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07/03/2011 18:39
 
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[SM=g1740733] ANTIDOTI di Rino Cammilleri


Hillary grida che Gheddafi deve andarsene, la flotta americana si mobilita… Possibile scenario, a questo punto: gli Usa e l’Inghilterra hanno trovato il sistema per uscire dalla crisi economica. Mettendo le mani sul petrolio del Maghreb con governi più “amici”. La Francia (la più furba, da sempre, d’Europa) si accoda. Occorre fare le scarpe all’Italia. Berlusconi, non a caso screditatissimo sul piano personale sui media esteri, deve fare la fine di Craxi. Il quale, con Sigonella e, pare, l’avvertimento a Gheddafi di scappare perché gli americani lo avrebbero bombardato, segnò la sua sorte. Fini, avvisato per tempo, si smarca per porsi come leader di un centrodestra più “ragionevole”. Anche perché per l’establishment angloamericano un governo delle sinistre in Italia è preferibile (per eseguire i bombardamenti sulla Serbia, infatti, un governo D’Alema fu l’ideale). In tal modo l’Italia si allineerebbe al nuovo ordine antipapista delle nazioni c.d. più avanzate: nozze gay e quant’altro...

Tra bufale mediatiche (sulle presunte fosse comuni, per esempio) e soprapporsi frenetico di notizie e di “esperti” televisivi, ho l’impressione che qualcuno voglia buttare fuori l’Italia dalla Libia per prenderne il posto. L’Italia, si sa, è il primo partner commerciale del Paese e ha in Libia, fin dai tempi di Mattei, interessi enormi. Da dove cavo questa impressione? Da una serie di coincidenze sospette, tra cui il sostanziale abbandono dell’Italia da parte della Ue e il veloce attivarsi di Nato, Usa e compagnia bella per l’”intervento umanitario” da quelle parti. A pensare male, diceva Andreotti…



 

Dall’agenzia Zenit del 23 gennaio 2011 apprendo che il 41% dei bambini di New York vengono abortiti e la percentuale è persino maggiore nel Bronx e tra le comunità nere (afroamericane). «Quasi il 40% di tutte le gravidanze di donne nere finiscono con l’aborto. Si tratta di un dato che è tre volte quello delle donne bianche e due volte quello di tutte le altre etnie messe insieme». Le organizzazioni per la pianificazione familiare (sì, è un eufemismo ma si sono autodenominate così) hanno da sempre «lavorato sodo per promuovere l’aborto tra i neri e i poveri». Ed è inutile nascondersi dietro un dito: l’ideologia eugenetica fin dal Settecento ha predicato che i troppo indigenti o i troppo ignoranti (per tacere dei tarati, degli alcolisti eccetera) non devono riprodursi. Anche se si tratta di interi popoli (da qui la valanga di preservativi che, con la scusa dell’Aids, piomba ininterrotta sul Terzomondo). Ed è dai tempi di Platone che i «saggi» cercano di disciplinare la riproduzione umana come si fa con quella animale. Ma prima li chiamavano «utopisti» (v. il mio «I mostri della Ragione», ed. Ares). Fu col Novecento che si cominciò a fare sul serio. Partirono alcuni States americani. I nazisti applicarono il principio su vasta scala ma è significativo che al processo di Norimberga si siano difesi asserendo che non avevano iniziato loro.


Anna Bono, sul quotidiano online «La Bussola» del 21 gennaio 2011 ha ricordato che il caso di Ben Alì (ex presidente tunisino fuggito, pare, con la cassa) non è il solo in Africa. Certe ong francesi da anni cercano di far incriminare almeno cinque presidenti africani, nati poveri e diventati nababbi. Uno è quello del Congo, N’Guesso, al potere praticamente dal 1979. Tra le sue molte proprietà (naturalmente all’estero) anche un albergo con piscina in Francia. L’ormai defunto (nel 2009) Ondimba, presidente del Gabon dal 1967, aveva pure un hotel di lusso sui parigini Champs Elisées. Segue Eduardo dos Santos, presidente angolano dal 1979, poi Blaise Compaoré, presidente del Burkina Faso dal 1987, e Obiang Nguema, presidente dalle Guinea Equatoriale dal 1979: questo colleziona Bugatti, ne ha una quindicina.
Mugabe, presidente dello Zimbabwe, mentre il suo Paese si sfama solo grazie agli aiuti esteri, nel 2009 ha festeggiato il suo 85° compleanno con una festa così sfarzosa, a caviale e champagne e aragoste, da aver scandalizzato i diplomatici stranieri invitati. E si è fatto di regalo una sontuosa villa a Hong Kong. E’ morto nel 1998 il presidente nigeriano Abachi, che in soli cinque anni aveva accumulato 2,2 miliardi di dollari (qualcuno dice il doppio). Una delle sue mogli era stata fermata all’aeroporto con 36 bauli zeppi di preziosi. C’è chi si ricorda ancora del congolese Mobutu, presidente dal 1965 al 1997. Era nella classifica degli uomini più ricchi del mondo (ville, castelli, aerei privati…).
Certo, non c’è solo l’Africa. I patrimoni personali degli sceicchi islamici richiederebbero però troppo spazio. In entrambi i casi, i soldi glieli abbiamo dati noi occidentali. E loro li hanno reinvestiti in Occidente. Così, siamo tutti contenti.



Apprendo che l’aborto libero sta impensierendo la Russia, la cui popolazione diminuisce a vista d’occhio. Nel 1920 fu la Russia bolscevica la prima nazione al mondo a legalizzare l’aborto. Paradossalmente, toccò a Stalin vietarlo (c’era bisogno di «figli per la Patria») nel 1936. E occorse attendere la sua morte per reintrodurlo, nel 1955. Nel 1964 ci fu il picco: 5,6 milioni di aborti. Oggi il governo cerca di correre ai ripari, anche perché le curve demografiche, così artificialmente intaccate, stano “femminilizzando” la Russia. All’inizio del 2011 la Chiesa ortodossa ha presentato una sua proposta al governo. Staremo a vedere. Certo, in un Paese in cui l’alcolismo registra livelli patologici non è facile raccomandare profilattici e contraccezioni varie

Il Centro Studi Federici mi ha girato un articolo del Corsera (23 dicembre 2010) in cui si riporta che la Regione Liguria ha bocciato i finanziamenti da sempre concessi agli oratori e approvato un ordine del giorno della sinistra che la impegnava a sostenere «politicamente e finanziariamente» i centri sociali. L’opposizione di centrodestra ha lasciato l’aula per protesta, accusando la maggioranza di dire che non c’è un soldo per gli oratori ma poi darli, i soldi, ai centri sociali. Burlando ha sostenuto la necessità di aiutare i centri sociali anche perché «la violenza può anche essere generata dall’abbandono e dall’indifferenza delle istituzioni». Poverini. Comunque, siamo sicuri che gli oratori rimasti a becco asciutto non metteranno, per questo, la città a ferro e fuoco.

Per consacrarlo nel ruolo di «padre» dei sovietici, dal gennaio 1936 Stalin venne sempre più spesso ritratto insieme a bambini. La più famosa di questa foto, riprodotta in milioni di manifesti, era quella in cui Stalin teneva tra le braccia la piccola Gelya Markinova. Non tutti sapevano, però, che il padre della bambina era stato giustiziato come nemico del popolo e la madre, arrestata, aveva fatto la stessa fine qualche tempo dopo.


Il filosofo russo Semjon Frank, ebreo, nel 1912 si convertì al cristianesimo ortodosso. Osservando i suoi contemporanei, molto prima della rivoluzione bolscevica, scrisse: «Chi sacrifica se stesso per il bene di un’idea non esita a sacrificare anche gli altri. (…) L’astio nei confronti dei nemici del popolo costituisce il concreto e attivo fondamento psicologico della sua vita. Così, un grande amore per l’umanità del futuro anima un grande odio per le persone».

«In campo protestante la teologia cosiddetta “dell’ordine della creazione” recepì l’eugenetica molto tempo prima che i nazisti emanassero le leggi sulla sterilizzazione. (…) Nel 1930 la “Missione interiore”, la principale associazione assistenziale protestante con una vasta rete organizzativa ramificata in tutta la Germania, stabilì che la sterilizzazione era legittima dal punto di vista religioso e morale, ed era dunque un dovere morale nei confronti della generazioni future. (…) Queste misure erano rivolte soprattutto a persone il cui comportamento indicava in modo chiaro che avrebbero avuto dei figli “antisociali”» (Michael Burleigh, «In nome di Dio. Religione, politica e totalitarismo», Rizzoli, pp. 130-131).


«Nell’ottobre del 1958 l’eminente teologo svizzero Karl Barth, uno dei pochi teologi protestanti a essersi opposto radicalmente al nazismo, scrisse un’incredibile lettera ai pastori protestanti della RDT, sostenendo che la Geremania Ovest fosse sotto il controllo degli ex nazisti e dei guerrafondai della NATO, ed esortandoli a non avere alcuna esitazione nel dimostrare lealtà verso il regime comunista tedesco-orientale». Cfr «In nome di Dio. Religione, politica e totalitarismo da Hitler ad Al Qaeda» di Michael Burleigh, Rizzoli, p. 506. Senilità ingravescente o semplice outing? Chissà…



Rino Cammilleri parla di se:
è in libreria la mia utlima fatica: “Come fu che divenni c.c.p. (cattolico credente e praticante)”, Lindau. Con molte foto d’epoca. E’ la storia della mia conversione, se interessa a qualcuno. Ma forse sì, giacchè ho traversato il ‘68 (Scienze Politiche a Pisa) e ho anche un passato di cantautore



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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