Come si è svolto quest’incontro?
Il colloquio è stato di una grande cortesia e di un’altrettanto grande franchezza, poiché per lealtà la Fraternità San Pio X si rifiuta di eludere i problemi che rimangono. D’altronde, è in questo spirito che si sono svolti i colloqui teologici tenutisi in questi ultimi due anni.
Quando, il 15 agosto scorso, ho detto che noi siamo d’accordo sul fatto che non siamo d’accordo sul Concilio Vaticano II, ho anche tenuto a precisare che quando si tratta di dogmi, come quello della SS. Trinità, siamo evidentemente d’accordo allorché lo troviamo richiamato nel Vaticano II. Una frase non dev’essere mai isolata dal suo contesto [Qui Fellay polemizza con quegli articoli di giornale che si erano effettivamente fermati ad una lettura parziale ed incompleta delle sue parole]. I nostri colloqui teologici hanno avuto il gran merito di approfondire seriamente e di chiarire tutti questi problemi dottrinali.
Il comunicato ufficiale comune del Vaticano e della Fraternità [dunque è un comunicato comune, non solo di parte vaticana come invece appare] annuncia che Le è stato consegnato un documento dottrinale e che Le è stata proposta una soluzione canonica. Può darci qualche precisazione?
Questo documento si intitola Preambolo Dottrinale è ci è stato consegnato per uno studio approfondito. Per questo è confidenziale e Lei comprende che non posso dire di più. Tuttavia il termine “preambolo” indica bene che la sua accettazione costituisce una condizione previa rispetto a qualunque riconoscimento canonico della Fraternità San Pio X da parte della Santa Sede .
A proposito di questo Preambolo Dottrinale, senza toccare ciò che ha carattere confidenziale, può confermarci se, come annunciato dalla stampa, in esso è presente una distinzione tra ciò che è la Fede – alla quale la Fraternità aderisce pienamente - e ciò che, derivando da un Concilio pastorale, come ha voluto essere lo stesso Vaticano II, potrà essere sottoposto ad una critica, senza rimettere in questione la Fede?
Questa nuova distinzione non è stata annunciata solo dalla stampa, io l’ho personalmente ascoltata da fonti diverse. Già nel 2005, il Card. Castrillon Hoyos, dopo che gli avevo esposto per cinque ore tutte le obiezioni che la Fraternità formulava contro il Vaticano II, mi diceva: «Non posso dire che sono d’accordo con tutto ciò che Lei ha detto, ma ciò che ha detto fa sì che voi non siete fuori dalla Chiesa. Scriva dunque al Papa perché vi tolga la scomunica».
Oggi, per dovere di obiettività, devo riconoscere che nel Preambolo Dottrinale non si trova una distinzione netta fra il dominio dogmatico intangibile e il dominio pastorale soggetto a discussione [ossia, a quanto pare di capire da queste parole, non sono elencati nel Preambolo singoli punti ritenuti imprescindibili: sicché diviene opinabile, del Concilio, perfino che cosa sia discutibile e che cosa non lo sia. Un'apertura radicale che, se confermata, rende ancora più agevole per la FSSPX la riconciliazione, potendo essa mantenere liberamente tutte le sue riserve sul Concilio]. La sola cosa che posso dichiarare, perché figura nel comunicato stampa, è che questo Preambolo contiene «alcuni principi dottrinali e criteri di interpretazione della dottrina cattolica, necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il “sentire cum Ecclesia” [quest'ultimo punto significa probabilmente che nel Preambolo vi sono pressanti considerazioni circa la necessità di usare toni inutilmente polemici ed irrispettosi verso il Papa ed i vescovi], lasciando nel medesimo tempo alla legittima discussione lo studio e la spiegazione teologica di singole espressioni o formulazioni presenti nei documenti del Concilio Vaticano II e del Magistero successivo». Niente di più, niente di meno.
Circa lo statuto canonico che sarebbe stato proposto alla Fraternità San Pio X, a condizione che aderisca al Preambolo Dottrinale, è esatto che si è parlato di prelatura invece che di ordinariato?
Come Lei giustamente ricorda, questo statuto è condizionato, la sua modalità esatta può essere considerata solo in seguito e rimane ancora oggetto di discussione [Rinviamo a quanto scritto ieri circa l'inaccettabilità di una soluzione tipo Prelatura, a meno che non contenga espressa deroga al can. 297 c.j.c., che assoggetta ogni apostolato pubblico al placet del vescovo diocesano. Ma se quella deroga ci fosse, e non potrà non esserci pena il rifiuto della FSSPX, in tal caso pienamente giustificato, si tratterebbe di fatto di un'amministrazione apostolica personale o di un ordinariato. Perché usare allora la parola 'prelatura' se il contenuto è un altro? Forse per depistare e così tranquillizzare, in questo cruciale periodo di riflessione, gli episcopati di tutto il mondo, che vedono di pessimo occhio la riconciliazione coi lefebvriani e ancor più l'idea che possano essere regolarizzati in piena esenzione dalle loro ingerenze]
Quando pensa di poter dare la vostra risposta alla proposta del Preambolo Dottrinale?
Il tempo necessario per studiare questo documento e consultare i principali responsabili della Fraternità San Pio X, perché su questa materia così importante mi sono impegnato con i miei confratelli di non prendere alcuna decisione senza prima averli consultati.
Ma posso assicurare che la nostra decisione sarà presa per il bene della Chiesa e delle anime. La nostra crociata del Rosario, che proseguirà ancora per diversi mesi, deve intensificarsi, per permetterci di ottenere, per intercessione di Maria, Madre della Chiesa, le grazie di luce e di forza di cui abbiamo bisogno più che mai