La comunione nella mano, in bocca, in piedi, in ginocchio?
I documenti della Santa Sede che rispondono ai quesiti proposti dai fedeli
Congrégation pour le culte Divin, Notification Le Saint-Siège sur la faculté de distribuer la communion en déposant l'hostie sur la main des fidéles 3 avril 1985 prot. n. 720/85; DC 67(1985) pp. 803-804,<o:p></o:p>
Cominciando dal 1969, la Santa Sede, pur mantenendo in vigore in tutta la Chiesa l'uso tradizionale di distribuire la comunione accorda alle conferenze episcopali che ne fanno domanda e sotto determinate condizioni la facoltà di distribuire la comunione deponendo l'ostia sulla mano dei fedeli.
Questa facoltà è regolata dalle istruzioni Memoriali Domini e Immensae caritatis (29.5.1969, EV 3/1273ss 29.1.1973, EV 4/1924ss) come pure dal Rituale De sacra communione pubblicato il 21 giugno 1973, n. 21 [EV 4/2531]. Sembra utile tuttavia richiamare i seguenti punti:
1. La comunione nella mano deve manifestare, al pari della comunione ricevuta in bocca, il rispetto verso la presenza reale del Cristo nell'eucaristia. Per questo si dovrà insistere, come facevano i padri della Chiesa, sulla nobiltà che deve comportare il gesto del fedele. Così i neobattezzati della fine del IV secolo ricevevano la consegna di stendere le due mani facendo «della mano sinistra un trono per la mano destra, perché questa deve ricevere il Re» (V catechesi mistagogica di Gerusalemme, n. 21: PG 33, 1125, o Sources chrét., 126, p. 171; s. Giovanni Crisostomo, Omelia 47.- PG 63, 898, ecc.) (1).
2. Parimenti, sull'esempio dei padri, si insisterà sull'Amen che il fedele dice in risposta alla formula del ministro: «Il corpo di Cristo». Questo Amen dev'essere l'affermazione della fede: «Cum ergo petieris, dicit tibi sacerdos Corpus Christi et tu dicis Amen, hoc est verum; quod confitetur lingua, teneat affectus» (s. Ambrogio, De sacramentis, 4, 25: Sources chrét., 25 bis, p. 116).
3. Il fedele che ha ricevuto l'eucaristia nella mano la porterà alla bocca prima di ritornare al suo posto, mettendosi da parte solo per lasciar avvicinare colui che lo segue e restando rivolto verso l'altare.
4. Il fedele riceve dalla Chiesa l'eucaristia, che è comunione al corpo di Cristo e alla Chiesa. Perciò non deve prenderla lui stesso dal piattino o dalla pisside, come farebbe col pane ordinario o col pane benedetto; invece, egli tende la mano per riceverla dal ministro della comunione.
5. Bisognerà raccomandare a tutti, specialmente ai bambini, la pulizia delle mani, per il rispetto dovuto all'eucaristia.
6. Ma prima occorre assicurare ai fedeli una catechesi del rito, insistere sui sentimenti d'adorazione e sull'atteggiamento di rispetto richiesto (cfr. Giovanni Paolo II, Lettera Dominicae cenae, 24.2.1980, n. 11) [2]. Si raccomanderà loro di far attenzione a che i frammenti del pane consacrato non vadano perduti (cfr. Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione De particulis et fragmentis hostiarum, 2.5.1972, prot. n. 89/71, in EV 4/1625).
7. Nessun fedele dovrà essere obbligato ad adottare la pratica della comunione nella mano, ma si lascerà ognuno pienamente libero di comunicarsi nell'uno o nell'altro modo.
Queste norme e quelle indicate nei documenti della Santa Sede sopra riferiti hanno lo scopo di ricordare il dovere del rispetto verso l'eucaristia, indipendentemente dal modo con cui si riceve la comunione.
I pastori d'anime insistano non solo sulle disposizioni necessarie per ricevere fruttuosamente la comunione, la quale esige, in certi casi, il ricorso al sacramento della penitenza, ma anche sull'atteggiamento esteriore di rispetto che, nell'insieme, deve esprimere la fede del cristiano verso l'eucaristia.
Dal palazzo della Congregazione per il culto divino, 3 aprile 1985. AUGUSTIN MAYER, arciv. tit. di Satriano pro-prefetto - VIRGILIO NOÉ, arciv. tit. di Voncaria segretario
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Risposta Prot. N° 2372/00/L (Sul rispetto e la deferenza dovuti al SS. Sacramento)
1 - È esatto che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, al n° 43 dell’Institutio Generalis Missalis Romani, ha intenzione di interdire al fedele di inginocchiarsi durante una qualsiasi parte della Messa, eccetto che nel corso della Consacrazione, al fine di impedire che il fedele si inginocchi dopo l’Agnus Dei e dopo aver ricevuto la santa Comunione?
Risposta: negativo.
2 - La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ai nn° 160-162, 244 e altri dell’Institutio Generalis Missalis Romani, intende dichiarare che nessuno possa piú genuflettere o inchinarsi in segno di riverenza di fronte al SS. Sacramento immediatamente prima di ricevere la santa Comunione?
Risposta: negativo.
3 - La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, ai nn° 314-315 e altri dell’Institutio Generalis Missalis Romani, intende dichiarare che dev’essere preferita una cappella separata per conservare il SS. Sacramento nelle chiese parrocchiali, piuttosto che una collocazione centrale e ben visibile nel corpo principale della chiesa, cosí che sia visibile durante la celebrazione della Messa?
Risposta: negativo e ad mentem.
Mens: Nelle norme indicate dalla legge, appartiene al vescovo diocesano, in quanto responsabile della Sacra Liturgia nella Chiesa particolare che gli è affidata, il giudizio sul posto piú appropriato per conservare il SS. Sacramento, tenendo presente lo scopo di incoraggiare e di permettere al fedele di visitare e di adorare il SS. Sacramento.
Vaticano, 7 novembre 2000.
Jorge A. Card. Medina Estévez, Prefetto.
Francesco Pio Tamburrino, Arcivescovo Segretario.
Santa Sede: Congregazione del culto divino e della disciplina dei sacramenti
Responso:
Se nelle diocesi in cui è permesso distribuire la comunione nella mano dei fedeli sia lecito al sacerdote ovvero ai ministri straordinari della comunione obbligare i comunicandi a ricevere l’ostia esclusivamente in mano, e non sulla lingua.
Risulta per certo dagli stessi documenti della Santa sede che nelle diocesi ove il pane eucaristico è posto nella mano dei fedeli, resta intatto il loro diritto di riceverlo sulla lingua. Pertanto agiscono in violazione delle norme sia coloro che obbligano i comunicandi a ricevere la comunione esclusivamente in mano sia coloro che rifiutano ai fedeli la comunione in mano nelle diocesi che godono di questo indulto.
Nel rispetto delle norme sulla distribuzione della santa comunione, i ministri ordinari e straordinari curino particolarmente che l’ostia sia assunta immediatamente dai fedeli, in modo tale che nessuno si allontani con le specie eucaristiche ancora in mano.
Tutti ricordino che è tradizione secolare ricevere l’ostia sulla lingua. Il sacerdote celebrante, se vi sia pericolo di sacrilegio, non ponga la comunione in mano ai fedeli, e li informi sul fondamento di tale modo di procedere.
in "Notitiae" n° 392-393, 1999, pp. 160-161.
http://ultimi.altervista.org/frames.htm
Piccola domanda... quante persone, soprattutto con questo caldo, pulisca a fondo le mani prima di ricevere l'Eucarestia? (5. Bisognerà raccomandare a tutti, specialmente ai bambini, la pulizia delle mani, per il rispetto dovuto all'eucaristia.)
Magari sono sudate e fino a quel momento hanno toccato di tutto... Io non ho visto mai nessuno... purtroppo...
Stella