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13/18 agosto 2014 Visita Apostolica del Papa in Corea

Ultimo Aggiornamento: 20/08/2014 11:58
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10/08/2014 23:19
 
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  Briefing di padre Federico Lombardi sul viaggio del Papa in Corea dal 13 al 18 agosto prossimi. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha letto all’inizio la preghiera di ringraziamento per la visita di Papa Francesco e la beatificazione dei martiri coreani. La preghiera è stata diffusa dalla Chiesa in Corea. Questo il testo:


“O Dio Padre, tu che sei amore,
ti ringraziamo per aver istituito la Chiesa cattolica in Corea
senza l’aiuto dei missionario, ma con la tua sola grazia.
La nostra Chiesa è onorata dalla beatificazione dei martiri,
che sarà tenuta da Papa Francesco in occasione della sua visita in Corea.
Grazie, inoltre, per averci offerto l’opportunità di una nuova evangelizzazione dell’Asia,
attraverso la giornata asiatica della gioventù, alla quale vengono richiamati giovani provenienti da diversi Paesi del continente.
Aiutati affinché, prendendo l’esempio dei nostri martiri, possiamo rinnovare la nostra fede e la nostra Chiesa e attraverso ciò evangelizzare la nostra società.
Aiutaci a divenire una comunità che sappia accompagnare i sofferenti, emarginati e i poveri, che sappia trasmettere a tutti gli uomini la luce della fede e promuovere la cultura dell’amore, della pace, della vita.
Ti preghiamo affinché il nostro popolo si riconcili attraverso il Vangelo e realizzi la pace e l’unità nella penisola.
Per mezzo di questo fa che proclamiamo il Vangelo a tutti i popoli dell’Asia e fa che la tua luce e la tua gloria illuminino tutto il mondo.
Per Cristo, nostro Signore”.

Padre Lombardi ha notato come siano toccati quasi tutti i punti principali della visita prossima del Papa in questa preghiera. Il viaggio in Corea – ha quindi ricordato – è il terzo viaggio internazionale di Papa Francesco, dopo quello in Brasile e quello nella Terra Santa. E’ diverso tempo che un Papa non andava nell’Asia orientale: è dal ’99, anno in cui Giovanni Paolo II era stato a Delhi che non c’erano altre presenze del Papa nell’Asia. Per questo Papa Francesco ha considerato l’Asia una priorità nella serie dei suoi viaggi.

E’ la terza volta – h proseguito il portavoce vaticano - che un Papa va nella Corea: Giovanni Paolo II era andato due volte, nell’84 e nell’89. I motivi del viaggio di Papa Francesco sono raccoglibili intorno a tre temi soprattutto. Il primo, che di per sé è stata l’occasione che ha dato l’avvio alla progettazione di questo viaggio, è la Giornata asiatica della gioventù, che avviene in agosto in Corea. Si aspettano a questa Giornata circa duemila giovani, in rappresentanza di 23 Paesi dell’Asia. Quindi non è un fatto, come siamo abituati a pensare alla Giornata della gioventù, con centinaia di migliaia o milioni di persone. Qui ci sono rappresentanti qualificati della gioventù dei diversi Paesi asiatici. Quando il Papa era a Rio – in occasione della Giornata mondiale della Gioventù – mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon, che l’ha invitato per la Giornata asiatica della gioventù, ha preso coraggio e ha detto: “Io provo ad invitare il Papa. E vediamo cosa succede….”. E allora il Papa, che aveva già in mente l’Asia come una delle priorità, ha accolto questa buona occasione per dire sì. Ci ha riflettuto e ha detto: “Sì, vengo!”. Quindi diciamo che si collega anche al contesto delle attenzioni dei Papi alle Giornate della gioventù. Questa è la sesta Giornata della gioventù asiatica. L’idea della Giornata asiatica nasce durante la Giornata mondiale della gioventù di Czestochowa, in cui i giovani asiatici che erano andati sono stati contenti e si sono detti: “Perché non facciamo qualche cosa anche noi in Asia?”.  Oltre alla Giornata della gioventù asiatica con i suoi duemila rappresentanti di 23 Paesi, c’è anche una Giornata della gioventù coreana in questa stessa occasione con 4 mila giovani circa. Si calcolano in totale dunque circa 6 mila giovani.  

La seconda grande occasione di questo viaggio – ha detto padre Lombardi - è ovviamente l’incontro con la Chiesa cattolica coreana, che è una Chiesa piuttosto dinamica. L’unico Paese – come sappiamo – nell’Asia orientale a maggioranza cattolica sono le Filippine, negli altri Paesi i cattolici cristiani sono minoranza, ma nella Corea sono una minoranza consistente. Una minoranza che si aggira intorno al 10 per cento. E’ molto dinamica e con una crescita che negli anni passati è stata molto forte: con una media di 100 mila battesimi l’anno. Vi è quindi una Chiesa che si pone anche come missionaria oggi, come impegnata a mandare anche dei missionari: ha fatto un grande servizio in Mongolia, così come in altre parti del mondo. Una Chiesa dinamica che si propone come attiva e missionaria.

L’evento centrale per quanto riguarda la vita della Chiesa in Corea in questo viaggio – ha proseguito padre Lombardi - è la beatificazione di 124 martiri. Vale la pena, in preparazione a questo viaggio, guardare la storia della Chiesa in Corea, perché è una storia molto caratteristica e particolare, cui si faranno moltissimi riferimenti anche nei discorsi del Papa e delle altre persone. Una Chiesa che nasce non da missionari che vengono dall’esterno, ma nasce da laici che sentono parlare e si interessano alla ricerca della verità e vanno a cercare e ricevono le informazioni fondamentali sulla fede cristiana e cattolica dalla Cina, trovando lì i risultati della predicazione di Matteo Ricci e dei Gesuiti che erano andati in Cina tempo prima e che hanno prodotto anche una letteratura di formazione cristiana. Allora i coreani sentono parlare di questo, vanno a cercare lì anche i testi di riferimento e poi studiano questi testi. La fede cristiana nasce quindi in un modo molto originale da questa ricerca della verità condotta da circoli, in particolare da un circolo di saggi, di giovani laici che cercano di approfondire questo messaggio e quindi diventano cristiani, mandando poi anche uno di loro a Pechino per farsi battezzare. E quindi c’è uno sviluppo molto originale della Chiesa in Corea. E la storia della Chiesa in Corea è una storia di martirio terribile e impressionante perché per moltissimo tempo – per più di un secolo – i cristiani, i cattolici vengono martirizzati perché vengono considerati in opposizione, non coerenti con il sistema sociale, culturale della Corea del tempo. Quindi c’è una storia di migliaia e migliaia e migliaia di martiri. Quindi inizio laicale e martirio: sono un po’ le due caratteristiche della storia della Chiesa in Corea che vanno tenute presenti.

Già Giovanni Paolo II – ha ricordato padre Lombardi - aveva canonizzato 103 martiri coreani, tra cui Andrea Kim, primo sacerdote coreano. Però questo gruppo dei martiri canonizzati da Giovanni Paolo II non appartiene alle prime generazioni della Chiesa in Corea, ma alle seconde, terze generazioni: quando erano già giunti in Corea i missionari francesi. Quindi avevano conosciuto bene questi martiri. Le cause di beatificazione di questi martiri della seconda e terza generazione erano andate avanti perché erano più conosciuti ed erano state ben preparate anche dai missionari francesi. I martiri della prima generazione, invece, erano presenti nella memoria, ma non erano stati studiati e quindi non erano state preparate le documentazioni per la causa della loro beatificazione o canonizzazione. Questo è stato promosso dalla Chiesa in Corea negli ultimi anni con molto impegno e con studi, ricerche storiche e ricerche archeologiche dei primi luoghi della presenza dei cristiani: quindi la beatificazione che fa adesso Papa Francesco è la beatificazione della prima generazione dei martiri della Chiesa in Corea, dei fondatori della Chiesa in Corea. Alcuni sono anche i nonni o i genitori dei martiri già canonizzati, perché sono della generazione precedente. E’ molto interessante questo fatto. Per la Chiesa in Corea questa beatificazione è fondamentale perché riconoscono veramente il valore del martirio nelle loro radici stesse, nei loro padri fondatori. Questo vale la pena di essere approfondito per capire il rapporto tra i martiri precedenti già canonizzati e i martiri che vengono beatificati adesso.

Naturalmente la Corea – ha osservato ancora padre Lombardi – è un Paese diviso, che porta ancora le conseguenze della guerra terribile che c’è stata intorno agli anni Cinquanta e quindi un Paese che non è pacificato. La situazione è quella di un armistizio, non è quella della pace tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Ecco quindi il tema della pace e della riconciliazione. Questa divisione della Corea dà poi luogo al fatto che questa è un’area di tensioni internazionali significative ed importanti. Andare in Corea e pregare per la riconciliazione, per la pace fra le due parti del popolo coreano e nel mondo intero è anche un tema estremamente significativo.

Il seguito del Papa, in questo viaggio – ha aggiunto padre Lombardi - comprende – oltre naturalmente al cardinale segretario di Stato e al sostituto, che fanno sempre parte del seguito – anche i cardinali Filoni e Rylko: Filoni perché prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, che quindi è competente anche per queste aree; e Rylko perché presidente del Pontificio Consiglio dei laici, quindi le Giornate della gioventù e il laicato, che è così importante nella storia della Chiesa coreana. Per il resto la struttura del seguito è un po’ quella abituale, con le persone competenti per le cerimonie, per la sicurezza, per la logistica, per le comunicazioni e così via. Come desiderato dal Papa c’è anche un impiegato vaticano, che viene invitato sempre nel seguito: il Papa desidera che vi sia un impiegato, che non ha delle funzioni specifiche ma rappresenta un po’ la partecipazione della comunità di lavoro vaticana a questo evento. Se non sbaglio in questo caso è uno della Centrale Telefonica Vaticana, che è inserito e partecipa al viaggio come tutti gli altri. Naturalmente quando si arriva in Corea, faranno parte poi del seguito anche il nunzio, il presidente della Conferenza episcopale, il cardinale di Seoul e nei diversi luoghi il vescovo locale. 

 

(Tratto dall'archivio della Radio Vaticana)



[Modificato da Caterina63 10/08/2014 23:20]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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