Pace Alfonso, scusami per la pressione, comunque non sono agitato,
Certo che lo capisco che si tratta proprio di Gesù, nella profezia di Malachia, e se non sbaglio l'avevo pure scritto o accennato.
Ma quello che devi notare è che Malachia non parla di un termine dopo il quale doveva cessare l'offerta dell'oblazione pura, anzi analizzando proprio i versetti che tu hai riporta, Cristo essendo sacerdote in eterno offre ed offrirò in eterno il Suo sacrificio a Dio Padre, attenzione è Cristo che offre il Suo sacrificio durante la Messa, non il sacerdo che sacrifica di nuovo Gesù.
Il sacerdote fa solo le veci di Cristo, ma è Lui che è sacerdote in eterno, e Lui che è al tempo stesso sacerdote e vittima.
Il Salmo 109,4 richiama Gen 14,18 “Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech”
Questo salmo, che da tutti è ritenuto messianico afferma tre cose: Cristo è sacerdote e pertanto offre il sacrificio; Egli compirà questa funzione sacerdotale per sempre; la sua offerta sacrificale sarà fatta secondo il rito di Melchisedech (Gen 14,18).
L’inciso “ed era sacerdote dell’Altissimo” suggerisce l’idea di una oblazione sacrificale di pane e vino, fatta da Melchisedech per la vittoria di Abramo…
Tale profezia si può ritenere pienamente verificata soltanto nell’ipotesi che la Messa sia un vero sacrificio; infatti solamente nella quotidiana offerta del pane e del vino consacrati, Cristo appare sacerdote che offre perpetuamente un sacrificio secondo il rito di Melchisedech.
Nel secolo V a.C., il profeta Malachia, riprendendo la tiepidezza dei sacerdoti dell’Antico Testamento, che offrivano roba di scarto (animali ciechi o zoppi), così si esprime: “Io non sono contento di voi, dice il Signore degli eserciti, io non accoglierò più il sacrificio delle vostre mani, perché dall’Oriente all’Occidente il mio nome è grande fra le genti e in ogni luogo si sacrifica e si offre al mio nome un’oblazione pura, poiché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli eserciti” (Mal 1,10-11).
In questa profezia Malachia parla di un vero sacrificio, che sarà offerto nell’età messianica, caratterizzata dall’abrogazione del levitismo, dalla universalità e dalla santità.
La visione profetica di Malachia che vede l’offerta, il sacrificio puro all’unico Dio, ha il suo compimento perfetto nella Messa, che da ogni punto della terra e da tutte le stirpi è offerta come “ostia immacolata” al Signore.
Infatti è chiaro che l’espressione “dall’Oriente all’Occidente” indichi tutta la terra, tutti i popoli, e nell’Antico Testamento l’unico popolo eletto era quello ebreo, quindi appare chiaro come la profezia si riferisca al Nuovo Testamento, in cui tutti i popoli sono accolti dal Signore.
Se quindi appare chiaro che Malachia si riferisce al Nuovo Testamento, quale sarebbe questa oblazione pura secondo i protestanti?
Se Malachia si riferiva al sacrificio di Gesù sul calvario e basta, doveva indicare una sola persona (Gesù) e non usare l’espressione “dall’Oriente all’Occidente” indicando così tutti i popoli.
Qui appare chiaro il carattere sacrificale della Santa Messa, nella quale viene offerta “l’oblazione pura”
l’Agnello puro, l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo; e come può essere offerto se come dicono molti protestanti la santa cena è solo una commemorazione?
Il Nuovo Testamento offre molti indizi certi e chiare testimonianze riguardo al carattere sacrificale della Messa, nell’ultima Cena Gesù compì un vero è proprio sacrificio quando disse che il suo Corpo era “dato”, ed il suo sangue era “versato”. Queste due espressioni nello stile biblico, anche separatamente prese (vedi, Mt 20,28; Rm 8,12; Gal 1,4; 2,20; Ef 5,25; 1 Tm 2,6; Tit 2,14; Eb 10,10; per l’effusione del suo sangue, vedi: Rm 3,25; 5,9; Ef 1,7; 1Cor 14,20; Eb 9,7 1 Pt1,19; 1 Gv 1,7) indicano sempre un’immolazione sacrificale.
Né si può ritenere che Gesù volesse alludere all’imminente sacrificio della Croce, poiché è al presente che Egli parla: “viene dato” (il suo corpo) “viene effuso” (il suo sangue); quindi tutto si riferisce a quanto avveniva in quel momento in cui Gesù parlava. Proprio in quell’istante Gesù diede l’ordine di rinnovare quel rito sacrificale: “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19).
La Chiesa pertanto ripetendo il gesto eucaristico del suo Fondatore, compie un vero e proprio sacrificio, quello stesso che offrì Gesù.
Gesù non disse “che per voi sarà dato” infatti l’ordine di Gesù “fate questo in memoria di me” non si riferisce alla Croce, gli Apostoli non dovevano ripetere la sua crocifissione, ma il sacrificio da Lui istituito, da Lui ordinato, da Lui insegnato, Gesù parla al presente, Lui è il sacerdote, Lui è la vittima, Lui è il Signore.
Gesù quella sera compì il miracolo Eucaristico, sotto gli occhi degli Apostoli, il più grande dei miracoli, e per questo il più incomprensibile. Ci teneva moltissimo Gesù a fare l’ultima Pasqua con i suoi Apostoli, perché in quella sera sapeva che doveva fare il più grande dei miracoli, donare il suo corpo e il suo sangue sotto forma apparente di pane e di vino, secondo l’ordine di Melchisedech (Gen, 14,18).
Grande e potente è il Signore!
In tutto questo l’idolatria dove sta?
Pace
Salvatore