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Centenario di un TITANIC che osò sfidare il cielo... cronaca di una tragica fine annunciata

Ultimo Aggiornamento: 24/04/2012 16:56
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18/04/2012 14:53
 
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«Scendi subito da quella nave!». Il telegramma del padre provinciale era perentorio e non lasciava spazio a fraintendimenti. E così Frank Browne, scolastico gesuita irlandese a tre anni dall’ordinazione sacerdotale, a malincuore scese dal transatlantico con la sua valigia e la sua macchina fotografica. [SM=g1740733]
 
In quel momento, padre Frank non poteva sapere che quell’ordine così severo non solo gli avrebbe salvato la vita, ma avrebbe salvato le sue fotografie, immagini destinate a entrare nella storia. Sì, perché i suoi furono gli ultimi scatti del Titanic, presi poche ore prima del tragico affondamento avvenuto domenica 14 aprile 1912 come conseguenza dell’impatto con un iceberg. In occasione del centenario della tragedia, nella quale persero la vita 1.523 dei 2.223 passeggeri imbarcati (compresi gli 800 uomini dell’equipaggio), quelle foto sono state raccolte, digitalizzare e stampate in un libro pubblicato in Irlanda in edizione speciale Father Browne’s Titanic Album (che in realtà è una ristampa aggiornata e arricchita di un volume uscito nel 1997).

Ma chi era il giovane gesuita? E perché si trovava a bordo del Titanic? Quella di padre Browne è una vita piena di episodi eccezionali. Nel 1909, quando è ancora novizio, accompagna lo zio, il vescovo Robert Browne di Cloyne, in un pellegrinaggio a Roma. Nel corso di quel viaggio, ha l’occasione di incontrare, in un colloquio privato, l’allora pontefice Pio X. Ma il gesuita, a suo modo, è già entrato nella storia. All’università, ha la fortuna di essere compagno di corso dello scrittore irlandese James Joyce che lo immortalerà nel personaggio del «signor Browne il gesuita» nel suo capolavoro Finnegans Wake (La veglia per Finnegan).

Padre Browne coltiva una passione: la fotografia. È un autodidatta, ma con una sensibilità tutta particolare per l’immagine considerata non solo dal punto di vista artistico, ma anche documentaristico (con i suoi scatti testimonierà le tragedie della prima guerra mondiale alla quale parteciperà come cappellano e sarà decorato).

Così, quando suo zio gli regala un biglietto per la prima tratta (Southampton-Cobh) del viaggio inaugurale del Titanic, decide di portarsi dietro la sua macchina fotografica e tutto l’armamentario (flash, cavalletti, ecc.) per scattare più immagini possibili. Una volta a bordo non perde un attimo e inizia a fotografare ciò che gli sembra interessante: le stanze e il salone da pranzo della prima classe, la palestra, la biblioteca, i passeggeri che camminano sul ponte, ma anche gli emigranti della terza classe. Molti delle persone immortalate sulle sue lastre periranno nel naufragio. Tra esse il capitano Edward Smith. Fu proprio padre Browne a scattargli l’ultima fotografia prima del tragico incidente.

È stato grazie alle sue immagini che storici e ingegneri sono riusciti a ricostruire almeno una parte della storia del Titanic. Anche il regista James Cameron ha consultato le foto del gesuita irlandese per allestire il set del suo colossal Titanic (1997). La scena del bambino che gioca con una trottola sul ponte di prima classe sotto il vigile sguardo del papà è stata ricostruita proprio a partire da uno scatto di padre Browne (nella foto).

A bordo, il gesuita conosce una coppia americana che si offre di pagargli il biglietto fino a New York. Padre Browne telegrafa al suo superiore a Dublino per chiedergli il permesso, ma gli arriva l’ordine di scendere dalla nave. Con dispiacere obbedisce. http://m21.paperblog.com/i/100/1009014/francis-browne-il-gesuita-che-immortalo-il-ti-L-sPrKrd-175x130.jpeg Tornato nella sua comunità, sviluppa e cataloga le fotografie e poi le archivia in uno scantinato, dimenticandosele. Sarà un suo confratello, molti anni dopo, a ritrovarle e a pubblicarle.
Enrico Casale
© FCSF – Popoli

http://pazzo-per-il-mare.m.libero.it/rresize?location=http://3.bp.blogspot.com/-nJtEzpZLzVA/TaNROTW_hFI/AAAAAAAAKXg/fLGz1XI8Cts/s640/titanic+last+photo+image+foto+ultima+foto.jpg&width=93

Ultima immagine del Titanic
11 aprile 1912: Giovedì ore 13:30 - Il TITANIC ancora fuori da Roche's Point, Queenstown, Irlanda, venne fotografato l'ultima volta da un seminarista gesuita.

 

 

 

Quel gesuita sul Titanic salvo per miracolo

Titanic - Foto di Padre Frank Browne al piccolo Douglas Spedden

La foto che vedete qui sopra non è stata scelta a caso: è una delle foto di Padre Frank Browne, scattata a bordo del Titanic. E’ la foto che immortala il piccolo Douglas Spedden mentre gioca con il padre sul ponte della nave e a cui il regista Cameron si è ispirato per una famosa scena del suo film del 1997 con Leonardo Di Caprio. Se questo scatto oggi possiamo vederlo anche noi, è solo grazie ad un miracolo.

A distanza di 100 anni dal naufragio e con l’uscita nelle sale della nuova versione 3D del film, si è tornati a parlare di Titanic. Non tutti sanno però che a bordo della nave nel 1912 c’era anche un sacerdote gesuita, Padre Browne, appassionato di fotografia che immortalò la nave e i passeggeri che partivano dalla stazione di Londra. Il sacerdote scattò quasi 80 foto, immagini che hanno fatto il giro del mondo e che sono diventate l’ultima testimonianza di ciò che accadeva a bordo del transatlantico prima del disastro (guarda QUI alcune delle foto di Padre Browne).
Il gesuita era imbarcato sul Titanic e si salvò grazie al suo spirito di obbedienza ai superiori: uno zio gli aveva pagato il biglietto per la

Padre Frank Browne

prima tappa del viaggio (quella da Southampton a Queenstown in Irlanda), a cena una sera nella sala da pranzo si trovò a chiacchierare con una coppia di coniugi americani. I due erano rimasti colpiti dal suo spirito di avventura e si offrirono di pagargli il viaggio fino a New York, per tutta la traversata. Il sacerdote rispose: “Il mio superiore di Dublino non mi darà mai il permesso”. Ma il turista americano – come racconta Padre Eddie O’Donnell – rincarò la dose: “Andiamo nella sala telegrafo e inviamo al suo superiore un telegramma per spiegargli tutto”. Dopo diversi giorni arrivò la risposta, un ordine preciso: “Scendi da quella nave”.
Padre Browne dovette obbedire e questo gesto gli salvò la vita. Qualche giorno dopo infatti ci sarebbe stata la tragedia che causò la morte di 1517 persone. Molti anni più tardi, nel 1960, dopo la morte del sacerdote gesuita, un confratello trovò in uno scantinato all’interno di un vecchio baule 40mila fotografie. Tra tutte riuscì a recuperare anche quelle del Titanic, diventate un patrimonio comune e diffuse oggi in tutto il mondo.

 

 

[Modificato da Caterina63 24/04/2012 16:56]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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