00 23/02/2010 22:14
Durante la prima giornata dell'assemblea plenaria a Friburgo

I vescovi tedeschi chiedono perdono
alle vittime degli abusi


Berlino, 23. I vescovi tedeschi chiedono perdono alle vittime degli abusi sessuali compiuti in alcune scuole di gesuiti della Germania tra gli anni Settanta e Novanta. Al termine della prima giornata dell'assemblea plenaria (durerà fino al 25 febbraio) della Conferenza episcopale tedesca (Dbk), a Friburgo, il presidente, arcivescovo Robert Zoellisch, ha chiesto pubblicamente scusa, aggiungendo che il mese prossimo ne discuterà direttamente con Benedetto XVI

 Il presule si è detto "profondamente sconvolto" dallo scandalo e ha definito un "crimine ripugnante" gli abusi commessi sui giovani. "Chiedo scusa a nome della Chiesa cattolica tedesca a tutte le vittime di questo crimine", ha affermato l'arcivescovo Zoellisch nel corso di una conferenza stampa in cui ha ammesso che si tratta di fatti ancora più odiosi perché gli adolescenti ripongono una fiducia particolare nei sacerdoti. Il presidente della Conferenza episcopale ha assicurato che i vescovi tedeschi denunceranno alle procure i casi di abusi di cui dovessero venire a conoscenza. Il fatto che gli abusi  risalgano  ad  almeno  una ventina di anni fa rende di fatto impossibile  chiamare  i  responsabili a renderne  conto davanti alla giustizia, poiché reati di questo tipo cadono in prescrizione in Germania dopo dieci anni.

Il presule ha tenuto a precisare che la Chiesa tedesca "vuole discutere come, in questa difficile situazione, si possa ristabilire la reputazione delle scuole cattoliche". Secondo il presule l'impatto di tali vicende è infatti ancora più forte all'interno della Chiesa, poiché "danneggia la sua credibilità" in molti campi, per esempio nei suoi insegnamenti sul matrimonio e la famiglia, o sulla morale sessuale, e nel ruolo della Chiesa nell'ambito dell'educazione,  attraverso  le scuole cattoliche.
Ma il maggior pericolo di questa tempesta sta nel fatto che investe il cuore di coloro che credono "scuotendo la loro fede e minacciando la loro capacità di affidarsi a Dio". 

(...)


(©L'Osservatore Romano - 24 febbraio 2010)


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)