Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Santissimo e reverendissimo dolce padre in Cristo dolce Gesù, la vostra indegna e miserabile figliuola Catarina, serva e schiava de' servi di Gesù Cristo, scrive alla vostra Santità nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi forte e perseverante nel buono e santo proponimento, sì e per siffatto modo che non sia veruno vento contrario che vi possa impedire; nè dimonia nè creatura. Gli quali pare che voglianovenire, come dice il nostro Salvatore nel suo santo Evangelio, nel vestimento della pecora, parendo agnelli, e essi sono lupi rapaci. Dice il nostro Salvatore, che noi ci dobbiamo guardare da costoro. Parmi, dolce padre, che già comincino a venire a voi con la scrittura; e oltra alla scrittura, v'annunciano l'avvenimento suo, dicendo che giungierà alla porta quando voi nol saprete. Questo suona umile dicendo: «Se mi sarà aperto, io entrerò, e ragioneremo insieme». Ma egli si mette il vestimento dell'umilità, acciocchè gli sia creduto bene. é gloriosa dunque questa virtù, con la quale la superbia s'ammantella.
Costui ha fatto in questa lettera verso la vostra Santità, secondo che io n'ho compreso, come fa il dimonio nell'anima, quando spesse volte sotto colore di virtù e di compassione gli gitta il veleno. E specialmente con servi di Dio usa questa arte; perocchè vede che puramente col vizio egli non gli potrebbe ingannare. Così mi pare che faccia questo dimonio incarnato, il quale ha scritto a voi con colore di compassione e con forma santa; cioè parendo che ella venga da uomo santo e giusto, ed ella viene dagl'iniqui uomini e consiglieri del dimonio, stroppiatori del ben comune della congregazione cristiana e della reformazione della santa Chiesa, amatori d'amore proprio, cercando solamente e' beni loro particolari. Ma tosto, padre, ve ne potrete dischiarare se ella è venuta daquello giusto uomo, o no. E parmi secondo l'onore di Dio, il debbiate cercare.
Questo io non reputo (per quello che io ne possa vedere o comprendere), e' non mi si rappresenta al suono delle parole sue, servo di Dio, ma fittivamente mi pare fatta. Ma a me non pare che sapesse bene l'arte colui che la fece. Dovevasi dunque ponere alla scuola; e parmi ch'egli abbia saputo meno che uno bambolo.
Vedete dunque, santissimo Padre, che egli v'ha posto innanzi quella parte che cognosce più debile nell'uomo, e singolarmente in coloro che sono molto teneri e compassionevoli d'amore carnale, e teneri del corpo loro; perocchè questi cotali tengono più cara la vita che tutti gli altri. E però ve l'ha posto per lo primo vocabolo.' Ma io spero per la bontà di Dio, che voi attenderete più all'onore suo e alla salute delle vostre pecorelle, che a voi medesimo, siccome pastore buono che debbe ponere la vita per le pecorelle sue.
Parmi, dunque, che questo velenoso uomo da una parte commenda l'avvenimento vostro, dicendo che è buono e santo; e dall'altra parte dice che 'l veleno è apparecchiato; e parmi che vi consigli che vi mandiate uomini confidenti che vadano innanzi a voi, e troveranno il veleno per le tavole; cioè, pare che dica per le bottiglie,il quale s'apparecchia per darlo temperatamente, o per dì, o per mese, o per anno. Onde bene gli confesso, che del veleno se ne trova così alle tavole di Vignone e dell'altre città, come a quelle di Roma; e così se ne trovatemperatamente per lo mese e per l'anno, e largamente, secondo piacesse al compratore: e in ogni loco se ne troverà. E però gli parrebbe ben fatto, che voi mandaste, e sostentaste in questo mezzo l'avvenimento vostro; e mostra che aspetti, in questo mezzo venga il divino giudicio sopra questi iniqui uomini, li quali, secondo che chi dice, pare che cerchino la vostra morte. Ma se egli fusse savio, egli s'aspetterebbe per sè medesimo; perocchè egli è seminatore del più pessimo veleno che fusse già gran tempo seminato nella Chiesa santa, in quanto che egli vuole impedire a voi quello che Dio vi richiede e che dovete fare. E sapete in che modo si seminarebbe questo veleno? Che, non andando voi, ma mandando secondo che vi consiglia il buono uomo, susciterebbe uno scandalo e una rebellione temporale e spirituale, trovando in voi menzogna, che tenete luogo di verità. Perocchè avendo voi annunciato e determinato l'avvenimento vostro; e trovando il contrario, cioè che egli non fusse; troppo sarebbe grande scandalo, turbazione e errore nelli cuori loro. Sicchè egli dice bene il vero; egli ha laprofezia di Caifas, quando disse: «Egli è di bisogno che uno uomo moia, acciocchè il popolo non perisca». Egli non sapeva quello che si diceva, ma il sapeva bene lo Spirito Santo, che diceva la verità per la bocca sua: ma ildimonio non gli faceva dire per quella intenzione. Così costui vuol essere un altro Caifas. Egli profeta, che se voi mandate, troveranno il veleno. Veramente egli è così; che se fussero tanti li vostri peccati che voi rimanestee essi andassero, li vostri confidenti troveranno che si porrà il veleno per le bottighe de' cuori e delle bocche loro per lo modo detto. E non basterebbe pure uno dì, perché anderebbe il mese e l'anno innanzi che fusse smaltito. Molto mi maraviglio delle parole di questo uomo, cioè che commendi l'operazione buona e santa e spirituale; e poi vuole che per timore corporale si lassi lasanta operazione. Non è costume de' servi di Dio che per veruno danno corporale o temporale, eziandio se la vita n'andasse, eglino vogliano mai abbandonare l'esercizio e l'operazione spirituale; perocchè, se avessero fatto così, neuno sarebbe giunto al termine suo. Perocchè la perseveranzia del santo e buono desiderio con le buone operazioni, è quella che è coronata e che merita gloria, e non confusione.
E però vi dissi, Padre Reverendo, che desideravo di vedervi fermo e stabile nel vostro buono proponimento (perocchè dopo questo seguiterà la pace de' vostri ribelli figliuoli e la reformazione della santa Chiesa) e anco d'adempire 'l desiderio de' servi di Dio, 'l quale hanno di vedere rizzare il gonfalone della santissima croce sopra gl'infedeli. Allora potrete ministrare il sangue dell'Agnello nelli tapinelli Infedeli; perocchè voi sete ilcelleraio di questo sangue, e che ne tenete le chiavi.
Oimè, padre, io vi prego per l'amore di Cristo crocifisso, che a questo, tosto diate la potenzia vostra; perocchè senza la potenzia vostra non si può fare. Non vi consiglio però, dolce padre, che voi abbandoniate quelli che vi sono figliuoli naturali, e che si pascono alle mammelle della sposa di Cristo, per li figliuoli bastardi, che non sono ancora ligittimati col santo battesimo; ma spero per la bontà di Dio, che andando e' figliuoli legittimi con la vostra autorità e con la virtù divina del coltello della parola santa, e con la virtù e forza umana, essi torneranno alla madre della santa Chiesa, e voi li ligittimerete. Questo pare che sia onore di Dio, utile a voi, onore ed esaltazione della dolce sposa di Cristo Gesù; più che seguitare il semplice consiglio di questo giusto uomo, che vi pone, che meglio vi sarebbe, a voi e ad altri ministri della Chiesa di Dio, abitare fra gl'infedeli Sarraceni, che fra la gente di Roma o d'Italia.
A me piace la buona fame, che egli ha della salute degl'infedeli; ma non mi piace che egli voglia tollere il padre alli figliuoli legittimi, e il pastore alle pecorelle congregate nell'ovile. E mi pare che voglia fare di voi, come fa la madre del fanciullo, quando li vuole tollere il lattedi bocca che si pone l'amaro in sul petto, acciocchè senta prima l'amaritudine che il latte; sicchè per timore dell'amaro abbandoni il dolce: perché 'l fanciullo s'inganna più con l'amaritudine, che con altro. Così vuole fare costui a voi, ponendovi innanzi l'amaritudine del veleno e della molta persecuzione, per ingannare la fanciullezza dell'amore tenero sensitivo, acciocchè per paura lassiate il latte; il quale latte di Grazia séguita dopo ildolce avvenimento vostro. E io vi prego da parte di Cristo crocifisso, che voi non siate fanciullo timoroso, ma virile. Aprite la bocca, e inghiottite l'amaro per lo dolce.Non si converrebbe alla vostra santità d'abbandonare il latte per l'amaritudine. Spero per la infinita e inestimabile bontà di Dio, che, se vorrete, vi farà grazia, a noi, e a voi; e che voi sarete uomo fermo e stabile, e non vi muoverete per verano vento, nè illusione di dimonio, nè per consiglio di dimonio incarnato; ma seguiterete la volontà di Dio, e il vostro buono desiderio, e il consiglio de' servi di Gesù Cristo crocifisso.
Non dico più. Concludo che la lettera mandata a voi non esca da quello servo di Dio nominato a voi, nè che ella fusse scritta molto dalla lunga; ma credo che ella venga ben di presso, e dai servi del Dimonio, che poco temono Dio. Che in quanto io credesse che ella uscisse da lui, none l' reputerei servo di Dio, se altro non ne vedessi. Perdonate a me, padre, il favellar troppo presuntuosamente. Umilemente v'adimando che mi perdoniate e doniate la vostra benedizione. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Prego la infinita sua bontà, che mi dia grazia che tosto, per lo suo onore, vi vegga mettere il piè fuora dell'uscio, con pace, riposo e quiete dell'anima e del corpo. Pregovi, dolce padre, che quando piace alla vostra Santità, che mi diate audienzia; perocchè mi vorrei trovare dinanzi a voi prima che io mi partissi. Il tempo è breve: sicchè dove piacesse a voi, vorrei che fusse tosto. Gesù dolce, Gesù amore.
CCXL (240) - A monna Lapa sua madre, pria iche tornasse da Vignone
Al nome di Gesù Crisito crocifisso e di Maria dolce.
Carissima madre Cristo dolce Gesù. La vostra indegna miserabile figliuola Caitarina vi conforta nel prezioso sangue del Figliuolo di Dio. Con desiderio ho desiderato di vedervi madre vera non solamente del corpo, ma dell'anima mia; con. siderando me, che essendo voi amatrice più dell'anima che del corpo, morrà in voi ogni disordinata tenerezza, e non vi sarà tanta fadiga il paitiredella presenzia mia corporale; ma saravvi piu tosto consolazione, e vorrete per onore di Dio portare ogni fadiga di me, considerando che si facci l'onore di Dio. Facendo l'onore di Dio, non è senza accrescimento di grazia e di virtù nell'amima mia. Sicchè bene è vero, che essendo voi, dolcissima madre, amatrice più dell'anima che del corpo, sarete consolata e non sconsolata. Io voglio che impariate da quella dolce madre Maria, che per onore di Dio, e salute nostra ci donò il Figliuolo, morto in sul legno della santissima croce. E, rimanendo Maria sola, poichè Cristo fu salito in cielo, rimase con li discepoli santi: e poniamochè Maria e i discepoli avessero grande consolazione, il partire fusse sconsolazione, nondimeno per la gloria e loda del Figliuolo suo, per bene di tutto l'universo mondo, ella consente e vuole che elli si partano. E più tosto elegge la fadiga del partire loro, che la consolazione dello stare, solo per l'amore che ella aveva all'onore di Dio e alla salute nostra. Or da lei voglio cheimpariate voi, carissima madre.
Voi sapete che a me conviene seguitare la volontà di Dio; e io so che voi volete che io la séguiti. Sua volontà fu che io mi partissi: laquale partita non è stata senza misterio, nè senza frutto di grande utilità. Sua volontà è stata, ch'io sia stata, e non per volontà d'uomo; e chi dicesse il contrario, è il falso e non è la verità. E così mi converrà andare, seguitando le vestigie sue in quel modo e a quel tempo che piacerà alla sua inestimabile bontà. Voi, come buona e dolce madre, dovete essere contenta, e non sconsolata, a portare ogni fadiga per onore di Dio e salute vostra e mia. Ricordovi, che per li beni temporali voi il facevate, quando i vostri figliuoli si partivano da voi per acquistare la ricchezza temporale; ora per acquistare vita eterna,vi pare di tanta fadiga, che dite che v'anderete a dileguare se tosto io non vi rispondo. Tutto questo v'addiviene perché voi amate più quella parte che io ho tratta da voi, che quella ch'io ho tratta da Dio, cioè la carne vostra, della quale mi vestiste. Levate, levate un poco il cuore e l'affetto vostro in quella dolce e santissima croce, dove viene meno ogni fadiga: vogliate portare un poco di pena finita, per fuggire la pena infinita che meritiamo per li nostri peccati. Ora vi confortate per amore di Cristo crocifisso; e non crediate d'essere abbandonata nè da Dio nè da me.
Anco, sarete consolata, e riceverete piena consolazione; e non è tanto stata la pena, quanto sarà maggiore il diletto. Tosto ne verremo, per la grazia di Dio; e non staremmo ora a venirne, se non fusse lo impedimento che abbiamo avuto della infermità grave di Neri. E anco il maestro Giovanni, e Fra Bartolomeo sono stati infermi... Altro non dico. Raccomandateci... Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Gesù dolce, Gesù amore.