È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

DIFENDERE LA VERA FEDE

DOMENICA 19 GIUGNO: VISITA DEL SANTO PADRE ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO

  • Messaggi
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.989
    Sesso: Femminile
    00 15/06/2011 00:19
    19 GIUGNO 2011

    PROGRAMMA

    Trasmissioni video in diretta dal CTV
    (Centro Televisivo Vaticano)  

    Domenica, 19 giugno 2011

    Vaticano
    08.00     Partenza in elicottero dall'Eliporto vaticano per Torraccia     

     
    Repubblica di San Marino
    09.15  Arrivo all’Eliporto di Torraccia (Repubblica di San Marino)

                                         http://www.riminicitymap.it/images/stories/advert/rcmfabio/mappe/mappa-repubblica-san-marino-.jpg

                                                    http://www.fotoeweb.it/sanmarino/SanMarino/Repubblica%20San%20Marino.jpg
        
    10.00  Concelebrazione Eucaristica nello Stadio di Serravalle     
      Recita dell'Angelus Domini nello Stadio di Serravalle     Saluto del Santo Padre

    12.30     Pranzo e Saluto degli organizzatori diocesani della Visita e dei Membri della Fondazione Internazionale "Giovanni Paolo II" nella Casa San Giuseppe a Valdragone     
          
    Visita ufficiale alla Repubblica di San Marino     
     
    16.30 Accoglienza dei Capitani Reggenti, Onori militari e Esecuzione Inni in Piazza della Libertà     

    16.45 Presentazione dei Ministri del Governo, Firma del Libro degli Ospiti Illustri, Colloquio privato con i Capitani Reggenti, Scambio di doni nella Sala del Consiglio dei XII del Palazzo

    Pubblico
        
    17.30 Incontro ufficiale con i Membri del Governo, del Congresso e del Corpo Diplomatico nella Sala del Consiglio Grande e Generale del Palazzo Pubblico     Discorso del Santo Padre

    18.00 Saluto degli organizzatori della Visita Ufficiale e del Cerimoniale di Stato nella Sala del Consiglio Grande e Generale del Palazzo Pubblico     
          
    Visita alla Basilica di San Marino e Venerazione delle Reliquie di San Marino     
    18.30 Partenza in elicottero dall’Eliporto di Torraccia per Pennabilli     


    Pennabilli
    18.45 Arrivo al Campo sportivo di Pennabilli (Rimini)     
    19.00 Visita alla Cattedrale di Pennabilli     
    19.15 Incontro con giovani della Diocesi di San Marino-Montefeltro in Piazza Vittorio Emanuele a Pennabilli     Discorso del Santo Padre
    20.00 Partenza in elicottero dal Campo sportivo di Pennabilli per il Vaticano     

                                                      http://www.sbngs.it/upload/contrib/ff0532232736f1269c4dcda708fc7d62/20091002164358L.jpg

    Vaticano
    21.00 Arrivo all’Eliporto vaticano



    DIOCESI di san Marino MOLTEFELTRO

    S.E. Rev. Mons. Luigi Negri

     


    L'Intervista al Vescovo mons. Negri che accoglierà il Santo Padre:


    “Ci aiuterà a superare la crisi”

    Il Vescovo Luigi Negri: “La visita del Papa frutto della sinergia fra Chiesa e istituzioni”

    Per annunciare la visita di Benedetto XVI sul Titano aveva parlato di «dono immeritato». Ma il ritorno di un Papa nel nostro territorio, 29 anni dopo Giovanni Paolo II, è il frutto di un lungo lavoro di monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro. Un segno di attenzione e stima che Benedetto XVI ha voluto ribadire con il suo arrivo il prossimo 19 giugno in una delle diocesi più piccola d’Italia.

    Quando ha cominciato a coltivare l’idea di invitare il Papa a San Marino?

    «Ho incontrato il Santo Padre qualche giorno dopo il mio insediamento — ricorda monsignor Negri —. In quella occasione avevo parlato con lui di una sua visita e la sua risposta non era stata negativa. Poi nel giugno del 2007, durante un incontro con i Capitani di castello di San Marino, abbiamo nuovamente avanzato il nostro invito a Benedetto XVI. Ma questo risultato non è solo frutto del lavoro mio e della Diocesi. Anche i Capitani Reggenti nel corso di questi anni avevano espresso più volte il loro desiderio di portare il Papa a San Marino. Possiamo dire che è stata la sinergia fra chiesa e istituzioni che ha portato a questa storica visita».

     

    Una visita non solo pastorale considerando che San Marino rappresenta anche uno Stato.

    «Il Santo Padre è sempre attento a questi aspetti, soprattutto in un momento particolarmente difficile come questo. E nonostante la Diocesi sia una delle più piccole d’Italia ci ha voluto regalare questo dono immeritato. E io non posso che esprimere grande gratitudine». C’è stato spazio anche per un piccolo ‘giallo’ al momento dell’annuncio. «Nessun incidente diplomatico, solo un piccolo disguido informativo. La comunicazione è arrivata all’ambasciata sammarinese presso la Santa Sede e in qualche modo è arrivata agli organi di informazione. Ripeto, solo un disguido. L’aspetto importante è la visita di Benedetto XVI».

    Con quali modalità si svolgerà questa visita?

    «Il programma ufficiale verrà preparato il prossimo 25 ottobre. E’ molto probabile che il Papa celebri la messa al campo sportivo di Serravalle, così come fece nel 1982 Giovanni Paolo II. Naturlamente non mancheranno gli incontri ufficiali con i Capitani Reggenti e le autorità sammarinesi».

    Questa visita arriva in un momento molto particolare nei rapporti fra Italia e San Marino.

    «Questa comunità sta attraversando un periodo di crisi socio-economico molto forte. Sono certo che i suggerimenti di natura civile e laica di Benedetto XVI possano aiutare a superarli».

    Quale cammino ha invece intrapreso la comunità della Diocesi?

    «Siamo impegnati in un cammino difficile, un compito che vuole recuperare le tradizioni, l’identità e la cultura della nostra terra. Già da tempo abbiamo investito in questo senso con la riapertura del museo e la nascita della fondazione intitolata a Giovanni Paolo II. Il Papa troverà una chiesa in missione».

    Cambiamo argomento. Ci sono voci che la vorrebbero vescovo a Rimini al posto di Lambiasi. Che ne pensa?

    «Sono cose che vanno al di là delle mia capacità... Ne ho sentito parlare, ma il vescovo Lambiasi non è a Torino, ma ancora a Rimini. In ogni caso se dovesse arrivare la proposta, la valuterò».

    Filippo Graziosi

    (Il Resto del Carlino, Rimini cronaca, pag.5, 7 Ottobre 2010)

    http://www.visitapapasanmarinomontefeltro.it/

     




    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.989
    Sesso: Femminile
    00 19/06/2011 11:23
    SALUTO DEL VESCOVO AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PRIMA DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA A SERRAVALLE RSM

                                                                   Pope Benedict XVI (C) celebrates a mass at the Olympic stadium in Serravalle June 19, 2011.

    Beatissimo Padre, questa Chiesa particolare di San Marino-Montefeltro, che vive da oltre 1700 anni, si raccoglie, piena di gratitudine e di affezione, attorno a Vostra Santità, riconoscendo nell’incontro di oggi un gesto di straordinaria carità ecclesiale e di singolare affezione.

    Santità, questa Chiesa è nata dall’evangelizzazione che due Santi Marino e Leone, provenienti dalle terre di Croazia, hanno iniziato fra queste umili popolazioni. All’evangelizzazione di San Marino si deve, poi, la nascita anche di quella straordinaria esperienza di società che caratterizza la storia della Repubblica di San Marino.

    Per secoli questa Chiesa è stato fertilissimo punto di incontro fra le Chiese di Croazia, la presenza della tradizione greca a Ravenna, il ritmo dei pellegrinaggi verso Roma e verso la Terra Santa, il fiorire di congregazioni e di ordini religiosi che hanno reso sempre viva questa comunità. Questa comunità ha sempre avuto, comunque, l’occhio ed il cuore rivolti, con totale dipendenza, al successore dell’apostolo Pietro.

    Santità, qui la fede ha creato una cultura di popolo, ha custodito questa cultura e l’ha educata, contribuendo a realizzare una “civiltà realmente della verità e dell’amore”.

    Questa Chiesa ha vissuto e vive una singolarissima predilezione verso la Madre del Signore, alla quale la Madre del Signore ha corrisposto attraverso momenti di apparizioni e di miracoli, che a distanza di secoli vengono ancora venerati dalla fede di questo nostro popolo.

    La fede è stata, lungo i secoli, la grande ricchezza di questo popolo: questa ricchezza ha consentito di vivere in maniera seria e dignitosa anche le circostanze difficili della vita: povertà, violenze locali rendendo quanto meno tollerabile e vivibile l’esperienza  dei limiti personali e sociali.

    Ma poi, anche per questa popolazione, è venuto il tempo della cultura del sospetto nei confronti della Chiesa, con il tentativo condotto con ogni mezzo di staccare il cuore di questo popolo dalla sua tradizione.

    Per questo, Santità, ci siamo impegnati come Chiesa alla ripresa forte della nostra identità di popolo cristiano, recuperando nel presente questa nostra grande tradizione cattolica e cercando di costruire su questa tradizione, resa di nuovo esperienza quotidiana, la certezza di una posizione culturale nuova e di un impeto missionario punteggiato da tante, significative, esemplari esperienze di carità cristiana e di solidarietà umana.

    La incontriamo con la certezza che Ella, Santità, saprà accogliere questo tentativo che stiamo vivendo, saprà correggere le eventuali difficoltà, saprà confermarci nella nostra identità e nell’impeto missionario che solo può dare un contributo alla ripresa della vita, anche sociale.

    Santità, ci diciamo disposti a seguirLa incondizionatamente, nel Suo indefesso e quotidiano servizio al bene di Cristo, della Chiesa e dell’uomo di oggi.

    La generosità di questo nostro popolo e l’aiuto consistente ricevuto da istituti bancari e da istituzioni pubbliche mi consentono di affidarle un contributo per le Sue grandi opere di carità, insieme a due preziosi ricordi di questa indimenticabile giornata.

    Santità, attendiamo con gratitudine e commozione la Sua parola chiarificatrice, correttiva e confortatrice: ma soprattutto, Santità, ci aiuti a crescere nella fede. Abbia compassione di noi e ci benedica.

                      + Luigi Negri

    Vescovo di San Marino-Montefeltro



    Pope Benedict XVI arrives in procession to celebrate a mass in Serravalle's stadium, San Marino, Sunday, June 19, 2011. The pontiff is in San Marino for a one-day visit.
    Pope Benedict XVI celebrates a mass at the Olympic stadium in Serravalle June 19, 2011.Pope Benedict XVI celebrates mass on June 19, 2011 at the Serravalle stadium in San Marino. The pope is paying his first visit to tiny San Marino, the world's oldest sovereign state nestled on the eastern slopes of Italy's Appenine Mountains.


    Pope Benedict XVI arrives on June 19, 2011 to celebrate mass at the Serravalle stadium in San Marino. The pope is paying his first visit to tiny San Marino, the world's oldest sovereign state nestled on the eastern slopes of Italy's Appenine Mountains.


    *************

    Papa: 'Troppe famiglie in crisi e giovani precari'

    Benedetto XVI a San Marino davanti a 22 mila persone

    SAN MARINO - Edonismo e smania di potere rischiano di annullare ogni moralita'. E' il richiamo lanciato dal Papa durante la messa a San Marino.
    ''Anche qui, infatti, come altrove - ha detto ai fedeli di San Marino, ma idealmente a tutti - non mancano difficolta' e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralita'.
    Si e' insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell'uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacita' di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realta'''.
    Nell'attuale fase storica e sociale non vanno ''dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilita' psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell'ottenere continuita' formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarieta', prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilita' lavorativa''.
    E' uno dei passaggi centrali dell'omelia pronunciata oggi dal Papa durante la messa a San Marino, dove oggi e' in visita pastorale. La messa si svolge nella spianata dello stadio di Serravalle, una frazione ai piedi della rocca di San Marino,dove sono presenti almeno 22 mila persone. Nel pomeriggio ci sarà poi l'incontro con le autorità civili a Piazza della Libertà e poi nel Palazzo Pubblico, cuore di San Marino. Più tardi Benedetto XVI si sposterà in elicottero a Pennabilli: è la prima volta che il paese riceve la visita di un pontefice. Qui ci sarà la veglia con i giovani: attese almeno 4000 persone. Stanotte il forte vento che ha soffiato nella zona ha creato qualche preoccupazione per l'organizzazione della visita papale. Ma stamani il tempo è buono.

    seguiranno i testi integrali...




    [Modificato da Caterina63 19/06/2011 11:33]
    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.989
    Sesso: Femminile
    00 19/06/2011 14:34

    Il Papa a San Marino: Voi siete giustamente fieri e riconoscenti di quanto lo Spirito Santo ha operato attraverso i secoli nella vostra Chiesa. Ma voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla. In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia



    VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLA DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO, 19.06.2011

    SANTA MESSA NELLO STADIO DI SERRAVALLE

    All’arrivo - previsto per le ore 9.15 - all’eliporto di Torraccia, nella Repubblica di San Marino, il Papa è accolto dalle Loro Eccellenze i Capitani Reggenti Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini; dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, S.E. la Dott.ssa Antonella Mularoni; dall’Ambasciatore presso la Santa Sede, S.E. il Sig. Sante Canducci; dal Nunzio Apostolico nella Repubblica di San Marino, S.E. Mons. Giuseppe Bertello; dal Vescovo della Diocesi di San Marino-Montefeltro, S.E. Mons. Luigi Negri, e dal Ministro Plenipotenziario Marcello Beccari, Direttore del Cerimoniale di Stato.
    Il Santo Padre raggiunge in auto lo Stadio di Serravalle dove ha luogo la Concelebrazione Eucaristica nella Solennità della SS.ma Trinità.
    La Santa Messa, che inizia alle ore 10, è introdotta dall’indirizzo di omaggio del Vescovo di San Marino-Montefeltro, S.E. Mons. Luigi Negri. Dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa tiene la seguente omelia:

    OMELIA DEL SANTO PADRE


    Cari fratelli e sorelle!

    E’ grande la mia gioia nel poter spezzare con voi il pane della Parola di Dio e dell’Eucaristia e potervi indirizzare, cari Sammarinesi, il mio più cordiale saluto. Rivolgo uno speciale pensiero ai Capitani Reggenti ed alle altre Autorità politiche e civili, presenti a questa celebrazione eucaristica; saluto con affetto il vostro Vescovo, Mons. Luigi Negri, che ringrazio per le cortesi parole rivoltemi, e, con lui, tutti i sacerdoti e fedeli della diocesi di San Marino-Montefeltro; saluto ciascuno di voi e vi esprimo la mia viva riconoscenza per la cordialità e l’affetto con cui mi avete accolto. Sono venuto per condividere con voi gioie e speranze, fatiche e impegni, ideali e aspirazioni di questa Comunità diocesana. So che anche qui non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. A tutti voglio assicurare la mia vicinanza ed il mio ricordo nella preghiera, a cui unisco l’incoraggiamento a perseverare nella testimonianza dei valori umani e cristiani, così profondamente radicati nella fede e nella storia di questo territorio e della sua popolazione, con la sua fede granitica della quale ha parlato Sua Eccellenza.

    Celebriamo oggi la festa della Santissima Trinità: Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, festa di Dio, del centro della nostra fede. Quando si pensa alla Trinità, per lo più viene in mente l’aspetto del mistero: sono Tre e sono Uno, un solo Dio in tre Persone. In realtà Dio non può essere altro che un mistero per noi nella sua grandezza, e tuttavia Egli si è rivelato: possiamo conoscerlo nel suo Figlio, e così anche conoscere il Padre e lo Spirito Santo.

    La liturgia di oggi, invece, attira la nostra attenzione non tanto sul mistero, ma sulla realtà di amore che è contenuta in questo primo e supremo mistero della nostra fede.

    Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono uno, perché amore e l’amore è la forza vivificante assoluta, l’unità creata dall’amore è più unità di un’unità puramente fisica. Il Padre dà tutto al Figlio; il Figlio riceve tutto dal Padre con riconoscenza; e lo Spirito Santo è come il frutto di questo amore reciproco del Padre e del Figlio. I testi della Santa Messa di oggi parlano di Dio e perciò parlano di amore; non si soffermano tanto sul mistero delle tre Persone, ma sull’amore che ne costituisce la sostanza e l’unità e trinità nello stesso momento.

    Il primo brano che abbiamo ascoltato è tratto dal Libro dell’Esodo - su di esso mi sono soffermato in una recente Catechesi del mercoledì - ed è sorprendente che la rivelazione dell’amore di Dio avvenga dopo un gravissimo peccato del popolo. Si è appena concluso il patto di alleanza presso il monte Sinai, e già il popolo manca di fedeltà. L’assenza di Mosè si prolunga e il popolo dice: «Ma dov’è rimasto questo Mosé, dov’è il suo Dio?», e chiede ad Aronne di fargli un dio che sia visibile, accessibile, manovrabile, alla portata dell’uomo, invece di questo misterioso Dio invisibile, lontano. Aronne acconsente e prepara un vitello d’oro. Scendendo dal Sinai, Mosè vede ciò che è accaduto e spezza le tavole dell’alleanza, che è già spezzata, rotta, due pietre su cui erano scritte le "Dieci Parole", il contenuto concreto del patto con Dio. Tutto sembra perduto, l’amicizia subito, fin dall’inizio, già spezzata. Eppure, nonostante questo gravissimo peccato del popolo, Dio, per intercessione di Mosè, decide di perdonare ed invita Mosè a risalire sul monte per ricevere di nuovo la sua legge, i dieci Comandamenti e rinnovare il patto. Mosè chiede allora a Dio di rivelarsi, di fargli vedere il suo volto. Ma Dio non mostra il volto, rivela piuttosto il suo essere pieno di bontà con queste parole: «Il Signore, Il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà» (Es 34,8). E questo è il Volto di Dio. Questa auto-definizione di Dio manifesta il suo amore misericordioso: un amore che vince il peccato, lo copre, lo elimina. E possiamo essere sempre sicuri di questa bontà che non ci lascia. Non ci può essere rivelazione più chiara. Noi abbiamo un Dio che rinuncia a distruggere il peccatore e che vuole manifestare il suo amore in maniera ancora più profonda e sorprendente proprio davanti al peccatore per offrire sempre la possibilità della conversione e del perdono.

    Il Vangelo completa questa rivelazione, che ascoltiamo nella prima lettura, perché indica fino a che punto Dio ha mostrato la sua misericordia. L’evangelista Giovanni riferisce questa espressione di Gesù: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (3,16).

    Nel mondo c’è il male, c’è egoismo, c’è cattiveria e Dio potrebbe venire per giudicare questo mondo, per distruggere il male, per castigare coloro che operano nelle tenebre. Invece Egli mostra di amare il mondo, di amare l’uomo, nonostante il suo peccato, e invia ciò che ha di più prezioso: il suo Figlio unigenito.

    E non solo Lo invia, ma ne fa dono al mondo. Gesù è il Figlio di Dio che è nato per noi, che è vissuto per noi, che ha guarito i malati, perdonato i peccati, accolto tutti. Rispondendo all’amore che viene dal Padre, il Figlio ha dato la sua stessa vita per noi: sulla croce l’amore misericordioso di Dio giunge al culmine. Ed è sulla croce che il Figlio di Dio ci ottiene la partecipazione alla vita eterna, che ci viene comunicata con il dono dello Spirito Santo. Così, nel mistero della croce, sono presenti le tre Persone divine: il Padre, che dona il suo Figlio unigenito per la salvezza del mondo; il Figlio, che compie fino in fondo il disegno del Padre; lo Spirito Santo - effuso da Gesù al momento della morte - che viene a renderci partecipi della vita divina, a trasformare la nostra esistenza, perché sia animata dall’amore divino.

    Cari fratelli e sorelle! La fede nel Dio trinitario ha caratterizzato anche questa Chiesa di San Marino-Montefeltro, nel corso della sua storia antica e gloriosa. L’evangelizzazione di questa terra è attribuita ai Santi scalpellini Marino e Leone, i quali alla metà del III secolo dopo Cristo sarebbero approdati a Rimini dalla Dalmazia. Per la loro santità di vita sarebbero stati consacrati l’uno sacerdote e l’altro diacono dal Vescovo Gaudenzio e da lui inviati nell’entroterra, l’uno sul monte Feretro, che poi prese il nome di San Leo, e l’altro sul monte Titano, che poi prese il nome di San Marino.

    Al di là delle questioni storiche – che non è nostro compito approfondire – interessa affermare come Marino e Leone portarono nel contesto di questa realtà locale, con la fede nel Dio rivelatosi in Gesù Cristo, prospettive e valori nuovi, determinando la nascita di una cultura e di una civiltà incentrate sulla persona umana, immagine di Dio e perciò portatore di diritti precedenti ogni legislazione umana. La varietà delle diverse etnie – romani, goti e poi longobardi – che entravano in contatto tra loro, qualche volta anche in modo molto conflittuale, trovarono nel comune riferimento alla fede un fattore potente di edificazione etica, culturale, sociale e, in qualche modo, politica. Era evidente ai loro occhi che non poteva ritenersi compiuto un progetto di civilizzazione fino a che tutti i componenti del popolo non fossero diventati una comunità cristiana vivente e ben strutturata e edificata sulla fede nel Dio Trinitario. A ragione, dunque, si può dire che la ricchezza di questo popolo, la vostra ricchezza, cari Sammarinesi, è stata ed è la fede, e che questa fede ha creato una civiltà veramente unica. Accanto alla fede, occorre poi ricordare l’assoluta fedeltà al Vescovo di Roma, al quale questa Chiesa ha sempre guardato con devozione ed affetto; come pure l’attenzione dimostrata verso la grande tradizione della Chiesa orientale e la profonda devozione verso la Vergine Maria.

    Voi siete giustamente fieri e riconoscenti di quanto lo Spirito Santo ha operato attraverso i secoli nella vostra Chiesa. Ma voi sapete anche che il modo migliore di apprezzare un’eredità è quello di coltivarla e di arricchirla.

    In realtà, voi siete chiamati a sviluppare questo prezioso deposito in un momento tra i più decisivi della storia.

    Oggi, la vostra missione si trova a dover confrontarsi con profonde e rapide trasformazioni culturali, sociali, economiche, politiche, che hanno determinato nuovi orientamenti e modificato mentalità, costumi e sensibilità. Anche qui, infatti, come altrove, non mancano difficoltà e ostacoli, dovuti soprattutto a modelli edonistici che ottenebrano la mente e rischiano di annullare ogni moralità. Si è insinuata la tentazione di ritenere che la ricchezza dell’uomo non sia la fede, ma il suo potere personale e sociale, la sua intelligenza, la sua cultura e la sua capacità di manipolazione scientifica, tecnologica e sociale della realtà.

    Così, anche in queste terre, si è iniziato a sostituire la fede e i valori cristiani con presunte ricchezze, che si rivelano, alla fine, inconsistenti e incapaci di reggere la grande promessa del vero, del bene, del bello e del giusto che per secoli i vostri avi hanno identificato con l’esperienza della fede. Non vanno, poi, dimenticate la crisi di non poche famiglie, aggravata dalla diffusa fragilità psicologica e spirituale dei coniugi, come pure la fatica sperimentata da molti educatori nell’ottenere continuità formativa nei giovani, condizionati da molteplici precarietà, prima fra tutte quella del ruolo sociale e della possibilità lavorativa.

    Cari amici! Conosco bene l’impegno di ogni componente di questa Chiesa particolare nel promuovere la vita cristiana nei suoi vari aspetti. Esorto tutti i fedeli ad essere come fermento nel mondo, mostrandovi sia nel Montefeltro che a San Marino cristiani presenti, intraprendenti e coerenti. I Sacerdoti, i Religiosi e le Religiose vivano sempre nella più cordiale e fattiva comunione ecclesiale, aiutando ed ascoltando il Pastore diocesano. Anche presso di voi si avverte l’urgenza di una ripresa delle vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione: faccio appello alle famiglie ed ai giovani, perché aprano l’animo ad una pronta risposta alla chiamata del Signore. Non ci si pente mai ad essere generosi con Dio! A voi laici, raccomando di impegnarvi attivamente nella Comunità, così che, accanto ai vostri peculiari compiti civici, politici, sociali e culturali, possiate trovare tempo e disponibilità per la vita della fede, la vita pastorale. Cari Sammarinesi! Rimanete saldamente fedeli al patrimonio costruito nei secoli sull’impulso dei vostri grandi Patroni, Marino e Leone. Invoco la benedizione di Dio sul vostro cammino di oggi e di domani e tutti vi raccomando «alla grazia del Signore Gesù Cristo, all’amore di Dio e alla comunione dello Spirito Santo» (2Cor 13,11). Amen!




    Pope Benedict XVI waves at the end of the mass celebrated in the Serravalle stadium on June 19, 2011. Pope Benedict XVI paid his first visit to tiny San Marino today, the world's oldest sovereign state nestled on the eastern slopes of Italy's Appenine Mountains.
    Pope Benedict XVI blesses the crowd after celebrating a mass at the Olympic stadium in Serravalle June 19, 2011.

    Pope Benedict XVI (2nd L) gives communion to a girl as he celebrates a mass at the Olympic stadium in Serravalle June 19, 2011.
    Priest wait for Pope Benedict XVI on June 19, 2011 at the Serravalle stadium in San Marino. The pope is paying his first visit to tiny San Marino, the world's oldest sovereign state nestled on the eastern slopes of Italy's Appenine Mountains.

    Pope Benedict XVI arrives on June 19, 2011 to celebrate mass at the Serravalle stadium in San Marino. The pope is paying his first visit to tiny San Marino, the world's oldest sovereign state nestled on the eastern slopes of Italy's Appenine Mountains.
    Pope Benedict XVI waves as he arrives to celebrate a mass at the Olympic stadium in Serravalle June 19, 2011.

    Pope Benedict XVI waves after celebrating a mass at the Olympic stadium in Serravalle June 19, 2011.

    Pope Benedict XVI leaves after celebrating a mass at the Olympic stadium in Serravalle June 19, 2011.


    Al termine della Celebrazione Eucaristica nello Stadio di Serravalle, il Papa introduce la preghiera mariana dell’Angelus con le parole che pubblichiamo di seguito:

    PRIMA DELL’ANGELUS

    Cari fratelli e sorelle,

    mentre ci avviamo a concludere questa celebrazione, l’ora del mezzogiorno ci invita a rivolgerci in preghiera alla Vergine Maria. Anche in questa terra, la nostra Madre Santissima è venerata in diversi Santuari, antichi e moderni. A lei affido tutti voi e l’intera popolazione Sammarinese e Montefeltrina, in modo particolare le persone sofferenti nel corpo e nello spirito. Un pensiero di speciale riconoscenza dirigo in questo momento a tutti coloro che hanno cooperato alla preparazione e organizzazione di questa mia visita. Grazie di cuore!

    Sono lieto di ricordare che quest’oggi a Dax, in Francia, viene proclamata Beata Suor Marguerite Rutan, Figlia della Carità. Nella seconda metà del secolo diciottesimo, ella lavorò con grande impegno nell’Ospedale di Dax, ma, nelle tragiche persecuzioni seguite alla Rivoluzione, fu condannata a morte per la sua fede cattolica e la fedeltà alla Chiesa.

    Je participe spirituellement à la joie des Filles de la Charité et de tous les fidèles qui, à Dax, prennent part à la Béatification de Sœur Marguerite Rutan, témoin lumineux de l’amour du Christ pour les pauvres.

    Infine, desidero ricordare che domani ricorre la Giornata Mondiale del Rifugiato. In tale circostanza, quest’anno si celebra il sessantesimo anniversario dell’adozione della Convenzione internazionale che tutela quanti sono perseguitati e costretti a fuggire dai propri Paesi. Invito quindi le Autorità civili ed ogni persona di buona volontà a garantire accoglienza e degne condizioni di vita ai rifugiati, in attesa che possano ritornare in Patria liberamente e in sicurezza.


                                            
    Pope Benedict XVI arrives on his popemobile to celebrate a mass in Seravalle's stadium, San Marino, Sunday, June 19, 2011. The Pontiff  says refugees deserve a dignified welcome from countries receiving them, until they can return home freely and safely. Benedict XVI marked World Refugee Day, which is being observed Monday, with an appeal Sunday to political leaders to "guarantee a welcome and dignified living conditions'' for refugees. He made the comments during a visit to San Marino, a tiny republic of some 30,000 people surrounded by Italy and located near the Adriatic city of Rimini.


    Terminata la Santa Messa, il Santo Padre si trasferisce in auto alla Casa San Giuseppe, in località Valdragone, per il pranzo e una sosta di riposo. Al suo arrivo è accolto dal Ministro Generale dell’Ordine Francescano Frati Minori, Fr. José Rodríguez Carballo, con il Definitore Generale Fr. Vincenzo Brocanelli, il Ministro Provinciale Fr. Ferdinando Campana e alcuni Frati del Santuario adiacente.

    Alle ore 16, prima di lasciare Casa San Giuseppe, il Papa saluta gli organizzatori diocesani della visita e i membri della Fondazione Internazionale "Giovanni Paolo II" per il magistero sociale della Chiesa. Quindi raggiunge in auto Piazza della Libertà, per la Visita Ufficiale alla Repubblica di San Marino.







    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.989
    Sesso: Femminile
    00 20/06/2011 00:59
    ECCELLENTE DISCORSO DEL SANTO PADRE
    AI GIOVANI


    Cari giovani!

    Sono molto contento di essere oggi in mezzo a voi e con voi! Sento tutta la vostra gioia e l’entusiasmo che caratterizzano la vostra età.

    Saluto e ringrazio il vostro Vescovo, Mons. Luigi Negri, per le cordiali parole di accoglienza, e il vostro amico che si è fatto interprete dei pensieri e dei sentimenti di tutti, e ha formulato alcune questioni molto serie e importanti. Spero che nel corso di questa mia esposizione si trovino anche gli elementi per trovare le risposte a queste domande. Saluto con affetto i Sacerdoti, le Suore, gli animatori che condividono con voi il cammino della fede e dell’amicizia; e naturalmente anche i vostri genitori, che gioiscono nel vedervi crescere forti nel bene.

    Il nostro incontro qui a Pennabilli, davanti a questa Cattedrale, cuore della Diocesi, e in questa Piazza, ci rimanda con il pensiero ai numerosi e diversi incontri di Gesù che ci sono raccontati dai Vangeli. Oggi vorrei richiamare il celebre episodio in cui il Signore era in cammino e un tale - un giovane - gli corse incontro e, inginocchiatosi, gli pose questa domanda: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17). Noi forse oggi non diremmo così, ma il senso della domanda è proprio: cosa devo fare, come devo vivere per vivere realmente, per trovare la vita.

    Quindi dentro questo interrogativo possiamo vedere racchiusa l’ampia e variegata esperienza umana che si apre alla ricerca del significato, del senso profondo della vita: come vivere, perché vivere. La “vita eterna”, infatti, alla quale fa riferimento quel giovane del Vangelo non indica solamente la vita dopo la morte, non vuol sapere soltanto come arrivo al cielo. Vuol sapere: come devo vivere adesso per avere già la vita che può essere poi anche eterna. Quindi in questa domanda questo giovane manifesta l’esigenza che l’esistenza quotidiana trovi senso, trovi pienezza, trovi verità.

    L’uomo non può vivere senza questa ricerca della verità su se stesso - che cosa sono io, per che cosa devo vivere - verità che spinga ad aprire l’orizzonte e ad andare al di là di ciò che è materiale, non per fuggire dalla realtà, ma per viverla in modo ancora più vero, più ricco di senso e di speranza, e non solo nella superficialità. E penso che questa – e l’ho visto e sentito nelle parole del vostro amico – sia anche la vostra esperienza. I grandi interrogativi che portiamo dentro di noi rimangono sempre, rinascono sempre: chi siamo?, da dove veniamo?, per chi viviamo? E queste questioni sono il segno più alto della trascendenza dell’essere umano e della capacità che abbiamo di non fermarci alla superficie delle cose.

    Ed è proprio guardando in noi stessi con verità, con sincerità e con coraggio che intuiamo la bellezza, ma anche la precarietà della vita e sentiamo un’insoddisfazione, un’inquietudine che nessuna cosa concreta riesce a colmare. Alla fine tutte le promesse si dimostrano spesso insufficienti.


    Cari amici, vi invito a prendere coscienza di questa sana e positiva inquietudine, a non aver paura di porvi le domande fondamentali sul senso e sul valore della vita. Non fermatevi alle risposte parziali, immediate, certamente più facili al momento e più comode, che possono dare qualche momento di felicità, di esaltazione, di ebbrezza, ma che non vi portano alla vera gioia di vivere, quella che nasce da chi costruisce – come dice Gesù – non sulla sabbia, ma sulla solida roccia.

    Imparate allora a riflettere, a leggere in modo non superficiale, ma in profondità la vostra esperienza umana: scoprirete, con meraviglia e con gioia, che il vostro cuore è una finestra aperta sull’infinito! Questa è la grandezza dell'uomo e anche la sua difficoltà.

    Una delle illusioni prodotte nel corso della storia è stata quella di pensare che il progresso tecnico-scientifico, in modo assoluto, avrebbe potuto dare risposte e soluzioni a tutti i problemi dell’umanità. E vediamo che non è così. In realtà, anche se ciò fosse stato possibile, nulla e nessuno avrebbe potuto cancellare le domande più profonde sul significato della vita e della morte, sul significato della sofferenza, di tutto, perché queste domande sono scritte nell’animo umano, nel nostro cuore, e oltrepassano la sfera dei bisogni. L’uomo, anche nell’era del progresso scientifico e tecnologico - che ci ha dato tanto - rimane un essere che desidera di più, più che la comodità e il benessere, rimane un essere aperto alla verità intera della sua esistenza, che non può fermarsi alle cose materiali, ma si apre ad un orizzonte molto più ampio. Tutto questo voi lo sperimentate continuamente ogni volta che vi domandate: ma perché? Quando contemplate un tramonto, o una musica muove in voi il cuore e la mente; quando provate che cosa vuol dire amare veramente; quando sentite forte il senso della giustizia e della verità, e quando sentite anche la mancanza di giustizia, di verità e di felicità.

    Cari giovani, l’esperienza umana è una realtà che ci accomuna tutti, ma ad essa si possono dare diversi livelli di significato. Ed è qui che si decide in che modo orientare la propria vita e si sceglie a chi affidarla, a chi affidarsi. Il rischio è sempre quello di rimanere imprigionati nel mondo delle cose, dell'immediato, del relativo, dell’utile, perdendo la sensibilità per ciò che si riferisce alla nostra dimensione spirituale.

    Non si tratta affatto di disprezzare l’uso della ragione o di rigettare il progresso scientifico, tutt’altro; si tratta piuttosto di capire che ciascuno di noi non è fatto solo di una dimensione “orizzontale”, ma comprende anche quella “verticale”. I dati scientifici e gli strumenti tecnologici non possono sostituirsi al mondo della vita, agli orizzonti di significato e di libertà, alla ricchezza delle relazioni di amicizia e di amore.

    Cari giovani, è proprio nell’apertura alla verità intera di noi, di noi stessi e del mondo che scorgiamo l’iniziativa di Dio nei nostri confronti. Egli viene incontro ad ogni uomo e gli fa conoscere il mistero del suo amore. Nel Signore Gesù, che è morto e risorto per noi e ci ha donato lo Spirito Santo, siamo addirittura resi partecipi della vita stessa di Dio, apparteniamo alla famiglia di Dio.

    In Lui, in Cristo, potete trovare le risposte alle domande che accompagnano il vostro cammino, non in modo superficiale, facile, ma camminando con Gesù, vivendo con Gesù. L’incontro con Cristo non si risolve nell’adesione ad una dottrina, ad una filosofia, ma ciò che Lui vi propone è di condividere la sua stessa vita e così imparare a vivere, imparare che cosa è l'uomo, che cosa sono io. A quel giovane, che Gli aveva chiesto che cosa fare per entrare nella vita eterna, cioè per vivere veramente, Gesù risponde, invitandolo a distaccarsi dai suoi beni e aggiunge: “Vieni! Seguimi!” (Mc 10,21). La parola di Cristo mostra che la vostra vita trova significato nel mistero di Dio, che è Amore: un Amore esigente, profondo, che va oltre la superficialità! Che cosa sarebbe la vostra vita senza questo amore? Dio si prende cura dell’uomo dalla creazione fino alla fine dei tempi, quando porterà a compimento il suo progetto di salvezza. Nel Signore Risorto abbiamo la certezza della nostra speranza! Cristo stesso, che è andato nelle profondità della morte ed è risorto, è la speranza in persona, è la Parola definitiva pronunciata sulla nostra storia, è una parola positiva.

    Non temete di affrontare le situazioni difficili, i momenti di crisi, le prove della vita, perché il Signore vi accompagna, è con voi! Vi incoraggio a crescere nell’amicizia con Lui attraverso la lettura frequente del Vangelo e di tutta la Sacra Scrittura, la partecipazione fedele all’Eucaristia come incontro personale con Cristo, l’impegno all’interno della comunità ecclesiale, il cammino con una valida guida spirituale.

    Trasformati dallo Spirito Santo potrete sperimentare l’autentica libertà, che è tale quando è orientata al bene. In questo modo la vostra vita, animata da una continua ricerca del volto del Signore e dalla volontà sincera di donare voi stessi, sarà per tanti vostri coetanei un segno, un richiamo eloquente a far sì che il desiderio di pienezza che sta in tutti noi si realizzi finalmente nell’incontro con il Signore Gesù. Lasciate che il mistero di Cristo illumini tutta la vostra persona! Allora potrete portare nei diversi ambienti quella novità che può cambiare le relazioni, le istituzioni, le strutture, per costruire un mondo più giusto e solidale, animato dalla ricerca del bene comune. Non cedete a logiche individualistiche ed egoistiche! Vi conforti la testimonianza di tanti giovani che hanno raggiunto la meta della santità: pensate a santa Teresa di Gesù Bambino, san Domenico Savio, santa Maria Goretti, il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli – che è di questa terra! – e tanti altri, a noi sconosciuti, ma che hanno vissuto il loro tempo nella luce e nella forza del Vangelo, e hanno trovato la risposta: come vivere, che cosa devo fare per vivere.

    A conclusione di questo incontro, voglio affidare ciascuno di voi alla Vergine Maria, Madre della Chiesa. Come Lei, possiate pronunciare e rinnovare il vostro “sì” e magnificare sempre il Signore con la vostra vita, perché Lui vi dona parole di vita eterna! Coraggio allora cari giovani e care giovani, nel vostro cammino di fede e di vita cristiana anche io vi sono sempre vicino e vi accompagno con la mia Benedizione. Grazie per la vostra attenzione!


    Incontro con i giovani...

































    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)
  • OFFLINE
    Caterina63
    Post: 39.989
    Sesso: Femminile
    00 21/06/2011 16:56
    Il “buen retiro” all’hotel Casa San Giuseppe. Il pranzo confezionato dallo chef dell’albergo Yukiko Ochiai e da Luigi Sartini della Taverna Righi

    IL PAPA A SAN MARINO E PENNABILLI

    Lasagne e passatelli nel menù pontificio

    Vini rigorosamente sammarinesi: Brugnetto e Roncale per accompagnare le portate

    di Luca Cassiani

    SAN MARINO. Papa Benedetto XVI ha scelto la Casa hotel San Giuseppe per il buen retiro sammarinese. Solo poche ore nel quattro stelle di Valdragone, tanto quanto basta per lasciare un segno profondo. Profondissimo.

    Il “fortino”. Il San Giuseppe per l’occasione somigliava più a una roccaforte inespugnabile che a un normale hotel. Struttura blindatissima: polizia civile al cancello d’ingresso per il primo filtro, agenti speciali armati fino ai denti all’interno, Guardia vaticana davanti alla porta del quattro stelle per intercettare qualsiasi intruso.

    La foto ricordo. Il Papa è arrivato all’albergo intorno alle 12.40. Prima di mettersi a tavola ha salutato tutto il personale. Ha stretto la mano, uno ad uno, ai camerieri e agli addetti della cucina. Poi, seduto su una poltrona rossa, ha posato per una foto ricordo con i dipendenti. Prima di mettersi a tavola.

    Il pranzo. Per confezionare il menù porporato, lo staff della Casa si è unito a quello della Taverna Righi. Così lo chef giapponese Yukiko Ochiai (dell’hotel) e Luigi Sartini (del ristorante) hanno messo in tavola: antipasto tipico con affettati e formaggi assortiti, grigliata di verdure, pane e piadina. Due i primi. Accuratamente evitati gli strozzapreti, il palato dei sacerdoti è stato solleticato con lasagne alle verdure, e passatelli con fiori di zucca e pendolini. Secondo piatto: tagliata di carne accompagnata da insalata. Il tutto innaffiato dai vini sammarinesi: Brugnetto (rosso) e Roncale (bianco). Per finire un mix di dolci con semifreddo e pasticceria secca, in abbinamento Moscato rigorosamente di San Marino. E l’immancabile caffè.

    I commensali. Alla tavola del Papa sedeva una quarantina di persone, quasi tutti i più stretti collaboratori, oltre al “padrone di casa” Luigi Negri vescovo della Diocesi di San Marino e Montefeltro. Fra i commensali: il segretario di Stato Vaticano cardinale Tarcisio Bertone, l’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana, il cardinale slovacco Jozef Tomko, il cardinale canadese Marc Ouellet prefetto della Congregazione per i vescovi, l’arcivescovo di Bologna monsignor Carlo Caffarra, lo statunitense Michael Harvey prefetto della Casa pontificia, il vescovo Paolo De Nicolò (cattolichino) reggente della prefettura della Casa pontificia, il nunzio apostolico a San Marino monsignor Giuseppe Bertello, oltre ad altri cardinali, ad alcuni sacerdoti della zona, al medico personale di sua Santità e agli uomini della Gendarmeria vaticana.

    La passeggiata e il riposo. Finito il pranzo intorno alle 13.45, il Papa ha compiuto una passeggiata nel verde e nella quiete più assoluta che regna al San Giuseppe. L’albergo sorge proprio di fianco al Santuario Cuore Immacolata di Maria, proprietà dei Frati minori. Al ritorno dalla piccola camminata Joseph Ratzinger ha confessato al personale: «Qui è bellissimo».
    Alle 14 il Papa si è ritirato in stanza, al quinto ed ultimo piano del quattro stelle, per riposarsi un po’. E lì è rimasto per circa un’ora.

    Nuove visite. Intorno alle 15.15 è ripartito il cerimoniale. Benedetto XVI ha avuto un primo incontro privato con i Capitani reggenti e con alcuni segretari di Stato, delegazione sammarinese arrivata all’hotel con otto auto blu al seguito. Il Pontefice ha ricevuto anche il saluto e la visita di molte personalità locali, prima di ripartire, intorno alle 16.15 per San Marino Città prima tappa del pomeriggio di fede.

    La curiosità. Appena arrivato al San Giuseppe il Papa ha notato un gattino, un piccolo randagio che da qualche tempo è stato virtualmente adottato dai dipendenti dell’albergo. Dopo il pranzo, Ratzinger ha esplicitamente chiesto del cibo per il quattrozampe. E una volta che i camerieri glielo hanno consegnato, si è incaricato personalmente di offrirlo al gatto.

     Corriere di Romagna, 20 giugno 2011


    Fraternamente CaterinaLD

    "Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
    (fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
    Maestro dell’Ordine)