi lo conosceva, «egli parlava sempre con Dio o di Dio».
Il santo non ha lasciato opere scritte sulla preghiera, ma la tradizione domenicana ha raccolto quanto da lui esposto oralmente ai primo religiosi nell’opera «Le nove maniere di pregare di san Domenico», composto tra il 1260 e il 1288.
PRIMO MODO
In piedi profondamente inchinato, si umiliava dinanzi all’altare, come se Cristo… fosse lì realmente e personalmente… Dopo aver pregato in tal modo riassumeva la posizione eretta, poi inclinava il capo e fissando con umiltà il Cristo, suo vero capo, confrontava la di lui eccellenza con la propria bassezza….
Questa maniera di inclinare profondamente il capo era il punto di partenza delle sue devozioni. Analogo segno di umiltà egli lo esigeva dai frati in onore di tutta la Trinità quando recitavano solennemente il «Gloria…».
Venite, prostrati adoriamo, in ginocchio, davanti al Signore che ci ha creati. Salmo 94,6
SECONDO MODO
Spesso pregava completamente disteso con la faccia contro la terra (venia). Eccitava allora nel suo cuore sentimenti di compunzione, richiamando alla memoria e dicendo a voce alta «O Dio, abbi pietà di me che sono un peccatore»… e piangeva emettendo gemiti….
Talvolta, volendo insegnare ai frati con quanta riverenza dovessero pregare diceva loro: «…Abbiamo trovato l’Uomo-Dio con Maria sua ancella. Perciò venite adoriamolo e prostriamoci piangendo davanti al Signore Dio che ci ha creati». E invitava anche i più giovani a piangere per i peccatori.
Io sono prostrato nella polvere, dammi vita secondo la tua parola. Salmo 119, 25
TERZO MODO
Per questo motivo si rialzava da terra e con una catena di ferro si dava la disciplina.
Da questo esempio del Padre venne nell’Ordine la disposizione che tutti i frati nei giorni feriali la sera, dopo Compieta, ricevessero a dorso nudo la disciplina con verghe di legno, recitando devotamente il Miserere o il De profundis per le colpe proprie e per quelle dei benefattori.
Sia benedetto Dio che non ha respinto la mia preghiera, non mi ha negato la sua misericordia. Salmo 66, 20
QUARTO MODO
In seguito davanti all’altare o nel Capitolo egli (in piedi e a mani aperte) fissava lo sguardo nel Crocifisso, contemplandolo con incomparabile penetrazione e davanti a lui si genufletteva più volte. Succedeva così che, qualche volta, da dopo Compieta fino a mezzanotte, ora si alzava, ora si metteva in ginocchio… Mettendosi in ginocchio gridava per i peccatori: «Signore non imputar loro i peccati».
Sorgeva allora in lui un sentimento di grande fiducia nella misericordia di Dio nei suoi riguardi e in quelli di tutti i peccatori e per la conservazione dei suoi frati…
I nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi. Salmo 123,2
QUINTO MODO
Talvolta si metteva davanti all’altare in posizione ben eretta, senza appoggiarsi né sostenersi, con le mani aperte sul petto come (a sostenere) un libro. E restava in piedi così con grande riverenza e devozione, come leggendo alla presenza di Dio.
Sembrava meditasse le parole di Dio, ripetendole dolcemente a se stesso. Talvolta giungeva le mani, tenendole fortemente unite davanti agli occhi e tutto chiudendosi in se stesso. Tal’altra le alzava all’altezza delle spalle (come fa il sacerdote nella Messa), quasi volesse tendere l’orecchio per udire meglio qualcosa….Avresti creduto vedere un profeta intrattenersi con un angelo o con Dio…
Alzate le mani verso il Tempio e benedite il Signore. Salmo 134, 2
SESTO MODO
Il santo padre Domenico alle volte fu visto pregare anche con le mani e le braccia completamente aperte e stese a forma di croce, mentre col corpo stava il più possibile eretto.
Questa forma di preghiera non era frequente, ma egli vi aveva fatto ricorso quando, per divina ispirazione, sapeva che in virtù della sua preghiera sarebbe avvenuto qualcosa di grande e di meraviglioso.
Così a Roma quando risuscitò il giovane che era morto cadendo da cavallo; così a Tolosa quando salvò circa quaranta pellegrini inglesi che stavano annegando nel fiume; così durante la celebrazione di una Messa.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano a quanti lo cercano con cuore sincero. Salmo 145, 18
SETTIMO MODO
Spesso lo si vedeva, mentre pregava, protendersi tutto verso il cielo, come una freccia scoccata dritta in alto: elevava le mani tenendole tese sopra il capo, ora congiunte ora un po’ aperte come a ricevere qualcosa. Era rapito fuori di sé.
Quando tornava in sé era come se venisse da lontano e lo avresti detto un pellegrino…”
Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera. Salmo 141, 2
OTTAVO MODO
Il santo padre Domenico aveva anche un altro modo di pregare, assai bello, devoto e simpatico…Questo buon padre, ammirevole per la sua sobrietà e per lo spirito di devozione attinto nelle divine parole che si erano cantate in coro…, subito si ritirava in un luogo solitario…per leggere o pregare, raccolto in sé stesso e fissato in Dio. Si sedeva tranquillamente e, dopo essersi fatto il segno della croce, apriva un libro e leggeva. E mentre leggeva così in solitudine, faceva atti di riverenza vero il suo libro, chinandosi spesso a baciarlo, soprattutto se si trattava del Vangelo o vi leggeva riportate le parole proferite da Cristo. Poi…si alzava alquanto, con riverenza, e inclinava il capo. Quindi di nuovo calmo e tranquillo riprendeva a leggere.
Sul rotolo del libro è di me è scritto che io faccia il tuo volere. Salmo 40, 9
NONO MODO
Quando a piedi viaggiava, sovente si separava dagli altri e pregava da solo. Si accendeva allora come fuoco ardente. Da altre fonti sappiamo che ruminava dei salmi cantava l’ «Ave maris stella» o il «Veni creator spiritus»….
Avvicinandosi ad un paese pregava per i suoi abitanti.
Aveva l’abitudine di passare assai spesso la notte in chiesa, a tal punto che si pensava che mai o raramente egli usasse un letto…Pregava e prolungava le sue veglie. Quando poi sopravveniva la stanchezza, vinto dal bisogno del sonno, appoggiava la testa all’altare … e riposava un momento. Poi si risvegliava e riprendeva la sua fervorosa preghiera.”
Il Signore fa sicuri i passi dell’uomo e segue con amore il suo cammino.
Salmo 37, 23
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