È solo nella libertà che l'amore può nascere, altrimenti anche tutto ciò che sembra buono non è altro che qualcosa di imposto.
Sin dall'alba dell'umanità il nucleo della società è la famiglia che ancora oggi, seppur faticosamente, resiste alle insidie del tempo. Cosa può avere determinato un successo così strepitoso? I fattori sono molteplici e l'argomento è oggetto di studio per gli esperti delle più disparate discipline, ma sicuramente uno di motivi principali si può individuare nel fatto che la famiglia è uno dei luoghi dello Spirito, perché non vi regna la legge ma l'amore.
C'è un'altra istituzione plurisecolare dove l'azione dello Spirito è evidente agli occhi di tutti: la Chiesa.
Il giorno di Pentecoste lo Spirito scese sugli Apostoli e questi cominciarono ad annunciare il regno di Dio. È proprio in questo giorno che la Chiesa inizia pubblicamente la sua opera: Gesù le aveva già dato inizio ristabilendo un nuovo patto con il popolo di Israele e predicando il Vangelo, ovvero la buona notizia della venuta del regno di Dio promesso nelle scritture.
Da qui prende origine la natura fondamentalmente missionaria della Chiesa: in essa si disvela e si realizza il progetto di Dio che il mistero di Cristo: stabilire la comunione degli uomini con Dio, ricapitolando in Cristo tutte le cose. Per compiere questa sua missione la Chiesa ha continuamente bisogno del sostegno dello Spirito, anzi, è stata definita "Tempio dello Spirito" perché lo Spirito Santo è l'anima stessa della Chiesa, il principio della sua vita, l'origine dei doni, dei ministeri, dei carismi.
"A ciascuno è data una manifestazione dello Spirito per l'utilità comune"
1 Corinzi 7;7
Senza lo Spirito Santo infatti la Chiesa sarebbe una semplice organizzazione politica e il cristianesimo un'ideologia: attraverso la sua azione invece avviene un salto qualitativo. Dallo stato materiale si passa ad una condizione più alta, quella spirituale.
Lo Spirito dunque può essere paragonato al collante che tiene insieme il mondo: nonostante tutti i tragici fatti che sembrano porre barriere insuperabili tra popolazioni vicine, nonostante che dislivelli economici e sociali separino sempre di più le persone magari anche di una stessa città, è facile riconoscere in chi ci sta davanti un nostro fratello.
Basta guardarlo negli occhi per capire, qualunque sia la sua cultura, razza, lingua, religione, che anche lui prova i nostri stessi sentimenti, si pone le nostre stesse domande, è figlio del nostro stesso Padre. Ma questa somiglianza non è possibile vederla con gli occhi: se ci fermiamo all'apparenza noteremo solo le differenze, come la pelle più scura o più chiara, i vestiti troppo vecchi o troppo nuovi; essere fratelli è una sensazione che nasce nel profondo, una consapevolezza che abbiamo in noi.
È lo Spirito che ce lo suggerisce. Non solo grazie all'azione benefica che ha in noi, ma anche grazie al ruolo che ricopre nel mistero della SS. Trinità: è la Persona che pone in relazione il Padre e il Figlio, è l'amore che li lega. Nella Trinità sono unite tre persone identiche ma diverse.
Proprio questa "unità nella diversità" dovrebbe farci riflettere sull'attualità del messaggio dello Spirito; oggi i problemi più grandi sorgono dalla difficoltà della pacifica convivenza non solo fra popoli di differente cultura, ma anche all'interno di gruppi a prima vista omogenei.
Ecco quindi la risposta dello Spirito: le differenze sono una grande ricchezza de difendere e non inutili reminiscenze di un lontano passato; ogni uomo ha i suoi particolarissimi talenti da investire nel grande affare della vita.
Gesù in una famosa parabola (Giovanni 15; 1-8) ha esclamato: "Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla". L'elemento essenziale perché ogni pianta sopravviva è che in essa vi scorra la linfa vitale: nella Vigna del Padre, simbolo della comunione di tutti i cristiani, della Chiesa, dello stesso Corpo di Cristo, la linfa è lo Spirito Santo, che scorre e porta il suo frutto ai tralci.
Lo Spirito lancia continuamente il suo messaggio di pace, così come la Colomba (un altro suo simbolo) aveva portato il ramoscello di ulivo a Noè per annunciargli la fine del diluvio e della collera di Dio.
"Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore."
Giovanni 14; 26-28
Ma per poter essere anche noi portatori di pace dobbiamo per prima cosa fare pace con noi stessi e questo è possibile solo nel silenzio e nella preghiera. Lo Spirito infatti è anche "Maestro della Preghiera", intercede per noi e guida le nostre parole.
"Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio."
Romani 8; 26-27
"Siediti ai bordi dell'aurora, per te si leverà il sole. Siediti ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle. Siediti ai bordi del torrente, per te canterà l'usignolo. Siediti ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà"
7L. Vahira
"Quando pregate vi innalzate a incontrare nell'aria quelli che pregano nel medesimo istante; voi non potete incontrarli che nella preghiera. Perciò questa visita all'invisibile tempio non sia che un'estasi e una dolce comunione"
G. K. Gibran