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Omelie del Papa nella Messa delle 7 del mattino a Santa Marta (4)

Ultimo Aggiornamento: 10/12/2015 12:35
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09/02/2015 18:27
 
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  Il Papa: custodire il creato è dei verdi? No, è cristiano!




Messa del Papa a Santa Marta - OSS_ROM
09/02/2015 

 

I cristiani sono chiamati a custodire il Creato. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta. Il Pontefice si è quindi soffermato sulla “seconda creazione”, quella operata da Gesù che ha “ri-creato” ciò che era stato rovinato dal peccato. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Dio crea l’universo ma la creazione non finisce, “Lui continuamente sostiene quello che ha creato”. Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia soffermandosi sul passo della Genesi, nella Prima Lettura, che narra la creazione dell’universo. Nel Vangelo odierno, ha poi commentato, vediamo “l’altra creazione di Dio”, “quella di Gesù, che viene a ri-creare quello che era stato rovinato dal peccato”.

Come rispondiamo alla creazione di Dio?
Vediamo Gesù tra la gente, ha detto, e “quanti lo toccavano venivano salvati”: è “la ri-creazione”. “Questa ‘seconda creazione’ – ha rilevato Francesco – è più meravigliosa della prima; questo secondo lavoro è più meraviglioso”. Infine, c’è “un altro lavoro”, quello della “perseveranza nella fede” che lo fa lo Spirito Santo:

“Dio lavora, continua a lavorare, e noi possiamo domandarci come dobbiamo rispondere a questa creazione di Dio, che è nata dall’amore, perché Lui lavora per amore. Alla ‘prima creazione’ dobbiamo rispondere con la responsabilità che il Signore ci dà: ‘La Terra è vostra, portatela avanti; soggiogatela; fatela crescere’. Anche per noi c’è la responsabilità di far crescere la Terra, di far crescere il Creato, di custodirlo e farlo crescere secondo le sue leggi. Noi siamo signori del Creato, non padroni”.

E’ compito del cristiano custodire il creato
Il Papa ha avvertito che dobbiamo avere “cura di non impadronirci del Creato, ma di farlo andare avanti, fedeli alle sue leggi”. Dunque, ha soggiunto, “questa è la prima risposta al lavoro di Dio: lavorare per custodire il Creato”:

“Quando noi sentiamo che la gente fa riunioni per pensare a come custodire il Creato, possiamo dire: ‘Ma no, sono i verdi!’ No, non sono i verdi! Questo è cristiano! E’ la nostra risposta alla ‘prima creazione’ di Dio. E’ la nostra responsabilità. Un cristiano che non custodisce il Creato, che non lo fa crescere, è un cristiano cui non importa il lavoro di Dio, quel lavoro nato dall’amore di Dio per noi. E questa è la prima risposta alla prima creazione: custodire il Creato, farlo crescere”.

Lasciamoci riconciliare con Gesù
Francesco si è dunque chiesto come rispondiamo “alla seconda creazione”. San Paolo, ha rammentato, ci dice di lasciarci “riconciliare con Dio”, “andare sulla strada della riconciliazione interiore, della riconciliazione comunitaria, perché la riconciliazione è opera di Cristo”. E ancora, riecheggiando l’Apostolo delle Genti, il Pontefice ha detto che non dobbiamo rattristare lo Spirito Santo che è in noi, che è dentro di noi e lavora dentro di noi. E ha soggiunto che noi “crediamo in un Dio personale”: “è persona Padre, persona Figlio e persona Spirito Santo”:

“E tutti e tre sono coinvolti in questa creazione, in questa ri-creazione, in questa perseveranza nella ri-creazione. E a tutti e tre noi rispondiamo: custodire e far crescere il Creato, lasciarci riconciliare con Gesù, con Dio in Gesù, in Cristo, ogni giorno, e non rattristare lo Spirito Santo, non cacciarlo via: è l’ospite del nostro cuore, quello che ci accompagna, ci fa crescere”.

“Che il Signore – ha concluso – ci dia la grazia di capire che Lui” è all’opera “e ci dia la grazia di rispondere giustamente a questo lavoro di amore”.



Francesco: Dio si cerca, i cristiani “seduti” non lo vedono

Papa Francesco tiene l'omelia a Casa S. Marta - OSS_ROM

10/02/2015 

Per incontrare Dio bisogna rischiare e mettersi in cammino, perché un cristiano “quieto” non potrà “mai conoscere” il volto del Padre. È la riflessione che Papa Francesco ha sviluppato durante l’omelia della Messa del mattino, celebrata nella cappella di Casa S. Marta. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Se un cristiano vuole conoscere la sua identità, non può starsene comodo in poltrona a sfogliare un libro perché al mondo “non c’è un catalogo” con dentro “l’immagine di Dio”. E nemmeno può disegnarsi un Dio di comodo obbedendo a regole che con Dio non hanno niente a che fare.

Gli inquieti vedranno Dio
La lettura della Genesi che parla della creazione dell’uomo “a immagine di Dio” suggerisce a Papa Francesco una meditazione sulla strada giusta e le molte sbagliate che si aprono davanti a un cristiano che voglia conoscere la sua origine. L’immagine di Dio, afferma Francesco, la trovo “certamente non sul computer, non nelle enciclopedie”. Per trovarla, e quindi capire “la mia identità, si può fare solo in un modo, “soltanto mettendosi in cammino”. Altrimenti, dice, “mai potremo conoscere il volto di Dio”:

“Chi non si mette in cammino, mai conoscerà l’immagine di Dio, mai troverà il volto di Dio. I cristiani seduti, i cristiani quieti non conosceranno il volto di Dio: non lo conoscono. Dicono: ‘Dio è così, così…’, ma non lo conoscono. I quieti. Per camminare è necessaria quella inquietudine che lo stesso Dio ha messo nel nostro cuore e che ti porta avanti a cercarlo”.

La “caricatura” di Dio
Certo, considera Francesco, “mettersi in cammino è lasciare che Dio o la vita ci metta alla prova, mettersi in cammino è rischiare”. E così hanno fatto, sfidando pericoli e sentendosi abbattere dalla fatica e dalla sfiducia, anche giganti come il profeta Elia, o Geremia, o Giobbe. Ma c’è anche un altro modo di stare fermi e dunque falsare la ricerca di Dio, che Francesco rileva nell’episodio del Vangelo in cui scribi e farisei rimproverano Gesù perché i suoi discepoli mangiano senza aver assolto alle abluzioni rituali:

“Nel Vangelo, Gesù incontra gente che ha paura di mettersi in cammino e che si "adatta con una caricatura di Dio. E’ una falsa carta d’identità. Questi non-inquieti hanno fatto tacere l’inquietudine del cuore, dipingono Dio con comandamenti e si dimenticano di Dio: ‘Voi, trascurando il comandamento di Dio, osservate la tradizione degli uomini’, e così si allontanano da Dio, non camminano verso Dio e quando hanno un’insicurezza, inventano o fanno un altro comandamento”.

La grazia di stare in cammino
Chi si comporta in questo modo, conclude Papa Francesco, compie un “cammino fra virgolette”, un “cammino che non cammina, un cammino quieto”:

“Oggi la liturgia ci fa riflettere su questi due testi: due carte d’identità. Quella che tutti noi abbiamo, perché il Signore ci ha fatto così, e quella che ci dice: ‘Mettiti in cammino e tu avrai conoscenza della tua identità, perché tu sei immagine di Dio, sei fatto a somiglianza di Dio. Mettiti in cammino e cerca Dio’. E l’altra: ‘No, stai tranquillo: compi tutti questi comandamenti e questo è Dio. Questo è il volto di Dio’. Che il Signore ci dia a tutti la grazia del coraggio di metterci sempre in cammino, per cercare il volto del Signore, quel volto che un giorno vedremo ma che qui, sulla Terra, dobbiamo cercare”.


[Modificato da Caterina63 10/02/2015 12:09]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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