New Delhi, 25. "Uno dei più tristi momenti nella storia dell'India": sono le parole usate dal cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, in occasione dell'anniversario dell'ondata di violenza contro la comunità cristiana. In questi giorni, in Orissa e in altri Stati, si susseguono le cerimonie di commemorazione, le veglie di preghiera e le manifestazioni, in ricordo delle oltre cento vittime e delle distruzioni provocate dagli attacchi dei fondamentalisti indù, a partire dall'agosto 2008. "È stato un anno terribile - ha scritto il cardinale in un messaggio - segnato da numerosi atti d'intolleranza religiosa e le morti avvenute nel distretto di Kandhamal (Orissa) sono uno dei più tristi momenti nella storia dell'India. Oggi, a un anno di distanza, chiediamo a Dio di benedire la nostra nazione con la pace e l'armonia e di prendersi cura della memoria dolorosa e delle ferite causate da questa orribile violenza anticristiana".
Il cardinale ha voluto offrire i suoi pensieri anche agli ispiratori e autori del clima di odio. "Le nostre preghiere - ha detto - sono anche per coloro che hanno ispirato e attuato i crimini, affinché essi possano comprendere il male che hanno fatto".
"Sono rimasto molto addolorato - ha sottolineato - per l'immagine che l'India ha offerto di sé e lo sono tuttora. Quanto accaduto nel Kandhamal è una vergogna per tutta la nazione. L'anniversario delle violenze contro i cristiani è un giorno di preghiera in tutte le chiese dell'India. Preghiamo per tutto il Paese, perché tutti possano vivere come fratelli e sorelle nella nostra amata madrepatria e perché le violenze anticristiane non oltraggino più il ricco patrimonio di cultura e tradizione dell'India".
Il cardinale passa poi a esaminare la questione della sicurezza. "Nel Kandhamal - ha osservato - la nostra comunità cristiana, che è una minoranza, non è stata protetta. La libertà religiosa è stata completamente calpestata. Io stesso ho criticato il Governo per non aver garantito la sicurezza di una minoranza. Il nostro popolo è stato lasciato alla mercè dei fondamentalisti, la legge e l'ordine sono stati entrambi demoliti".
Il cardinale non nasconde il fatto che il futuro resta ancora pieno d'incognite. "Ora sono - ha spiegato - ancora preoccupato per le nostre minoranze e anche per la libertà religiosa. Mi rendo conto che nel Kandhamal e in molti altri posti, il nostro popolo subisce ancora minacce e spesso non ha la libertà di ritrovarsi a pregare insieme". "Molte nostre chiese - ha aggiunto - devono ancora essere restaurate e la paura si annida nei cuori delle comunità cristiane".
Per questo, ha esortato, "il nostro Governo deve avere come sua priorità la libertà religiosa e la sicurezza delle minoranze. Ci sono molte situazioni preoccupanti che devono essere tenute sotto controllo e affrontate in modo adeguato".
Il cardinale, comunque, ha osservato che da parte delle autorità giungono segnali di apertura. "Vedo - ha detto - che il nuovo Governo dell'Orissa desidera davvero aiutare le minoranze e, anche quello federale, intende garantire le loro sicurezza. Mi auguro che entrambi i Governi siano molto più attenti e reattivi rispetto a un anno fa, quando si dimostrarono del tutto inermi". "I nostri appelli - ha ricordato - allora caddero nel vuoto e, uccisioni, rapimenti, incendi e altre violenze, vennero fuori per lungo tempo".
"La mia speranza - ha concluso il cardinale - per un futuro di libertà e di sicurezza per le minoranze religiose non cancella le mie preoccupazioni, ma baso ciò su segni che vedo nella realtà e mi auguro che la fiducia che nutro per il futuro del Paese sia ben fondata". "Oggi chiediamo a Dio - ha aggiunto - di dare al nostro popolo la grazia di un nuovo inizio perché possa vivere nella coesistenza pacifica, nella mutua accettazione, nella tolleranza e nella pace". Per il porporato "gli incontri interreligiosi tra popolazioni di diverse confessioni sarà una delle strade da intraprendere per raggiungere quest'armonia. Deve essere un dialogo a ogni livello, nelle comunità, nella società civile e nelle scuole. L'India deve recuperare la sua gloriosa tradizione di Paese multiculturale, multireligioso e multilinguistico".