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DOCUMENTO PREPARATORIO III ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA SINODO DEI VESCOVI SULLA FAMIGLIA

Ultimo Aggiornamento: 08/10/2014 23:30
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09/07/2014 11:39
 
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  Pastorale familiare: l'impegno della diocesi di Palermo per i divorziati

Accompagnamento pastorale per separati e divorziati non risposati

04/07/2014

Si chiama “Santa Maria di Cana” ed è un percorso di accompagnamento pastorale per separati e divorziati non risposati né conviventi. Lo propone l’arcidiocesi di Palermo e a curarlo è l’Ufficio della pastorale familiare che, in questi anni, ha sviluppato un cammino volto alla riedificazione personale, al perdono e alla riscoperta degli impegni del Sacramento del Matrimonio.
Al microfono a Radio Vaticana di Tiziana Campisi, Maria Pia Campanella, referente del gruppo Santa Maria di Cana e autrice del volume “Il dono di sé”, manuale di accompagnamento spirituale per separati o divorziati, descrive questo cammino pastorale:

R. - Innanzitutto, il percorso prevede di accogliere la persona separata che resta sola perché molto disorientata e - ovviamente - molto ferita. Si tratta di un’accoglienza fraterna fatta da persone che vivono la stessa situazione.

D. - L’arcidiocesi di Palermo offre percorsi anche per i separati risposati. Ci può spiegare come distinguere meglio le diverse situazioni di fronte alle quali la Chiesa si trova oggi?

R. - Da poco tempo è iniziato il cammino per i divorziati e per i risposati. Praticamente, sia i documenti della Chiesa che il Direttorio della pastorale famigliare, hanno distinto le due situazioni in difficili e irregolari. La situazione difficile è vissuta dalla persona separata o anche divorziata che però vive da sola e non ha altre unioni. La situazione irregolare invece riguarda i divorziati che si risposano con il matrimonio civile, i ragazzi che convivono senza sposarsi e le coppie che non si sono mai sposate in Chiesa ma solo civilmente.

D. - Come si articola il cammino dei separati o divorziati soli?

R. - È un incontro di preghiera che prima di tutto ricostruisce l’identità di figlio di Dio. Se io non mi sento amato da Dio Padre, non saprò neanche proseguire sulla strada del perdono; questa è la seconda tappa.   La terza tappa consiste nel far riemergere l’identità nuziale: se abbiamo fallito il progetto umano, rimane il progetto nuziale di Dio.

D. - Lei è referente del gruppo che nell’arcidiocesi di Palermo segue il percorso "Santa Maria di Cana". È una divorziata non risposata ed ha partecipato ad incontri con alcune diocesi e con persone che fanno il suo stesso cammino. Cosa può dirci di queste esperienze?

R. - Io cercavo aiuto nelle parrocchie, ho cominciato ad interessarmi nella parrocchia, poi in diocesi e ancora in tutta l’Italia. Ho partecipato a convegni ed ho cercato di leggere i documenti della Chiesa. Anche nelle altre diocesi ho trovato una lacuna su questo aspetto: per il separato che resta solo non c’era ancora qualcosa di definito, di valido. Devo dire che la cosa importante è lo scambio. Alla fine ho preso l’esempio dell’associazione francese "Communion de Notre-Dame de l’Alliance" che ha fatto un percorso proprio per le persone separate sole. Ogni anno prevedono un incontro internazionale con il rinnovo del sì al coniuge.

D. - Lei ha scritto il libro "Il dono di sé", presentato da mons. Salvatore di Cristina come il primo manuale di accompagnamento che affronta la tematica dei separati non risposati…

R. - Vorrei dire che questo è il primo libro - almeno allo stato attuale non mi risulta ce ne siano altri - scritto da una persona che vive la situazione.

D. - Il volume contiene anche un formulario per il rinnovo delle promesse matrimoniali…

R. - Ogni anno facciamo un ciclo di incontri bimensile che si conclude con un ritiro, dove nel corso della Messa, chi vuole - non si è obbligati - fa un rinnovo degli impegni del matrimonio. Questo rito è stato scritto da padre Pietro Sorci, docente ordinario di Liturgia a Palermo alla facoltà teologica. Lui ci ha consegnato questo rito che poi noi abbiamo passato ad altri. Questa nostra fedeltà a Dio la offriamo sì per la nostra famiglia, per il coniuge, ma anche per la Chiesa, per le famiglie unite, affinché possano restare tali, e per i sacerdoti, affinché non tradiscano la propria vocazione. Quindi, si tratta di quella famosa comunione dei santi che ci ricorda che siamo tutti chiamati alla comunione con il vincolo del Battesimo.

D. - C’è un esempio noto di separato non risposato che voi state prendendo a modello: è il servo di Dio Francesco Paolo Gravino Principe di Palagonia …

R. - Guarda caso è proprio di Palermo! Ci rivolgiamo a quest’uomo che dopo dieci anni di vita coniugale si è dovuto separare perché la moglie aveva una relazione con un altro principe. Ovviamente ha sofferto molto. Volle essere terziario francescano e dedicò il resto della sua vita ai mendicanti che venivano presi dalla strada per essere ricoverati in apposite strutture di accoglienza. Anticipando la Dottrina Sociale della Chiesa, a queste persone veniva anche data la dignità di un lavoro. Questo principe per noi è un esempio e ogni tanto siamo andati a pregare sulla sua tomba.




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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