00 01/01/2022 22:31

LA NECESSITA' DELLA PREGHIERA

di Sant' Alfonso Maria de Liguori

Il sacro Concilio di Trento (Sess. VI, cap. 11) ha dichiarato che Dio non comanda cose impossibili; ma ci consiglia a fare ciò che possiamo con le forze della grazia, o almeno a chiedere la grazia più abbondante, necessaria per adempiere ciò che non possiamo con le nostre forze; ed allora egli ci dà l'aiuto necessario. Anche molti Teologi insegnano che Dio dona a tutti o la grazia prossima per osservare i precetti o la grazia remota della preghiera con la quale poi ciascuno ottiene la grazia prossima per osservare i precetti divini.

Perciò fu bestemmia quel che dissero Lutero e Calvino: che l'osservanza della divina legge è resa impossibile agli uomini dopo il peccato di Adamo; ma fu errore anche quel che disse Giansenio, condannato dalla Chiesa: che alcuni precetti erano impossibili anche ai giusti.

E' vero che l'osservanza della legge nello stato presente della natura corrotta è molto difficile, anzi è moralmente impossibile senza un aiuto speciale di Dio. Ora questo aiuto speciale Dio non lo concede, ordinariamente parlando, se non a coloro che lo domandano. Insegna Gennadio, autore antico, che, eccettuate le prime grazie eccitanti, le quali vengono a noi senza di noi, come la chiamata alla fede o alla penitenza, tutte le altre, e specialmente la grazia della perseveranza, si donano solo a coloro che pregano.

S. Agostino è dello stesso parere.

Da ciò concludono i Teologi (Suarez, Habert, Layman, il P. Segneri ed altri con S. Clemente Alessandrino, S. Basilio, S. Agostino e S. Giovannni Grisostomo) che la petizione agli adulti è necessaria di necessità di mezzo; viene a dire che, di provvidenza ordinaria, un fedele senza raccomandarsi a Dio e cercargli le grazie necessarie alla sua salvezza, non può salvarsi. Dice S. Giovanni Grisostomo che, conforme è necessaria l'anima al corpo per vivere, cosi è necessaria all'anima l'orazione per conservarsi nella divina grazia. Ciò vuole insegnare la parabola della vedova e del giudice ingiusto, narrata da Gesù per raccomandare di pregare sempre senza stancarsi (cfr. Lc 18, 15). Ciò afferma l'apostolo S. Giacomo: Non avete perché non chiedete (Gc 4, 2). Ciò vuol dire Gesù Cristo quando afferma: Chiedete e vi sarà dato (Lc 11, 9). Se, dunque, chi cerca ottiene, chi non cerca non ottiene. Dio vuole tutti salvi, come afferma S. Paolo (1 Tm 2, 4); ma vuole che gli cerchiamo le grazie che ci sono necessarie per salvarci. Neppure questo vogliamo fare? Terminiamo questo primo punto concludendo, da quanto si è detto, che chi prega certamente si salva; chi non prega certamente si danna. Tutti i Santi si sono salvati e fatti santi col pregare. Tutti i dannati si sono dannati per non pregare; se pregavano, certamente non si sarebbero perduti. E questa sarà la maggiore disperazione nell'inferno: il pensiero di esserci potuti salvare con tanta facilità, con chiedere a Dio l'aiuto, ed ora non essere più in tempo di cercarlo. 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)