DIFENDERE LA VERA FEDE

Maggio Mese dedicato al Rosario di Maria (Meditazioni) (2)

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    Caterina63
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    00 06/03/2011 18:54

    Proseguendo da questo thread:
    Maggio Mese dedicato al Rosario di Maria (Meditazioni) 

    abbastanza saturo...ne apriamo uno nuovo per arricchirlo di nuove meditazioni e per renderne facile la lettura....
    Riprendiamo il Rosario e preghiamo, CREDIAMO, siamo felici!!!!


                       san Domenico

                       san Domenico e il Rosario

    Brano tratto da:
    Il Mese di Maria  - Esempi di devozione e consacrazione alla Beata Vergine Maria pel Mese di Maggio - del padre gesuita Beckx e tradotto dal padre L:B: Veronese - Monza 1851 - con imprimatur

    San Domenico di Guzman, Fondatore dell'Ordine dei Domenicani, de  Predicatori, nacque l'anno 1170, nella Vecchia Castiglia, e dalla Provvidenza fu destinato qual vaso eletto per accendere dappertutto il Lume dell'Evangelio, ma anche per combattere gli errori del suo tempo che all'epoca erano palesemente si gravi e pericolosi negli Albigesi, i quali recavano grave danno non solo alla Chiesa, ma soprattutto alle singole persone, compiendo vere stragi di anime.

    Il Signore aveva arricchito il Santo di molti doni il quale se ne serviva nella sua instancabile predicazione, per mezzo suo il Signore operava davvero tanti prodigi, somministrando così la miglior prova alla Verità che il Suo Servo fedele dava nella dottrina.
    Ora, come egli stesso testificò, la divozione alla Vergine Maria, fu per lui l'arma principale ch'egli usò nel combattere i maestri dell'errore e dell'eresia.

    San Domenico non dava mai cominciamento ad una sua predica od istruzione, senza prima inginocchiarsi ad invocare l'aiuto della Vergine Madre di Dio colla seguente preghiera: "Dignare me laudare te, Virgo sacrata; da mihi virtutem contra hostes tuos"; Fammi degno di lodarti, o Vergine Santa, dammi forza contro i tuoi nemici.

    Le fatiche del santo non andarono mai perse! Ma tuttavia in seguito l'effetto non era sempre tanto felice da corrispondere allo zelo dell'uomo di Dio, san Domenico nuovo apostolo.
    Alcuni peccatori e maestri di eresia, infatti, preso in odio il santo di Dio, di proposito duravano ostinati nè loro sentimenti, e pur sapendo che avevano torto, si chiudevano il proprio cuore alla voce della verità, per far dispetto al santo predicatore. San Domenico, afflitto da cotanta superbia ed orgoglio, pregando e supplicando, facendo penitenze e sopportando ogni molestia, se ne lamentava con la Santa Vergine affinchè Ella ponesse fine a tale ingiustizia; ecco che Maria gli manifestò nel 1202 che, come il Signore per mezzo della Salutazione Angelica aveva preparato il mistero dell'Incarnazione del Suo Divin Figliuolo, così egli pure doveva ricorrere alla medesima Salutazione Angelica e predicare al popolo la pia pratica del Rosario, ed egli tosto, avrebbe subito veduto, quali benedizioni e quali succulenti frutti di salute, sarebbero da esso scaturiti.

    Il successo di san Domenico non furono le dispute, ma la preghiera del Santo Rosario!

    Egli, invece di fermarsi più a discutere a questi sordi, maestri dell'eresia, cominciò a predicare usando i misteri della mistica Corona, ad insegnar colla voce e coll'esempio la fedeltà a questa pia pratica, e con quale spirito di devozione si dovesse recitarla, menando ben di vivere coerentemente la propria vita, attraverso le virtù stesse di Gesù appena meditato nella sua vita terrena.

    In breve tempo furono guadagnate più anime con la pratica del Rosario, che con qualsiasi altro mezzo non si fosse potuto fare: il Rosario dava, alle prediche del Santo, forza ed Unzione, tale unzione ammolliva i cuori dei peccatori più ostinati, i testimoni narrano che non era raro di veder sciogliersi, sì pubblicamente, gente dura che metteva paura per la loro ostinazione, molti erranti vennero ricondotti nel seno della santa Chiesa.
    Perciò tal pratica di potente devozione, è sempre piaciuta ai santi ed ai Sommi Pontefici, tutti essi l'han sempre usata e praticata, ma ancor di più, tutti essi, ancor la raccomandano tanto da averla riccamente rivestita di generose Indulgenze e grazie a coloro che con pia sollecitudine lo recitano, lo raccomandano e ne rendano testimonianza colla vita coerente di virtù.

    Anima orante! Fai spesso una Comunione spirituale; cioè, desta in te stesso un ardente desiderio di ricevere Gesù, desidera di vedere li peccatori convertiti a si grande desiderio, e fa voto di non voler mai vivere senza di Lui.
    Qui proprio ti sarà d'aiuto la Vergine Santa che altro non dimanda al Suo Gesù, di vederti vicino al Suo Cuore, prega con il santo Rosario, ogni giorno, e ripeti in questa giornata, la seguente giaculatoria:
    A peccato mortale libera me, domina.
    Lungi tenete da questo seno, dell'altra mortal colpa, il rio veleno
    .



    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 06/03/2011 22:06

    La Madonna è davvero nostra Madre


    da Cordialiter:

    Il termine "madre" significa "colei che dà la vita".

    Dobbiamo volere bene alle nostre "madri naturali", cioè a coloro che ci hanno messo al mondo soffrendo le doglie del parto, ma dobbiamo amare ancora di più la Madonna, poiché ella è nostra Madre nell'ordine soprannaturale avendoci dato la Vita spirituale, donandoci Gesù Cristo, il nostro amorevole Salvatore. Dio è la nostra vita, senza di Lui siamo dei cadaveri ambulanti.

    Dobbiamo essere grati alla nostra Mamma del Cielo per averci dato la vera Vita, ossia Gesù che è la Via, la Verità e la Vita.

    Padre Neubert spiega benissimo questo concetto in un capitolo del suo celebre libro intitolato "Il mio ideale", che potete ascoltare in versione audio
    cliccando qui.

    Brano tratto da:
    Il Mese di Maria  - Esempi di devozione e consacrazione alla Beata Vergine Maria pel Mese di Maggio - del padre gesuita Beckx e tradotto dal padre L:B: Veronese - Monza 1851 - con imprimatur

    Santa Matilde lesse un giorno le parole che in Croce disse l'Uomo-Dio, Cristo Signore, morente, alla Sua Santa Madre: Donna, ecco il tuo figlio!

    Ed ella talmente era assorta in tal compassione che si sentì fortemente spinta, di pregare il Salvatore, che volesse farla degna della medesima grazia concessa ai piedi della Croce al fedele Apostolo san Giovanni.
    Ella desiderava in cuor suo sentir il Divin Gesù dire alla dolce Madre Sua: Donna, ecco Matilde, la tua figliola!
    Appena terminò di formulare tal grande desiderio, la preghiera venne esaudita.

    Sì chiaramente e distintamente comprese, ed anzi sentì, udì come il Buon Gesù la raccomandava alla Madre Sua, come dovesse prendersi cura di questa figliola, di Matilde, e che per il prezioso Sangue suo, che per lei aveva sparso, e per quella morte dolorosa, che per l'anima sua aveva sopportato, invitava la Madre di prendere sotto la Sua Materna protezione, questa piccola figliola.

    Matilde  era piena di gioia, il cuore sembrava scoppiarle, e per la concepita speranza pregò nuovamente il Signore, che volesse concedere la medesima grazia a tutti coloro per i quali ella avesse da quel momento pregato, soprattutto per i peccatori, per quanti offendevano la Dolce Madre Sua, così per coloro che non la conoscevano ancora.

    Gesù le fece conoscere nel cuore ch'Egli non avrebbe tal grazia negata a niuno: l'avrebbe concessa ai cuori più induriti, per grazia di chi avesse per loro supplicato; e l'avrebbe concessa a quanti con umiltà l'avessero richiesta.

    Orsù, Anime oranti, rivolgiamoci a Gesù con infinita fiducia, eleggiamo Maria per nostra Madre sapendo che il Divin Figlio non negherà a niuno così grande grazia.
    Ma soprattutto conduciamo una tal vita da meritare di sentir dire: Ecco la tua Madre!
    Meritiamo davvero d'essere figliuoli d'una tal Madre!
    Sostare ai piedi di quella Santa Croce non è una pena, ma una grande gioia, è un grande onore e grande dono è "prendere con noi la Madre"!

    Appena svegliato di buon mattino, offri ad onore di Gesù, pel dolce Cuore di Maria, tutte le occupazioni e preoccupazioni della giornata e in questa giornata, ripeti questa giaculatoria:
    Dignare me laudare, te Virgo Saerata.
    Lasciate, o Vergine, che anch'io vi onori,
    Voi siete l'unica gioia dei cuori!




    [Modificato da Caterina63 01/04/2011 16:54]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    00 19/03/2011 11:23

    [SM=g1740717] [SM=g1740750] [SM=g1740752]
     

    Brano tratto da:
    Il Mese di Maria  - Esempi di devozione e consacrazione alla Beata Vergine Maria pel Mese di Maggio - del padre gesuita Beckx e tradotto dal padre L:B: Veronese - Monza 1851 - con imprimatur

    La devozione mariana del beato sant'Alfonso Rodriguez

    Le parole del Savio: Ego diligentes me diligo, ossia: io amo quelli che mi amano, sono dalla Chiesa applicate a Maria santissima, ed in vero a buon diritto perciocchè niuno mai ha posto in Lei la sua fiducia, men che meno si è dato ad amarLa, senza aver ricevuto da Lei stessa le più sensibili testimonianze di tanta cura materna e di tanta tenerezza.

    Quanto appena detto noi lo possiamo ritrovare in modo del tutto singolare in sant'Alfonso Rodriguez, fratello laico della Compagnia di Gesù. Sembra ch'egli abbia succhiato col latte l'amore verso Maria! Ei fu visto sin dalla fanciullezza onorare col più tenero amore la divina Madre, andare in cerca delle sue immagini, stringersele al cuore, baciarle con profonda devozione, e pregare con sincera fiducia d'innanzi ad esse. Nella raccolta delle testimonianze vi si legge che all'età di cinque anni disse egli un giorno, rivolgendosi alla Madre di Dio, con la semplicità tipica del fanciullo che parla alla mamma: "O Madre mia dolcissima, se tu sapessi quanto io ti amo! Tu non ami me, quanto io amo te"!

    Possono sembrare parole assai audaci, ma il piccolo Alfonso le ripeteva ogni giorno, ogni volta che vedeva una immagine della Beata Vergine, se nella sua innocenza non sapeva cosa diceva di dottrina, certamente sapeva esprimere cosa gli infuocasse il cuore. E così pregando, un giorno, appena ebbe pronunciate quelle parole, la Vergine Santa, mossa a gratitudine per tal affetto, gli apparve e gli disse:
    "Che dici tu, figlio mio diletto? L'Amore ch'io porto per te, è sì grande, che il tuo a me non gli potrà giammai esser pari".

    Una bellissima gara tra la Madre ed il figlio era appena cominciata, la gara a chi amasse di più, ma senza dubbio che a vincer era la divina Madre, ma in questa gara tal figlio non le fu da meno, fino alla morte egli mai più lasciò Maria.
    Coll'età, infatti, tal tenerezza crebbe, si rinforzò, si perfezionò, e con verità di lui si deve dire ch'egli divenne un autentico servo di Maria entrando nella Compagnia di Gesù, al servizio di Lui per mezzo di Maria.
    Giunto che fu dell'età avanzata, quando faceva il portinaio nel collegio dei Gesuiti, gli si avea come incollate fra le mani la Corona del Rosario che quando morì, si trovò la pelle del suo dito pollice e dell'indice tutta incallita e i grani del rosario consumati dal continuare sgranare e pregare.

    Ciò che maggiormente infiammava il suo cuore era la divozione all'Immacolata Concezione di Maria. Quando doveva meditare tal Mistero, le sue parole ardevano come venissero alimentate da un fuoco interiore, soprattutto ai giovani raccomandava di fermarsi su questo Mistero per contemplarne la grandezza di Dio che così pura e bella avea creato Maria! E sovente diceva ai giovani di dire più spesso tal Mistero per tenere puro il proprio cuore, di supplicar Maria perchè mantenesse pure le loro intenzioni.

    In tutti i bisogni, contro ogni tentazione, egli invocava Maria e sempre era da Lei ascoltato, esaudito, salvato, la gara a chi amasse di più non si arrestò mai nella sua vita, la sua fedeltà fu davvero grande e contagiosa. Un giorno gli sovvenne di essere talmente tentato quasi da giunger a disperazione, e imbracciando il Rosario come un'arma, cominciò a pregare fino a quando la tentazione non si placò e la sensazione sgradevole della disperazione passò tanto che la Vergine Santa gli disse:
    "Non smettere mai quella promessa di amarmi, vedi come io t'amo ancor di più "?

    Ad ogni Ave Maria, dopo le parole "Santa Maria, Madre di Dio" egli aggiungeva sempre: "Ricordati di me e del mio amore per Te", ma spesso le tentazioni anche così si facevano più aggressive, e allora ancor più tenacemente egli invocava: " O Madre mia dolcissima, amami fortemente, vieni in mio aiuto, son costato caro al Tuo Dolce Gesù, salvami!" Ed eccola la Vergine Santa, spesso anche attraverso brevissime apparizione, sollevare il suo animo da ogni peso, e con il Suo Amore riempire il suo cuore lasciandogli una sconfinata consolazione.

    Giunto che fu al termine della sua vita, il maligno lo ebbe ad aggredire violentemente, voleva strappargli in punto di morte la profonda promessa di tanto amore, riempì i suoi pensieri di ogni bruttura a tal punto da fargli venire la disperazione della morte istessa. Ma il suo animo, lungamente esercitato alle penitenze, alla fiducia, alla fede, si rafforzò di santa pazienza sopportando ogni tentazione consegnandosi con gioia alla volontà divina, raccomandandosi a Gesù e a Maria, ripeteva a tal fine: " L'ora è giunta, ho combattuto la buona battaglia per tutta la vita, Madre mia amatissima, non permettete che cada proprio ora, nell'ultimo istante, ora so che Tu mi ami più di quanto abbia potuto amarti io in tutta la mia vita, ora so che dalle Tue mani mai più potrò cadere..." finito ch'ebbe di pregare gli apparvero Gesù e Maria confortandolo di tenersi pronto nel partire da questa vita, di pazientare ancora poco perchè tali brevi ultimi momenti dovevano compiersi sulla la croce.

    E così avvenne di ricever consolazione e la beata visione di Gesù e Maria nel mentre pativa spasimi dolorosi colla più perfetta pazienza e la pace più serena, nel mentre si dipartiva avea ancora la forza per dire: "O quanto mai può la vera divozione a Maria"!


    ***

    Ecco la testimonianza dei Santi! Prendiamo come nostro rifugio la Immacolata Concezione, consumiamo le nostre dita nel santo Rosario, ripetiamo questa Preghiera dei Santi: " Per la Tua Immacolata Concezione ed intatta verginità, o Vergine Santa e purissima, purifica il mio cuore, il mio corpo e la mia anima, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Così sia "!



    [SM=g1740738]

    [Modificato da Caterina63 01/04/2011 17:01]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 26/04/2011 09:17
    PREGHIERA DEL ROSARIO PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE

    DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

    Basilica di Santa Maria Maggiore
    Sabato, 3 maggio 2008


    [SM=g1740717]

    Cari fratelli e sorelle,

    al termine di questo momento di preghiera mariana, desidero rivolgere a tutti voi il mio cordiale saluto e ringraziarvi per la vostra partecipazione. Saluto in particolare il Cardinale Bernard Francis Law, Arciprete di questa stupenda Basilica di Santa Maria Maggiore. Questo è, in Roma, il tempio mariano per eccellenza, in cui il popolo della Città venera con grande affetto l’icona di Maria Salus Populi Romani. Ho accolto volentieri l’invito che mi è stato rivolto nel primo sabato del mese di maggio, a guidare il santo Rosario, secondo la bella tradizione che ho vissuto fin dalla mia infanzia. Nell’esperienza della mia generazione, infatti, le sere di maggio rievocano dolci ricordi legati agli appuntamenti vespertini per rendere omaggio alla Madonna. Come, infatti, dimenticare la preghiera del Rosario in parrocchia oppure nei cortili delle case e nelle contrade dei paesi? [SM=g1740721]

    Oggi insieme confermiamo che il santo Rosario non è una pia pratica relegata al passato, come preghiera di altri tempi a cui pensare con nostalgia. Il Rosario sta invece conoscendo quasi una nuova primavera. Questo è senz’altro uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la Madre sua Maria. Nel mondo attuale così dispersivo, questa preghiera aiuta a porre Cristo al centro, come faceva la Vergine, che meditava interiormente tutto ciò che si diceva del suo Figlio, e poi quello che Egli faceva e diceva. Quando si recita il Rosario si rivivono i momenti importanti e significativi della storia della salvezza; si ripercorrono le varie tappe della missione di Cristo. Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria. Ci aiuti Maria ad accogliere in noi la grazia che promana da questi misteri, affinché attraverso di noi possa “irrigare” la società, a partire dalle relazioni quotidiane, e purificarla da tante forze negative aprendola alla novità di Dio. Il Rosario, quando è pregato in modo autentico, non meccanico e superficiale ma profondo, reca infatti pace e riconciliazione. Contiene in sé la potenza risanatrice del Nome santissimo di Gesù, invocato con fede e con amore al centro di ogni Ave Maria.

    Cari fratelli e sorelle, ringraziamo Dio che ci ha concesso di vivere questa sera un’ora così bella di grazia, e nelle prossime sere di questo mese mariano, anche se saremo distanti, ciascuno nelle proprie famiglie e comunità, sentiamoci ugualmente vicini e uniti nella preghiera. Specialmente in questi giorni che ci preparano alla solennità della Pentecoste restiamo uniti con Maria invocando per la Chiesa una rinnovata effusione dello Spirito Santo. Come alle origini, Maria Santissima aiuti i fedeli di ogni comunità cristiana a formare un cuore solo e un’anima sola. Vi affido le intenzioni più urgenti del mio ministero, le necessità della Chiesa, i grandi problemi dell’umanità: la pace nel mondo, l’unità dei cristiani, il dialogo fra tutte le culture. E pensando a Roma e all’Italia vi invito a pregare per gli obiettivi pastorali della Diocesi, e per lo sviluppo solidale di questo amato Paese. Al nuovo Sindaco di Roma, Onorevole Gianni Alemanno, che vedo qui presente, rivolgo l’augurio di un proficuo servizio per il bene dell’intera comunità cittadina. A tutti voi qui convenuti e a quanti si sono uniti a noi mediante la radio e la televisione, in particolare ai malati e agli infermi, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.



    [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    it.gloria.tv/?media=150111


    [SM=g1740750]

    [Modificato da Caterina63 26/04/2011 17:15]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    00 28/04/2011 10:48
    [SM=g1740733] Che cosa è la "Fiorita Mariana"?

    Una piccola, ma grande nel desiderio santo, devozione a Maria attraverso la quale si fa conoscere ai bambini l'Amore della Madre di Dio e Madre nostra attraverso l'offerta di un fiore che porta con sè l'impegno alla Preghiera, alla Carità....
    Infatti il primo vero atto di Carità che noi dobbiamo compiere è proprio quello di "aprire la porta" a Cristo, il Mendicante per eccellenza che bussa alla porta del nostro cuore e attende che noi gli apriamo...

    L'Ordine Domenicano ha sempre conservato questa tradizione antica ed oggi il Movimento Domenicano del Rosario vi invita a riscoprirla e a divulgarla....

    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org

    Vorrei essere un fiore

    Vorrei essere un fiore, un fiore dell'altar,
    perchè sul tuo bel cuore potessi riposar.

    - O fior del ciel Maria, col Figlio tuo
    divin
    deh! fà ch'io sempre sia un fior del tuo giardin.

    Vorrei esser l'incenso, l'incenso dell'altar,
    perchè d'amore immenso potessi a te volar.

    - O fior del ciel Maria.....

    Vorrei essere fiamma, la fiamma dell'altar,
    per te d'amore, o mamma, potermi consumar.

    - O fior del ciel Maria....


    [SM=g1740722] il canto è del Coro Bellani e qui troverai altre informazioni sui loro preziosi CD di Canti della Tradizione Cattolica
    difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...

    it.gloria.tv/?media=150628





    [SM=g1740717]

    [SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    00 29/04/2011 12:43
    [SM=g1740733] Il Santo Padre, a chiusura dell'Anno Sacerdotale, ha fatto un bellissimo Atto di affidamento e consacrazione a Maria... principalmente per i SACERDOTI, ma possiamo dire che vale anche per noi nella misura in cui viviamo il nostro specifico sacerdozio di Battezzati....

    Ascoltiamo il Papa Benedetto XVI e facciamo nostra questa Supplica, affidiamoci a Maria!

    www.gloria.tv/?media=150958

    Per pregare con Benedetto XVI, cliccate anche da qui:
    difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...




    [SM=g1740717]



    [SM=g1740722] Benedetto XVI nell'annunciare questa beatificazione ha parlato di "festa della Fede".... è importante per noi evitare ogni forma di idolatria e di culto della persona e non offendere Giovanni Paolo II soffermandoci solo sui suoi gesti o peggio, sulle antipatie o simpatie....

    Per onorare e VENERARE degnamente questo nuovo Beato che la Chiesa ci propone come MODELLO di autentica Fede in Cristo, è indispensabile conoscere il suo ricco Magistero e metterlo in pratica...
    Noi, molto umilmente, abbiamo raccolto in questo breve video alcuni suoi insegnamenti con l'invito a dire il Rosario ogni giorno, in famiglia, e a divulgarlo, diventare APOSTOLI DEL SANTO ROSARIO.... riteniamo infatti che questo sia il vero modo per venerare il nuovo Beato!

    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org


    L'audio iniziale ci rammenta dalla viva voce di Giovanni Paolo II l'inizio della recita del Santo Rosario per poi ascoltare una sua poesia messa in musica dal tenore Placido Domingo: Risuona anima mia

    www.gloria.tv/?media=151545



    [SM=g1740750]



    [SM=g1740733] Chi ama davvero il Papa lo ascolta davvero predisponendosi anche a mettere in pratica i suoi insegnamenti e a fare propria la sua testimonianza di fede e soprattutto di Preghiera, di Devozione autentica, di sollecitazione alla più autentica tradizione cattolica, in quella Comunione dei Santi che affermiamo di partecipare quando facciamo la professione del Credo in ogni Santa Messa...

    www.gloria.tv/?media=152147


    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org




    [SM=g1740750] [SM=g1740752]


    [Modificato da Caterina63 03/05/2011 14:07]
    Fraternamente CaterinaLD

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    00 02/05/2011 13:01
                              Albino Luciani Giovanni Paolo I il Rosario


    Il Rosario esprime la fede senza falsi problemi

    Miei fratelli e sorelle,
    se invitassi, durante un'adunanza di cattolici, signore e signori a mostrar quel tengono in tasca o nelle borsette, che cosa scoprirei?
    Vedrei certo in quantità pettini, specchietti, tubetti di rossetto, portamonete, accendisigarette ed altre coserelle più o meno utili.
    Ma quante corone del Rosario?
    Anni fa ne avrei viste di più!
    Nella casa del Manzoni a Milano, appesa in capo al letto si vede anche oggi la sua corona: la recitava abitualmente e nei "Promessi Sposi" la sua Lucia tira fuori la corona e recita il Rosario nei momenti più drammatici.
    Windthorst, uomo di stato tedesco, fu invitato una volta da alcuni amici non praticanti a mostrare la sua corona. Era uno scherzo; gli avevano prima sottratta la corona dalla tasca sinistra. Windthorst, non avendola trovata nella sinistra, mise la mano nella tasca destra e fece bella figura. Aveva sempre una corona di ricambio!
    Cristoforo Gluck, grande musicista, durante i ricevimenti alla Corte di Vienna, si appartava alcuni minuti per dire il Rosario.
    Il beato Contardo Ferrini, professore all'Università di Pavia, invitava a recitarlo gli amici, nella cui casa era ospite.
    Santa Bernardetta assicurava che, quando la Madonna le apparve, aveva la corona al braccio, le chiese se essa pure l'avesse, invitandola a recitarla, mentre la Madonna di Fatima raccomandò ai tre pastorelli la recita del Rosario.

    Perchè ho cominciato con questa serie di esempi?

    Perchè il Rosario è da alcuni contestato. Dicono: è preghiera infantilistica, superstiziosa, non degna di cristiani adulti. Oppure: è preghiera che cade all'automatismo, riducendosi ad una ripetizione frettolosa, monotona e stuzzichevole di Ave Maria. Oppure: è roba d'altri tempi; oggi c'è di meglio, c'è la lettura della Bibbia per esempio che sta al Rosario come il fior di farina sta alla crusca! Come a dire che la Bibbia e il Rosario sono così in contraddizione.

    Mi si permetta allora di dire qualche cosa in proposito da pastore d'anime.

    Prima impressione.
    La crisi del Rosario viene in un secondo tempo. Prima viene la crisi della preghiera in generale. La gente è tutta presa dagli interessi materiali, alla propria anima pensa pochissimo. Il fracasso ha poi invaso la nostra esistenza. Macbeth potrebbe ripetere: ho ucciso il sonno! Ho ucciso il silenzio! Per la vita intima e il dolce colloqui con Dio si fa fatica a trovare qualche briciolo di tempo. E' un grave danno!
    Diceva Donoso Cortes: "oggi il mondo va male perchè ci sono più battaglie che preghiere".
    Si sviluppano le liturgie comunitarie, che sono anche un certo bene, si, ma non bastano: occorre anche il colloquio personale con Dio.

    Seconda impressione.
    Quando si parla di "cristiani adulti" in preghiera, si esagera e il termine "adulto", nel rapporto con Dio, non è proprio l'ideale.
    Personalmente, quando parlo da solo con Dio e alla Madonna, non riesco affatto di sentirmi adulto, preferisco sentirmi un vero fanciullo. La mitria, lo zucchetto, l'anello, scompaiono; mando a riposare l'adulto e anche il vescovo, con relativo contegno grave, posato e ponderato, per abbandonarmi alla tenerezza spontanea che solo un bambino può davvero manifestare davanti al papà ed alla mamma. Essere almeno, per qualche mezz'ora, davanti a Dio quello che in realtà sono con la mia miseria e con il meglio di me stesso: sentire affiorare dal fondo del mio essere il fanciullo di una volta che vuol ridere, chiacchierare, amare il Signore e che talora sente anche il bisogno di piangere, perchè gli venga usata misericordia, mi aiuta a pregare davvero.
    Il Rosario è davvero preghiera semplice e facile, ma anche impegnativa per la sua applicazione. Mi aiuta ad essere fanciullo. Mi piace sgranare il rosario e non me ne vergogno affatto!

    Terza impressione.
    Non debbo e non voglio pensare male di nessuno, ma confesso che più volte sono stato tentato di giudicare che il tale o il tal altro che si credeva adulto unicamente perchè sedeva su una scranna a criticare dall'alto. Mi veniva voglia di dirgli: "Macchè maturo! Macchè adulto! Quanto a preghiera sei un adolescente in crisi, un deluso, un ribelle, che non ha ancora smaltito l'aggressività dell'età ingrata!".
    Dio mi perdoni il giudizio temerario! Ma è anche carità portare l'insegnamento corretto.

    E adesso vengo alle altre obiezioni.

    Preghiera a ripetizione il Rosario?
    Diceva padre De Foucauld: "L'amore si esprime con poche parole, sempre le stesse e che sempre si ripetono".
    Una signora che viaggiava in treno, aveva messo a dormire il suo bambino nella rete-portabagagli. Quando il piccolo si risvegliò. vide dall'alto della rete la sua mamma seduta di fronte a vegliarlo. "Mamma"!, fece. E l'altra: "Tesoro!", e per un bel pezzo il dialogo tra i due non cambiò: "Mamma" da lassù, "Tesoro" seguiva la risposta.
    Non c'era bisogno di altre parole.

    C'è la Bibbia?
    Certo che c'è! ed è un quid summus, ma non tutti sono preparati. A quelli stessi che la leggono, sarà poi utile in certi momenti, in viaggio, in strada, in periodi di particolare bisogno, parlare con la Madonna, se si crede che Essa ci sia Madre e sorella.
    Se la lettura della Bibbia non riesce ad essere ben compresa nello studio, i Misteri del Rosario, meditati e assaporati, sono Bibbia dispiegata, che così ben approfondita è fatta succo e sangue spirituale, dono puro dello Spirito Santo, da usare anche nel catechismo.

    Preghiera stucchevole?
    Dipende. Può essere invece preghiera piena di gioia e di letizia. Se uno vuole, il Rosario diventa uno sguardo gettato su Maria, che aumenta d'intensità a mano a mano che si procede. Può anche riuscire un ritornello che sgorga dal cuore e che, ripetuto, addolcisce l'anima come una canzone.

    Preghiera povera il Rosario?
    E quale sarà allora la preghiera ricca?

    Il Rosario è una sfilata di Pater, preghiera insegnata da Gesù; di Ave Maria, il saluto di Dio alla Vergine portato dall'Angelo, di Gloria, elogio alla Santissima Trinità. O vorreste invece, come preghiere, le alte elucubrazioni teologiche? Non si adatterebbero ai veri poveri, agli anziani, agli umili, ai semplici, agli ammalati. Il Rosario esprime la fede senza falsi problemi, senza sotterfugi e giri di parole, aiuta l'abbandono in Dio, l'accettazione dolorosa del dolore.
    Certo, Dio si serve anche dei teologi, ma per distribuire le sue grazie, non per complicarle, e si serve soprattutto della piccolezza degli umili e di quelli che si abbandonano con fiducia alla sua volontà.

    C'è un'altra considerazione da fare.
    La famiglia dovrebbe essere la prima scuola di pietà e di spiritualità religiosa per i figli. L'azione pedagogico-religiosa dei genitori, ha detto Paolo VI, è delicata, autorizzata, insostituibile. Delicata per il clima di permissività e di secolarismo che ci circonda; autorizzata, perchè fa parte della missione affidata da Dio ai genitori; insostituibile, perchè è nell'età più tenera che si forma l'inclinazione e l'abitudine alla pietà religiosa.
    Il Rosario recitato, sia pure in formula breve (ossia senza la meditazione dei Misteri letti ma con una breve pausa), la sera, dai genitori insieme ai figli, è una specie di liturgia domestica.
    Lo scrittore Luigi Veuillot confessava che, all'inizio del suo ritorno a Dio, c'era lo spettacolo del Rosario visto e recitato con fede in una famiglia romana che lo ospitava.

    Con queste convinzioni nel cuore, è stata per me una consolazione sentire dell'iniziativa delle celebrazioni di questi giorni. I Padri Domenicani, già tanto benemeriti della diffusione del Rosario nella nostra città e "I Gesuati", parrocchia del Rosario per eccellenza, si sono proposti il rilancio di questa pia e grande pratica. Auspicando che il loro lavoro sia benedetto da Dio, sono venuto a questa Liturgia come a una lieta festa religiosa. Purtroppo  la letizia viene gravissimamente turbata dal rumore della guerra pazza ed insensata scoppiata ieri nel Medio Oriente.

    Quando dunque gli uomini cesseranno di odiarsi? Quando saranno disposti a sacrificare i loro meschini sogni di una instabile supremazia nazionale al bene supremo e stabile della pace? (...)

    Nel Rosario siamo soliti invocare la Madonna col titolo di Regina della Pace.
    Diciamole con fervore tutti insieme: Regina pacis, ora pro nobis!


    Albino Luciani + Patriarca di Venezia
    Omelia per il IV Centenario della festa del Rosario, chiesa dei Gesuati a Venezia
    7 ottobre 1973


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    00 05/05/2011 19:50
    [SM=g1740733]

    MARIA SS. NEL TEMPO DI PASQUA (Norme ufficiali)

    a. L’antifona “Regina caeli”

    La liturgia romana non offre tematiche strettamente mariane relative al tempo pasquale. La raccolta recente delle Messe in onore della Vergine Maria prevede tuttavia dei formulari particolari per questo tempo.

     

    L’antifona mariana d’obbligo è il “Regina caeli”.

        “Regina caeli, laetare, alleluia,

        quia quem meruisti portare, alleluia,

        resurrexit, sicut dixit, alleluia,

        ora pro nobis Deum, alleluia.


    Essa esprime la gioia di Maria SS. per la risurrezione del suo unigenito Figlio e insieme offre alla Chiesa un’espressione semplice e consolidata della letizia pasquale.

    Questa antifona nella sua brevità e per una tradizione ormai secolare è tuttavia in grado di conferire al tempo pasquale una impronta mariana quanto mai incisiva, al punto che la gioia di Maria SS. in essa espressa rappresenta il contrappunto che segna il tessuto di tutto il tempo pasquale.

    E’ conveniente che ogni giorno si concluda anche la celebrazione eucaristica col canto del “Regina caeli”.

     

    b. Il mese di maggio

    Una particolare riflessione si deve fare sul mese di maggio, come mese mariano.

    La liturgia non conosce dei mesi celebrativi, ma il suo cammino si svolge nella successione dei tempi liturgici, che hanno durata diversa a seconda delle fasi del mistero di Cristo.

    La pietà popolare invece ha consacrato determinati mesi dell’anno a tematiche religiose particolari, di solito ispirate alla festa di riferimento celebrata in quel mese (es. il mese di marzo, dedicato a s. Giuseppe; il mese di maggio, alla Madonna; il mese di giugno, al Sacro Cuore; il mese di ottobre, al rosario e alle missioni; il mese di novembre, ai defunti, ecc.).

    La Chiesa nel passato ha raccomandato ai fedeli queste devozioni e le ha pure trattate in vari documenti del magistero.

    Occorre osservare che queste devozioni sono sorte in epoche in cui la liturgia non era ordinario nutrimento dei fedeli, i quali trovarono in questi pii esercizi l’alimento alla pietà e alla riflessione. Per di più non furono adeguatamente inseriti nell’alveo liturgico, per cui rappresentavano un cammino spirituale autonomo.

    Una celebrazione del mese di maggio troppo caratterizzata in senso mariano rischia di far dimenticare il tempo liturgico della Pasqua per incentrare tutta l’attenzione dei fedeli sulla figura della Vergine. In tal modo si crea un duplice itinerario, quello liturgico e quello devozionale, tendenzialmente più popolare ed incisivo.

    Si tratta ora alla luce della liturgia di correggere questa sfasatura inserendo il riferimento a Maria SS. in sintonia col mistero della Pasqua.

    Anche le pratiche dei ‘mesi mariani’ (sviluppatisi in Occidente indipendentemente dal ciclo liturgico) debbono sapientemente essere sintonizzate e rinnovate alla luce della liturgia. Ad esempio, il mese di maggio non può non respirare l’aria del tempo pasquale col quale coincide, ponendo in risalto soprattutto la partecipazione di Maria al mistero pasquale-pentecostale di Cristo e della Chiesa”.

    Suggerimenti in tal senso potrebbero essere:

    - ampliare all’estensione di tutto il tempo pasquale un riferimento a Maria, senza restringerlo al solo mese di maggio, in modo tale da sottolineare il ruolo di Maria in rapporto alla Pasqua e alla Pentecoste ed evitare che si crei all’interno del tempo pasquale un tempo mariano.

    - concludere sempre l’Eucaristia quotidiana col canto del “Regina caeli”, che ha nella seconda domenica di Pasqua una celebrazione più solenne.

    - usare nei sabato del tempo di Pasqua i formulari specifici, previsti nella collezione delle Messe in onore della Vergine Maria.

    - sottolineare il ruolo di Maria SS. presente nel cenacolo nei giorni che intercorrono tra l’Ascensione e la Pentecoste.

    I Vespri di questi giorni proposti dall’ufficio liturgico diocesano offrono indicazioni in proposito.

    - anche la benedizione pasquale delle famiglie e delle case, tipica del tempo pasquale, quando si facesse per zone riunendo i vari settori parrocchiali, potrebbe svolgersi nel contesto della preghiera mariana del S. Rosario, meditando i misteri gloriosi ed impartendo la benedizione del Signore risorto alle famiglie lì radunate, come prevede il Libro delle benedizioni.

    Tuttavia l’elemento mariano deve introdurre alla principale motivazione di simili convocazioni: l’incontro e la benedizione del Risorto alla famiglia cristiana. Ciò deve essere tenuto presente anche nell’omelia e in eventuali altre parole di circostanza.





     [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 10/05/2011 17:01
    [SM=g1740733] La Salve Regina, nell'Ordine Domenicano, è una antica Tradizione di Devozione e di affetto filiale alla Madre di Dio che risale agli inizi stessi della formazione domenicana....

    dopo il canto della Salve Regina abbiamo inserito il canto dedicato a san Domenico:


    it.gloria.tv/?media=154826

    Lumen Ecclesiae

    O lumen Ecclesiae, / Doctor veritatis, / Rosa patientiae, / Ebur castitatis, / Aquam sapientiae / propinasti gratis, / Praedicator gratiae / nos junge beatis.
    Luminare della Chiesa, / dottore di verità, / miracolo di pazienza, / splendore di castità, / gratuitamente hai effuso ovunque / la luce della sapienza: / predicatore della grazia, / ricongiungi anche noi ai santi del cielo.

    V. Prega per noi, San Domenico.
    R. E saremo degni delle promesse di Cristo.

    Preghiamo.
    Per intercessione di S. Domenico, nostro Padre e Protettore, ti supplichiamo, Dio Onnipotente, di sollevarci dal peso dei nostri peccati. Per Cristo nostro Signore.

    Amen.

    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org





    [SM=g1740750]


    [SM=g1740738]


    In occasione della visita del Papa al Seminario Maggiore di Roma, vi proponiamo questo Inno e la breve, ma intensa e ricchissima, storia di questa Devozione...

    www.gloria.tv/?media=155601

    La Madonna della Fiducia è la patrona del Pontificio Seminario Romano Maggiore.
    La sua immagine (pittura su un piccolo ovale di rame) è venerata nella cappella-santuario situata nell'ala antica del Seminario, cappella già dedicata a San Nicola, una volta luogo di preghiera dei penitenzieri della Basilica Lateranense.
    La devozione del Seminario per questa immagine, copia di quella venerata dalla Ven. Suor Chiara Isabella Ferrari (clarissa di Todi, † 1744), appare nei primi documenti del seminario nel 1837 in occasione di un voto fatto durante un'epidemia di colera.
    Il documento attesta che, in quella data, la devozione era molto forte e doveva avere, sin da allora, molti anni di vita (si suppone che l'origine sia da ricercarsi nell'immagine venerata nel Collegio Romano già dal 1773, quando il Seminario approdò in quella sede in seguito alla soppressione della Compagnia di Gesù).

    Gelosamente custodita dalla classe dei Teologi, quando il Seminario è stato trasferito da S.Apollinare al Laterano, gli è stata dedicata l'attuale cappella.
    È questo il periodo in cui nasce la giaculatoria "Mater mea, Fiducia mea" (a cui fu annessa l'indulgenza da papa Benedetto XV), l'inno della Fiducia (musica di Casimiri, testo di Ottavini), il voto per la protezione degli alunni soldati nella 1ª Guerra Mondiale.

    La Festa si celebra il sabato precedente l'inizio della Quaresima.
    Le corone di Maria e Gesù furono poste successivamente da Paolo VI.
    www.seminarioromano.it/

    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org —



    [SM=g1740738]

    [SM=g1740750]



    [SM=g1740733] Il così detto "credo mariano" NON è una "nuova" formulazione della fede o un nuovo credo.... mi raccomando!
    Si tratta più semplicemente di una raccolta di articoli della Fede Cattolica riguardo alle catechesi su Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra.

    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org

    Il canto di sottofondo: Confitemini Domino è tratto dal CD "I Maestri di Cappella di Santa Maria Maggiore in Roma" e che vi suggeriamo di acquistare, edizione Elledicì

    Confitemini Domino quoniam bonus
    quoniam in aeternum misericordia eius
    Laudate Dominum omnes gentes conlaudate eum universi populi
    Quia confortata est super nos misericordia eius
    et veritas Domini in aeternum


    it.gloria.tv/?media=109983




    [SM=g1740738]


    [SM=g1740757]




    [SM=g1740722] 3.5.2008 con Benedetto XVI al termine del Santo Rosario le bellissime Litanie Lauretane, magistralmente eseguite dal Coro della Basilica....

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    www.gloria.tv/?media=156458




    [SM=g1740738]


    [SM=g1740750] [SM=g1740752]


    [Modificato da Caterina63 14/05/2011 17:15]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 12/05/2011 13:19
    rosario
    apri pdf Storia e mistero, ecco  dove è nato il Rosario
     
    Storia e mistero, ecco dove è nato il Rosario

    07-05-2011


    Il rosario è una preghiera radicata nell’annuncio del Vangelo. Esso consiste nel sostare sui vari momenti del mistero dell’incarnazione e della redenzione, accompagnandosi innanzitutto con la preghiera che Gesù ci ha insegnato (per imparare a compiere la volontà del Padre), poi ribadendo come Maria abbia detto il suo “sì” centrato su Gesù, per rendere infine, con la vita, gloria alla Santissima Trinità.

    Il mistero non è un qualcosa di separato da noi, inconoscibile ed oscuro. Al contrario è un invito ad entrarvi, coraggiosamente, per poterne comprendere la natura ed il beneficio che ce ne scaturisce.
    Maria ha lei stessa dovuto misurarsi con questo progressivo immergersi battesimale nella volontà di Dio, meditando ogni cosa nel proprio cuore, mettendo insieme come un mosaico, un tassello per volta, giungendo a vedere la meraviglia del disegno di amore di Dio per l’umanità. Maria ne è preceduta (significativamente nel rosario non c’è un mistero dedicato alla sua immacolata concezione, nove mesi prima che nascesse, creatura tra le creature), ma ad un certo punto della sua vita, ancora giovanissima, ne viene interpellata, in modo inatteso (e rischioso per lei), trovando la forza per dire “sì” e cominciare a percorrere le vie della storia insieme al suo Gesù.

    Chi prega il rosario può così introdursi alla contemplazione di fatti realmente accaduti nella vita di una donna, osservandoli con lei, che c’era. Tutto il rosario è in presa diretta con il Vangelo, salvo dove il Vangelo è già scritto, quando ormai è tutto noto ciò che Dio doveva rivelare tramite Gesù. Gesù ha vinto la peggior conseguenza del rifiuto di Dio: la morte. Il suo corpo risorto è un corpo glorificato, non è solo un cadavere tornato in vita. Maria, che l’ha fatto incarnare rendendosi disponibile, ha offerto il proprio incommensurabile dolore di madre sotto la croce, impossibilitata a fare qualunque cosa per il proprio figliolo, che ha visto torturare ed uccidere come un delinquente. Lì l’abbiamo ricevuta come madre, lì siamo diventati suoi figli.

    Lei, inutile serva di una cosa più grande delle nostre povere misure, ha creduto a tutto ciò che Gesù aveva detto alla luce di ciò che aveva imparato e compreso passo passo, fidandosi. Perciò è la prima a godere, da creatura, della promessa del Creatore. Gli ultimi due misteri del rosario la celebrano nella gloria del Figlio, presso il Padre, compreso il corpo, assunto in cielo, nella gloria di angeli e santi, questi ultimi modelli di vite rivolte a Dio. Dal cielo, sempre giovane e bella, Maria viene talora a visitarci, proteggendo, consolando, ed ammonendo noi, suoi figli, a fidarci di Dio, dispensandone le grazie. E’ questa la meraviglia del rosario. Possiamo quindi recitarne i misteri immergendoci nella loro fattualità.

    Propongo, rimandando alle informazioni desumibili dagli articoli precedentemente pubblicati, una contestualizzazione storico geografica dei misteri del rosario, rendendo tra l’altro un ulteriore omaggio a Giovanni Paolo II, che ha donato alla Chiesa i misteri luminosi: cinque momenti importantissimi della vita pubblica di Gesù, che saldano, nell’esperienza di Maria, l’infanzia e la vita eterna, passando per l’ora della croce. Per i venti i misteri sono indicati (ove possibile) un luogo, una data (espressa secondo il nostro attuale calendario), il rimando al Nuovo Testamento. E’ un modo inusuale di accostare la recita del rosario, ma quanto mai concreto nel fare di questa santa devozione il modo di stare con Gesù, attraverso Maria.

     

    MISTERI GAUDIOSI: Dio visita l’uomo, che ha creato per amore.

    Annunciazione (Nazaret, fine inverno 2 a.C.): Vangelo di Luca
    Visitazione a Santa Elisabetta (Ain Karin, marzo 2 a.C.): Vangelo di Luca
    Gesù nasce: Natale (Betlemme, fine anno 2 a.C.): Vangeli di Matteo e Luca
    Presentazione di Gesù (tempio Gerusalemme, inizio 1 a.C.): Vangelo di Luca
    Gesù 12enne (tempio Gerusalemme, primavera 12 d.C.): Vangelo di Luca

    MISTERI LUMINOSI: Dio opera il bene dell’uomo

    Battesimo di Gesù (Giordano, estate del 30 d.C.): tutti e 4 i Vangeli
    Nozze di Cana (Cana di Galilea, fine inverno del 31 d.C.): Vangelo di Giovanni
    Proclamazione del regno di Dio (Galilea, Giudea, Samaria, 31-32 d.C.): tutti e 4 i Vangeli
    Trasfigurazione (Monte Tabor, Galilea, festa delle capanne del 32 d.C.): Matteo/Marco/Luca
    Istituzione dell’Eucaristia (Gerusalemme, sera di giovedì 31/3/33 d.C.): tutti e 4 i Vangeli

    MISTERI DOLOROSI: L’uomo invidioso rifiuta l’amore di Dio

    Gesù nel Getsemani (fuori Gerusalemme mura est, tra giovedì e venerdì.): tutti e 4 i Vangeli
    Gesù flagellato (Gerusalemme, mattino presto di venerdì 1/4/33 d.C.): Matteo/Marco/Giovanni
    Gesù incoronato di spine (Gerusalemme centro, mattino del 1/4/33 d.C.): Matteo/Marco/Giovanni
    Gesù caricato della croce (Gerusalemme centro, mattino del 1/4/33 d.C.): tutti e 4 i vangeli
    Gesù muore (fuori Gerusalemme mura ovest, Calvario, ore 15 del 1/4/33 d.C.): tutti e 4 i vangeli

    MISTERI GLORIOSI: L’amore di Dio vince il male per la gloria dell’uomo

    Gesù risorge da morte (fuori Gerusalemme ovest, mattino di domenica 3/4/33 d.C.): 4 Vangeli
    Gesù ascende al cielo (Monte degli ulivi, giovedì 12/5/33 d.C.): Marco/Luca/Atti degli apostoli
    Pentecoste (Gerusalemme, domenica 21/5/33 d.C.): Atti degli apostoli
    Maria è assunta in cielo (Efeso? un’estate prima del 49 d.C.): tradizione
    Maria è incoronata regina (non mappabile, a seguire): tradizione

    Il rosario comincia dall’incarico ricevuto da una creatura di far incarnare Dio nel mondo e culmina con lo Spirito di Dio riversato sulle creature, in vista della vita nel mondo che verrà. La creatura che si affida totalmente al suo creatore, che è Amore, può così goderne le promesse. La tradizione non inventa nulla, innestata sulla testimonianza di chi ha visto ed ha conosciuto chi ha visto. Maria, la prima creatura a beneficiare della redenzione, non ha mancato di proporsi nella storia della Chiesa, fino ad essere riconosciuta l’Immacolata e l’Assunta, Regina perché madre di Dio, elevata e chiamata beata da ogni generazione cristiana proprio perché la più umile ed “inutile”.

    Maria, madre dei credenti, ci accompagna nel suo percorso del cuore, dove con intelligenza, memoria e volontà ha unificato ciò che sapeva e ciò che vedeva, leggendo la storia. Lei prega per e con noi ora e nell’ora della nostra morte: questi due momenti ogni giorno sono un po’ più vicini, fino a coincidere nell’istante in cui termina la vita presente, iniziando quella futura, secondo la giustizia e la misericordia di Dio, avendo Maria per nostra avvocata, i cui occhi misericordiosi sono rivolti verso di noi.

     

     

     

    *************************************************************************

     

    Lo Spirito Santo è Immacolata Concezione non creata

     

    A Lourdes, la Vergine Immacolata rispose a Bernadette che l'interrogava : « Io sono l'Immacolata Concezione ». Attraverso le sue luminose parole, ella volle dire non solo che fu concepita immacolata, ma, più profondamente, che lei stessa era l'Immacolata Concezione. Così una cosa è una rosa bianca ed un'altra cosa è il candore, una cosa perfetta e la sua perfezione. (...)

    Lo Spirito Santo è la Concezione Immacolata, non creata (...) Certamente, la terza persona della Trinità non si è incarnata, ciò nonostante il nostro termine « sposa » non arriva ad esprimere compiutamente la realtà del rapporto dell'Immacolata con lo Spirito Santo. Si può affermare che l'Immacolata sia in un certo senso « l'Incarnazione dello Spirito Santo ». «L'unione tra lo Spirito Santo e la Vergine Immacolata è così stretta che lo Spirito Santo, che ha compenetrato profondamente l'anima dell'Immacolata, non esercita alcun influsso nelle anime se non per mezzo di Lei»

    san Massimiliano Kolbe

     

    *************************************************************


    Maria al Cenacolo

     

    La Chiesa si riunisce nella camera alta del Cenacolo con Maria, che fu la Madre di Gesù e dei suoi fratelli. Dunque non si può parlare di Chiesa se Maria, la Madre del Signore, non è con i suoi fratelli.

    Cromazio d'Aquileia (+407)



    ***********************************************


     Si cerca la Santa Vergine

    Dei preti, dei fedeli si sorprendono di non vedere una statua della Vergine Maria in certe chiese, poco numerose, d'altronde. Questa assenza non favorisce la devozione verso la Madre di Dio e Madre degli uomini.

    Così, io mi permetto di insistere affinché, in ogni luogo di culto, sia offerta alla pietà del buon popolo di Dio, una statua della Santa Vergine, secondo una antica tradizione della Chiesa latina. È noto che la Chiesa ortodossa venera l'immagine della Vergine Maria e che persino alcuni fratelli protestanti la onorano nei loro templi. Io desidero che, in tutte le chiese, sia degnamente onorata la statua della Vergine Santa, con dei fiori, soprattutto nei mesi di maggio e di ottobre. Dio ci offre sempre Gesù attraverso Maria: pregarla ci avvicina a suo Figlio.

    A. Renard, Cardinale di Lione
    Revue du Rosaire, oct.nov. 1968

     

     

    ******************************************************************

    Nicaragua: iniziata la Crociata nazionale di preghiera del Rosario per la pace



    Con grande entusiasmo e devozione, i fedeli cattolici di Rivas hanno accolto gli 11 vescovi della Conferenza episcopale del Nicaragua giunti in questa località che si trova circa 113 km a sud di Managua, dove ha avuto inizio questa settimana la “Crociata nazionale di preghiera del Rosario”, che si prolungherà fino al primo luglio, giorno dichiarato dalla Chiesa cattolica del Nicaragua come “giornata nazionale di digiuno per la pace”. La nota pervenuta all'agenzia Fides dalla Conferenza episcopale del Nicaragua, riporta che oltre un centinaio di fedeli hanno accolto i vescovi, che si sono recati dal sindaco della città di Rivas, Wilfredo Lopez, il quale ha voluto rivolgere loro un discorso politicizzato, che nulla aveva a che fare con la circostanza.

    Il sindaco è stato interrotto dai fischi e dalle contestazioni dei presenti, che lo hanno costretto a concludere il suo intervento. Il presidente della Conferenza episcopale, mons. Leopoldo Brenes, arcivescovo di Managua, ha quindi ringraziato i fedeli per le dimostrazioni di affetto nei confronti dei vescovi e li ha invitati ad accompagnarli in corteo fino alla parrocchia di San Pedro, dove i vescovi e il clero della diocesi di Granada hanno concelebrato la Santa Messa.

    Nella sua omelia mons. Brenes, dopo i ringraziamenti, ha osservato: "abbiamo camminato insieme, come Chiesa è una delle esperienze più belle che portiamo nel nostro cuore, perché siamo una Chiesa missionaria. Ricordiamo che il beato Giovanni Paolo II ci ha dato questa grande testimonianza di andare per il mondo a condividere la Buona Novella di Gesù, e Papa Benedetto XVI ci ha detto che la nostra identità di Chiesa è di essere una Chiesa missionaria". Mons. Brenes ha invitato tutti i fedeli a partecipare alla Crociata nazionale di preghiera del Rosario davanti al Santissimo Sacramento, ricordando ai fedeli che "i vescovi della Conferenza episcopale del Nicaragua, come reso noto nel mese di novembre dello scorso anno, hanno proposto l'anno 2011 come Anno della Parola e Anno di preghiera per il Nicaragua, ed hanno organizzato diverse attività nel contesto del nostro essere Chiesa". I vescovi hanno invitato tutti i fedeli nel mese di maggio ad unirsi recitando la preghiera del Rosario chiedendo la pace per il Nicaragua. Il Paese andrà alle elezioni il prossimo 6 novembre, i nicaraguensi dovranno eleggere il presidente, il vicepresidente, 90 deputati dell’Assemblea Nazionale e 20 rappresentanti al Parlamento Centroamericano (R.P.)

     

    Radio Vaticana 12.5.2011


    [Modificato da Caterina63 13/05/2011 11:35]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    Caterina63
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    00 15/05/2011 00:31
    Gli occhi di Maria



    Nel giugno 1796 lo Stato pontificio viene invaso dalle truppe di Napoleone. Non è soltanto un'armata straniera che ferisce il cuore della cristianità. I soldati francesi sono visti soprattutto come gli alfieri di quello spirito rivoluzionario positivista, pagano e spesso ferocemente anticristiano.

    Napoleone requisisce le proprietà degli ordini religiosi, spoglia le chiese, manda in Francià codici preziosi, tesori d'arte, ori e argenti.

    In questo clima di terrore si manifesta il soprannaturale. Meno di un mese dopo l'invasione, il 9 luglio, centinaia di romani sono testimoni di un fatto apparentemente inspiegabile: la Madonna dell'Archetto, un dipinto notissimo in città, in via san Marcello, rione Trevi, comincia ad aprire e chiudere gli occhi. La folla accorre. In migliaia vedono quello che sta succedendo. Prima c'è l'incredulità poi lo stupore. Infine a prevalere sono sentimenti di devozione e di ringraziamento per quel segno straordinario. Ma non c'è neppure il tempo di riprendersi dalla sorpresa che la notizia di un altro evento prodigioso si sparge per le vie di Roma. A Sant'Andrea della Valle un altro dipinto mariano comincia a roteare gli occhi. Ma non solo. Un mazzo di gigli ormai rinsecchiti che qualcuno aveva depositato nel vaso sottostante l'affresco molti giorni prima, improvvisamente rinverdisce.

    Passano soltanto poche ore che il fenomeno si ripete con un altro dipinto mariano della capitale. Poi un altro e poi un altro ancora. Nella maggior parte dei casi sono affreschi o sculture di Madonne. Poi tocca a un Crocefisso e a qualche altro simbolo sacro. E' come se un'ondata di prodigioso avesse invaso Roma per poi allargarsi, nelle settimane successive, alle altre città dello Stato pontificio. Vengono coinvolte Frosinone, Veroli, Torrice, Ceprano, Frascati, Urbania, Mercatello, Calcata, Todi e altre ancora. Pochi giorni prima, il 25 giugno. 1796, era toccato a un celebre dipinto conservato nel duomo di Ancona, la "Madonna di tutti i santi".

    Gli episodi si protraggono per settimane. Da luglio 1796 al gennaio 1797 sono alcune centinaia le madonne che "muovono gli occhi". Un'alluvione di prodigioso che turba anche il Papa Pio VI. E' lui stesso a sollecitare missioni da predicare in tutte le piazze ma anche a ordinare l'avvio di un processo finalizzato a raccogliere le testimonianze dei romani che hanno visto per accertare lo svolgimento dei fatti e stabilire la verità.

    Vittorio Messori e Rino Cammilleri raccontano tutto questo in un libro che farà discutere. Si intitola Gli occhi di Maria, e riferisce nei particolare l'impressionante ondata di prodigi nella Roma invasa dall'esercito di Napoleone. Impressionante non tanto per il numero e per la ripetitività dei prodigi. Nella storia delle apparizioni mariane siamo abituati ai grandi numeri. Gottfried Hierzenberger e Otto Nedomasky, nel loro saggio che raccoglie le più note apparizioni mariane della storia, hanno messo insieme oltre 900 casi accertati e documentati (Tutte le apparizioni della Madonna in duemila anni di storia). A Medjugorie, dove peraltro si attende ancora il giudizio della Chiesa, i messaggi sono oltre 25mila.

    Non stupisce quindi la raffica di eventi prodigiosi raccontata da Messori e Cammilieri. Desta impressione invece la rassegna delle testimonianze. Migliaia di verbali in cui, sostanzialmente, tutti i testimoni riferiscono gli stessi particolari. La ricognizione avviata dal processo riguardò decine e decine di casi poi, per semplificare i lavori, si preferì concentrarsi sui 26 più clamorosi.

    Qui la ricostruzione dell'accaduto è minuziosa fino alla noia. Ma la verità storica emerge con assoluta chiarezza. Da solerte cronista Camilleri riferisce tutto nei minimi particolari. Compreso il decreto del cardinale vicario Giulio Della Somaglia in cui si sentenzia “la verità del detto movimento degli occhi sulle sante immagini" la quale "era stata ed è provata". Era stata indetta anche una festa da celebrarsi tutti gli anni il 9 luglio, detta dei "Prodigi della Beata Vergine Maria". Le Madonne romane che roteano gli occhi non sono quindi leggenda ma verità approvata e sottoscritta dall'autorità ecclesiastica.

    Rimane però da comprendere il significato di quei segni.

    Perché proprio in quel periodo storico? Perché proprio nella Roma invasa da Napoleone? Cammilleri ne discute con Messori nel lungo capitolo finale. "Noi ora sappiamo ‑dice Messori‑ che proprio nell'era che comincia con la Rivoluzione francese la fede sarebbe stata messa in pericolo, i cristiani sarebbero stati più perseguitati, la Chiesa avrebbe avuto bisogno di maggiore assistenza per reggere alle tempeste scatenate dalle ideologie che, a partire dal Settecento, hanno cercato di sostituire la fede”.

    E’ un dialogo serrato quello che si svolge e che mette in luce una serie di “strane” coincidenze e stabilisce collegamenti a dir poco sorprendenti con le più note apparizioni mariane: Guadalupe, La Salette, Lourdes, Fatima, fino a Kibeho. In tutti questi casi la Madonna si è resa manifesta nella storia per richiamare gli uomini alla ragione della fede in vista di eventi drammatici. "La storia che tutti vedono ‑ osserva Messori ‑ è accompagnata da una sorta di storia parallela che solo la fede può scorgere. Una specie di corrente carsica dagli effetti tanto oggettivi quanto nascosti agli 'occhi della carne', per usare l'espressione biblica".



    Luciano Moia

    (da Avvenire)










    Predica Primo Sabato del mese 3 aprile 2011 di Padre Konrad

    Come previsto nel Primo Sabato del mese c'è una meditazione di quindici minuti sul Rosario. Oggi mediteremo i Misteri Dolorosi.

    In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.

                                  Agonia di Gesù


    Per il primo Mistero Doloroso, voglio leggervi un passo scritto dal beato cardinal Newman:
    "Ecco quel che ci narra di Gesù san Marco, il quale pare abbia scritto quanto udì dalla voce di san Pietro, uno dei testimoni oculari della Passione. Arrivano al luogo chiamato Getsemani, ed Egli disse ai suoi Discepoli: "Fermatevi qui, mentre io faccio orazione". E prese con se Pietro, Giacomo e Giovanni e li incominciò ad allibire e ad angosciarsi.
    Osservate come Egli agisce deliberatamente: si reca in un luogo determinato e poi, data la parola d'ordine, sottrae quasi l'anima sua al sostegno della divinità, la lascia preda della desolazione, al dolore, allo sgomento che tutta la sommergono. Continua in questo modo in una agonia di spirito, così ben determinata, come se si trattasse di qualche tormento fisico, il fuoco o la ruota del supplizio.
    E che cosa, dunque, dovette sopportare quando lasciò irrompere nell'anima Sua questo torrente di predestinato dolore? Ahimè! Ebbe a sopportare ciò che a noi è ben noto, anzi familiare, ma che per Lui fu sofferenza inaudita. Cosa facile per noi e tanto naturale che non sappiamo neppur concepirla come una grande pena, ma per Lui fu come il soffio e il veleno della Morte, dovette sopportare il peso del peccato, dei nostri peccati, di quelli del mondo intero.
    In quell'ora terribile l'Innocente stese le braccia e offerse il petto agli assalti del Suo mortale nemico, un nemico spirante veleno pestifero e il cui abbraccio era la morte.
    Rimase prostrato immobile e silenzioso, mentre il nemico orribile inabissava l'anima Sua in tutto l'orrore e l'atrocità dell'umano peccato, penetrandogli Cuore e coscienza, invadendoGli sensi e pensieri e coprendoLo come di una lebbra morale. Quale terrore quando i Suoi occhi, le Sue mani, i Suoi piedi, le Sue labbra, il Suo Cuore gli sembrarono membra del nemico e non dell'Uomo-Dio, era proprio quello l'Agnello Immacolato prima innocente, ma ora macchiato del sangue di migliaia di crimini".


                                  Flagellazione

    Per il secondo Mistero Doloroso citiamo un brano da santa Brigida di Svezia, parole ricevute dalla Madonna:
    "Nel momento in cui si avvicinava il tempo della Passione di Mio Figlio, tutti i Suoi nemici lo trascinarono via con percosse sulle guancie e sul collo, e dopo averGli sputato addosso si presero beffa di Lui, poi Lo condussero alla colonna, qui si tolse gli abiti da solo e si avvicinò alla colonna con le proprie mani che i nemici legarono senza misericordia. I Suoi amici erano fuggiti e i Suoi nemici sollevandolo Lo circondarono da ogni parte e frustarono il Suo Corpo puro con ogni corruzione e ogni peccato. Vidi il Suo Corpo flagellato e straziato fino alle ossa, tanto che gli si scorgevano le costole e la cosa più amara fu che quando smisero di flagellarLo ne scavarono e straziarono le carni. Così il Mio Figlio si rimise gli abiti e allora vidi che i Suoi piedi erano in una pozza di sangue, i Suoi nemici non tolleravano che si vestisse e Lo spinsero obbligandoLo a camminare. Ecco figlia mia, cosa ha sofferto Mio Figlio per voi".


                                 Ecce  Homo coronazione di spine

    Per il terzo Mistero Doloroso cito il padre Luis di Palma, dalle sue Meditazioni sulla Passione:
    "Dopo intrecciarono una corona di spine, la intrecciarono con molta attenzione per non pungersi, avvalendosi probabilmente di tenaglia o di qualche strumento affine. La corona era a forma di ghirlanda o con maggior probabilità a forma di caschetto che così veniva a coprire tutta la testa. Alcune spine erano lunghe e aguzze, altre corte e ricurve, non si sa bene quali spine abbiano usato perchè in Israele ve ne sono di molte varietà, ed anche a Gerusalemme. Composta la corona Gliela conficcarono sul Capo con forza, a colpi di tenaglia e bastoni per non ferirsi. Il dolore fu atroce, il sangue cominciò a scorrerGli sul volto, fu allora che cominciarono gli scherni al finto re, il Signore lasciò ai suoi amici incastonate nella Sua corona regale due gemme preziose di inestimabile valore: il dolore e il dileggio.
    Poi Gli misero una canna nella mano destra perchè fungesse da scettro, giudicavano Cristo un uomo vuoto e oscillante come la canna e altrettanto pensavano del Suo Regno, fragile e senza stabilità come la canna, ne risero, s'inginocchiavano porgendoGli le congratulazioni per il Suo Regno e dicendogli: - Salve, re dei Giudei! - e fingevano di adorarLo come un re. Gli sputavano in faccia e la loro sudicia saliva si mescolava con il prezioso Sangue del Signore che gocciolava dalla testa. Questo ferì molto profondamente il Signore che l'aveva raccontato ai discepoli prima che avvenisse, un giorno in cui andarono a Gerusalemme: - rideranno di me e mi sputacchieranno -.
    Gli diedero molti schiaffi, Gli venivano davanti e Gli dicevano: - Salve re dei Giudei! - e gli davano schiaffi. Si avvicinavano uno dopo l'altro a salutarLo, si inginocchiavano, fingevano di baciarGli la mano e poi tendendo il braccio Gli davano uno schiaffo con tutta la forza. Altri nell'atto di inginocchiarsi gli afferravano la canna battendogliela poi in testa, si che le spine si conficcavano più in profondità. Gli tolsero di mano la canna e Lo percuotevano sul capo".


                                 Via Calvario


    Per il quarto Mistero Doloroso, dal padre Faber:
    "Riguardo ai Dolori della Santissima Vergine, la lealtà superò di molto la più terribile attesa. Un'altro aggravamento dell'afflizione di Maria nel Suo Quarto Dolore era causato dal conoscere che la Sua vista aumentava le sofferenze di Nostro Signore. La vista del Viso addolorato di Maria, fu per Gesù più penosa della terribile flagellazione alla colonna. Era necessario per completare il ciclo dei Dolori della Madonna che Ella si assoggettasse anche a questo straziante incontro, tale era la volontà di Dio, volontà sempre dolce anche nel più estremo rigore, sempre amabile anche quando la carne, il sangue e lo spirito fuggono atterriti per evitare l'amplesso designato. Questa volontà guidava il triste corteo del Calvario, questa volontà restava sul Golgota come una luminosa nube ed era come un'altra corona di spine attorno al Capo del Signore, un'altra croce sulle Sue spalle, una spada nel Cuor della Sua Madre, Essa cambiava questo Cuore materno, quasi in una spada infissa nel Cuore del Figlio.
    Qual santo dimostrò mai tale sommissione alla volontà Divina come la Regina dei Martiri, Maria ascese il Calvario con coraggiosa calma per aiutare a sacrificare il Suo caro Figlio. L'Addolorata vedeva Gesù in balìa degli altri che potevano toccarLo e avvicinarLo mentre Ella, Sua Madre, ne era trattenuta lontano. Nei giorni di Betlemme e dell'Egitto la gioia di Maria consisteva nello stringersi Gesù al Cuore, quando Ella si occupava dei Suoi doveri materni, il Suo amore per Lui era divenuto così' grande da non potersi esprimere che per mezzo di una timorosa venerazione. Il ricordo di quei felici istanti si presentava allora, alla memoria della Vergine, e le onde del dolore si precipitavano contro il Suo Cuore, quasi per strapparGlielo. Durante tutto il Venerdì Santo Maria si aperse un varco attraverso a quegli orrori, reprimendo i sentimenti della Sua natura, Ella non avrebbe voluto neppure per tutto il mondo che Le fosse risparmiato uno solo di quegli orrori".


                                 La morte di Gesù

    Torniamo alle Rivelazioni di santa Brigida per meditare l'ultimo Mistero Doloroso:
    "Vidi i Suoi occhi tramortiti, le gote bagnate, il viso dolente e la bocca aperta con la lingua rossa di sangue. Il ventre aderiva al dorso, tutti i liquidi erano fuoriusciti come se non ci fossero più le viscere. Vidi il Suo Corpo pallido e sfinito a causa del sangue che aveva perso, con le mani e i piedi rigidi e tesi sulla Croce, con la basra e i capelli intrisi di sangue. La Sua pelle era così morbida e delicata che bastava colpirla leggermente per farne sgorgare il sangue. Il Suo Sangue era così vivo che lo si vedeva scorrere sotto la pelle. Essendo Mio Figlio di natura forte, la vita lottava contro la morte in un Copro lacerato; quando il dolore saliva dalle membra e dai nervi trafitti dal Corpo al Cuore, la parte più sensibile più pura in Lui, il Cuore provava una sofferenza incredibile, e quando il dolore scendeva dal Cuore alle membra lacere, Egli ritardava con amarezza la Sua morte. La Morte si avvicinava e poichè il Cuore di Mio Figlio si spezzò per l'intensità del dolore, tutte le membra ebbero un sussulto, Egli protese un poco il Capo e poi lo reclinò. Vedevo la Sua bocca aperta e la Sua lingua coperta di sangue, le Sue mani si erano scostate lievemente dal foro della Croce, per questo i piedi sostenevano un carico maggiore; le dita e le braccia si distesero e la schiena aderì al tronco. Venne poi un soldato e affondò a tal punto la lancia nel costato di Mio Figlio che quasi usciva dall'altro lato, e non appena ebbe ritratto la lancia, il petto si coprì di Sangue. Allora vedendo che il Cuore del Mio amato Figlio era stato lacerato, mi parve che lo fossi anche Io. Poi Egli venne calato dalla Croce ed Io lo posi sulle mie ginocchia, come un lebbroso, completamente livido e straziato, poichè i Suoi occhi erano morti e pieni di sangue, la bocca era fredda come la neve, la barba sembrava corta e il volto era contratto".

    In nomine Patri, et Filii, et Spiritus Sancti.


    [Modificato da Caterina63 15/05/2011 16:34]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 16/05/2011 09:55
    [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]
    In questo breve video

    www.gloria.tv/?media=156981

    vi offriamo l'opportunità di approfondire sulle Parole che la Vergine disse a Fatima.... a volte diamo per scontato di sapere cosa disse Maria a Fatima, altre volte ci soffermiamo sulla curiosità del Terzo Segreto ma...in definitiva, stiamo facendo quanto la Vergine ha chiesto per la nostra salvezza?


    Ognuno faccia il proprio esame di coscienza e non quello degli altri....

    Buona Preghiera a tutti!

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    [SM=g1740738]

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    [SM=g1740720] AMICI QUESTA CATECHESI DEL PAPA E' UNA VERA CROCIATA DEL ROSARIO tipica di san Pio V e di Leone XIII, NON SPRECHIAMOLA....

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    [SM=g1740717]


    [SM=g1740750] il 24 Maggio si celebra la ricorrenza di "Maria aiuto dei cristiani" istituita da San Pio V dopo la battaglia di Lepanto e il cui culto è stato diffuso da S. Giovanni Bosco col titolo di "Maria Ausiliatrice".


    Secondo il sogno delle due colonne di S. Giovanni Bosco, saranno la Madonna e il Papa a guidare la Chiesa alla vittoria nell'attuale battaglia contro il secolarismo.

    "Figuratevi - disse - di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio sopra uno scoglio isolato, e di non vedere attorno a voi altro che mare. In tutta quella vasta superficie di acque si vede una moltitudine innumerevole di navi ordinate a battaglia, con le prore terminate a rostro di ferro acuto a mo' di strale. Queste navi sono armate di cannoni e cariche di fucili, di armi di ogni genere, di materie incendiarie e anche di libri. Esse si avanzano contro una nave molto più grande e alta di tutte, tentando di urtarla con il rostro, di incendiarla e di farle ogni guasto possibile.
    A quella maestosa nave, arredata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle che da lei ricevono ordini ed eseguiscono evoluzioni per difendersi dalla flotta avversaria. Ma il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici.
    In mezzo all'immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l'una dall'altra. Sopra di una vi è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: "AUXILIUM CHRISTIANORUM; sull'altra, che è molto più alta e grossa, sta un'OSTIA di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: "SALUS CREDENTIUM".
    Il comandante supremo della grande nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e il mal partito nel quale si trovano i suoi fedeli, convoca intorno a sé i piloti delle navi secondarie per tenere consiglio [Concilio Vatic.I?] e decidere sul da farsi. Tutti i piloti salgono e si adunano intorno al Papa. Tengono consesso, ma infuriando sempre più la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi.
    Fattasi un po' di bonaccia, il Papa raduna intorno a sé i piloti per la seconda volta, mentre la nave capitana segue il suo corso. Ma la burrasca ritorna spaventosa.
    Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo a quelle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte ancore e grossi ganci attaccati a catene.
    Le navi nemiche tentano di assalirla e farla sommergere: le une con gli scritti, con i libri, con materie incendiarie, che cercano di gettare a bordo; le altre con i cannoni, con i fucili, con i rostri. Il combattimento si fa sempre più accanito; ma inutili riescono i loro sforzi: la grande nave procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura, ma subito spira un soffio dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano.
    Frattanto i cannoni degli assalitori scoppiano, i fucili e ogni altra arma si spezzano, molte navi si sconquassano e si sprofondano nel mare. Allora i nemici, furibondi, prendono a combattere ad armi corte: con le mani, con i pugni e con le bestemmie.

    A un tratto il Papa, colpito gravemente, cade. Subito è soccorso, ma cade una seconda volta e muore. Un grido di vittoria e di gioia risuona tra i nemici; sulle loro navi si scorge un indicibile tripudio.
    Senonché, appena morto il Papa, un altro Papa sottentra al suo posto. I piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente che la notizia della morte del Papa giunge con la notizia della elezione del suo successore. Gli avversari cominciano a perdersi di coraggio.

    Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mezzo alle due colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a un'ancora della colonna su cui sta l'Ostia, e con un'altra catenella che pende a poppa la lega dalla parte opposta a un'altra ancora che pende dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.
    Allora succede un gran rivolgimento: tutte le navi nemiche fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto valorosamente con il Papa, vengono anch'esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una grande calma ".

    Cari amici, sono questi i tempi in cui siamo chiamati in modo speciale a testimoniare, a difendere e a diffondere la fede, con i due condottieri celesti: La Madonna e il Papa.

    Se vorrete potrete unirvi al
    Movimento Domenicano del Rosario
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    e contattarci
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    ed insieme proseguire in questa missione comune a tutta la Santa Chiesa...

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    [SM=g1740733] Oggi si parla tanto di TRADIZIONE che spesso diventa motivo di attrito anzichè di gioiosa CONDIVISIONE....

    Vi offriamo allora questo pro-memoria....un brevissimo Documento che sta alla sorgente della pia pratica del Rosario e che da allora ha sempre trovato il sostegno di tutti i Pontefici. Parliamo della Consueverunt Romani Pontifici di san Pio V firmato nel 1569 e che costituisce il primo Documento Ufficiale (una Bolla) sulla eccellente pratica del santo Rosario. Il Papa che dopo la Vittoria a Lepanto indisse la Festa della Madonna del Rosario...

    Questa Tradizione sta anche alla sorgente delle parole della Madonna di Fatima: Sono la Madonna del santo Rosario....DITE IL ROSARIO OGNI GIORNO... [SM=g1740722]

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    [SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]
    [Modificato da Caterina63 23/05/2011 08:35]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    00 19/05/2011 18:16
    Benedetto XVI ha deciso di affidare l'Italia alla Vergine Maria.


    Un comunicato della Santa Sede diffuso il 4 maggio dice che, «accogliendo l'invito del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, Benedetto XVI si recherà nella basilica di Santa Maria Maggiore, giovedì 26 maggio 2011, per presiedere la recita del Santo Rosario, insieme con i vescovi italiani».
    In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, la Chiesa desidera affidare a Maria, invocata con il titolo di Mater Unitatis, tutto il popolo italiano.
    Per questo il Consiglio Episcopale Permanente della Cei lo scorso marzo ha stabilito di invitare tutte le diocesi a proporre un momento di preghiera mariana.
    L’Ufficio Liturgico Nazionale ha predisposto una traccia - che ogni vescovo può adattare alla propria realtà locale – imperniata sui misteri della luce. Infatti, come afferma il beato Giovanni Paolo II, “tutto il mistero di Cristo è luce, …ma questa dimensione emerge particolarmente negli anni della vita pubblica, quando Egli annuncia il vangelo del Regno. Volendo indicare alla comunità cristiana cinque momenti significativi - misteri 'luminosi' - di questa fase della vita di Cristo, ritengo che essi possano essere opportunamente individuati: nel suo Battesimo al Giordano, nella sua auto-rivelazione alle nozze di Cana, nell'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione, nella sua Trasfigurazione e, infine, nell'istituzione dell'Eucaristia, espressione sacramentale del mistero pasquale” (Rosarium Virginis Mariae, 21).
    In unione di preghiera con la Chiesa, vi invitiamo a recitare ogni giorno e nei vostri incontri di preghiera l'Atto di affidamento a Maria indicato dalla CEI:




    Atto di Affidamento a Maria

    O Maria, Madre Tuttasanta,
    che hai dato alla luce il Re dell'eterna gloria
    e, dopo averlo seguito fedelmente fino al Calvario,
    hai atteso intrepida la sua risurrezione,
    rivolgi il tuo sguardo alla nostra amata Italia,
    che porta in sé la grande eredità
    dei santi Apostoli, dei Martiri, dei Pastori, delle beate Vergini
    e di tanti generosi discepoli del tuo Figlio.
    A te, o Maria, affidiamo la nostra Nazione,
    che ti riconosce e ti invoca come Madre.
    Guarda con benevolenza il popolo italiano:
    a te sono noti i suoi peccati e le sue virtù,
    le sue ricchezze e le sue miserie,
    le sue debolezze e i suoi gesti di bontà.
    Veglia sulle case e sulle famiglie,
    sui quartieri e sulle comunità, sulle scuole e gli ospedali,
    le industrie, gli uffici, i cantieri
    e tutte le molteplici espressioni dell’operosità quotidiana.
    Assisti i giovani, i disoccupati, i poveri, gli emarginati,
    che cercano uno spazio di vita e un soffio di speranza.
    Fa' che non si estingua nelle nuove generazioni
    la fede trasmessa dai Padri; resti vivo e coerente
    il senso dell'onestà e della generosità, la concordia operosa,
    l'attenzione ai piccoli, agli anziani e agli ammalati,
    la premurosa apertura verso tutta l'umanità,
    che in ogni parte del mondo soffre e lotta,
    e spera verso un avvenire di giustizia e di pace.
    Intercedi per noi, o Vergine Maria, Madre dell’unità,
    insieme ai santi Patroni d’Italia:
    Francesco d’Assisi e Caterina da Siena,
    i santi della nostra Chiesa particolare: …,
    e tutti i testimoni del Vangelo, i cui nomi sono nel libro della vita.
    Risplenda sempre il volto del Padre sulla nostra Nazione,
    sulle nostre città, sui nostri paesi;
    la tua materna protezione, o Maria, ci accompagni ogni giorno, nel cammino del tempo,
    verso l'incontro finale con Cristo, nella Patria futura.
    Egli, risorto dai morti e asceso al cielo,
    nostro avvocato e mediatore, vive e regna nei secoli dei secoli.
    Amen.

    *********************

    qui a seguito verrà aggiunto il Discorso che il Santo Padre terrà dopo il Rosario....


    [Modificato da Caterina63 26/05/2011 22:45]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 26/05/2011 19:42
    DISCORSO DEL SANTO PADRE A SANTA MARIA MAGGIORE

    dopo la recita del Santo Rosario con i Vescovi, in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia e per rinnovare l'Atto di affidamento a Maria della Nazione al Cuore Immacolato di Maria del 1959



    Venerati e cari Confratelli,

    siete convenuti in questa splendida Basilica - luogo nel quale spiritualità e arte si fondono in un connubio secolare - per condividere un intenso momento di preghiera, con il quale affidare alla protezione materna di Maria, Mater unitatis, l’intero popolo italiano, a centocinquant’anni dall’unità politica del Paese. È significativo che questa iniziativa sia stata preparata da analoghi incontri nelle diocesi: anche in questo modo esprimete la premura della Chiesa nel farsi prossima alle sorti di questa amata Nazione. A nostra volta, ci sentiamo in comunione con ogni comunità, anche con la più piccola, in cui rimane viva la tradizione che dedica il mese di maggio alla devozione mariana. Essa trova espressione in tanti segni: santuari, chiesette, opere d’arte e, soprattutto, nella preghiera del Santo Rosario, con cui il Popolo di Dio ringrazia per il bene che incessantemente riceve dal Signore, attraverso l’intercessione di Maria Santissima, e lo supplica per le sue molteplici necessità. La preghiera – che ha il suo vertice nella liturgia, la cui forma è custodita dalla vivente tradizione della Chiesa – è sempre un fare spazio a Dio: la sua azione ci rende partecipi della storia della salvezza. Questa sera, in particolare, alla scuola di Maria siamo stati invitati a condividere i passi di Gesù: a scendere con Lui al fiume Giordano, perché lo Spirito confermi in noi la grazia del Battesimo; a sederci al banchetto di Cana, per ricevere da Lui il “vino buono” della festa; ad entrare nella sinagoga di Nazaret, come poveri ai quali è rivolto il lieto messaggio del Regno di Dio; ancora, a salire sul Monte Tabor, per vivere la croce nella luce pasquale; e, infine, a partecipare nel Cenacolo al nuovo ed eterno sacrificio, che, anticipando i cieli nuovi e la terra nuova, rigenera tutta la creazione.

    Questa Basilica è la prima in Occidente dedicata alla Vergine Madre di Dio. Nell’entrarvi, il mio pensiero è tornato al primo giorno dell’anno 2000, quando il Beato Giovanni Paolo II ne aprì la Porta Santa, affidando l’Anno giubilare a Maria, perché vegliasse sul cammino di quanti si riconoscevano pellegrini di grazia e di misericordia.

    Noi stessi oggi non esitiamo a sentirci tali, desiderosi di varcare la soglia di quella “Porta” Santissima che è Cristo e vogliamo chiedere alla Vergine Maria di sostenere il nostro cammino ed intercedere per noi. In quanto Figlio di Dio, Cristo è forma dell’uomo: ne è la verità più profonda, la linfa che feconda una storia altrimenti irrimediabilmente compromessa. La preghiera ci aiuta a riconoscere in Lui il centro della nostra vita, a rimanere alla sua presenza, a conformare la nostra volontà alla sua, a fare “qualsiasi cosa ci dica” (Gv 2,5), certi della sua fedeltà. Questo è il compito essenziale della Chiesa, da Lui incoronata quale mistica sposa, come la contempliamo nello splendore del catino absidale. Maria ne costituisce il modello: è colei che ci porge lo specchio, in cui siamo invitati a riconoscere la nostra identità. La sua vita è un appello a ricondurre ciò che siamo all’ascolto e all’accoglienza della Parola, giungendo nella fede a magnificare il Signore, davanti al quale l’unica nostra possibile grandezza è quella che si esprime nell’obbedienza filiale: “Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). Maria si è fidata: lei è la “benedetta” (cfr Lc 1,42), che è tale per aver creduto (cfr Lc 1,45), fino ad essersi così rivestita di Cristo da entrare nel “settimo giorno”, partecipe del riposo di Dio. Le disposizioni del suo cuore – l’ascolto, l’accoglienza, l’umiltà, la fedeltà, la lode e l’attesa – corrispondono agli atteggiamenti interiori e ai gesti che plasmano la vita cristiana. Di essi si nutre la Chiesa, consapevole che esprimono ciò che Dio attende da lei.

    Sul bronzo della Porta Santa di questa Basilica è incisa la raffigurazione del Concilio di Efeso. L’edificio stesso, risalente nel nucleo originario al V secolo, è legato a quell’assise ecumenica, celebrata nell’anno 431. A Efeso la Chiesa unita difese e confermò per Maria il titolo di Theotókos, Madre di Dio: titolo dal contenuto cristologico, che rinvia al mistero dell’incarnazione ed esprime nel Figlio l’unità della natura umana con quella divina. Del resto, è la persona e la vicenda di Gesù di Nazaret a illuminare l’Antico Testamento e il volto stesso di Maria. In lei si coglie in filigrana il disegno unitario che intreccia i due Testamenti.

    Nella sua vicenda personale c’è la sintesi della storia di un intero popolo, che pone la Chiesa in continuità con l’antico Israele. All’interno di questa prospettiva ricevono senso le singole storie, a partire da quelle delle grandi donne dell’Antica Alleanza, nella cui vita è rappresentato un popolo umiliato, sconfitto e deportato. Sono anche le stesse, però, che ne impersonano la speranza; sono il “resto santo”, segno che il progetto di Dio non rimane un’idea astratta, ma trova corrispondenza in una risposta pura, in una libertà che si dona senza nulla trattenere, in un sì che è accoglienza piena e dono perfetto. Maria ne è l’espressione più alta. Su di lei, vergine, discende la potenza creatrice dello Spirito Santo, lo stesso che “in principio” aleggiava sull’abisso informe (cfr Gen 1,1) e grazie al quale Dio chiamò l’essere dal nulla; lo Spirito che feconda e plasma la creazione. Aprendosi alla sua azione, Maria genera il Figlio, presenza del Dio che viene ad abitare la storia e la apre a un nuovo e definitivo inizio, che è possibilità per ogni uomo di rinascere dall’alto, di vivere nella volontà di Dio e quindi di realizzarsi pienamente.

    La fede, infatti, non è alienazione: sono altre le esperienze che inquinano la dignità dell’uomo e la qualità della convivenza sociale! In ogni stagione storica l’incontro con la parola sempre nuova del Vangelo è stato sorgente di civiltà, ha costruito ponti fra i popoli e ha arricchito il tessuto delle nostre città, esprimendosi nella cultura, nelle arti e, non da ultimo, nelle mille forme della carità.

    A ragione l’Italia, celebrando i centocinquant’anni della sua unità politica, può essere orgogliosa della presenza e dell’azione della Chiesa. Essa non persegue privilegi né intende sostituirsi alle responsabilità delle istituzioni politiche; rispettosa della legittima laicità dello Stato, è attenta a sostenere i diritti fondamentali dell’uomo.


    Fra questi vi sono anzitutto le istanze etiche e quindi l’apertura alla trascendenza, che costituiscono valori previi a qualsiasi giurisdizione statale, in quanto iscritti nella natura stessa della persona umana. In questa prospettiva, la Chiesa – forte di una riflessione collegiale e dell’esperienza diretta sul territorio – continua a offrire il proprio contributo alla costruzione del bene comune, richiamando ciascuno al dovere di promuovere e tutelare la vita umana in tutte le sue fasi e di sostenere fattivamente la famiglia; questa rimane, infatti, la prima realtà nella quale possono crescere persone libere e responsabili, formate a quei valori profondi che aprono alla fraternità e che consentono di affrontare anche le avversità della vita. Non ultima fra queste, c’è oggi la difficoltà ad accedere ad una piena e dignitosa occupazione: mi unisco, perciò, a quanti chiedono alla politica e al mondo imprenditoriale di compiere ogni sforzo per superare il diffuso precariato lavorativo, che nei giovani compromette la serenità di un progetto di vita familiare, con grave danno per uno sviluppo autentico e armonico della società.

    Cari Confratelli, l’anniversario dell’evento fondativo dello Stato unitario vi ha trovati puntuali nel richiamare i tasselli di una memoria condivisa e sensibili nell’additare gli elementi di una prospettiva futura. Non esitate a stimolare i fedeli laici a vincere ogni spirito di chiusura, distrazione e indifferenza, e a partecipare in prima persona alla vita pubblica. Incoraggiate le iniziative di formazione ispirate alla dottrina sociale della Chiesa, affinché chi è chiamato a responsabilità politiche e amministrative non rimanga vittima della tentazione di sfruttare la propria posizione per interessi personali o per sete di potere. Sostenete la vasta rete di aggregazioni e di associazioni che promuovono opere di carattere culturale, sociale e caritativo.

    Rinnovate le occasioni di incontro, nel segno della reciprocità, tra Settentrione e Mezzogiorno. Aiutate il Nord a recuperare le motivazioni originarie di quel vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che è stato animatore di una cultura della solidarietà e dello sviluppo economico. Similmente, provocate il Sud a mettere in circolo, a beneficio di tutti, le risorse e le qualità di cui dispone e quei tratti di accoglienza e di ospitalità che lo caratterizzano. Continuate a coltivare uno spirito di sincera e leale collaborazione con lo Stato, sapendo che tale relazione è benefica tanto per la Chiesa quanto per il Paese intero.

    La vostra parola e la vostra azione siano di incoraggiamento e di sprone per quanti sono chiamati a gestire la complessità che caratterizza il tempo presente. In una stagione, nella quale emerge con sempre maggior forza la richiesta di solidi riferimenti spirituali, sappiate porgere a tutti ciò che è peculiare dell’esperienza cristiana: la vittoria di Dio sul male e sulla morte, quale orizzonte che getta una luce di speranza sul presente. Assumendo l’educazione come filo conduttore dell’impegno pastorale di questo decennio, avete voluto esprimere la certezza che l’esistenza cristiana – la vita buona del Vangelo – è proprio la dimostrazione di una vita realizzata. Su questa strada voi assicurate un servizio non solo religioso o ecclesiale, ma anche sociale, contribuendo a costruire la città dell’uomo. Coraggio, dunque! Nonostante tutte le difficoltà, “nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37), a Colui che continua a fare “grandi cose” (Lc 1,49) attraverso quanti, come Maria, sanno consegnarsi a lui con disponibilità incondizionata.

    Sotto la protezione della Mater unitatis poniamo tutto il popolo italiano, perché il Signore gli conceda i doni inestimabili della pace e della fraternità e, quindi, dello sviluppo solidale. Aiuti le forze politiche a vivere anche l’anniversario dell’Unità come occasione per rinsaldare il vincolo nazionale e superare ogni pregiudiziale contrapposizione: le diverse e legittime sensibilità, esperienze e prospettive possano ricomporsi in un quadro più ampio per cercare insieme ciò che veramente giova al bene del Paese.

    L’esempio di Maria apra la via a una società più giusta, matura e responsabile, capace di riscoprire i valori profondi del cuore umano. La Madre di Dio incoraggi i giovani, sostenga le famiglie, conforti gli ammalati, implori su ciascuno una rinnovata effusione dello Spirito, aiutandoci a riconoscere e a seguire anche in questo tempo il Signore, che è il vero bene della vita, perché è la vita stessa.

    Di cuore benedico voi e le vostre comunità.



    IL TESTO DELL'ATTO DI AFFIDAMENTO DELLA NAZIONE ITALIANA ALLA VERGINE MARIA
    del santo Padre Benedetto XVI

    Vergine Maria,
    Mater Unitatis,
    questa sera intendiamo specchiarci in te
    e porre sotto il manto della tua protezione
    l’amato popolo italiano.

    Vergine del Fiat,
    la tua vita celebra il primato di Dio:
    alimenta in noi lo stupore della fede,
    insegnaci a custodire nella preghiera
    quest’opera che restituisce unità alla vita.
    Vergine del servizio,
    donaci di comprendere a quale libertà
    tende un’esistenza donata,
    quale segreto di bellezza
    è racchiuso nella verità di un incontro.

    Vergine della Croce,
    concedici di contemplare
    la vittoria di Cristo sul mistero del male,
    capaci di esprimere ragioni di speranza
    e presenza d’amore nelle contraddizioni del tempo.

    Vergine del Cenacolo,
    sollecita le nostre Chiese a cooperare tra loro,
    nella comunione con il Vescovo di Roma.
    Rendi tutti noi partecipi del destino di questo Paese,
    bisognoso di concordia e di sviluppo.

    Vergine del Magnificat,
    liberaci dalla rassegnazione,
    donaci un cuore riconciliato,
    suscita in noi la lode e la riconoscenza.
    E saremo perseveranti nella fedeltà sino alla fine.






    Pope Benedict XVI prays during the rosary prayer at St Mary Major  Basilica in Rome on May 26, 2011.Pope Benedict XVI prays during the rosary prayer at St Mary Major  Basilica in Rome on May 26, 2011.
    Pope Benedict XVI prays during the rosary prayer at St Mary Major  Basilica in Rome on May 26, 2011.Pope Benedict XVI prays during the rosary prayer at St Mary Major  Basilica in Rome on May 26, 2011.
    A  bishop holds rosary beads as he atttends a rosary prayer celebrated by  Pope Benedict XVI at Saint Mary Major Basilica in Rome May 26, 2011.A  prelate holds a rosary  as he listens to Pope Benedict XVI reciting the  rosary prayer, at the Santa Maria Maggiore Basilica in Rome Thursday,  May 26, 2011.
    Pope Benedict XVI recites the rosary prayer, at the Santa Maria  Maggiore Basilica in Rome Thursday, May 26, 2011.
    Pope Benedict XVI celebrates a rosary prayer at Saint Mary Major  Basilica in Rome May 26, 2011.






    [Modificato da Caterina63 26/05/2011 22:41]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 27/05/2011 18:19
    [SM=g1740733] Bellissimo Discorso del Santo Padre Benedetto XVI che insieme ai Vescovi si è trovato in santa Maria Maggiore il 26.5.2011 per rinnovare l'Atto di Affidamento a Maria dell'Italia....dopo la recita comune del Santo Rosario....

    La Mariologia di Benedetto XVI non finirà mai di stupirci!
    Grazie Santo Padre!
    difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8093642&...



    www.gloria.tv/?media=161263


    [SM=g1740717]


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    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    Caterina63
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    00 28/05/2011 12:45
    Domenica 29 maggio 2011
    parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo
    Valle - Ponticelli (Av)

    CHIUSURA DEL MESE MARIANO

    ore 17.30 - Recita del Santo Rosario

    ore 18.30 - SANTA MESSA Cantata nella forma Straordinaria del Rito Romano

    a seguire: Consacrazione della Parrocchia al Cuore Immacolato di Maria
    e processione aux falmbeaux per il centro storico con la statua della B.V.M. da Fatima

    i canti gregoriani saranno eseguiti dalle Suore FI
    *


    "Quale madre, se potesse liberare un figlio dalla morte, supplicando il giudice di graziarlo, non lo farebbe? E possiamo pensare che Maria, Madre amabilissima, potendo così facilmente liberare un suo figlio dalla morte eterna, non lo farà? Prega, dunque, per noi, o Maria, e saremo salvi." (S. Alfonso Maria de Liguori).




    Ho messo questa notizia per ricordare a noi tutti che anche se il mese di Maggio sta avviandosi alla conclusione, NON si conclude mai la nostra Preghiera, il santo Rosario che invitiamo, sollecitati da Maria, a dire OGNI GIORNO......

    Vi ricordiamo inoltre che in questo spazio dedicato al Monastero, troverete altri thread dedicati AL MESE DI GIUGNO PER I SACRI CUORI DI GESU' E MARIA.... per la Festa del Corpus Domini...per la Festa di Pentecoste e della Santissima Trinità.... per l'Esame di Coscienza.... e quant'altro di utile ad alimentare il nostro spirito....


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    00 31/05/2011 15:38



    Come ogni anno ci piace concludere queste riflessioni che abbiamo fatto insieme, con il Papa.....

    Conclusione del mese mariano: il Papa si recherà stasera nella Grotta di Nostra Signora di Lourdes nei Giardini Vaticani

    Il mese di maggio, dedicato a Maria, si concluderà questa sera, alla presenza del Papa, con la processione e la recita del Santo Rosario nei Giardini Vaticani. Benedetto XVI raggiungerà la Grotta di Nostra Signora di Lourdes al termine della liturgia della Parola, presieduta dal cardinale Angelo Comastri vicario del Papa per la Città del Vaticano, e impartirà la benedizione apostolica. Il sigillo di questo mese mariano è rappresentato dall’odierna Festa della Visitazione della Beata Vergine Maria che, portando in grembo Gesù appena concepito, si reca dall’anziana cugina Elisabetta, giunta al sesto mese di gravidanza. Nel suo magistero, Benedetto XVI si è soffermato più volte su questo episodio, narrato nel Vangelo di Luca. Amedeo Lomonaco ricorda in questo servizio alcune riflessioni del Papa sulla Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta:

    L’incontro di una donna sterile e di una giovane Vergine, divenute madri per straordinario intervento divino, è pervaso dalla gioia dello Spirito Santo e trova la sua espressione nel ‘Magnificat’, il cantico della Vergine che “esalta le meraviglie di Dio nella storia della salvezza”:

    “Il Magnificat non è il cantico di coloro ai quali arride la fortuna, che hanno sempre 'il vento in poppa'; è piuttosto il ringraziamento di chi conosce i drammi della vita, ma confida nell’opera redentrice di Dio. È un canto che esprime la fede provata di generazioni di uomini e donne che hanno posto in Dio la loro speranza e si sono impegnati in prima persona, come Maria, per essere di aiuto ai fratelli nel bisogno”. (11 febbraio 2010, omelia nella Memoria della Beata Vergine di Lourdes)

    Elisabetta è il simbolo di tante persone anziane e malate. Maria, partita per andare ad aiutare l’anziana cugina, è icona della Chiesa missionaria, chiamata a portare e a testimoniare nel mondo la luce del Verbo incarnato:

    “Nel sostegno offerto da Maria a questa parente che vive, in età avanzata, una situazione delicata come la gravidanza, vediamo prefigurata tutta l’azione della Chiesa a sostegno della vita bisognosa di cura”. (11 febbraio 2010)

    Maria, che porta in grembo Gesù appena concepito, è anche il Tabernacolo vivente del Dio fatto carne. La Vergine “vede” con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia:

    "Per questo è Beata, perché ha creduto: per la fede, infatti, ha accolto la Parola del Signore e ha concepito il Verbo incarnato. La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade”. (31 maggio 2008, celebrazione a conclusione del mese mariano)

    Dove giunge Maria è presente Gesù: “Chi apre il suo cuore alla Madre incontra ed accoglie il Figlio ed è invaso dalla sua gioia”.

     Radio Vaticana

    ****************************

    qui a seguire posteremo il Discorso del Santo Padre....e ricordiamoci che Maria, con il Suo mese Mariano ci ACCOMPAGNA ora nel mese di Giugno dedicato al SACRO CUORE DI GESU' E DI MARIA .....

    *************

    Il Papa chiude il Mese Mariano: Rivolgendoci oggi alla “piena di grazia”, le chiediamo di ottenere anche a noi, dalla Provvidenza divina, di poter pronunciare ogni giorno il nostro “sì” ai disegni di Dio con la stessa fede umile e schietta con cui Lei ha pronunciato il suo. Ella che, accogliendo in sé la Parola di Dio, si è abbandonata a Lui senza riserve, ci guidi ad una risposta sempre più generosa e incondizionata ai suoi progetti, anche quando in essi siamo chiamati ad abbracciare la croce



    CELEBRAZIONE MARIANA PER LA CONCLUSIONE DEL MESE DI MAGGIO IN VATICANO, 31.05.2011

    Si svolge questa sera alle ore 20, nei Giardini Vaticani, la tradizionale processione con la recita del Santo Rosario, a conclusione del mese mariano. Dalla chiesa di Santo Stefano degli Abissini, antistante l’abside della Basilica di San Pietro, i fedeli raggiungono la Grotta della Madonna di Lourdes. La celebrazione mariana è presieduta dal Cardinale Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Arciprete della Basilica di San Pietro.
    Alle ore 21, il Santo Padre Benedetto XVI giunge alla Grotta di Lourdes e prima di impartire la Benedizione Apostolica rivolge ai presenti le parole che riportiamo di seguito:

    DISCORSO DEL SANTO PADRE

    Cari fratelli e sorelle,

    sono lieto di unirmi a voi in preghiera, ai piedi della Vergine Santa, che oggi contempliamo nella Festa della Visitazione. Saluto e ringrazio il Signor Cardinale Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro, i Cardinali e i Vescovi presenti, e tutti voi che siete qui convenuti questa sera.
    A conclusione del mese di Maggio, vogliamo unire la nostra voce a quella di Maria, nel suo stesso cantico di lode; con Lei vogliamo magnificare il Signore per le meraviglie che continua ad operare nella vita della Chiesa e di ciascuno di noi. In particolare, è stato e rimane per tutti motivo di grande gioia e gratitudine l’avere iniziato questo mese mariano con la memorabile Beatificazione di Giovanni Paolo II. Quale grande dono di grazia è stata, per la Chiesa intera, la vita di questo grande Papa! La sua testimonianza continua ad illuminare le nostre esistenze e ci è di sprone ad essere veri discepoli del Signore, a seguirLo con il coraggio della fede, ad amarLo con lo stesso entusiasmo con cui egli ha donato a Lui la propria vita.
    Meditando oggi la Visitazione di Maria, siamo portati a riflettere proprio su questo coraggio della fede. Colei che Elisabetta accoglie nella sua casa è la Vergine che “ha creduto” all’annuncio dell’Angelo e ha risposto con fede, accettando con coraggio il progetto di Dio per la sua vita e accogliendo così in sé la Parola eterna dell’Altissimo. Come sottolineava il mio beato Predecessore nell’Enciclica Redemptoris Mater, è mediante la fede che Maria ha pronunciato il suo fiat, «si è abbandonata a Dio senza riserve ed “ha consacrato totalmente se stessa, quale ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio suo”» (n. 13; cfr CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 56). Per questo Elisabetta, nel salutarla, esclama: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto” (Lc 1,45). Maria ha davvero creduto che “nulla è impossibile a Dio” (v. 37) e, forte di questa fiducia, si è lasciata guidare dallo Spirito Santo nell’obbedienza quotidiana ai suoi disegni. Come non desiderare, per la nostra vita, lo stesso abbandono fiducioso? Come potremmo precluderci quella beatitudine che nasce da una così intima e profonda consuetudine con Gesù?

    Perciò, rivolgendoci oggi alla “piena di grazia”, le chiediamo di ottenere anche a noi, dalla Provvidenza divina, di poter pronunciare ogni giorno il nostro “sì” ai disegni di Dio con la stessa fede umile e schietta con cui Lei ha pronunciato il suo. Ella che, accogliendo in sé la Parola di Dio, si è abbandonata a Lui senza riserve, ci guidi ad una risposta sempre più generosa e incondizionata ai suoi progetti, anche quando in essi siamo chiamati ad abbracciare la croce.

    In questo tempo pasquale, mentre invochiamo dal Risorto il dono del suo Spirito, affidiamo alla materna intercessione della Madonna la Chiesa e il mondo intero. Maria Santissima che nel Cenacolo ha invocato con gli Apostoli il Consolatore, ottenga ad ogni battezzato la grazia di una vita illuminata dal mistero del Dio crocifisso e risorto, il dono di saper accogliere sempre più nella propria esistenza la signoria di Colui che con la sua risurrezione ha sconfitto la morte. Cari amici, su ciascuno di voi, sui vostri cari, in particolare su quanti soffrono, imparto di cuore la Benedizione Apostolica.



                                         Pope Benedict XVI delivers his message to faithfuls at the Lourdes Grotto in the Vatican Gardens during the celebration of a rosary event to mark the closing of the Marian month on May 31, 2011.

                                                                      Pope Benedict XVI prays at the statue of the Virgin Mary during a ceremony to mark the closure of the month dedicated to the Virgin Mary, at the Vatican gardens, Tuesday, May 31, 2011.


    [Modificato da Caterina63 01/06/2011 11:37]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    Sesso: Femminile
    00 22/04/2012 21:53
    [SM=g1740733] Benedetto XVI spiega santa Bernadetta e Lourdes

    Dopo aver ricordato i due augusti Anniversari del Santo Padre:
    www.gloria.tv/?media=278997
    www.gloria.tv/?media=280411
    fermiamoci ora ad ascoltare come Benedetto XVI ci spiega santa Bernadetta, la cui Festa cade proprio nel giorno del suo genetliaco, e come ci spiega il cuore di quelle Apparizioni.
    www.gloria.tv/?media=281795
    Prepariamoci così a vivere con nuovo ardore il mese di maggio con il santo Rosario e con Maria.


    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org


    [SM=g1740717]

    [SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    [SM=g1740717] [SM=g1740720] 30 Aprile - San Pio V (Antonio Ghislieri)
    Impegnatosi sin da giovane nella vita religiosa, entrò nell’ordine dei Domenicani a soli quattordici anni, assumendo il nome di Michele...

    www.gloria.tv/?media=284252


    ... a lui, che non volle abbandonare l'abito, la Tonaca domenicana, le Sacre Lane domenicane, si dive il fatto che da allora il Pontefice veste di bianco... mentre fino ad allora vestiva di rosso come i cardinali...
    Consiglio anche di approfondire il suo Documento sul Rosario, la Consueverunt Romani Pontifices:

    difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...
    e
    www.gloria.tv/?media=159776







    [SM=g1740717]

    [SM=g1740717]


    [SM=g1740757]



    [SM=g1740733] Vi ricordiamo anche che con il mese di Maggio abbiamo la Festa DELLA MAMMA... e quest'anno vogliamo ricordarla con la storia di santa Monica, la Mamma di sant'Agostino...

    Santa Monica e il figlio Agostino

    La storia della mamma di sant'Agostino è di una grande attualità che faremo bene a conoscere o a riscoprire così come ce l'ha raccontata proprio il grande Vescovo dalle sue Confessioni. Ricordiamo inoltre che santa Monica è dichiarata dalla Chiesa "Patrona delle Madri cristiane", usiamo bene questo patrocinio!
    www.gloria.tv/?media=284284


    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org




    [SM=g1740717]



    *********************************************************

    [SM=g1740722] Pensieri Mariani Papa Benedetto XVI
    Cari Amici, ricordandovi che abbiamo postato anche un altro video che raccoglie i Pensieri del Papa sul Rosario:
    it.gloria.tv/?media=264134
    vi offriamo ora una seconda magnifica raccolta che sarebbe buono accogliessimo come Dono della Provvidenza.

    Buona meditazione a tutti.
    www.gloria.tv/?media=287409


    Un grazie al CD Alma Mater che potrete trovare nel sito ufficiale di Radio Vaticana, del quale è stato inserito un passo bellissimo.

    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org


    [SM=g1740717]

    [SM=g1740757] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    [Modificato da Caterina63 09/05/2012 12:39]
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    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    00 01/05/2012 10:46

    Maggio: il mese mariano con Benedetto XVI



    Oggi inizia il Mese Mariano e segnaliamo una raccolta di pensieri mariani [SM=g1740721] tratti dagli insegnamenti di Papa Benedetto XVI (Omelie e Angelus) e curata dal sito della Diocesi suburbicaria di Porto Santa Rufina per gli studenti della Scuola di Teologia "Card. E. Tisserant" della Diocesi.




    [SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]


    Centinaia di fedeli al pellegrinaggio del 1°maggio a Santa Maria Di Leuca - De Finibus Terrae - organizzato dalla “Scuola Ecclesia Mater” alla presenza di S.E.R. il Signor Cardinale Raymond Leo Burke

     
     
    Un pellegrinaggio straordinario
     
    " Centinaia di fedeli provenienti da tutta la Puglia hanno partecipato al pellegrinaggio del 1°maggio a Santa Maria di Leuca (Lecce), organizzato dalla Scuola Ecclesia Mater e guidato dal zelantissimo Cardinale Raymond Leo Burke, giunto appositamente da Roma. 
    Erano presenti vari sacerdoti sia del clero secolare (tutti in abito talare) sia del clero regolare. 
    Durante la processione è stato recitato il Santo Rosario in onore della Beata e Gloriosa Vergine Maria. 
    All'entrata nella Basilica, il coro ha intonato l'Ecce sacerdos magnus e i sacerdoti si sono diretti verso il presbiterio. 
    Chissà da quanto tempo non veniva celebrata la Messa nell'antico rito romano a Santa Maria di Leuca! 
    A causa del massiccio concorso di popolo, il tempio era stracolmo di fedeli, molti dei quali non hanno trovato posto tra i banchi. 
    Durante l'omelia, Sua Eminenza, dopo aver esortato i fedeli ad imitare le virtù di San Giuseppe, ha elogiato il Sommo Pontefice per aver stimolato la nascita di un nuovo movimento liturgico. 
    Infine ha esortato a pregare affinché si riesca a raggiungere la riconciliazione con la Fraternità San Pio X. 
    Nel pomeriggio si è tenuta una breve conferenza ed è stato presentato il libro "La danza vuota intorno al vitello d'oro. Liturgie secolarizzate e diritto", scritto dal Cardinale Burke insieme al Prof. Raffaele Coppola e a Don Nicola Bux. 
    Il pellegrinaggio ha dato l'occasione a tanti fedeli legati all'antica forma liturgica di fraternizzare in santa letizia. 
    Ha colpito il lungo abbraccio fraterno tra Don Nicola Bux e Padre Gerardo, sacerdote che ha sofferto molto a causa del suo amore per la Messa tridentina. 
    La massiccia partecipazione al pellegrinaggio ha lasciato sbalorditi persino gli organizzatori. 
    Anche la stampa ha parlato di questo evento, e il Cardinale ha rilasciato un'intervista alla televisione di stato. 
    Dopo questa iniziativa e quelle analoghe realizzate negli ultimi anni in altre regioni, appare sempre più evidente che ormai sta sorgendo un nuovo movimento liturgico. 
    Il bello deve ancora arrivare, questo è solo l'inizio!"
     
     
    Foto della pagina Facebook di Fides et forma 
    (A.C.)









    Mese di Maggio: recitiamo il Santo secondo il metodo di S. Luigi Maria di Montfort

     
    Recita del S. Rosario

    secondo il metodo di S. Luigi Maria di Montfort

    In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen.V. Deus, in adiutorium meum intende.

    R. Domine, ad adiuvandum me festina. Gloria Patri.


    Orazione preparatoria. – Io mi unisco a tutti i santi che sono nel cielo, a tutti i giusti che sono sulla terra, a tutte le anime fedeli che sono in questo luogo. Mi unisco a Voi, mio Gesù, per lodare degnamente la vostra SS.ma Madre, e così lodare anche Voi in Essa e per Essa. Rinuncio a tutte le distrazioni che mi verranno durante questo Rosario, che intendo recitare con raccoglimento, modestia e devozione, come se fosse l’ultimo della mia vita.



    Misteri Gaudiosi (Lunedì e Giovedì)


    1. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Incarnazione nel seno di Maria SS.ma, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, una profonda umiltà. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero dell’Incarnazione discendete nelle nostre anime. Così sia.

    2. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della Visita della vostra SS.ma Madre alla cugina S. Elisabetta e della santificazione di S. Giovanni Battista, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la carità verso il prossimo. Così sia.

    Grazia del Mistero della Visitazione discendete nelle nostre anime. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    3. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Nascita nella stalla di Betlemme, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la povertà di spirito. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Natività discendete nelle nostre anime. Così sia.

    4. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Presentazione al Tempio e della Purificazione di Maria SS.ma, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la purezza d’anima e corpo. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Presentazione al tempio discendete nelle nostre anime. Così sia.

    5. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero del vostro Ritrovamento fra i dottori nel Tempio, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici e degli idolatri. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Ritrovamento di Gesù al tempio discendete nelle nostre anime. Così sia.

     

    Misteri Dolorosi (Martedì e Venerdì)


    6. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Agonia mortale nell’orto degli Ulivi, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la contrizione per i peccati. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero dell’Agonia mortale di Gesù discendete nelle nostre anime. Così sia.

    7. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra sanguinosa Flagellazione alla colonna, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la mortificazione dei sensi. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Flagellazione di Gesù discendete nelle nostre anime. Così sia.

    8. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Incoronazione di spine, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, il disprezzo del mondo. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero dell’Incoronazione di spine di Gesù discendete nelle nostre anime. Così sia.

    9. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Salita al Calvario carico della Croce, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la pazienza nelle tribolazioni. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Salita al calvario discendete nelle nostre anime. Così sia.

    10. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Morte in Croce, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, una buona morte. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Morte di Gesù in Croce discendete nelle nostre anime. Così sia.

     

    Misteri Gloriosi (Mercoledì e Sabato e Domenica)


    11. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra gloriosa Risurrezione dai morti, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, una viva fede. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Risurrezione discendete nelle nostre anime. Così sia.

    12. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della vostra Ascensione al cielo, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, un vivo desiderio del Paradiso. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero dell’Ascensione di Gesù al Cielo discendete nelle nostre anime. Così sia.

    13. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della discesa dello Spirito Santo su Maria SS. e gli Apostoli nella Pentecoste, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, lo zelo apostolico. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della discesa dello Spirito santo discendete nelle nostre anime. Così sia.

    14. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della Assunzione in cielo di Maria SS.ma, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, una vera devozione per la Santa Vergine. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero della Assunzione di Maria SS. discendete nelle nostre anime. Così sia.

    15. Vi offriamo, Signore Gesù, questa decina del Rosario in onore del mistero della Incoronazione in Cielo di Maria SS.ma, e vi chiediamo, per questo mistero e per l’intercessione della Vostra Santa Madre e di S. Giuseppe, la corona della perseveranza finale. Così sia.

    Pater, 10 Ave Maria, Gloria. O Gesù Mio, perdonate le nostre colpe, preservateci dal fuoco dell’inferno e portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della vostra misericordia.

    Grazia del Mistero dell’Incoronazione in cielo di Maria SS. discendete nelle nostre anime. Così sia.


    Preghiera a S. Giuseppe
    da recitarsi al termine del Rosario

    A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua santissima Sposa. Deh, per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo. Allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo, in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo Protettore. E come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del Bambino Gesù, così ora difendi la Santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità e copri ciascuno di noi col tuo continuo patrocinio, affinché col tuo esempio e col tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia.
     
    † † †


    Le Quindici promesse di Maria SS.ma ai devoti del S. Rosario

    date al Beato Alano de La Roche

    1. A tutti quelli che devotamente reciteranno il mio Rosario, io prometto la mia protezione speciale e grandissime grazie.
    2. Chi persevererà nella recita del mio Rosario riceverà grazie preziosissime.
    3. Il Rosario è un’arma potente contro l'inferno; esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.
    4. Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio. Esso sostituirà nei cuori degli uomini l’amor vano del mondo con l’amor di Dio, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni.
    5. Chi confiderà in me recitando il Rosario, non sarà soverchiato dalle avversità.
    6. Chi reciterà devotamente il Rosario, meditando i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio; se peccatore, si convertirà; il giusto crescerà nella grazia e diverrà degno della vita eterna.
    7. I veri devoti del mio Rosario, nell’ora della morte, non moriranno senza i Sacramenti.
    8. Coloro che recitano il mio Rosario, troveranno durante la loro vita e nell’ora della loro morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno dei meriti dei Beati in Paradiso.
    9. Ogni giorno libererò dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.
    10. I veri figli del mio Rosario gioiranno di una grande gloria in cielo.
    11. Tutto quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.
    12. Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.
    13. Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli durante la vita e nell’ora della morte i santi del cielo.
    14. Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.
    15. La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.





    [SM=g1740733]  Vi ricordiamo anche il ROSARIO IN LATINO  con i Misteri da meditare. 
    PENSIERI ALL'EUCARISTIA SANTISSIMA e... la preparazione alla Festa del CORPUS DOMINI.... 
    l'8 maggio SUPPLICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO DI POMPEI...NOVENA E PREGHIERE IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELLA PENTECOSTE, ALLO SPIRITO SANTO.... e alla Santissima Trinità.... non sprechiamo queste occasioni...


    [SM=g1740738]





    [Modificato da Caterina63 02/05/2012 18:40]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    Caterina63
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    00 11/05/2012 17:38
    [SM=g1740733] Benedetto XVI La Carità di Maria modello per la Chiesa

    Il 31 maggio 2007 Papa Benedetto XVI ha fatto una bellissima Catechesi sulla Carità di Maria, quale modello per la Chiesa, a conclusione del mese dedicato al Rosario di Maria.

    Ascoltiamolo!
    www.gloria.tv/?media=288109


    Movimento Domenicano del Rosario
    www.sulrosario.org
    info@sulrosario.org

    CELEBRAZIONE MARIANA PER LA CONCLUSIONE DEL MESE DI MAGGIO

    DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

    Grotta della Madonna di Lourdes nei Giardini Vaticani
    Giovedì, 31 maggio 2007



    Cari fratelli e sorelle!

    con gioia mi unisco a voi al termine di questa veglia mariana, sempre suggestiva, con la quale si conclude in Vaticano il mese di maggio nella festa liturgica della Visitazione della Beata Vergine Maria. Saluto con fraterno affetto i Cardinali e i Vescovi presenti, e ringrazio l’Arciprete della Basilica, Mons. Angelo Comastri, che ha presieduto la celebrazione. Saluto i sacerdoti, le religiose e i religiosi, in particolare le monache del Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano; come pure le tante famiglie che prendono parte a questo rito. Meditando i misteri della luce del santo Rosario, siete saliti su questo colle ove avete rivissuto spiritualmente, nel racconto dell’evangelista Luca, l'esperienza di Maria, che da Nazaret di Galilea "si mise in viaggio verso la montagna" (Lc 1,39) per raggiungere il villaggio della Giudea dove abitava Elisabetta col marito Zaccaria.

    Che cosa ha spinto Maria, giovane ragazza, ad affrontare quel viaggio? Che cosa, soprattutto, l'ha spinta a dimenticare se stessa, per spendere i primi tre mesi della sua gravidanza al servizio della cugina bisognosa di assistenza? La risposta sta scritta in un Salmo: "Corro per la via dei tuoi comandamenti, [Signore,] / perché hai dilatato il mio cuore" (Sal 118,32). Lo Spirito Santo, che rese presente il Figlio di Dio nella carne di Maria, dilatò il suo cuore alle dimensioni di quello di Dio e la spinse sulla via della carità. La Visitazione di Maria si comprende alla luce dell’evento che immediatamente precede nel racconto del Vangelo di Luca: l'annuncio dell'Angelo e il concepimento di Gesù ad opera dello Spirito Santo. Lo Spirito scese sulla Vergine, la potenza dell'Altissimo stese su di Lei la sua ombra (cfr Lc 1,35). Quello stesso Spirito la spinse ad "alzarsi" e a partire senza indugio (cfr Lc 1,39), per essere di aiuto all'anziana parente. Gesù ha appena incominciato a formarsi nel seno di Maria, ma il suo Spirito ha già riempito il cuore di Lei, così che la Madre inizia già a seguire il Figlio divino: sulla via che dalla Galilea conduce in Giudea è lo stesso Gesù a "spingere" Maria, infondendole lo slancio generoso di andare incontro al prossimo che ha bisogno, il coraggio di non mettere avanti le proprie legittime esigenze, le difficoltà, le preoccupazioni, i pericoli per la sua stessa vita. E’ Gesù che l’aiuta a superare tutto lasciandosi guidare dalla fede che opera mediante la carità (cfr Gal 5,6).

    Meditando questo mistero, noi vediamo bene che cosa significhi che la carità cristiana è una virtù "teologale". Vediamo che il cuore di Maria è visitato dalla grazia del Padre, è permeato dalla forza dello Spirito e spinto interiormente dal Figlio; vediamo cioè un cuore umano perfettamente inserito nel dinamismo della Santissima Trinità. Questo movimento è la carità, che in Maria è perfetta e diventa modello della carità della Chiesa, come manifestazione dell'amore trinitario (cfr Enc. Deus caritas est, 19). Ogni gesto di amore genuino, anche il più piccolo, contiene in sé una scintilla del mistero infinito di Dio: lo sguardo di attenzione al fratello, il farsi vicino a lui, la condivisione del suo bisogno, la cura delle sue ferite, la responsabilità per il suo futuro, tutto, fin nei minimi dettagli, diventa "teologale" quando è animato dallo Spirito di Cristo. Ci ottenga Maria il dono di saper amare come Lei ha saputo amare. A Maria affidiamo questa singolare porzione di Chiesa che vive e lavora in Vaticano; Le affidiamo la Curia Romana e le istituzioni ad essa collegate, perché lo Spirito di Cristo animi ogni compito ed ogni servizio. Ma da questo colle allarghiamo lo sguardo a Roma e al mondo intero, e preghiamo per tutti i cristiani, perché possano dire con san Paolo: "l'amore di Cristo ci spinge", e con l'aiuto di Maria sappiano diffondere nel mondo il dinamismo della carità.

    Vi ringrazio ancora per la vostra devota e calorosa partecipazione. Portate il mio saluto ai malati, agli anziani e a ciascuno dei vostri cari. A tutti imparto di cuore la mia Benedizione.




    [SM=g1740717]

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    [SM=g1740717] Preghiera canto in karaoke per Maria con Benedetto XVI
    Una Preghiera, un canto, ecco gli elementi che rendono gradevole e piena di speranza la nostra giornata....

    Movimento Domenicano del Rosario







    http://www.gloria.tv/?media=289533








    [SM=g1740757] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    [SM=g1740717] A chiusura del mese mariano, vi offriamo questo karaoke davvero bello nelle sue parole e nella musica....
    non abbandoniamo il santo Rosario! Maria stessa ci guiderà agli altri appuntamenti liturgici quali la Solennità della SS.ma Trinità, la Solennità del Corpus Domini, il mese dedicato al Cuore Divino di Gesù e al Suo preziosissimo Sangue...
    www.gloria.tv/?media=295270


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    Canto Karaoke Maria fiore della umanità


    [SM=g1740733]


    [SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    [Modificato da Caterina63 30/05/2012 12:05]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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    00 19/05/2012 20:38

    Mese mariano: la Madonna strumento per la salvezza

    Ritorna il “nostro” indimenticabile card. Siri a farci riflettere sulla Madonna con il brano conclusivo degli esercizi spirituali a suo tempo predicati per i volontari della “Pro civitate christiana”.

    La Madonna

    Parliamo della Madonna. Un corso di Esercizi senza parlare della Madonna, come si potrebbe fare? Voglio dirvi perché ne parlo. Non è sempli­cemente perché è argomento direi d’obbligo e argo­mento così insito alla pietà cristiana che non se ne può fare a meno, ma perché e’ è un altro motivo, e anche un motivo per averlo tenuto in finale.

    Il motivo è questo. Ho cercato attraverso questi SS. Esercizi di richiamarvi ad avere niente più di quel che si deve di stima al mondo e senza abban­donarlo — perché non lo possiamo abbandonare; è qui che abbiamo il campo della nostra prova —. Ho cercato di invitarvi a collocare conversatio no­stra in caelis. Vi ho indicato alcuni elementi, e ab­biamo fatto anche una specie di esercizio di con­siderare taluni argomenti dall’alto, proprio per abituarci a collocare il più alto possibile la nostra vita, la nostra abitudine mentale e il criterio di­rettivo della nostra esistenza.

    Ma tutto questo bisogna che avvenga humano modo, perché siamo uomini. Ecco l’ultimo argo­mento: humano modo. Noi non siamo esseri astratti; non siamo spiriti, ombre, angeli; siamo uomini, fatti di umanità, circondati di umanità, sospinti, tirati e sommersi dall’umanità. E pertanto il discorso sulla Vergine Madre del Signore equivale a queste due parole: tutta la conversatio in caelis, ma humano modo.

    La S. Vergine è, per via della sua caratteristica di Madre, quella che nella nostra vita permette a tutte le cose umane di diventare divine e fa sì che tutte le cose che sono divine si umanizzino e arrivino al nostro livello. Non dimenticatelo mai. Questa è l’ultima parola che vi lascio a chiu­sura degli Esercizi: la Vergine santa è il gradino per arrivare alla conversatio in caelis. Perché, per quanto noi vogliamo realizzare questa conversatio in caelis, la ragione dell’umanità che ci circonda, che ci compone, che ci sommerge, crea certa­mente una serie di problemi, di difficoltà, di ca­renze, di ombre che hanno una soluzione messa da Dio e si chiama: la Madre del Signore, la Vergine Madre di Dio.

    La caratteristica fondamentale della SS. Vergine è questa : che essa è la Madre di Dio. Qui e’ è tutto. Tutto il rimanente è per questo e in ragione di questo. Noi dobbiamo credere e ritenere per certo che nello scegliere una creatura a tale ufficio, Dio, nella sua eterna scienza dei futuri e dei fu­turibili, ha visto i motivi per scegliere Maria piut­tosto di qualunque altra creatura. Perché Iddio fa le cose bene, e tutte le cose hanno sempre una ragione eterna, e questa è la grande antifona del merito personale della Vergine. Se è stata scelta lei, la scienza dei futuri e dei futuribili ha indicato a Dio che il merito di questa Vergine la poneva dinanzi a tutto e a tutti perché fosse la prescelta. Ma tutto è in lei perché è stata la Ma­dre di Dio.

    Perché è Madre di Dio? Perché ha dato a Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, quello che danno tutte le altre madri: il corpo, e l’ha dato in modo superiore a tutte le altre madri, perché in ragione della sua verginità, per miracolo unico nel genere umano, nella storia degli uomini, è stata la causa unica in ragione della sua verginità, per cui la verginità della Vergine fa la Madonna più Madre di tutte le altre madri: cosa che non bisogna di­menticare. Essa è la Madre per eccellenza, e questo vuoi dire che è Madre in un ordine che ha tutto quello che hanno tutte le altre madri più qualche cosa di molto grande, proprio perché è Vergine.

    Perché è Madre di Dio? Perché il concetto di maternità è una relazione, è un rapporto, e il concetto di maternità lo si rivela sempre dal ter­mine del rapporto. Tutte le altre madri che cosa danno ai loro figli? Danno solamente il corpo; non danno né l’anima né la personalità ; eppure le chiamiamo solo madri del corpo del figlio o madri del figlio? Sono madri del figlio e non semplicemente madri del corpo del figlio. E dan­dogli il corpo, il rapporto, la relazione con chi è instaurata? Col termine a cui è dato il corpo, cioè con la persona del figlio, che è creata da Dio. E allora si qualificano dal termine della relazione di cui le madri pongono l’obiettivo fondamento dando il corpo: siccome lo danno alla persona del figlio, si dice che sono madri del figlio.

    E’ la stessa cosa per la Madre di Dio: essa ha dato il corpo umano al Figlio di Dio, ma a chi l’ha dato? Lo ha dato alla Persona eterna del Verbo, perché il soggetto terminale di questa rela­zione, di questo rapporto, è il Verbo stesso, non la creatura, e pertanto la relazione è contratta con lui, col Verbo. Ecco perché essa è la Madre di Dio: Theotocos.

    Voi sapete che cosa è successo quando Nestorio ha cercato di attaccare questa verità: la Chiesa si è alzata in piedi, col Concilio che ha lasciato nell’antichità l’impressione più commovente nel­l’anima del popolo cristiano, il Concilio Efesino. E’ successo questo: che quando hanno proclamato la divina maternità della Madonna contro l’eresia di Nestorio, il popolo, che sente sempre la Madre, sempre, ha fatto ciò che non ha fatto per nessun altro Concilio, il popolo di Efeso si è armato di torce — la sera del giorno in cui è stata fatta la definizione finale e la condanna di Nestorio — ed è andata a prendere i Padri del Concilio e li ha portati in trionfo al chiarore delle torce. Tutto quello che fa grande la Vergine è che è Madre di Dio: tutti gli altri privilegi sono stati dati ad essa perché è Madre di Dio; Vergine perché è Ma­dre di Dio; Immacolata perché è Madre di Dio.

    Ma io vi ho detto che essa è il gradino; è quel­l’elemento che porta la humanitas nella conversatio nostra in caelis e permette che, ad onta della nostra umanità, noi possiamo vivere in modo tale da dire che la vita nostra est conversatio in caelis. Debbo dire la ragione. Guardate dov’è la ragione. Maria è stata il gradino di tutto. Per quale motivo S. Luca e S. Matteo hanno dato la genealogia di Gesù Cristo? Per quale motivo S. Paolo ha fatto un così vivo riferimento a quella genealogia dicendo chiaro che Gesù Cristo è « fat­to » da Adamo, è fatto dalla carne, è fatto da una donna (Gai. 4. 4)? Perché Gesù Cristo è stato in grado di riversare capacità divine nel genere uma­no e togliere il peccato che gli uomini non po­tevano togliere perché li superava? Perché Gesù Cristo ha preso sopra di sé il peccato di tutti gli uomini? Ma credete che sia una cosa semplice? Per quale motivo Gesù Cristo ha potuto prendere sopra di sé il peccato di tutti gli uomini e quindi, come dice S. Paolo, ha potuto ricapitolare il genere umano in sé stesso e fare la sostituzione vicaria, che è l’aspetto più commovente della Pas­sione del Signore? La ragione è che Gesù Cristo poteva rappresentare tutti gli uomini. Ma per quale motivo Gesù Cristo poteva rappresentare tutti gli uomini e pertanto ricapitolarli in sé stesso? Li poteva rappresentare tutti, gli uomini, perché lui apparteneva alla famiglia umana, il che vuoi dire che non era soltanto della specie umana, corpo e anima come noi; no, non sarebbe stato sufficiente questo; sarebbe mancato il col­legamento; sarebbe stato collegato al genere uma­no come poteva essere collegato, se ci fossero, ai marziani. Era necessario questo collegamento fisico: bisognava che egli fosse tìsicamente, per la generazione, collegato con Adamo, capo del genere umano e primo peccatore e responsabile, e collegato con tutti gli altri uomini, ma collegato tìsicamente : perché è la colleganza fisica che rende gli uomini fratelli. E allora Gesù Cristo ha potuto rappresentare tutto il genere umano perché lui ha appartenuto, non solo alla specie umana, ma alla famiglia umana, e vi ha appartenuto in modo da essere collegato tìsicamente con tutti gli uomini.

    E’ per questo che S. Paolo insiste : « factum sub lege ». Factum ; badate bene che è persino, si direbbe, grossolana la parola, ma necessaria: « fatto da una donna ». E’ stato inserito nella fa­miglia umana, collegato tìsicamente con tutti gli uomini da redimere perché ha avuto il corpo umano per generazione naturale, salva la verginità della Madre. E così, per via della Madre, ecco l’anello, ecco il punto senza il quale si romperebbe tutta la catena; e per via della Madre, e soltanto per via della Madre, è stato collegato a tutti gli uomini ed è collegato a noi.

    Io vi prego di osservare questa catena. La Ver­gine Madre di Dio è l’anello che lega tutto, tutto. Se si spezzasse questo anello, io non potrei essere redento, non potrei essere cristiano, non potrei avere la grazia, non potrei salvarmi. Tutto passa di là. C’è qualcuno che ha da obbiettare qualche cosa? Ma se Dio ha voluto così! Ve l’avevo detto che quello è il gradino, perché è Madre: tutto è lì. Ecco come e perché la Vergine entra, ed entra in quell’ordine di cose, di clementi che io ho prospettato fin dall’inizio di questa nostra conver­sazione. La Madre. Bisogna vederla così : Mater Dei.

    Mi piace che quest’immagine della Madonna abbia il Bambino in braccio. Dobbiamo ricordarci che nella iconografia la Vergine, finché i tempi sono stati profondamente cristiani, non è stata mai separata dal Figlio, perché è la Madre. Sulla fine del ’300 e nel ’400 soprattutto, per opera del­l’Umanesimo, si è cominciato a rappresentare la Vergine Madre senza il Figlio. Non dico che sia un errore teologico, no; si può rappresentare, è chiaro. Ma non è mai l’immagine più completa della Madonna, perché essa è tutto quello che è perché è la Madre. E tutto ciò che essa rappre­senta per noi, lo rappresenta perché è la Madre.

    Voi sapete che la interpretazione data da tutta la tradizione cattolica, e pertanto accettabile, al brano che ci viene riportato al cap. 19 delI’Evangelo di Giovanni, ci indica che Gesù Cristo l’ha data per madre a noi, e quindi è nostra Madre. Gesù dalla croce dice alla Madre, accennando con la testa a Giovanni : « Donna, ecco tuo figlio », e a Giovanni, accennando con la testa alla madre: « Ecco tua madre ». Egli allora agì umanissima­mente, come se non fosse stato Figlio di Dio, come se non avesse avuto nessuna risorsa in mano, perché Gesù Cristo, per quel che lo riguardava, si è sempre diportato così: non ha mai voluto fare miracoli per accomodarsi le cose, mai, nem­meno per cambiare prima del tempo la testa ai discepoli, i quali il giorno in cui è andato in ciclo gli han dato, alcuni di loro almeno, uno spettacolo che avrebbe fatto perdere la pazienza a chiunque. Ha sempre voluto mantenere le cose che lo riguar­davano direttamente nell’ambito delle umane pos­sibilità. Non ha mai cambiato, lui, le pietre in pane per sveltire una questione economica. No. Mai. Ha cambiato l’acqua in vino per gli altri, per tenere una comitiva di buona gente onesta­mente allegra a un pranzo di nozze. Ma per sé no. E allora Gesù Cristo, che anche sulla croce è ri­masto coerente a essere perfettamente uomo, ha provveduto a sua Madre come se non avesse nulla in mano. E l’ha raccomandata al discepolo, al­l’unico presente. Chi c’era d’altri? Pietro? Se l’era data a gambe dopo uno spettacolo che non gli ha fatto onore. Quanto agli altri, eh! hanno cammi­nato ancora più di Pietro; perché Pietro almeno ha avuto il coraggio di seguirlo fino all’atrio.

    E allora Gesù, come un qualunque condannato a morte — come sono commoventi questi limiti piccoli, questo ridursi a una umanità — come un qualunque condannato a morte, senza prospettive qui in terra, con una Madre che rimaneva sola, l’ha lasciata a Giovanni. Quelli che dicono: gli altri figli! Ma se c’erano degli altri figli, l’avrebbe lasciata a loro !

    Ma tutto questo, in una interpretazione cattolica che ha tale fondamento da poter essere accettata, significa, e del resto la storia di poi lo dimostra, che l’ha data a noi come Madre. Ce l’ha data Gesù Cristo, il che è coerente con tutta la dottrina della comunione dei santi, con tutto il ritmo divino che si mantiene inalterato in tutti i diversi piani della redenzione. Maria è la madre. Badate che come Madre nella nostra vita ce l’ha messa Iddio. E noi che cosa dobbiamo fare? Ritenerla così; è nostra Madre, quella che permetterà che noi arriviamo alla conversatio in caelis in tanti mo­menti e in tante aridità; e quando le cose divine saranno difficili, e quando le cose umane saranno difficili e tra loro ripugnanti; e quando le cose divine saranno sul margine dell’aridità ; e quando le cose umane saranno in pieno deserto. E’ lei la Madre! Lasciatela entrare così nella vostra vita, ma pienamente, sempre, ogni giorno. Noi dobbiamo ricordarci di essere figli, cioè piccoli.

    Guardiamoci un po’. Passano gli anni, sì, ma abbiamo sempre bisogno di una maternità sopra di noi. In fin dei conti i ricordi più belli della vita di ogni uomo sono quelli di sua madre. Egli cresce, potrà diventare grande, dotto, pieno di arie, ma è sempre bambino, sempre, e ha sem­pre bisogno di una madre.

    Quando eravamo piccoli, avevamo paura a star soli. E allora si chiamava: mamma! Quando era­vamo piccoli, il buio ci intimoriva e ci faceva stril­lare; probabilmente abbiamo obbligato nostra ma­dre a vegliarci finché non avevamo chiuso gli occhi perché avevamo paura del buio. Oggi ci sono altre solitudini; oggi non piangiamo più se andiamo in una camera la sera o siamo soli; ma ci sono ben altre solitudini, ben altre solitu­dini che si chiamano aridità. Ci sono ben altre ombre, ben altri problemi, che possono essere tutti quanti simboleggiati dalla notte e dalle ombre della notte. E allora abbiamo bisogno di una ma­dre. Questo bisogno non finisce mai, mai.

    A certi termini propri dell’infanzia se ne so­stituiscono altri ai quali forse una madre terrena non può bastare, per quanto rimanga sempre in­credibilmente grande. Quando eravamo piccoli e venivano i temporali e c’erano i tuoni e i fulmini, scappavamo terrorizzati; ma quando si trovava nostra madre, era finita la paura. Oggi probabil­mente non abbiamo più paura dei temporali e dei fulmini. Ma ci sono altri temporali, altri ful­mini. E noi rimaniamo sempre eternamente pic­coli, siamo impenitentemente piccoli. Quando era­vamo bambini, non avvertivamo mai alcun peri­colo, se eravamo in braccio a nostra madre. Qualunque cosa succedesse, bastava che ci pren­desse in braccio. Basta! finiva tutto.

    Ho letto una volta su un giornale che un ope­raio americano, dovendo riparare non so che ag­geggio sulla cima più alta di un grattacielo di New York, che doveva essere di 360 metri o giù di lì, si è portato lassù il suo bambino di 2-3 anni, si è attaccato all’asta che doveva riparare e e’ è andato col bambino. E a un certo punto, mentre si teneva all’asta con una mano, tenendo il bam­bino con l’altra, l’ha sporto fuori, nel vuoto. E il bambino rideva. Ci si accappona la pelle a pen­sarci. I giornalisti, quando i due sono scesi, sono corsi a interrogare il bambino di 2-3 anni: « Di’, non hai avuto paura? » II bambino rispose : « No, ero con papà ». E’ perfettamente logico. Quando un bambino o con sua madre, con suo padre, non ha più paura di nulla. Gli altri continueranno ad aver paura, lui no.

    Abbiamo avuto bisogno anche noi, mille volte, di poter saltare in braccio a qualcuno che ci stringesse; e una volta che siamo stati in braccio a qualcuno, non abbiamo più avuto paura. Ma l’abbiamo tanto anche adesso questo bisogno, mol­to di più di quando eravamo piccoli, molto di più, credete! Vi sono tante cose umane che a un certo punto si fanno aride, sabbiose, si fanno senza umore, senza luce, si fanno pesanti e ci tolgono la forza, e tremano le gambe, vacillano, non sap­piamo più dove appoggiarci. E quante volte ci sono delle cose divine che abbagliano, acciecano, impauriscono. Volontà di Dio: sono cose divine; ma come si fa a far questo? E’ tremendo! Come si fa a portare sto peso? Eh! bisogna trovare un braccio che ci pigli su, non c’è niente da fare! Tutta la vita. Guai al cristiano che non capisce questi termini umani della sua esperienza, questi termini reali delle sue proporzioni. Potrebbe essere paragonato a uno che debba mangiare e gli man­chino tutti i denti.

    La verità è questa: l’anello, ve l’ho fatto vedere teologicamente, l’anello, aperto il quale si rompe tutta la catena, chiuso il quale tutta la catena sta, è la Madre. E rimane così. Il ritmo divino è che quello che fu « ab initio » sempre debba essere così. Quello che è stato nel Vangelo si protrae come un piano che faccia la sua proiezione all’in­finito. Guai se noi dimentichiamo che siamo sem­pre dei bambini ! Diventiamo grandi, ci danno delle responsabilità, qualche volta ci siedono in trono. Io dico a me stesso: se avessi solo la paura che avevo da bambino! Beh! di paura non ne provo tanta, ma di casi da aver paura, ne avessi solo tanti quanti ne avevo da bambino, sì che salterei, canterei, folleggerei! Come ci si sente piccoli! Sempre più piccoli. Quando crescono le cose in­torno a noi, noi si diventa sempre più piccoli. Siamo dei bimbi! non c’è niente da fare. E abbiamo bisogno di una mamma. Ricordatevi che questa Madre c’è, e interviene sempre.

    Io vi invito a leggere, quando potrete, la vita postuma della Madre di Dio. La vita della Beata Vergine Maria ha un capitolo, e quello sta in ciclo, e di quello cantiamo lode sine fine e va bene; a vedere non ci andiamo, perché per adesso non si può. Ma vi sono altri due capitoli quaggiù. Uno è la sua vita, della quale sappiamo poco, ma tanto quanto basta per entrare in una venerazione immensa per lei. E poi c’è un’altra vita sua, un altro capitolo, la parte postuma, dal momento in cui è andata in ciclo fino a noi, fino a oggi, fino alla fine dei tempi, quaggiù in terra.

    Essa viene a passeggiare sulla terra. Viene sul serio. Tutte le apparizioni della Madonna! A fare questa storia e a vederla nell’insieme, è commo­vente. Ho già avuto occasione di accennarvi, par­landovi del Regno di Dio, di quel tale dispositivo strategico che è stato fatto al tempo della Riforma protestante, che ha protetto l’Italia e gli altri paesi cattolici; quei santuari sorti poco prima o poco dopo, messi proprio ai valichi. Per esempio, chi legge la storia della Svizzera del XVI e XVII secolo, fino alla metà, capisce perché c’è stato il santuario di Tirano, messo lì, allo sbocco, dove scendevano abitualmente. Piantato lì, e li ha fer­mati. C’è stato un momento che la Valtellina era già in mano dei protestanti, ed è stato quel san­tuario che ha salvato la Valtellina. E dappertutto così. E’ commovente.

    Un giorno, nel Messico, e fosse stato un giorno solo!, tutti i giorni nel Messico i signori spagnoli d’allora, al seguito di Cortes e di Pizarro, facevano discriminazione tra americani e messicani, indigeni (M paese e spagnoli di razza bianca. Li volevano convenire, ma non avevano superato le barriere razziali. Pensate che nell’America del Sud il motivo per cui ancora oggi mancano sacerdoti è dovuto al fatto che non accettavano al sacerdozio gli in­digeni del paese. Guardate che cosa succede : arriva la Madre. Appare nel ’500, pochi anni dopo, a Gua-dalupe, e appare a un indiano al quale da ordine di trasmettere la sua volontà a chi comanda. Non credono che la Madonna abbia parlato a un in­diano ; lo guardano con l’occhio del cànone. Ma arriva lei. E sorge così il primo santuario mariano di tutto il nuovo mondo, quasi a indicare che bianchi e neri sono uguali.

    A ricordare tutti gli altri avvenimenti c’è da commuoversi. C’ è insita una poesia, un disegno da cui esce fuori un palpito da lasciare estasiati. Le finezze di questo intervento sono di una grazia inarrivabile. Ci sono tanti momenti dell’anima, che noi conosciamo, in cui il gradino per poter salire è soltanto lei. Ricordatevi di lei, lasciatela entrare come le si conviene, da Madre.

    In una Udienza di S. S. Papa Giovanni XXIII, a un tratto il S. Padre mi disse : « La vede quella Madonna? Vicino a Sotto il Monte c’è quella im­magine della Madonna. La Vergine in piedi, e il Bambino a cui da la mano. Il Bambino è grande e la Madonna gli porge la mano ».

    Dare sempre la mano alla Madonna : ricordatelo ! Il gesto che vi permetterà di superare, di rischiare, di completare, di addolcire, di vincere, di convin­cere, di fortificare, di sostenere, di rimanere di­ritti, di non perdere l’equilibrio; il gesto, ricordatevelo, ricordatevelo sempre, che vi permetterà di mantenere quella conversatio in caelis che è stata l’oggetto di questi Esercizi Spirituali sarà sempre questa: tenete la vostra mano nella mano della Madre di Dio.

    **************************************

    [SM=g1740717] [SM=g1740720] Come fece Maria a credere?

     

    Riflessione di Padre Manelli sul primo mistero gaudioso del Rosario

     

    di padre Stefano M. Manelli F.I.

    ROMA, venerdì, 18 maggio 2012 (ZENIT.org).- La Fede è la prima delle virtù teologali. È il fondamento della vita cristiana.

    «Senza la fede è impossibile piacere a Dio», ha scritto san Paolo (Eb 11,6). I Martiri e i Santi di ogni tempo sono stati i giganti della Fede intrepida e vittoriosa. Per mezzo della Fede essi hanno sopportato ogni sorta di torture, hanno superato ogni sorta di dolori. «So a chi credo», diceva ancora san Paolo (2 Tm1,12), affrontando lotte e pericoli nel suo lavoro di evangelizzazione.

    Meditando sul primo mistero gaudioso del Rosario noi possiamo contemplare e ammirare la fede sublime della Madonna. Ella non solo ebbe la fede dei Martiri e dei Dottori della Chiesa, ma il 1° mistero gaudioso superò di gran lunga singolarmente e anche tutti insieme.

    A che cosa, infatti, Ella dovette credere all’annuncio dell’Angelo Gabriele? A che cosa Ella aderì,dicendo il suo umile Fiat?

    Riflettiamo. L’Angelo Gabriele veniva a proporle cose sovraumane e strabilianti come queste: diventare Madre restando sempre Vergine intatta; diventare Madre del «Figlio dell’Altissimo», ossia Madre di Dio; diventare Madre del Redentore e Salvatore del genere umano; diventare Madre universale, quale Corredentrice e Mediatrice.

    Orbene, la Madonna nell’Annunciazione credette a tutte queste realtà ineffabili, accettò tutto questo, da sola, senza nessun consiglio, nessun appoggio, nessun indugio. Anzi, credette con dedizione pronta e umile: «Ecco l’ancella del Signore...» (Lc 1,38). «Cosciente di tanta grandezza, e di tanto peso - insegna luminosamente il papa Pio XII - la Vergine, senza esitare, risponde di sì all’Angelo».

    E chi può dire poi con quale fede Ella accolse il Verbo nel suo seno verginale? Con quale fede Ella lo adorò come suo Dio fatto suo Figlio?

    Se noi pensiamo con ammirazione alla fede amorosa e adorante dei Santi nel fare la Santa Comunione, che cosa sarà stata la fede amorosa e adorante della Madonna nella sua Prima Comunione all’atto dell’Incarnazione del Verbo nel suo grembo verginale?

    Inoltre, anche durante tutti gli anni vissuti con Gesù, la vita della Madonna fu una sublime vita di fede in crescita ardente e continua. Insegna molto bene sant’Alfonso de’ Liguori con la sua solita luminosa semplicità: «Vedeva ella il suo Figlio nella stalla di Betlemme, e lo credeva il creatore del mondo. Lo vedeva fuggire da Erode, e non lasciava di credere ch’egli era il Re dei re. Lo vide nascere e lo credé eterno.Lo vide povero, bisognoso di cibo, e lo credette Signore dell’universo: posto sul fieno e lo credette Onnipotente. Osservò che non parlava, e credette ch’egli era la Sapienza infinita. Lo sentiva piangere, e credeva essere egli il gaudio del paradiso. Lo vide finalmente nella morte, vilipeso e crocifisso, ma benché negli altri vacillasse la fede, Maria stette sempre ferma nel credere ch’Egli era Dio».

    Uno degli insegnamenti che la Madonna ci dona in questo primo mistero riguarda la nostra vita di fede. Dobbiamo credere con prontezza e umiltà tutto ciò che Dio ci ha rivelato «e la Santa Chiesa ci propone a credere». Dobbiamo credere a ciò che ci fa piacere, come il Paradiso, e a ciò che ci fa dispiacere, come l’Inferno. Dobbiamo credere a costo di qualsiasi cosa, fosse pure la vita. Altrimenti, la nostra fede è una fede inconsistente o interessata, egoistica, di comodo.

    Guai!

    Quando san Massimiliano M. Kolbe fu deportato nel carcere di Varsavia, durante uno dei controlli, l’ufficiale che ispezionava, appena vide il Santo con l’abito religioso indosso, divenne furente, si avvicinò a lui, gli afferrò il crocifisso che pendeva dal Rosario sul fianco, e gli gridò con rabbia: «Credi tu a questo?». «Si, certo!», rispose il Santo.

    Un terribile pugno al viso fu la risposta dell’ufficiale, che aggiunse subito dopo: «E adesso, ci credi ancora?». «Sì, certo!», rispose di nuovo il Santo.

    Un altro pugno sulla bocca e altri pugni ancora furono la vendetta bestiale di quel crudele aguzzino contro la testimonianza di fede eroica dell’intrepido cavaliere dell’Immacolata.

    Che cosa dire, ora, della nostra fede così debole e fredda? E che cosa dire dei tanti uomini che non credono e non vogliono credere in nulla?

    Chiediamo alla Madonna di aumentare la nostra fede, di rafforzarla e perfezionarla, di renderla simile alla sua che le meritò il grido di santa Elisabetta: «Beata te che hai creduto!» (Lc 1,45).

    Chiediamo alla Madonna di ottenere il dono della fede a tanti uomini che non ce l’hanno...

    Ripetiamo anche noi spesso la breve preghiera che l’Angelo insegnò ai tre pastorelli di Fatima: «Mio Dio, io credo, adoro, spero e vi amo. Domando perdono per tutti quelli che non credono, non adorano, non sperano e non vi amano».

    *Per ogni approfondimento: Padre Stefano Maria Manelli, “O Rosario benedetto di Maria!” (Casa Mariana Editrice)



    [SM=g1740738] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    [Modificato da Caterina63 20/05/2012 00:11]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
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    00 21/05/2012 23:12

    TRIDUO A MARIA AUSILIATRICE -primo giorno-



    Per il triduo a Maria Ausiliatrice di quest'anno, gli spunti per le meditazioni sono tratti dall'opuscolo "MERAVIGLIE DELLA MADRE DI DIO INVOCATA SOTTO IL TITOLO DI MARIA AUSILIATRICE", scritto da Don Bosco nel 1868.
     
    Buona preghiera a tutti!



     
    Quadro di Maria Ausiliatrice- Cappella dell'Istituto delle FMA-Soverato

    Maria Ausiliatrice

    PREGHIERA ALLA MADONNA
    composta da San Giovanni Bosco

    O Maria, Vergine potente,
    Tu grande illustre presidio della Chiesa;
    Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
    Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
    Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
    Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
    difendici dal nemico e nell'ora della morte
    accogli l'anima nostra in Paradiso!
    Amen
     
     "Il titolo di Auxilium Christianorum attribuito all'augusta Madre del Salvatore non è cosa nuova nella Chiesa di Gesù Cristo. 
    Negli stessi libri santi dell' antico testamento Maria è chiamata Regina che sta alla destra del suo Divin Figliuolo vestita in oro e circondata di varietà (salmo 45) .
    Questo manto indorato e circondato di varietà sono altrettante gemme e diamanti, ovvero titoli con cui si suole appellare Maria. 
    Quando pertanto chiamiamo la Santa Vergine aiuto dei cristiani, non è altro che nominare un titolo speciale, che a Maria conviene come diamante sopra i suoi abiti indorati. 
    In questo senso Maria fu salutata aiuto dei cristiani fino dai primi tempi del Cristianesimo.

    Una ragione per altro tutta speciale per cui la Chiesa vuole negli ultimi tempi segnalare il titolo di Auxilium Christianorum è quello che adduce Monsignor Parisis colle parole seguenti: « Quasi sempre quando il genere umano si è trovato in crisi straordinarie, fu fatto degno, per uscirne, di riconoscere e benedire una nuova perfezione in questa ammirabile creatura, Maria SS. che quaggiù è il più magnifico riflesso delle perfezioni del Creatore. » .


     
    Don Bosco amava moltissimo la preghiera della "Salve regina".
    In essa invochiamo Maria con l'appellativo di "Avvocata nostra", che, volendo, si può bene intendere come un'integrazione, un "approfondimento" del titolo "Aiuto dei Cristiani".
    Colei che è nostro aiuto, lo è principalmente perché viene in nostro soccorso, in nostra difesa, si schiera dalla nostra parte per ottenerci il vero bene...è la nostra avvocata, particolarmente, come don Bosco accenna, nei momenti delle crisi personali, sociali, religiose, culturali, economiche.
     
    C'è qui un filo rosso -uno stupendo filo rosso- che collega Maria e la Trinità nell'ottica della nostra "difesa".

    Prima di tutto, Dio Padre è il nostro "difensore": il difensore dell'uomo da Lui creato e che nonostante la caduta continua a "seguire" passo passo per condurlo alla "pienezza del tempo" in cui sarebbe venuto Cristo Redentore.
    Il Padre ci viene presentato, specialmente nell'AT come difensore delle categorie socialmente più deboli: vedove e orfani (Sal 68, 6-7)....quelle persone che nessun avvocato, nessun giudice umano avrebbe realmente difeso in giudizio (clamoroso è al riguardo la parabola della vedova importuna e del giudice disonesto... (Lc 18,1-8).
    Questo a simboleggiare che Dio non si dimentica delle Sue creature, ma le custodisce, le protegge sempre...
    Nel NT poi, è Gesù che ci rivela questo volto amorevole di un Dio Padre che difende i più piccoli i "bambini", perché infatti, proprio ai piccoli Egli rivela i misteri del Suo Regno!
     
    Il discorso viene approfondito anche da Giovanni.

    Nella prima lettera di San Giovanni, si legge infatti:

    "Se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: 
    Gesù Cristo giusto".
    (1Gv 2,1)

    Gesù è quella "destra che salva" l' uomo  e di cui parla il salmo 138.
     
    Ci salva perché, come dice sempre San Giovanni "Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati, non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo". (1Gv 2, 2).

    Gesù, che con l'Ascensione da poco celebrata, è salito al Cielo, per non lasciarci "orfani" (Gv 14) ci ha donato lo Spirito Santo, che ci guiderà alla verità, ci aiuterà a capire come difenderci quando saremo accusati per causa della fede, sosterrà il nostro credere e ci guiderà in ogni istante della vita; lo Spirito che, insomma, a ben titolo possiamo definire anche come nostro "avvocato".
     
    Tirando le somme, si evince che Dio è da sempre nostro "avvocato", difensore: Lo è stato quando ci ha creati e aveva messo in guardia Adamo ed Eva dal mangiare il frutto dell'albero "proibito"; Lo è stato quando, nonostante il peccato, si è fatto carico delle categorie più deboli e degli uomini mossi da vera fede; ci ha poi donato l'avvocato che siede alla sua destra, cioè il Cristo; infine, Dio Figlio, ci ha mandato lo Spirito Santo.
     
    In quest'ottica trinitaria di "nostra difesa" anche Maria Santissima assume un ruolo importantissimo.
    Maria che è Onnipotente per Grazia, già nei salmi viene presentata come colei che sta alla destra del Figlio:

    "Figlie di re stanno tra le tue predilette;

    alla tua destra la regina in ori di Ofir".

    (Sal 45, 10)

    Il Salmo 45 è proprio quello a cui fa riferimento don Bosco: in esso la Vergine viene presentata come Regina rivestita di gemme e d'oro, che sta alla destra del Figlio...il quale (lo leggiamo anche nei Vangeli) sta alla destra di Dio...
    Insomma: il nostro Avvocato -Gesù Cristo- siede alla destra di Dio Padre ed intercede per noi, la Vergine siete alla destra del Figlio e tutte le nostre richieste di aiuto, potremmo dire in termini semplici....passano prima attraverso di lei, sono da lei portate al Figlio, nostro unico Mediatore con Dio!
     
    Di Gesù, leggiamo in San Giovanni, che è nostro avvocato perché "Giusto e vittima di espiazione".
    Anche di Maria possiamo dire cose simile: lei, piena di Grazia, ha vissuto da "giusta" e con il suo SI',ha accettato di condividere con il Figlio il peccato del mondo...lei, che era senza peccato, ha sofferto con Gesù, ha accettato l'immolazione del Figlio...
    Maria ha "offerto" per noi le sue sofferenze in unione a quelle di Cristo.
    Ecco perché, a buon diritto, è la nostra avvocata...che intercede per noi, come fece a Cana di Galilea per gli sposi novelli, affinché non ci venga a mancare il "vino", sia cioè quello che oggi ci è necessario qui in terra, sia il "vino" delle nozze eterne con Gesù....

    [SM=g1740750] [SM=g1740752]

    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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    Caterina63
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    00 31/05/2012 14:25
    Con la Festa di Pentecoste celebrata Domenica scorsa, si conclude il TEMPO PASQUALE e si ritorna nel Tempo Ordinario... che "riaparte" con la Festa, domenica, della SANTISSIMA TRINITA'.... e quindi entriamo anche nel vivo della DEVOZIONE DEL SACRO CUORE DI GESU' E DEL CORPUS DOMINI.....

    Vi invitiamo così a meditare su questi altri link dal Monastero:


    Festa e Adorazione del CORPUS DOMINI

    "Mensis Eucharisticus" riedizione di un prezioso supporto per la Messa e la meditazione Eucaristica

    Con Gesù davanti all'Eucarestia

    29 giugno Festa dei Santi Pietro e Paolo la Catechesi del Pontefice

    20/29 giugno Novena a san Pietro

    Spirito Santo, Terza Persona della SS.ma Trinità (Novena e Preghiere)

    Litanie Domenicane, Lauretane, al Cuore di Gesù, ecc...

    PRIMO VENERDI' DEL MESE (pratica, preghiera, tradizione)

    L'IMPORTANZA DELLA PREGHIERA E LA PREGHIERA, NUOVO CICLO CATECHESI DI BENEDETTO XVI

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    Festa della Visitazione di Maria. Il Papa chiude il mese di maggio nei Giardini Vaticani (Radio Vaticana)


    Festa della Visitazione di Maria. Il Papa chiude il mese di maggio nei Giardini Vaticani


    Questa sera, nella Festa della Visitazione di Maria, il Papa, come da tradizione, chiude nei Giardini Vaticani il mese di maggio. Il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano guiderà la processione e la recita del Santo Rosario dalla Chiesa di Santo Stefano degli Abissini alla Grotta della Madonna di Lourdes. Poi, alle 21.00, Benedetto XVI raggiungerà la Grotta rivolgendo la sua parola ai presenti. Ma ripercorriamo alcune riflessioni pronunciate dal Papa in questi anni in occasione della chiusura del mese dedicato a Maria. Il servizio di Debora Donnini:


    Maria e la cugina Elisabetta. Sono le due figure al centro del Vangelo di oggi, Festa della Visitazione. Negli anni la riflessione di Benedetto XVI ripercorre, con diverse sfaccettature, questo straordinario momento di incontro fra Elisabetta che in tarda età aspetta un figlio e Maria che corre verso la cugina in Giudea. La Vergine ha appena ricevuto l’annuncio dell’Angelo, “ha creduto” e “ha risposto con fede, accettando con coraggio il progetto di Dio per la sua vita e accogliendo così in sé la Parola eterna dell’Altissimo”:


    “Rivolgendoci oggi alla 'piena di grazia', le chiediamo di ottenere anche a noi, dalla Provvidenza divina, di poter pronunciare ogni giorno il nostro 'sì' ai disegni di Dio con la stessa fede umile e schietta con cui Lei ha pronunciato il suo. Ella che, accogliendo in sé la Parola di Dio, si è abbandonata a Lui senza riserve, ci guidi ad una risposta sempre più generosa e incondizionata ai suoi progetti, anche quando in essi siamo chiamati ad abbracciare la croce”. (Discorso del 31 maggio 2011)


    La fede di Maria, dunque, al centro, ma anche il suo viaggio “in fretta verso la regione montuosa, in una città della Giudea”, come ricorda il Vangelo di Luca. Benedetto XVI lo definisce “un autentico viaggio missionario”. “La nostra, come singoli e come Chiesa – sottolinea - è un’esistenza proiettata al di fuori di noi”. Maria quindi raggiunge e dà aiuto alla cugina Elisabetta che “diventa così il simbolo di tante persone anziane e malate” . Maria , che si era definita serva del Signore, “serve il Signore che incontra nei fratelli”, ma il vertice della sua carità consiste nel far incontrare Cristo:


    “Gesù è il vero e unico tesoro che noi abbiamo da dare all’umanità. È di Lui che gli uomini e le donne del nostro tempo hanno profonda nostalgia, anche quando sembrano ignorarlo o rifiutarlo. È di Lui che hanno grande bisogno la società in cui viviamo, l’Europa, il mondo intero”. (Discorso del 31 maggio 2010)


    Elisabetta al vedere Maria sente che il bambino nel suo grembo esulta di gioia e chiama “beata” sua cugina. A loro volta le parole di Elisabetta accendono in Maria un cantico di lode, il Magnificat che il Papa definisce “un’autentica e profonda lettura ‘teologica’ della storia”, una lettura che anche noi dobbiamo continuare ad imparare da Lei:


    "L’anima mia magnifica il Signore. Maria riconosce la grandezza di Dio. Questo è il primo indispensabile sentimento della fede; il sentimento che dà sicurezza all’umana creatura e la libera dalla paura, pur in mezzo alle bufere della storia”. (Discorso del 31 maggio 2008)


    Dunque “Maria ‘vede’ con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia. Per questo è beata , perché ha creduto”:


    “La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni, resta la più vera e profonda interpretazione della storia, mentre le letture fatte da tanti sapienti di questo mondo sono state smentite dai fatti nel corso dei secoli”. (Discorso del 31 maggio 2008)


    Nel 2009 la conclusione del mese mariano cade alla Vigilia di Pentecoste. E il Papa traccia, dunque, il legame fra Maria e lo Spirito Santo. La fede della Vergine spinge anche noi “a riconoscere la presenza dello Spirito Santo nella nostra vita, ad ascoltare le sue ispirazioni e a seguirle docilmente”:


    “Nella Pentecoste, la Vergine Madre appare nuovamente come Sposa dello Spirito, per una maternità universale nei confronti di tutti coloro che sono generati da Dio per la fede in Cristo. Ecco perché Maria è per tutte le generazioni immagine e modello della Chiesa, che insieme allo Spirito cammina nel tempo invocando il ritorno glorioso di Cristo: 'Vieni, Signore Gesù' (cfr Ap 22,17.20)”. (Discorso del 30 maggio 2009)


     Radio Vaticana

    Il Papa: Tutti abbiamo sempre da imparare dalla nostra Madre celeste: la sua fede ci invita a guardare al di là delle apparenze e a credere fermamente che le difficoltà quotidiane preparano una primavera che è già iniziata in Cristo Risorto

     
    CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO NEI GIARDINI VATICANI 31.5.2012


    PAROLE DEL SANTO PADRE



    Cari fratelli e sorelle,


    sono sempre molto lieto di partecipare a questa veglia mariana in Vaticano, un momento che, anche con la presenza di tante persone, ha sempre un carattere intimo e familiare. Il mese che la devozione dei fedeli dedica in modo tutto particolare al culto della Madre di Dio si chiude con la festa liturgica che ricorda il «secondo mistero gaudioso»: la visita di Maria alla parente Elisabetta. Questo evento è caratterizzato dalla gioia espressa dalle parole con le quali la Vergine Santa glorifica l’Onnipotente per le grandi cose che Egli ha compiuto guardando all’umiltà della sua serva: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore» (Lc 1, 46).
    Il Magnificat è il canto di lode che sale dall’umanità redenta dalla divina misericordia, sale da tutto il popolo di Dio; in pari tempo è l’inno che denuncia l’illusione di coloro che si credono signori della storia e arbitri del loro destino.

    Al contrario, Maria ha posto Dio al centro della propria vita, si è abbandonata fiduciosa alla sua volontà, in atteggiamento di umile docilità al suo disegno d’amore. A motivo di questa sua povertà di spirito e umiltà di cuore, è stata scelta per essere il tempio che porta in sé il Verbo, il Dio fatto uomo. Di Lei, pertanto, è figura la «Figlia di Sion» che il profeta Sofonia invita a rallegrarsi, a esultare di gioia (cfr Sof 3,14).
    Cari amici, questa sera vogliamo volgere il nostro sguardo a Maria con rinnovato affetto filiale.

    Tutti abbiamo sempre da imparare dalla nostra Madre celeste: la sua fede ci invita a guardare al di là delle apparenze e a credere fermamente che le difficoltà quotidiane preparano una primavera che è già iniziata in Cristo Risorto.

    Al Cuore Immacolato di Maria vogliamo attingere questa sera con rinnovata fiducia per lasciarci contagiare dalla sua gioia, che trova la sorgente più profonda nel Signore. La gioia, frutto dello Spirito Santo, è distintivo fondamentale del cristiano: essa si fonda sulla speranza in Dio, trae forza dalla preghiera incessante, permette di affrontare con serenità le tribolazioni. San Paolo ci ricorda: «Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12, 12). Queste parole dell’Apostolo sono come un’eco al Magnificat di Maria e ci esortano a riprodurre in noi stessi, nella vita di tutti i giorni, i sentimenti di gioia nella fede, propri del cantico mariano.

    Vorrei augurare a tutti e a ciascuno di voi, cari fratelli e sorelle, venerati Signori Cardinali, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli tutti, che questa letizia spirituale, traboccata dal cuore ricolmo di gratitudine della Madre di Cristo e Madre nostra, sia alla fine di questo mese di maggio più consolidata nei nostri animi, nella nostra vita personale e familiare, in ogni ambiente, specialmente nella vita di questa famiglia che qui in Vaticano serve la Chiesa universale. Grazie a tutti!


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    [Modificato da Caterina63 01/06/2012 12:00]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)