00 16/06/2010 18:27
Il crollo nei Musei Vaticani

Una notizia deludente


di Antonio Paolucci


Nella notte fra il 7 e l'8 giugno scorsi circa duecento metri quadri di controsoffitto hanno ceduto nella Sala Polifunzionale dei Musei Vaticani.

Bisogna prima spiegare che cos'è la Sala Polifunzionale. È uno spazio coperto sopraelevato che, in prossimità dell'ingresso, è stato progettato e realizzato dieci anni fa in occasione del Grande Giubileo. Doveva servire e ancora serve per ospitare mostre (il "Laocoonte", nel 2006, "Astrum" l'anno scorso, le "Oreficerie" dell'Aquila scampate al terremoto l'ultima esposizione, rimasta aperta al pubblico fino al 31 maggio scorso) oppure raduni del personale, attività didattiche e così via. Da ciò il titolo "polifunzionale".

Il soffitto collassato è di cartongesso, e quindi è improbabile che qualcuno si possa fare seriamente male anche se gli cadesse in testa. Nessun danno in ogni caso hanno subito le oreficerie e gli arredi che erano esposti in quella zona.

Mi rendo conto che così com'è la notizia è deludente. Ben altro effetto mediatico avrebbe il crollo di un bel soffitto storico magari con stucchi di Daniele da Volterra e affreschi di Federico Zuccari. In realtà i Musei del Papa sono saldissimi. Portano nelle loro vecchie ossa parecchi secoli, sono percorsi (e consumati) ogni anno da quattro milioni e mezzo di persone (nove milioni di piedi che strisciano, nove milioni di mani che toccano o possono toccare) eppure continuano a fare egregiamente il loro mestiere.

Evidentemente fanno meno bene il loro mestiere i materiali messi in opera dieci anni fa; il controsoffitto della Sala Polifunzionale e anche quello della moderna aula d'ingresso ora interessato da una attenta sistematica revisione, subito disposta.

Resta il mistero dei segni. Perché le oreficerie delle povere Chiese dell'Aquila e provincia hanno subito due terremoti a meno di un anno di distanza l'uno dall'altro? Vero e devastante il primo, simbolico e virtuale il secondo? Un giorno, come ci insegna san Paolo nella seconda lettera ai Corinzi (nunc videmus per speculum et in enigmate) lo capiremo.


(©L'Osservatore Romano - 17 giugno 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)