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ANNO FEDE CICLO DI CATECHESI SUL "CREDO" - da Benedetto XVI ora con Francesco I

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2013 13:34
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16/05/2013 18:52
 
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UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 8 maggio 2013

[Video]  


   

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Il tempo pasquale che con gioia stiamo vivendo, guidati dalla liturgia della Chiesa, è per eccellenza il tempo dello Spirito Santo donato «senza misura» (cfr Gv 3,34) da Gesù crocifisso e risorto. Questo tempo di grazia si conclude con la festa della Pentecoste, in cui la Chiesa rivive l’effusione dello Spirito su Maria e gli Apostoli raccolti in preghiera nel Cenacolo.

Ma chi è lo Spirito Santo?

Nel Credo noi professiamo con fede: «Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita». La prima verità a cui aderiamo nel Credo è che lo Spirito Santo è Kýrios, Signore. Ciò significa che Egli è veramente Dio come lo sono il Padre e il Figlio, oggetto, da parte nostra, dello stesso atto di adorazione e di glorificazione che rivolgiamo al Padre e al Figlio. Lo Spirito Santo, infatti, è la terza Persona della Santissima Trinità; è il grande dono del Cristo Risorto che apre la nostra mente e il nostro cuore alla fede in Gesù come il Figlio inviato dal Padre e che ci guida all’amicizia, alla comunione con Dio.

Ma vorrei soffermarmi soprattutto sul fatto che lo Spirito Santo è la sorgente inesauribile della vita di Dio in noi. L’uomo di tutti i tempi e di tutti i luoghi desidera una vita piena e bella, giusta e buona, una vita che non sia minacciata dalla morte, ma che possa maturare e crescere fino alla sua pienezza. L’uomo è come un viandante che, attraversando i deserti della vita, ha sete di un’acqua viva, zampillante e fresca, capace di dissetare in profondità il suo desiderio profondo di luce, di amore, di bellezza e di pace. Tutti sentiamo questo desiderio! E Gesù ci dona quest’acqua viva: essa è lo Spirito Santo, che procede dal Padre e che Gesù riversa nei nostri cuori. «Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza», ci dice Gesù (Gv 10,10).

Gesù promette alla Samaritana di donare un’“acqua viva”, con sovrabbondanza e per sempre, a tutti coloro che lo riconoscono come il Figlio inviato dal Padre per salvarci (cfr Gv 4, 5-26; 3,17). Gesù è venuto a donarci quest’“acqua viva” che è lo Spirito Santo, perché la nostra vita sia guidata da Dio, sia animata da Dio, sia nutrita da Dio. Quando noi diciamo che il cristiano è un uomo spirituale intendiamo proprio questo: il cristiano è una persona che pensa e agisce secondo Dio, secondo lo Spirito Santo. Ma mi faccio una domanda: e noi, pensiamo secondo Dio? Agiamo secondo Dio? O ci lasciamo guidare da tante altre cose che non sono propriamente Dio? Ciascuno di noi deve rispondere a questo nel profondo del suo cuore.

A questo punto possiamo chiederci: perché quest’acqua può dissetarci sino in fondo? Noi sappiamo che l’acqua è essenziale per la vita; senz’acqua si muore; essa disseta, lava, rende feconda la terra. Nella Lettera ai Romani troviamo questa espressione: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (5,5). L’“acqua viva”, lo Spirito Santo, Dono del Risorto che prende dimora in noi, ci purifica, ci illumina, ci rinnova, ci trasforma perché ci rende partecipi della vita stessa di Dio che è Amore. Per questo, l’Apostolo Paolo afferma che la vita del cristiano è animata dallo Spirito e dai suoi frutti, che sono «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22-23).

Lo Spirito Santo ci introduce nella vita divina come “figli nel Figlio Unigenito”. In un altro passo della Lettera ai Romani, che abbiamo ricordato più volte, san Paolo lo sintetizza con queste parole: «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi… avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo “Abbà! Padre!”. Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria» (8,14-17). Questo è il dono prezioso che lo Spirito Santo porta nei nostri cuori: la vita stessa di Dio, vita di veri figli, un rapporto di confidenza, di libertà e di fiducia nell’amore e nella misericordia di Dio, che ha come effetto anche uno sguardo nuovo verso gli altri, vicini e lontani, visti sempre come fratelli e sorelle in Gesù da rispettare e da amare.
Lo Spirito Santo ci insegna a guardare con gli occhi di Cristo, a vivere la vita come l’ha vissuta Cristo, a comprendere la vita come l’ha compresa Cristo. Ecco perché l’acqua viva che è lo Spirito Santo disseta la nostra vita, perché ci dice che siamo amati da Dio come figli, che possiamo amare Dio come suoi figli e che con la sua grazia possiamo vivere da figli di Dio, come Gesù. E noi, ascoltiamo lo Spirito Santo? Cosa ci dice lo Spirito Santo? Dice: Dio ti ama. Ci dice questo. Dio ti ama, Dio ti vuole bene. Noi amiamo veramente Dio e gli altri, come Gesù?

Lasciamoci guidare dallo Spirito Santo, lasciamo che Lui ci parli al cuore e ci dica questo: che Dio è amore, che Dio ci aspetta, che Dio è il Padre, ci ama come vero Papà, ci ama veramente e questo lo dice soltanto lo Spirito Santo al cuore. Sentiamo lo Spirito Santo, ascoltiamo lo Spirito Santo e andiamo avanti per questa strada dell'amore, della misericordia e del perdono.
Grazie.


Saluti:


* * *

Rivolgo il mio benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli della Diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, con il Vescovo Mons. Gestori, convenuti alla Sede di Pietro in occasione dell’Anno della fede; quelli di Roiate e di Conversano, che incoronano rispettivamente la Madonna delle Grazie e la Madonna della Fonte; e i devoti del Santuario della Ravanusa, che celebrano il Giubileo Mariano. Saluto i sacerdoti, le religiose - in particolare il gruppo delle Figlie della Carità -, i seminaristi, i gruppi parrocchiali e le numerose scolaresche. La visita alle tombe degli Apostoli rafforzi in tutti la fede in Cristo, che, asceso alla destra del Padre, è sempre vivo e presente tra noi!

Oggi, 8 maggio, si eleva l’intensa preghiera della “Supplica alla Madonna del Rosario” di Pompei, composta dal Beato Bartolo Longo. Ci uniamo spiritualmente a questo popolare atto di fede e di devozione, affinché per intercessione di Maria, il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero.

Infine, un pensiero affettuoso ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Madre di Gesù educhi voi, cari giovani, al coraggio delle scelte definitive; aiuti voi, cari ammalati, specialmente quelli dell’Unitalsi di Roma e della “Emme Due” di Sessa Aurunca, ad accettare la sofferenza con amore; e sia di modello a voi, cari sposi novelli, per costruire nella fedeltà la vostra unione coniugale.

Prima di cantare il Padre Nostro, ricordatevi: dobbiamo ascoltare lo Spirito Santo che è dentro di noi, sentirlo. Cosa ci dice? Che Dio è buono, che Dio è padre, che Dio ci ama, che Dio ci perdona sempre. Ascoltiamo lo Spirito Santo.  

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''Viviamo in un'epoca in cui si e' piuttosto scettici nei confronti della verita'''. Lo ha detto papa Francesco nella catechesi durante l'udienza generale in piazza San Pietro richiamando anche le parole del papa emerito sul relativismo.
''Benedetto XVI - ha aggiunto Francesco - ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioe' a ritenere che non ci sia nulla di definitivo e a pensare che la verita' venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo. Sorge la domanda: esiste veramente la verita'? Che cos'e' la verita'? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesu' gli rivela il senso profondo della sua missione: 'Che cos'e' la verita'?'. Pilato non riesce a capire che la Verita' e' davanti a lui, non riesce a vedere in Gesu' il volto della verita', che e' il volto di Dio''.
Gesu', ha spiegato il papa, e' ''proprio questo: la Verita', che, nella pienezza dei tempi, 'si e' fatta carne', e' venuta in mezzo a noi perche' noi la conoscessimo''.
''La verita' - ha proseguito il papa - non si afferra come una cosa, la verita' si incontra. Non e' un possesso, e' un incontro con una Persona''.


 UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 15 maggio 2013



Cari fratelli e sorelle buongiorno!

oggi vorrei soffermarmi sull’azione che lo Spirito Santo compie nel guidare la Chiesa e ciascuno di noi alla Verità. Gesù stesso dice ai discepoli: lo Spirito Santo «vi guiderà a tutta la verità» (Gv 16,13), essendo Egli stesso «lo Spirito di Verità» (cfr Gv 14,17; 15,26; 16,13).

Viviamo in un’epoca in cui si è piuttosto scettici nei confronti della verità. Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioè a ritenere che non ci sia nulla di definitivo e a pensare che la verità venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo. Sorge la domanda: esiste veramente “la” verità? Che cos’è “la” verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla? Qui mi viene in mente la domanda del Procuratore romano Ponzio Pilato quando Gesù gli rivela il senso profondo della sua missione: «Che cos’è la verità?» (Gv 18,37.38). Pilato non riesce a capire che “la” Verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi, «si è fatta carne» (Gv 1,1.14), è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo. La verità non si afferra come una cosa, la verità si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una Persona.

Ma chi ci fa riconoscere che Gesù è “la” Parola di verità, il Figlio unigenito di Dio Padre? San Paolo insegna che «nessuno può dire: “Gesù è Signore!” se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1Cor 12,3). E’ proprio lo Spirito Santo, il dono di Cristo Risorto, che ci fa riconoscere la Verità. Gesù lo definisce il “Paraclito”, cioè “colui che ci viene in aiuto”, che è al nostro fianco per sostenerci in questo cammino di conoscenza; e, durante l’Ultima Cena, Gesù assicura ai discepoli che lo Spirito Santo insegnerà ogni cosa, ricordando loro le sue parole (cfr Gv 14,26).

Qual è allora l’azione dello Spirito Santo nella nostra vita e nella vita della Chiesa per guidarci alla verità? Anzitutto, ricorda e imprime nei cuori dei credenti le parole che Gesù ha detto, e, proprio attraverso tali parole, la legge di Dio – come avevano annunciato i profeti dell’Antico Testamento – viene inscritta nel nostro cuore e diventa in noi principio di valutazione nelle scelte e di guida nelle azioni quotidiane, diventa principio di vita. Si realizza la grande profezia di Ezechiele: «vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli, vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo… Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme» (36,25-27). Infatti, è dall’intimo di noi stessi che nascono le nostre azioni: è proprio il cuore che deve convertirsi a Dio, e lo Spirito Santo lo trasforma se noi ci apriamo a Lui.

Lo Spirito Santo, poi, come promette Gesù, ci guida «a tutta la verità» (Gv 16,13); ci guida non solo all’incontro con Gesù, pienezza della Verità, ma ci guida anche “dentro” la Verità, ci fa entrare cioè in una comunione sempre più profonda con Gesù, donandoci l’intelligenza delle cose di Dio. E questa non la possiamo raggiungere con le nostre forze. Se Dio non ci illumina interiormente, il nostro essere cristiani sarà superficiale. La Tradizione della Chiesa afferma che lo Spirito di verità agisce nel nostro cuore suscitando quel “senso della fede” (sensus fidei) attraverso il quale, come afferma il Concilio Vaticano II, il Popolo di Dio, sotto la guida del Magistero, aderisce indefettibilmente alla fede trasmessa, la approfondisce con retto giudizio e la applica più pienamente nella vita (cfr Cost. dogm. Lumen gentium, 12). Proviamo a chiederci: sono aperto all’azione dello Spirito Santo, lo prego perché mi dia luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio? Questa è una preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni: «Spirito Santo fa’ che il mio cuore sia aperto alla Parola di Dio, che il mio cuore sia aperto al bene, che il mio cuore sia aperto alla bellezza di Dio tutti i giorni». Vorrei fare una domanda a tutti: quanti di voi  pregano ogni giorno lo Spirito Santo? Saranno pochi, ma noi dobbiamo soddisfare questo desiderio di Gesù e pregare tutti i giorni lo Spirito Santo, perché ci apra il cuore verso Gesù.

Pensiamo a Maria che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19.51). L’accoglienza delle parole e delle verità della fede perché diventino vita, si realizza e cresce sotto l’azione dello Spirito Santo. In questo senso occorre imparare da Maria, rivivere il suo “sì”, la sua disponibilità totale a ricevere il Figlio di Dio nella sua vita, che da quel momento è trasformata. Attraverso lo Spirito Santo, il Padre e il Figlio prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio. Ma la nostra vita è veramente animata da Dio? Quante cose metto prima di Dio?

Cari fratelli e sorelle, abbiamo bisogno di lasciarci inondare dalla luce dello Spirito Santo, perché Egli ci introduca nella Verità di Dio, che è l’unico Signore della nostra vita. In quest’Anno della fede chiediamoci se concretamente abbiamo fatto qualche passo per conoscere di più Cristo e le verità della fede, leggendo e meditando la Sacra Scrittura, studiando il Catechismo, accostandosi con costanza ai Sacramenti. Ma chiediamoci contemporaneamente quali passi stiamo facendo perché la fede orienti tutta la nostra esistenza. Non si è cristiani “a tempo”, soltanto in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte. Non si può essere cristiani così, si è cristiani in ogni momento! Totalmente! La verità di Cristo, che lo Spirito Santo ci insegna e ci dona, interessa per sempre e totalmente la nostra vita quotidiana. Invochiamolo più spesso, perché ci guidi sulla strada dei discepoli di Cristo. Invochiamolo tutti i giorni. Vi faccio questa proposta: invochiamo tutti i giorni lo Spirito Santo, così lo Spirito Santo ci avvicinerà a Gesù Cristo.

Saluti:

* * *

Rivolgo un cordiale benvenuto ai numerosi pellegrini di lingua italiana. Saluto con affetto le comunità parrocchiali con i loro sacerdoti, le associazioni, i gruppi e i singoli. In particolare saluto i fedeli delle diocesi di Arezzo-Cortona-San Sepolcro, Chieti-Vasto, Pitigliano-Sovana-Orbetello, accompagnati dai rispettivi Pastori e li esorto ad essere segni eloquenti dell’amore di Dio e strumenti di pace in ogni ambiente, anche quelli più difficili. Un pensiero speciale rivolgo ai Vescovi, ai sacerdoti e ai fedeli provenienti dalla Sardegna; cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza e di cuore affido voi e le vostre comunità alla materna intercessione della Vergine Santa che venerate con il titolo di “Madonna di Bonaria”. A questo proposito, vi vorrei annunciare che desidero visitare il Santuario a Cagliari - quasi sicuramente nel mese di settembre – perché fra la città di Buenos Aires e Cagliari c’è una fratellanza per una storia antica. Proprio nel momento della fondazione della città di Buenos Aires, il suo fondatore voleva nominarla «Città della Santissima Trinità», ma i marinai che lo avevano portato laggiù erano sardi e loro volevano che si chiamasse «Città della Madonna di Bonaria». Vi fu una disputa fra di essi e alla fine hanno trovato un compromesso, così che il nome della Città risultò lungo: «Città della Santissima Trinità e Porto di Nostra Signora di Bonaria». Ma essendo tanto lungo, sono rimaste le due ultime parole: Bonaria, Buenos Aires, in ricordo della vostra icona della Madonna di Bonaria.

Saluto con affetto tutti gli studenti, in particolare quelli di numerose scuole cattoliche. La scuola cattolica costituisce una realtà preziosa per l’intera società, soprattutto per il servizio educativo che svolge, in collaborazione con le famiglie, ed è bene che ne sia riconosciuto il ruolo in modo appropriato.

Saluto infine i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Durante questo mese di maggio, cari giovani, sforzatevi di imitare la giovane di Nazaret, Maria. Lei vi aiuti ad essere semplici, puri di cuore e a portare un raggio di serenità dove c’è tristezza e solitudine. A voi, cari ammalati, auguro di vivere, con l’aiuto di Maria, la vostra situazione con fiducioso abbandono al Signore, Dio di ogni consolazione. E voi, cari sposi novelli, possiate trovare sempre gioia e sostegno nella vostra reciproca fedeltà.

 


 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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