Carissimi, l'amore di Cristo su tuttti quanti.
Fa piacere che intervengono in molti in questo dialogo che ha la sua certa importanza.
Prima di tutto vorrei dire che concordo con Raptor; nessun traduttore può infatti dire di avere eseguito una traduzione perfetta. Questo però, caro Raptor, non giustifica affatto le evidenti forzature che di certo passerebbero sotto la penna blu di un professore. E' vero, ripeto, che la traduzione non è mai perfetta, ma nella sua imperfezione deve comunque rendere il suo senso ovvio, obiettivo e corretto.
Tuttavia, pur essendo d' accordo con te su queso primo punto, non mi trovi dello stesso parere per quanto riguarda il resto del tuo intervento.
Primo, non mi pare che sia già stato dimostrato come il termine "finchè" sta a significare ciò che accade fino ad un dato momento.
Dove? Quando? Chi l'ha dimostrato? E chiunque l'abbia dimostrato come può dire che la sua spiegazione sia proprio quella migliore e quindi debba essere accettata e condivisa da tutti?
Il fatto che il "finchè" nella lingua semitica abbia un certo significato, che è in parte quello che hai scrittto tu, è vero solo per l' A.T. ma non per il N.T. che è stato scritto in greco che d'altra parte era la lingua parlata dalla Chiesa cristiana nel I e II secolo d.C. Riguardo all'uso del "finchè" e al suo cosiddetto senso "precisivo", in realtà, dovrebbe essere affrontato tenendo conto delle diverse sfumature e significati che esso ha in base al contesto alle circostanze descritte dal contesto stesso. In ogni caso, l'uso che ne viene fatto nel passo di Matteo 1:25, quel "finchè" non ha in nessun modo il senso "precisivo", perchè dal contesto stesso si evince che Giuseppe non ebbe rapporti coniugali con Maria finchè ella non ebbe partorito un figlio (Gesù). Il che, logicamente, significa che dopo che Maria ebbe partorito, Giuseppe, legittimamente, conobbe Maria perchè era sua sposa. Non vedo perchè si debba tanto insistere su un punto così tanto chiaro. Non so, laddove la Scrittura è così semplice, noi vogliamo per forza di cose complicarci, laddove invece la Scrittura "potrebbe" apparire un pò più ostica si tende a banalizzare e ad analizzare il testo superficialmente.
Il NT usa spesso il primo di questi termini (adelphon) in modo molto ampio e, del resto, non esiste un solo versetto che affermi in modo inequivocabile che Maria abbia avuto altri fifli.
Non credo che sia tanto vero quello che affermi. Ci sono tanti versi nella Scrittura che affermano invece il contrario. Forse hai ragione nel dire che non esiste un solo versetto che affermi in modo inequivocabile che Maria abbia avuto altri figli, ma è anche vero e giusto chiedersi: come dimenticare e perdere di vista un figlio UNICO di 12 anni? Ci hai mai pensato? La Scrittura nemmeno dice che Gesù fosse figlio unico! Ma in compenso ci sono diverse argomentazioni che affermano che Gesù avesse fratelli.
In un mio precedente intrevento dicevo che un evangelico onesto dovrebbe semplicemente dire "Non lo so". Noi cattolici ( e ci metto anche gli ortodossi con i quali condividiamo i primi secoli di cristianesimo) abbiamo la Tradizione che dice che Maria rimase sempre vergine.
Io invece credo che un cattolico onesto dovrebbe dire che dalla Scrittura si evince che Gesù abbia avuto altri fratelli. La Tradizione, a proposito della perpetua verginità di Maria, non credo che debba avere molta credibilità per via dei molteplici racconti fantasiosi su cui essa si basa. Poi chi mi dice che quei racconti corrispondano al vero? All'epoca c'erano in giro tanti scritti apocrifi e dubbi, con quale certezza si può affermare che quel carteggio, che va sotto il nome di Tradizione, corrisponde al vero e non sia stato invece il racconto di qualche particolare devoto le cui affermazioni sono state considerate come aventi una certa autorità? Che ne so, tipo Montano e i suoi seguaci, i montanisti, i quali davano maggior risalto alle profezie che venivano pronunciate nelle loro riunioni anzichè alla Scrittura. Potrebbe essere capitato che sia andato così, certo è una mia supposizione liberissimo di accettarla, ma quello che voglio dire è che la Tradizione, su queste questioni non ha nessuna rilevanza. Un caso simile potremmo considerarlo per i vangeli apocrifi in cui si dice che Gesù a 12 anni compiva già miracoli, ma questo non è vero perchè dai Vangeli ispirati sappiamo che Gesù iniziò il Suo ministerio all'incrca verso i 30 anni.
Per quanto riguarda l'suo dei termini greci indicanti la parentela, vorrei aggiungere questo. Il N.T. è stato scritto in greco. Si sa che il greco a differenza dell'ebraico è più ricco di termini. Se è vero che il termine "adelphon" debba essere inteso secondo la mentalità semitica, perchè gli evangelisti non hanno utilizzato i termini adatti per denotare il giusto grado di parentela?
Secondo quello che tu dici, se "adelphon" è utilizzato in termini molto ampio, allora i termini "anepsios" e "syggenes" sarebbero superflui? Se no, quale parentela denotano? Se così si procede, gli altri restanti termini dovrebbero denotare dei parenti o cugini, così lontani che appartengono magari a qualche galassia molto remota! Quando Giuseppe e Maria andarono a cercare Gesù, lo cercarono tra i parenti (suggenes) e i conoscenti (gnostois). Perchè vengono utilizati due termini diversi per indicare parentela diversa? A questo punto ti chiedo: seondo la mentalità semitica in che relazione si pongono rispetto a Gesù questi parenti (suggenes) e questi conoscenti (gnostois)? Se i primi denotano una parentela diversa da quella che potrebbero essere cioè zii e cugini, e quindi una più lontana, i secondi, ovvero i conoscenti, che tipo di parentela denotano? Sarebbe più logico e ragionevole considerare i primi cioè i parenti (suggenes) come gli zii e i cugini; i secondi, i conoscenti (gnostois) come i vicini di casa o gli amici o i conoscenti del paese nel quale si abita.
D'altronde ho riportato un esempio, quello dei due fratelli Giacomo e Giovanni che non è stato considerato da nessuno, tantomeno da te, perchè?
La mentalità semitica a poco conta quando ci troviamo in un periodo ellenizzante e laddove la lingua vigente è il greco che specificatamente denota con termini diversi i singoli gradi di parentela.
Ovviamente questa affermazione è falsa in quanto il verbo suddetto siognifica anche "fare penitenza". coem qualunque dizionario di greco potrà confermare
Non sono d'accordo. Il verbo "metanoeiate" significa "mutate pensiero" principalmente e: ravvedetevi, pentitevi. Dal contesto si evince poi che tradurre con "fate penitenza" è un errore perchè l'apotolo Pietro intende dire praticamente che il pensiero che finora ha regolato la vita morale degli ascoltatori deva mutare radicalmente. Difatti il ravvedimento o il pentimento, non consiste in qualche <<penitenza esterna>> come indurrebbe a pensare la Vulgata, ma consiste nel dolore che proviamo al pensiero di avere offeso quel meraviglioso Dio che tanto ci ha amati, e nel proponimento fermo, risoluto, sincero e irremovibile che facciamo, di lasciare il male e di metterci sulla via del bene.
Anche sul termine "kekaritomene" si è discusso parecchio in altri forum e invito 2julius2 ad andarseli a leggere.
Vedi Raptor, io capisco il vostro zelo, la vostra venerazione verso Maria ma questo però non toglie che ci sono errori in partenza. Il verbo "kekaritomene" è un participio passato passivo che di certo non può essere tradotto con un aggettivo qualificativo e un nome comune di cosa come si presenta in "piena di grazia". Se la traduzione "favorita dalla grazia" non è la migliore traduzione, di sicuro quella della Vulgata è fuori luogo. Inoltre quantunque il verbo caritoo non si trovi negli scrittori classici, l'analogia di tutti i verbi in "too" ci accerta che esso indica il passaggio dall'azione significata nel sostantivo radicale al'oggetto del verbo, il largire grazia o favore a qualcuno. Inoltre ho fatto notare che in greco esiste il modo di tradurre l'taliano "piena di grazia" o lo si trova in Giovanni 1:14 dove il greco reca "pleres charitos". A questo poi se aggungiamo che l'angelo prosegue dicendo: "Hai trovato grazia presso Dio" ogni dubbio scompare. Infatti, che necessità aveva l'angelo di dire a Maria che aveva trovato grazia presso Maria se ella stessa era già piena di grazia? Nell'intera Bibbia, ogni volta che troviamo espressioni del tipo "...hai trovato grazia" sia nell'A.T che nel N.T. non si tratta mai di persone virtuose, anzi, sono persone umili e indegne che però erano timorate di Dio ragion per cui sono state graziate, hanno trovato grazia presso Dio; per esempio come si evince dai seguenti passi:
"Ma Noè trovò grazia agli occhi dell'Eterno." Genesi 6:8
"E l'Eterno disse a Mosè: "Farò anche questo che tu chiedi, poiché tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco personalmente". Esodo 33:17
Anche Noè e Mosè erano pieni di grazia, allora?
Alla prossima e che altro dire se non grazie per la cortesia e i toni pacati del dialogo.
Pace, Julius!