Mi piace la proposta di Alfonso,
la trovo più costruttiva di altre, e quindi propongo un'analisi a tema di forum.
Fratelli analizzando questi versetti di Gv 2,19 e confrontandoli con quelli di 6,48-58
notiamo subito qualche analogia nel linguaggio usato da Gesù.
Innanzitutto Gesù quando parlava dei misteri della fede, non usava un linguaggio semplice ed immediado, ma uno piuttosto ermetico.
Ecco perchè sempre i Giudei lo fraintendevano, loro si comportavano un pò come molti protestanti odierni, intepretavano alla lettera le parole di Gesù, e non capivano il profondo significato. Anche in nel comportamento giudeo vediamo analogie con il comportamento protestante, infatti non ammettevano i loro errori e le loro sviste, ma presuntuosi com'erano puntavano il dito addirittura contro Gesù.
I pentecostali (non tutti ma gran parte) e buona parte dei protestante puntano il dito contro la Chiesa cattolica, credendosi nella verità, quando in realtà semplicemente non la capiscono in pieno.
Alcuni protestanti hanno l'umiltà di ogni tanto ammettere le loro sviste, ma la maggior parte no, ma attenzione, non perchè siano cattive persone, ma piuttosto per la loro mentalità abituata, formata, per sentirsi un gradino più sopra dei cattolici, sulla via della salvezza.
Ora confrontando le frasi usate da Gesù nei versetti qui sotto elencati, vediamo che usa la parola "questo" riferendola a se stesso, i giudei non la capirono mai, infatti vediamo che non capirono a quale tempio si riferiva, e non capirono nemmeno a quale pane si riferiva.
Gv 2,19 «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gv 6,48-58 "Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno»
Gesù qui si sta riferendo a se stesso, non parla in parabole, nè per allegorie, infatti ne troviamo conferma dalla confusione mentale dei giudei che se ne andarono, non capendo, ma sempre usando la loro arroganza dottrinale, non ammettendo mai che erano loro a non arrivarci mentalmente.
Vero è che Gesù disse pure chi crede in me ha la vita eterna, ma questa verità non esclude l'altra, quella Eucaristica.
La Parola di Dio viene paragonata ad acqua viva, chi si nutre di questa acqua viva viene salvato, ma anche questo non esclude la verità Eucaristica.
I tdG intepretando malamente alcuni frasi di Gesù, praticamente dicono di avere il paradiso assicurato, solo perchè credono che Gesù è il figlio di Dio, ho scritto volutamente figlio con la lettera minuscola, perchè i tdG non credono della divinità di Gesù, per loro Gesù non è Dio, eppure solo perchè credono che Gesù è figlio di Dio (per loro creatura come noi) si sentono salvati.
Ma per essere salvati allora cosa bisogna fare?
Basta il solo battesimo? No!
Basta la sola fede in Cristo?
E se qualcuno ha fede, e magari rimanda il proprio battesimo, e nel frattempo
muore, si salva?
La misericordia di Dio è grande, e quindi se la vedrà Lui chi salvare e come, ma ciò non significa che noi uomini siamo liberi di credere solo una parte della sua Parola.
Allora per salvarsi basta la sola Eucaristia?
No, il cammino cristiano è fatto di tappe, è una via da percorrere, non c'è nulla di scontato. E allora si comincia con la fede, il battesimo, e si giunge all'Eucastia per fede, non per formule matematiche.
Si raggiunge la sublimità della fede quando si è maturi interiormente, e solo così si può intendere l'immenso valore dell'Eucaristia.
Gesù dicendo: "chi mangia di questo pane vivrà in eterno" stava chiarissimamente riferendosi al proprio corpo, e viste le perplessità dei presenti (apostoli compresi) poteva benissimo semplificare, dicendo ad esempio "chi si ciba della mia Parola vivrà in eterno"; invece non semplica un bel nulla, lui si stava riferendo proprio alla sua carne, e quindi non c'era nulla da semplificare.
Quelli che semplificano invece sono i fratelli protestanti, pentecostali in particolare, relegando a semplice ricordo la Celebrazione Eucaristica.
I primi cristiani si riunivano ogni settimana (e spesso più volte nella settimana) per spezzare il pane, perchè invece i fratelli pentecostali celebrano la santa cena (come la chiamano loro) solo quando ne sente la necessità il pastore?
Mediamente una volta al mese, e per loro è un ripetere le gesta di Gesù e degli apostoli, senza credere affatto alla presenza reale di Gesù nell'Eucaristia!
Per ora mi fermo qui, spero che ci saranno interventi costruttivi.
Pace
Salvatore