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Documento della CEI su FAMIGLIA E MATRIMONIO

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2013 12:23
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02/02/2013 11:46
 
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CAPITOLO II - AFFETTIVITÀ E INNAMORAMENTO

5. Una promessa di felicità

Nell’enciclica Redemptor hominis il Beato Giovanni Paolo II insegna che «l’uomo
non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua
vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se
non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente»7. È a questa
pienezza di vita e di amore che aspirano i più giovani quando il loro affetto li spinge a
cercare la relazione con l’altra persona. La spinta pulsionale invita a uscire da se stessi
per entrare in una relazione di reciprocità. La relazione amorosa ha come punto di
partenza l’attrazione per l’altro, la profonda aspirazione all’incontro presente in ogni
essere umano, il desiderio di superare la solitudine. È una risposta al bisogno profondo
di essere riconosciuti, scelti e amati, ma rappresenta anche un’occasione di
cambiamento e di crescita, che può condurre il giovane da un narcisistico amore di sé,
che generalmente si annida nei primi passi della relazione amorosa, a un amore che
impara a tradursi in dono di sé per l’altro.

Nell’esperienza amorosa si incontrano l’eros, cioè l’esperienza pulsionale, legata al
desiderio e alla fisicità della persona, e l’agape, che è la capacità di un amore gratuito
nel dono di sé. Questi due elementi si integrano e si rinforzano a vicenda nella
costruzione di una relazione autentica che porta al dono di sé reciproco, come insegna
Benedetto XVI nella sua prima enciclica, dedicata all’amore: «anche se l’eros
inizialmente è soprattutto bramoso, ascendente…, nell’avvicinarsi poi all’altro si porrà
sempre meno domande su di sé, cercherà sempre di più la felicità dell’altro, si
preoccuperà sempre di più di lui, si donerà e si desidererà esserci per l’altro»8. Questa
integrazione deve essere favorita e gradualmente costruita all’interno della coppia,
perché l’amore in una coppia di fidanzati e di sposi è l’esito del convergere armonico di
eros e agape. Infatti, l’innamoramento e i sentimenti che lo accompagnano sono aspetti
positivi, che vanno coltivati e avvalorati, ma rappresentano anche un elemento fragile e
delicato della relazione fra i due. Nel cammino di crescita della coppia i giovani devono
portare a compimento l’innamoramento in un passaggio che li conduca, attraverso i
sentimenti, verso un’autentica scelta d’amore, nel graduale emergere della sollecitudine
per l’altro, dal rispetto reciproco, dalla volontà di cercare, insieme con la propria,
l’altrui felicità. Il risultato di questo progredire deve portare al vero incontro con la
persona amata, assumendone generosamente e fedelmente i desideri e le aspettative, le
gioie e le sofferenze, i progetti e le speranze.

6. Educazione integrale: l’alfabeto della corporeità

Il tempo dell’adolescenza comporta profonde trasformazioni del corpo, che è
sessuato fin dalla nascita. Preadolescenti e adolescenti sentono parlare la lingua diretta
del corpo che cambia; nello stesso tempo il loro mondo interiore si costituisce e si
affina, con tempi diversi fra maschi e femmine, dettando imperiosamente emozioni e
sentimenti. Di questa esperienza travolgente spesso si parla solo con i coetanei, e

___________________________________________________________
7 GIOVANNI PAOLO II, Lettera enciclica Redemptor hominis, 4 marzo 1979, n. 10.
8 BENEDETTO XVI, Lettera enciclica Deus caritas est, 25 dicembre 2005, n. 7.

***

mediante le categorie offerte dai media e dagli immensi e incontrollati spazi del virtuale.
Attorno agli adolescenti molti messaggi della società e comportamenti diffusi nel
mondo degli adulti tratteggiano uno scenario dove il fascino dell’amore vero appare
offuscato. È così che i giovani corrono il rischio di idealizzare la realtà dell’affettività e
della relazione con l’altro, di assolutizzare questa esperienza ancora non pienamente
matura, e di ridurre alla sola dimensione emotiva la relazione di coppia. Per questo essi
devono essere aiutati a comprendere il giusto valore dell’esperienza in cui muovono i
primi passi: imparare ad amare è un’arte che richiede pazienza e sacrificio, e che ha
bisogno di guide sapienti.

Nell’intento di non lasciare i ragazzi in balia di fonti ambigue, occorre pazienza per
accogliere la loro vivace curiosità di sapere. Genitori ed educatori sono chiamati a fare
rete, proponendo un’educazione alla corporeità e alla sessualità che sia franca, diretta e
integrale, evitando rischiose forme di delega. Occorre infatti presentare la persona
umana e il suo sviluppo sessuale e affettivo nella sua globalità, senza cadere in forme
riduttive. Sottoposti al bombardamento mediatico di stimoli emotivi contraddittori, i
ragazzi talvolta stentano a collegare vissuti e sentimenti; è proprio in questa fase che
diviene determinante il ruolo dei genitori, coadiuvati da altre figure educative, per
aiutarli a non vivere la loro relazione in modo superficiale e istintivo. Incontrarsi e
dialogare con questo universo richiede che non si svicoli rispetto al punto di partenza: il
corpo che cambia e al contempo un’interiorità che percepisce la bellezza e la grandezza
dell’amore a due.

7. In un mare di messaggi

Come già abbiamo accennato, le modalità con cui oggi i giovani affrontano le
esperienze d’amore sono fortemente condizionate dal contesto culturale e sociale nel
quale vivono. Spesso il corpo, in particolare quello della donna, è presentato come un
oggetto o come semplice fonte di piacere, rendendo più difficile percepirne la preziosità
e la stessa bellezza, che viene paradossalmente deturpata dalla pornografia e da un uso
strumentale del corpo. A questi condizionamenti si aggiungono le oggettive precarietà
della vita sociale: la crisi economica, che riduce la disponibilità di risorse e
compromette uno sguardo fiducioso al futuro; le difficoltà lavorative, che comprimono
in modo preoccupante la progettualità all’interno della coppia in vista della costituzione
di una nuova famiglia; la carenza di alloggi, o quantomeno la maggiore difficoltà ad
acquistare una casa, se non sostenuti dalle famiglie di appartenenza. È così che il futuro
è spesso percepito come opaco e indecifrabile e i giovani vivono una dimensione di
incertezza circa il proprio avvenire, così che la temporaneità e frammentarietà
dell’amore possono prevalere sull’istanza progettuale. Questo accentua la tendenza a
costruire relazioni di coppia di tipo intimistico, in cui spicca la ricerca di un rapporto
caldo sul piano emotivo-affettivo, ma slegato da un impegno per il futuro.

8. Il pudore e la castità: la custodia di un dono prezioso

Gli adolescenti, assediati da un clima generale fortemente erotizzato nella
comunicazione, nella moda, nei modelli proposti, devono essere guidati ad acquisire un
sano senso critico. In tale prospettiva, la comunità cristiana offre i giusti anticorpi nei
confronti del consumismo dilagante e della spudoratezza, della banalizzazione e della
superficialità, che inquinano affettività e coniugalità. Per lo sviluppo di questo percorso
risultano particolarmente importanti, per gli adolescenti, e in particolare «per i giovani,
le esperienze di condivisione nei gruppi parrocchiali, nelle associazioni, e nei
movimenti, nel volontariato, nel servizio in ambito sociale e nei territori di missione. In
esse imparano a stimarsi non solo per quello che fanno, ma soprattutto per quello che
sono. Spesso tali esperienze si rivelano decisive per l’elaborazione del proprio
orientamento vocazionale, così da poter rispondere con coraggio e fiducia alle chiamate
esigenti dell’esistenza cristiana: il matrimonio e la famiglia, il sacerdozio ministeriale,
le varie forme di consacrazione, la missione ad gentes, l’impegno nella professione,
nella cultura e nella politica»9.

I due valori più importanti per giungere alla maturità affettiva sono quelli del
pudore e della castità, di cui la vita all’interno della comunità cristiana deve favorire
l’acquisizione. Il pudore riporta alla parte più intima e preziosa della persona, facendo
comprendere che la sessualità non è solo ricerca del piacere, ma ricerca di una persona
nella sua unicità e dignità. L’essere umano nasce aperto all’infinito, in un corpo
sessuato di maschio e femmina, che evidenzia il suo essere creatura e la sua fragilità;
per questo va custodito nel suo valore, in quanto icona dello spirito umano creato da
Dio. Allo stesso modo vanno sostenute, fin dai primi anni di vita, la scoperta e
l’accoglienza della differenza sessuale e la bellezza della reciprocità fra il maschile e il
femminile. Il pudore custodisce e tutela i valori intimi e profondi della persona; non
limita la sessualità, ma la protegge e l’accompagna verso un amore integrale e
autenticamente umano. A tal fine, occorre educare al pudore fin dalla fanciullezza: la
vera forza liberante sta nell’ammettere di essere fragili e che questa evidente fragilità va
custodita bene, come il guscio di una perla di gran valore, secondo la felice immagine
biblica (cfr Mt 13,46). In questa stessa luce si può comprendere «il significato morale e
pedagogico della castità»10, grazie alla quale la sessualità è posta a servizio dei valori
più alti a cui deve tendere, facendo sì che essa divenga «il mezzo di un amore umano
autentico, quale poi si manifesterà compiutamente, secondo distinte modalità, nella
vocazione matrimoniale o verginale»11.

9. Innamorarsi dell’altro incontrando l’Altro

Il periodo dell’innamoramento chiama la coppia a riconoscere e a scoprire sempre
più l’amore di Dio, le cui tracce si possono trovare già nell’amore umano, che rinvia
alla sua presenza come sorgente. Vi sono infatti alcuni segni che conducono a
sperimentare la presenza di un amore che supera e trascende il semplice legame vissuto.
Un primo dato è riconoscere il limite e l’infinitezza dell’esperienza amorosa: il limite è
dato dal fatto che nessuna esperienza o sentimento saziano il cuore dell’uomo, sempre
portato a desiderare e cercare qualcosa di più grande, che in definitiva si trova solo in
Dio; ciò fa sì che, soprattutto nell’esperienza amorosa, si sperimenti, insieme al limite,
anche l’assoluto. Un altro dato che emerge è dunque che in ogni innamoramento vi è il
desiderio del per sempre che si pone alla base della relazione, quasi che il momento

_________________________________________________________________________
9 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali
dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, 4 ottobre 2010, n. 32.
10 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Matrimonio e famiglia oggi in Italia. Documento pastorale
dell’Episcopato italiano, 15 novembre 1969, n. 18.

***

presente trasporti in un orizzonte infinito. In definitiva, nell’innamoramento si vive
l’esperienza della totalità nella quale si è condotti a “perdersi”, a dare tutto di sé, per
ritrovare se stessi nell’altro (cfr Gv 12,25). Così Dio si rivela dentro l’amore umano, tra
uomo e donna, e si comunica nel cammino verso il sacramento del matrimonio12. Sarà
proprio a partire dalla scintilla dell’innamoramento che il ragazzo e la ragazza potranno
iniziare il proprio itinerario interiore, di coppia ed ecclesiale, per accogliere e vivere la
presenza di Dio.

L’esperienza dell’innamoramento e le tappe attraverso cui si impara ad amarsi in
modo sincero e totale sono così grandi e coinvolgenti che lasciano trasparire l’amore
stesso di Dio. La Deus Caritas est ci insegna proprio questo: che l’amore umano non è
separato dall’amore divino. Al contrario, come annuncia l’apostolo Giovanni, «Dio è
amore» (1Gv 4,8), e chi fa esperienza dell’amore fa esperienza di Dio, che dell’amore è
la prima sorgente e colui dal quale attingiamo la forza di amare. Nell’accompagnare i
giovani nelle tappe dell’amore siamo dunque consapevoli che tale percorso ha un
legame molto stretto con la fede, e facilita la loro accoglienza del Vangelo di Gesù, che
dell’amore di Dio è rivelazione piena.

______________________
12 Cfr ib., n. 7.

[SM=g1740771]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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