00 28/04/2009 18:03
In risposta al mesaggio di sopra....[SM=g1740717] 


 [SM=g1740734] un bellissimo contributo del mio amico Chisolm....

Provocazione: “Ma quale Dramma? La liturgia è una festa!”

Fondamentalmente, l’eretico, prima di assurgere ad una così antipatica definizione, è un’esteta, un amante del bello.
Ama così tanto la bellezza che odia le brutture del mondo, tanto da pensare che il Dio di quelle brutture non può essere il Dio della bellezza. Su questo concetto, permettete il gioco di parole, ci “marcia” come Marcione… Ma non è ancora eretico.
Si chiede, allora, quale sia la vera bellezza che intende esprimere, quali espedienti può usare per diffondere il suo concetto di bellezza. Se, per esempio, fosse musicista, abolirebbe tutta la musica fino a Bach per scrivere la sua, o, se fosse pittore, il Beato Angelico e Masaccio sarebbero da coprire con la calce per lasciar spazi intonsi alle sue opere.

Nossignori: il “bello” è tutto da riscrivere e da ridefinire.
Allora va a cercare la “bellezza” nel sacro e, mio Dio! Rimane inorridito da tanta anticaglia. Liturgie meste e mogie, un popolo di vecchiette e pensionati: manco un giovane!
“E’ ovvio! – pensa – Qui bisogna rifare tutto di nuovo…”.
Bisogna pescare il bello nel ciarpame di crocifissi tetri e turiboli ossidati, tra vecchie canne d’organo e cori in gregoriano.

Allora estrapola da tutta questa anticaglia, quegli elementi che intende sottoporre a restauro. ( Attenzione, però! In questa operazione, lo scegliere qualcosa da preferire al resto e porlo in evidenza, è il primo passo verso l’eresia che, etimologicamente, significa “praticare un’opzione”. Ma questo non lo sa…)

Una volta effettuata la scelta di quegli elementi da salvare, il nostro esteta decide di connetterli ad altri elementi, creare un ibrido artistico che porti la sua firma e la sua originalità.
La chiesa dove si celebra diviene un nuovo drive-in: in realtà aveva pensato anche al posto macchina, ma aveva fatto tanto per togliere l’incenso che ora gli darebbe fastidio doverlo sostituire con i gas di scarico…

Anche l’altare deve essere rifatto: via quella specie di ara sacrificale, in fondo la messa è una festa, ma quale Calvario…

Tutti devono gioire, e cantare, e suonare, e ballare fino a cadere esausti in questa specie di balera dove la sofferenza del Giusto va nascosta, così cruenta da togliere il sonno alle persone sensibili.

Ma quale “dramma”? Che dramma e dramma. Von Balthasar, quel teologo da due lire, da lui doveva andare se voleva capire qualcosa di Cristo. Perché mai quel teologuccio ha chiamato parte della sua opera “Teo-drammatica”? Che voleva dire? Che l’Incarnazione è un dramma e si risolve fino al culmine drammatico del “Dio assente”, impotente per amore, che aleggia sul Figlio crocifisso?
No, no, è tutta una festa: certo, prima si è sofferto un pochino e lo si ricorda col pane del deserto. Ma poi… Poi c’è il vino, che non è il sangue, ma la gioia, la gioia che pervade tutti.

Ma sì, un’idea che è venuta all’esteta dopo aver letto rituali ebraici, anche se, probabilmente, l’idea della quarta coppa l’aveva letta, dove? Ma sì, nel “Simposio” di Platone, e dove se no?

Via: giù colori, suoni, allegria… Questa è la bellezza, questa è la vera bellezza: non il volto deformato del Cristo ingobbito, come in quei quadri dello squallido Rouault che non capiva niente di bellezza. Decide di dipingerlo lui.
Ma quale eresia? Questo è il bello che avanza.

E se non vi piace, tornate nelle messe di vecchiette e pensionati… Fate esposti alla Santa Sede. E fissate per l’ultima volta la Sistina, perché è probabile all’esteta venga dato l’appalto di ridipingere il Giudizio Universale.

Chisolm
PS: spero si comprenda la provocazione... Occhiolino


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si comprende si, Amico....e ti ringrazio di cuore....[SM=g1740739]

Caro Chisolm....la tua provocazione è da incorniciare per essere esposta in tutte le chiese...tanto, provocazione per provocazione...visto quello che ci appiccicano, si potrebbe anche mettere la tua  Occhiolino

Oggi vedendo la diretta del Papa tenevo basso il volume della TV per gli odiosi commenti, e seguivo la diretta internet PRIVA DI COMMENTI...grazie a Dio sono riuscita a seguire praticamente tutte le battute fra il Papa e le persone che ha potuto avvicinare...

Ora è toccato ad un punto che tutti i parroci sono andati in fila a salutare il Papa, Benedetto XVI, il vecchio saggio potremo dire per la sua età e i capelli davvero bianchi...con tutta calma e senza mai mostrare cedimenti, chiedeva informazione ai parroci sullo stato delle loro parrocchie, ogni parroco in pochi secondi doveva aggiornarlo....
Il dramma vero: l'80% delle parrocchie delle zone colpite è inagibile...
il Papa dimostrando tristezza, subito diceva: LE RIFAREMO! si rispondeva il Parroco, certo santità... e il Papa LE RIPORTEREMO AGLI ANTICHI SPLENDORI DELLA LORO TRADIZIONE... Sorriso


Immagina amico Chisolm e amici miei, quanta gioia mi ha investito nell'udire queste parole dal Papa, parole che nessuno riporterà sui giornali...ma restano scritte nel giornale di Dio  Occhiolino (Chisolm mi comprende!)

il Papa ha ripetuto la stessa frase su per giù a ben 6 parroci...
e lo ha detto quando, visitando la Basilica di s. Maria in Castelligo della quale si sono salvati solo i muri laterali, l'interno è completamente distrutto e scoperchiato...e vi era stata adagiata la teca con Celestino V al quale il Papa ha donato il Pallio ricevuto per la sua incoronazione...
Nel parlare della ricostruzione il Papa ha detto parlando con il vescovo: SEMBRA CHE LA TRADIZIONE CATTOLICA DEBBA SUBIRE LE PERCOSSE DEL FONDATORE, E' OGGI MESSA A DURA PROVA ANCHE DAL TERREMOTO NATURALE....[SM=g1740717]

in quell'ANCHE ho subito letto che il Papa parlava di una TRADIZIONE COLPITA SU TUTTI I FRONTI...terremoto nella Chiesa, e terremoto NATURALE...

Io credo che il Papa stesso lo abbia inteso come "un avvertimento" (è il Papa, se non ci crede lui siamo finiti eh! Ghigno ) e lo dimostrano le parole che ha usate poi nei discorsi ufficiali di stamani...

dicendo per esempio:

Questo luogo, consacrato dalla preghiera e dal pianto per le vittime, costituisce come il simbolo della vostra volontà tenace di non cedere allo scoraggiamento. "Nec recisa recedit": il motto del Corpo della Guardia di Finanza, che possiamo ammirare sulla facciata della struttura, sembra bene esprimere quella che il Sindaco ha definito la ferma intenzione di ricostruire la città...

e ancora:

In effetti, come comunità cristiana, costituiamo un solo corpo spirituale, e se una parte soffre, tutte le altre parti soffrono con lei; e se una parte si sforza di risollevarsi, tutte partecipano al suo sforzo
(...) Come cristiani dobbiamo chiederci: "Che cosa vuole dirci il Signore attraverso questo triste evento?".
....

Il Papa naturalmente incoraggia parlando di RESURREZIONE... Occhiolino ma l'interrogativo rimane aperto...

[SM=g1740733]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)