Caro Ireneo...io non sono una "giurista" o avvocatessa....., non affibbiarmi dunque aspetti che disconosco...qui stiamo parlando di PECCATO...e non vado oltre..la Sodomia è un peccato punto e basta.....tu puoi condirla come ti pare.... Diverso poi è colui che commette il peccato...ho forse usato parole di condanna a chi fa quest'uso? NON mi pare...anzi ho ribadito che l'omossessuale in sè, specialmente SE INCONSAPEVOLE, non è nemmeno responsabile, tuttavia lo diventa quando comincia a sapere queste cose...ma se persone come te, perdonami....continuano a mitigare il peccato con scuse e conto scuse......perdonami ma continueremo ad aggiungere confusione...scrivendo fiumi INUTILI DI PAROLE.....è una certa cultura che tende a giustificare tutto che è da condannare.....NON ho mai detto che l'omosessuale è un peccatore...si badi bene...ma è l'atto in sè che comporta una cosa illecita contro il Vangelo..... DIO AMA ANCHE COLUI CHE COMMETTE IL PECCATO, ma non giustifica quel peccato..... e più sarò cosciente che quella cosa è un peccato più io la faccio...più mi allontanerò dalla Grazia..... Abbiamo il dovere di dirlo senza giri di parole.... Il resto non m'interessa, nè i perchè nè i per come..... Poi dici: Sappiamo come non avere un partner fisso può esporre più facilmente a rapporti occasionali, con tutti i rischi che ne comportano, non solo per il singolo, ma per la società tutta: più persone infette da AIDS vogliono dire più rischio di propagazione, più persone a cui lo stato deve sborsare i medicinali per malattie croniche, più pesa sul budget statale. ....... ma ti rendi conto che stai legalizzando la sodomia????? parli di coppia???? dove sta scritto...dammi UN SOLO TESTO BIBLICO CHE PARLI DI OMOSESSUALI COME COPPIA RICONOSCIUTA DA DIO....... l'Aids si vince CON LA PREVENZIONE......o meglio la si argina dal momento che tale propagazione è anche attraverso l'uso della medicina purtroppo..... Parli di badget statale...ma sai a me che me ne frega del badget statale......tanto oramai con le mie tasse pago il Viagra ai parlamentari europei...quindi figuriamoci.... No caro mio...ti sei allontanato dal Vangelo..e adesso dimmi pure che Cristo fini sulla croce perchè gli omosessuali si sposassero.....e fossero riconosciuti come coppia..... Mi citi il prefetto della Congregazione per la fede citando che dice "scegliere il male minore" e me lo stravolgi in un acconsentimento alle coppie NON VOLUTE DA DIO.....poi ci lamentiamo che la genete dice che la Chiesa fa confusione..... scegliere il male minore non dice alle coppie omosessuali di sposarsi.....di essere di fatto una famiglia..dal momento che NON POTREBBERO PIU' EVITARE IL PECCATO DELLA SODOMIA..... Amarsi è tutt'altra cosa caro Ireneo......la dignità stessa dell'uomo esige che a queste persone venga insegnato che la sodomia è un atto innaturale che li snaturalizza...OFFENDENDOLI......non giustificando ciò che potrebbe aggravare la loro situazione.... Poi dici: Francamente il riconoscimento delle coppie di fatto, anche visto nella classica chiave di lettura Ratzingeriana, sono il male minore.... .... cioè mi stai dicendo che la Chiesa ha legalizzato le unioni omossessuali???????? portami i testi per favore, perchè quello che stai dicendo è grave....e se parlavi invece di coppie normali SPECIFICA....... Poichè siamo usciti dal tema....chiedo ad Ireneo soltanto...di chiarire se ho capito bene io o se ho interpretato male questa faccenda delle COPPIE omosessuali......a voi tutti invito a chiarire questo aspetto con i documenti UFFICIALI DELLA CHIESA..... .... Inserirò alcuni aspetti, poi leggetevi il testo nel forum di collegamento.... Fraternamente Caterina La Chiesa, a dispetto dei discorsi spesso demagogici e interessati del mondo laico, non distoglie la sua attenzione neppure da quelle persone che vivono - e spesso sperimentano in modo drammatico - la problematica dell'omosessualità. Ogni sacerdote sa bene quanti uomini e donne lottano quotidianamente e vivono con coraggio e dignità la loro condizione di omosessuali, riuscendo a condurre anche una vita cristiana esemplare sotto ogni aspetto. Nessuno, neppure i cosiddetti "normali" sono esentati dalla lotta per il dominio di sé, per l'affermazione della propria dignità e per la conquista della perfezione evangelica; anzi, "chi ha ricevuto molto dovrà render conto di molto, perché quanto più uno ha ricevuto, tanto più gli sarà chiesto" (IEP - Lc 12,48). Solo su un punto la Chiesa non può transigere ed è il rispetto della verità: "Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre" (Is 5,20). Anche l'apostolo Paolo, in materia affettiva e sessuale ammoniva: "...nessuno offenda e inganni in questa materia il proprio fratello" (Ts 4,6). Questa è la ragione per cui chiamando bene il bene e male il male distinguiamo l'errore dall'errante e con tutta la carità possibile annunciamo: «Noi fungiamo [...] da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio» (2Cor 5,20-21) In questa discussione vengono spesso proposte argomentazioni ed espresse posizioni non conformi con l'insegnamento della Chiesa Cattolica, destando una giusta preoccupazione in tutti coloro che sono impegnati nel ministero pastorale. Di conseguenza questa Congregazione ha ritenuto il problema così grave e diffuso da giustificare la presente Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali, indirizzata a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica. 3. Già nella Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale, del 29 dicembre 1975, la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva esplicitamente trattato questo problema. In quella Dichiarazione si sottolineava il dovere di cercare di comprendere la condizione omosessuale, e si osservava come la colpevolezza degli atti omosessuali dovesse essere giudicata con prudenza. Nello stesso tempo la Congregazione teneva conto della distinzione comunemente operata fra condizione e tendenza omosessuale e atti omosessuali. Questi ultimi venivano descritti come atti che vengono privati della loro finalità essenziale e indispensabile, come "intrinsecamente disordinati" e tali che non possono essere approvati in nessun caso (cf. n. 8, par, 4). Tuttavia nella discussione che seguì la pubblicazione della Dichiarazione, furono proposte delle interpretazioni eccessivamente benevole della condizione omosessuale stessa, tanto che qualcuno si spinse fino a definirla indifferente o addirittura buona. Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata. Pertanto coloro che si trovano in questa condizione dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale perché non siano portati a credere che l'attuazione di tale tendenza nelle relazioni omosessuali sia un'opzione moralmente accettabile. Benché il corpo umano conservi ancora il suo "significato sponsale", ora questo è oscurato dal peccato. È il deterioramento dovuto al peccato continua a svilupparsi nella storia degli uomini di Sodoma (cf. Gen. 19, 1-11). Non vi può essere dubbio sul giudizio morale ivi espresso contro le relazioni omosessuali. In Levitico 18, 22 e 20, 13, quando vengono indicate le condizioni necessarie per appartenere al popolo eletto, l'autore esclude dal popolo di Dio coloro che hanno un comportamento omosessuale. Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, san Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, all'interno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (cf. 1 Cor 6, 9). In un altro passaggio del suo epistolario egli, fondandosi sulle tradizioni morali dei suoi antenati, ma collocandosi nel nuovo contesto del confronto tra il cristianesimo e la società pagana dei suoi tempi, presenta il comportamento omosessuale come un esempio della cecità nella quale è caduta l'umanità. Sostituendosi all'armonia originaria fra il Creatore e le creature, la grave deviazione dell'idolatria ha condotto a ogni sorta di eccessi nel campo morale. San Paolo trova l'esempio più chiaro di questa disarmonia proprio nelle relazioni omosessuali (cf. Rom 1, 18-32). Tuttavia oggi un numero sempre più vasto di persone, anche all'interno della Chiesa, esercitano una fortissima Pressione per portarla ad accettare la condizione omosessuale, come se non fosse disordinata, e a legittimare gli atti omosessuali. Quelli che, all'interno della comunità di fede, spingono in questa direzione, hanno sovente stretti legami con coloro che agiscono al di fuori di essa. Ora questi gruppi esterni sono mossi da una visione opposta alla verità sulla persona umana, che ci è stata pienamente rivelata nel mistero di Cristo. Essi manifestano, anche se non in modo del tutto cosciente, un'ideologia materialistica, che nega la natura trascendente della persona umana, così come la vocazione soprannaturale di ogni individuo. I ministri della Chiesa devono far in modo che le persone omosessuali affidate alle loro cure non siano fuorviate da queste opinioni, così profondamente opposte all'insegnamento della Chiesa. Tuttavia il rischio è grande e ci sono molti che cercano di creare confusione nei riguardi della posizione della Chiesa e di sfruttare questa confusione per i loro scopi. |