Caro Teofilo,
Le tue considerazioni sarebbero tutte estremamente valide se ci riferissimo a come il reiki può essere insegnato dai new agers, o se lo considerassimo parte di una dottrina orientale.
Quindi, cominciamo col dire che reiki non è una dottrina, tant'è che non è assolutamente citato nei testi sacri e nella tradizione di nessuna religione orientale.
Reiki è solo e semplicemente una tecnica di guarigione che, essendo originaria di una cultura orientale, viene vista alla luce della religione di quella cultura.
Come già ho riferito nel forum parallelo "Le radici del reiki", il mio tentativo ... non molto facile a quanto sembra ... è quello di occidentalizzare questa tecnica e di ricondurla in un ambito strettamente cristiano.
Per ciò che è strettamente legato alla mia esperienza, credo di esserci
riuscito. Concedimi di non dover ripetere quanto ho già cercato di spiegare a Caterina nell'altro forum.
Non starò quindi a controbattere alcune tue giuste riflessioni che sono però legate ad un insegnamento non cristiano.
Mi limiterò a puntualizzare alcuni concetti che ritengo fondamentali:
Diciamo subito cosa non è reiki.
Reiki non è Dio, non è lo Spirito Santo, non comporta assolutamente la necessità di abbracciare lo gnosticismo orientale, nè tanto meno un panteismo olistico.
Questa visione non ci riguarda in quanto cristiani.
L'approccio di un cristiano a questa tecnica è di tutt'altro genere e non deve mai uscire dalla centralità di Cristo.
Un piccolo inciso: visto che in diversi sono attratti da questa tecnica, non credi che sia utile che qualcuno la insegni secondo i principi cristiani, evitando così che costoro si rivolgano ad un insegnamento che potrebbe fuorviare? ..Chiuso l'inciso.
Le diverse interpretazioni esoteriche .. vedi Zanella o altri ... sono loro interpretazioni e non riguardano il cristiano.
Come cristiano insegno che reiki è un'energia vitale che permea tutti gli esseri viventi, ... è quindi una creatura e un dono divino che obbedisce a leggi divine (se poi può essere oppure no un'energia di tipo angelico io non lo so e nessuno può saperlo).
Quando si "richiama" quest'energia occorre farlo nella più assoluta umiltà e fiducia, dopo aver pregato Dio che ci permetta di essere suoi strumenti portatori di bene secondo la Sua volontà.
Il richiamo assume quindi la caratteristica di una preghiera e non, nel modo più assoluto, di un comando.
L'operatore deve essere un canale assolutamente impersonale, questo per evitare di trasmettere energie proprie, e non deve neppure tentare di dirigerla, perchè l'energia agirà comunque solo per il bene della persona, che può essere diverso da ciò che noi vorremmo.
Al termine del trattamento si ringrazia Dio per questo dono (è chiaro che se uno non crede in Dio non potrà fare altro che ringraziare reiki, ma questo non ci riguarda).
Chiarisco anche che il terzo livello (che è più giusto chiamalo attivazione e non iniziazione) non comporta maggiori capacità terapeutiche, ma rende solo idoneo chi l'ha ricevuto ad insegnare reiki e ad eseguire la "pulizia" dei canali energetici che collegano le nostre funzioni vitali a quest'energia vitale. La pulizia si rende necessaria perchè reiki possa fluire liberamente e rendere la persona in grado di donarlo a sua volta.
Il terzo livello comporta una grossa responsabilità, sia per quanto riguarda il saper garantire un giusto insegnamento, sia per il saper discernere se la persona è pronta a riceverlo (e questo vale, sia pure in misura largamente minore, anche per il secondo livello).
Non dimentichiamo in ogni caso che si sta lavorando con un'energia e che il paziente deve abituarsi a riceverla con gradualità (come del resto per tutte le cose). Inoltre, il secondo livello insegna ad operare a distanza e, per rispetto del libero arbitrio, non si deve fare senza il consenso dell'altra parte. Poi viene anche insegnato come operare a livello mentale, e qui occorre prestare molta attenzione perchè è assolutamente da evitare se il paziente soffre di gravi patologie psichiche. Ecco perchè è necessario accertarsi che l'allievo sia idoneo a ricevere queste attivazioni. Sarebbe come permettere di fare il chirurgo ad uno che ha le mani che tremano Tu chiedi a chi si consegna la propria volontà personale nel momento in cui si accetta l'attivazione al terzo livello.
Io ti rispondo: il cristiano la consegna a Cristo, a Lui e a nessun altro.
Che i termini Rei e Ki abbiano dei significati non direttamente comprensibili nella tradizione cristiana è più che ovvio dato che sono termini giapponesi, ma non dobbiamo formalizzarci su questo. Se chiamassi questa pratica "massaggio energetico" ti suonerebbe meglio?
Poi chiedi: come mai i simboli devono essere segreti se si tratta di un'energia naturale?
Per rispetto, solo per rispetto.
I simboli rappresentano infatti, sotto forma di ideogrammi, ciò che si prega che l'energia faccia, forse servono anche a concentrare totalmente l'attenzione e la consapevolezza dell'operatore su ciò che sta facendo, pur mantenendo un atteggiamento impersonale.
Trattandosi sostanzialmente di raffigurazioni, la loro interpretazione, o meglio traduzione letterale, risente della filosofia e della religione di coloro che li usano.
Caro Teofilo, credimi, in tutto questo non c'è nessun rito magico o esoterico, a meno che non si voglia volontariamente fare così "apparire".
Piuttosto, io mi aspettavo da te un'altra domanda, e cioè: "Ma Dio ha proprio bisogno di simboli per donarci quest'energia di guarigione?"
Ti confesso che è stato uno scoglio che mi ha provocato non poca perplessità.
Però, se ci pensiamo bene, quante cose sono legate ad una ritualità e a simbolismi? Gesù stesso li ha usati in certe occasioni: nel racconto del nato cieco egli prese della terra, la impastò con la saliva e la strofinò sulle palpebre del cieco. Che bisogno aveva Dio di questo rituale? E ancora: nell'episodio dell'adultera Egli si abbassò a terra dove tracciò qualcosa, forse dei simboli? Anche qui, che bisogno c'era?
Ci sono molte cose che non conosciamo e per questo le consideriamo
magari magia o qualcosa di simile. Io penso che un rito e la simbologia, quando sono univocamente ripetuti nel tempo e con la stessa intenzionalità, acquistino una forza e una concretezza che a noi sfugge ma che di fatto si manifesta nel momento in cui se ne fa ricorso.
Parliamo infine dell'aspetto più prosaico: il denaro.
Le attivazioni richiedono la partecipazione a seminari che durano qualche giorno e che hanno dei costi vivi, oltre al tempo speso dal master per l'insegnamento.
Ci sono delle tariffe (consentimi questo brutto termine) che si aggirano sui 150 euro per il primo livello e 300-400 euro per il secondo.
Chi pretende di più specula.
Per il terzo livello, che comunque è qualcosa di molto selettivo per le ragioni che ho già spiegato, è un po' a discrezione del master.
Posso comunque assicurarti che, se una persona non è nelle condizioni di pagare queste cifre, nessun master che sia veramente tale non gli permetterebbe di accedere ugualmente.
Per le terapie non si dovrebbe richiedere nessun compenso, ma ognuno è libero di comportarsi secondo la propria coscienza.
Purtroppo devo constatare come alcuni master (e qui rientra la responsabilità che avevo accennato) ne abbiano fatto occasione di guadagno. Alla larga da costoro, perchè tutto possono dare tranne che reiki.
Per concludere: io consiglierei a chi volesse avvicinarsi a questa pratica di valutare attentamente che l'insegnamento non si discosti dalla morale e dai principi cristiani (quindi un master che sia possibilmente cristiano). Il centro di tutto deve sempre essere Cristo e non un'energia non bene identificata.
Se la terapia non è accompagnata dalla preghiera è bene cominciare ad avere qualche dubbio.
Se il compenso richiesto appare eccessivo è sempre opportuno salutare e voltare i tacchi.
Forse mi sono un po' dilungato, ma meno non potevo fare.
Con fraterno affetto
iyvan