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I TDG sono "pacifisti"?

Ultimo Aggiornamento: 07/10/2007 15:51
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05/10/2007 16:49
 
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NO.
05/10/2007 17:30
 
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chiarisci
....ma non mi postare quei chilometrici taglia e incolla dalle pubblicazioni per piacere
**************************************************
Quando scoprirai che la tua anima, il tuo cuore, ogni scintilla d'ispirazione, ogni puntino del vasto cielo azzurro con le sue splendide fioriture di stelle, i monti, la terra, l'assiolo e le campanule, sono tutti tenuti avvinti da un'unico legamento ritmico, da un'unica corda di gioia, d'unità, di Spirito, allora saprai che tutte queste cose non sono che onde del tuo cosmico mare.
(Paramahansa Jogananda, Meditazioni metafisiche)
05/10/2007 17:49
 
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Lascio l'onere ad altri. Comunque la risposta è NO NETTO.
05/10/2007 18:13
 
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I Testimoni di Geova non sono pacifisti, bensì pacifici. Per quanto dipende da loro promuovono la pace, ma non ritengono la pace l'unico mezzo per portare giustizia. Si rendono conto, infatti, che un atto di violenza sarà risolutore e ultimo veicolo di vera pace: la guerra di Har-Maghedon.
05/10/2007 18:35
 
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Scusa ma mica la devi fare te la guerra di Harmaghedon!
La deve fare Geova.
Se vuole.
Anzi ti dirò di più, secondo te quel botta e risposta che ha avuto con Abramo riguardo a Sodoma e Gomorra a che sarebbe servito, se non per intercedere riguardo alle sue decisioni giudiziarie?
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Quando scoprirai che la tua anima, il tuo cuore, ogni scintilla d'ispirazione, ogni puntino del vasto cielo azzurro con le sue splendide fioriture di stelle, i monti, la terra, l'assiolo e le campanule, sono tutti tenuti avvinti da un'unico legamento ritmico, da un'unica corda di gioia, d'unità, di Spirito, allora saprai che tutte queste cose non sono che onde del tuo cosmico mare.
(Paramahansa Jogananda, Meditazioni metafisiche)
05/10/2007 20:20
 
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Scusa ma mica la devi fare te la guerra di Harmaghedon!



Indipendentemente da ciò un pacifista inorridirebbe di fronte a tal evidenza perché profondamente contrario al suo credo.


botta e risposta che ha avuto con Abramo riguardo a Sodoma e Gomorra a che sarebbe servito, se non per intercedere riguardo alle sue decisioni giudiziarie?



Geova non aveva certo bisogno di ascoltare Abraamo per dimostrarsi giusto. Lo ha informato su ciò che aveva intenzione di fare dato che alcuni interessi di Abraamo erano lì. Umilmemte poi lo ha ascoltato e rassicurato sul fatto che un atto di violenza non avrebbe comportato iniquità, ma solo giustizia. Un pacifista non l'avrebbe mai accettato.
06/10/2007 00:23
 
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Re:
Cromatiste, 05/10/2007 18.13:

I Testimoni di Geova non sono pacifisti, bensì pacifici.



(Matteo 5:9) 9 “Felici i pacifici, poiché saranno chiamati ‘figli di Dio’.

06/10/2007 02:09
 
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W 15/5/1980

NEUTRALI NON PACIFISTI:

Fu proprio una guerra mondiale, e il mondo ne subì le spaventose conseguenze. Ma che dire di quelli che seguirono il comando di Gesù di ‘non far parte del mondo’? Sotto certi aspetti fu più difficile per loro che per quelli che seguirono il mondo. Una cosa è mostrare coraggio in trincea nel mezzo della mischia; una cosa ben diversa è continuare coraggiosamente a seguire la propria coscienza addestrata secondo la Bibbia, nonostante biasimi e scherni, rinchiusi in qualche cella spesso infestata da parassiti, e a volte davanti a un plotone d’esecuzione o alla ghigliottina. Questi uomini rimasti neutrali nella seconda guerra mondiale non erano pacifisti. Combattevano una guerra spirituale, essendo ben addestrati nell’uso della “spada dello spirito, cioè la parola di Dio”. (Efes. 6:17) Erano decisi a mantenere l’integrità, e spesso la suggellarono col proprio sangue. Non avevano timore di morire per una causa giusta.

Questo fu evidente nel caso di molti giovani cristiani che vennero uccisi per ordine di Hitler e dei suoi aguzzini. L’Annuario del 1975 dei Testimoni di Geova riferisce: “Le numerose esecuzioni capitali che ebbero luogo [in Germania] durante il Terzo Reich hanno un posto speciale nella storia della persecuzione. Almeno 203 fratelli e sorelle, secondo rapporti incompleti, furono decapitati o fucilati. Questa cifra non comprende quelli che morirono di fame, di malattie e di altri brutali maltrattamenti”. Tutto ciò era in armonia con le parole di Gesù: “Se faceste parte del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo. Ora poiché non fate parte del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo motivo il mondo vi odia. . . . Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. — Giov. 15:18-20.

Riportiamo alcuni rapporti che mostrano come fu mantenuta l’integrità:
Poco prima della sua esecuzione il 9 novembre 1940, un giovane scrisse al padre: “Ora è stata data anche a me l’opportunità di provare al Signore la mia fedeltà fino alla morte, sì, la fedeltà non solo fino alla morte, ma anche nella morte. La mia condanna a morte è già stata annunciata e sono incatenato sia di giorno che di notte — i segni (sulla carta) sono quelli delle manette — ma non ho ancora vinto pienamente. A un testimone di Geova non è reso facile rimaner fedele. . . . Caro papà, ti invoco nello spirito, rimani fedele, come io ho tentato di rimaner fedele, e quindi ci rivedremo. Penserò a te proprio sino alla fine. — Tuo figlio Johannes. Auf Wiedersehen!”
Una moglie cristiana descrive il culmine di mesi di dure prove con queste parole: “L’11 ottobre 1941, mio marito fu decapitato. Nell’ultima lettera, che gli fu permesso di scrivere solo alcune ore prima della sua esecuzione capitale, egli disse: ‘Quando riceverete questa lettera, mia diletta Maria e miei quattro figli, Christa, Walter, Waltraud e Wolfgang, sarà già tutto finito e io avrò riportato mediante Gesù Cristo la vittoria che spero di ottenere. Di cuore desidero che vi sia concessa la benedizione d’entrare nel regno di Geova. Rimanete fedeli! Tre giovani fratelli, che seguiranno la stessa via che io farò domattina, sono qui accanto a me. I loro occhi sono raggianti!’”
Esistono molti altri esempi documentati.

‘NON FANNO PARTE DEL MONDO’

Descrivendo l’atteggiamento assunto dai testimoni di Geova nei campi di concentramento nazisti, la sociologa polacca Anna Pawelczynska ha scritto quanto segue nel suo libro Values and Violence in Auschwitz, pubblicato per la prima volta nel 1973:
“Questo piccolo gruppo di prigionieri costituivano una solida forza ideologica e vinsero la battaglia contro il nazismo. Il gruppo tedesco di questa setta era stato una minuscola isola di incrollabile resistenza nel cuore di una nazione terrorizzata, e con quello stesso spirito intrepido agivano nel campo di Auschwitz. Riuscirono a conquistarsi il rispetto degli altri prigionieri . . ., dei prigionieri-funzionari e persino degli ufficiali delle SS. Tutti sapevano che nessun testimone di Geova avrebbe eseguito un ordine contrario alla sua fede e alle sue convinzioni religiose o compiuto alcuna azione contro qualche altra persona, anche se quella persona fosse stata un assassino o un ufficiale delle SS. D’altra parte egli avrebbe svolto qualsiasi altro compito, anche il più umiliante, secondo il meglio delle sue capacità, se per lui era moralmente neutrale. I detenuti politici lottavano attivamente nel campo, organizzando la resistenza e combattendo per la sopravvivenza dei compagni di prigionia. I testimoni di Geova impegnavano una resistenza passiva per la loro fede, che si opponeva a ogni guerra e violenza”. (Il corsivo è nostro)

Non solo in Germania, ma anche in tutte le altre nazioni belligeranti i testimoni di Geova si mostrarono uniti nel mettere il comando di Dio di “amare il prossimo” al di sopra della richiesta del mondo di odiare i propri simili. (Matt. 22:39; Atti 5:29) A seconda del paese in cui vivevano, la punizione andava dalla pena di morte a mesi o anni di reclusione. In una prigione, un uomo che scontava una condanna all’ergastolo disse a uno dei Testimoni: “Io sono dentro per aver ucciso un poliziotto, e tu sei dentro perché non vuoi uccidere. È strano, vero?” Ma, che agli altri sembrasse “strano” o no, i testimoni di Geova seguivano la condotta biblica di ‘non far parte del mondo’ e di non partecipare alle sue sanguinose carneficine.

LIBERI DALLA COLPA DEL SANGUE

Nel ben noto Sermone del Monte, il Condottiero dei testimoni di Geova, cioè Gesù Cristo, disse fra l’altro: “Felici i pacifici, poiché saranno chiamati ‘figli di Dio’. . . . Avete udito che fu detto agli antichi: ‘Non devi assassinare; ma chiunque assassina dovrà render conto alla corte di giustizia’. Comunque, io vi dico che chiunque continua a provare ira verso il suo fratello dovrà render conto alla corte di giustizia; ma chi si rivolge al suo fratello con un’indicibile parola di disprezzo dovrà render conto alla Corte Suprema; mentre chi dice: ‘Tu spregevole stolto!’ sarà soggetto alla Geenna ardente”. La Geenna è un simbolo della distruzione eterna, perché in seguito Gesù disse ai suoi discepoli: “Non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; abbiate timore piuttosto di colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. (Matt. 5:9, 21, 22; 10:28) Di conseguenza i testimoni di Geova hanno sempre cercato di essere pacifici in questo mondo sconvolto e hanno evitato di manifestare inclinazioni omicide anche solo sotto forma di linguaggio iroso e violento.

La loro è sempre stata perciò una guerra di carattere spirituale che non turba la pace, perché l’apostolo Paolo disse ai suoi compagni cristiani del primo secolo: “Le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti mediante Dio per rovesciare cose fortemente trincerate. Poiché noi rovesciamo i ragionamenti e ogni cosa alta innalzata contro la conoscenza di Dio; e conduciamo ogni pensiero in cattività per renderlo ubbidiente al Cristo”. (II Cor. 10:4, 5) In questo modo i testimoni di Geova non si sono macchiati della colpa del sangue.

La colpa del sangue contribuì alla rovina dell’antico Israele, e a questo proposito è interessante notare il comportamento del re Manasse. Di lui è scritto: “Continuò a edificare altari a tutto l’esercito dei cieli in due cortili della casa di Geova. Ed egli stesso fece passare i suoi propri figli per il fuoco [come sacrifici umani] nella valle del figlio di Innom, e praticò la magia e usò la divinazione e praticò la stregoneria e fece medium spiritici e quelli che predicevano gli avvenimenti per mestiere. Fece in grandi proporzioni ciò che era male agli occhi di Geova, per offenderlo”. (II Cron. 33:5, 6) In seguito, durante i suoi 55 anni di regno, Manasse si pentì della sua cattiva condotta e agì per eliminare il culto idolatrico da Gerusalemme. Ma la colpa del sangue rimase, perché “Manasse sparse anche sangue innocente in grandissima quantità, finché ebbe riempito Gerusalemme da un’estremità all’altra”. (II Re 21:16) Quello spargimento di sangue era ingiustificato. Non era stato sparso in una guerra giusta comandata da Geova.

La colpa del sangue recata da Manasse non fu cancellata con la scomparsa di quel re. Rimase su Israele come una macchia. La giustizia non era stata soddisfatta e quindi la colpa restava. Pertanto Geova mandò Nabucodonosor, re di Babilonia, come esecutore del Suo giudizio contro Gerusalemme. “Solo per ordine di Geova ebbe luogo contro Giuda, per rimuoverlo dalla sua vista per i peccati di Manasse, secondo tutto ciò che egli aveva fatto; e anche per il sangue innocente che aveva sparso, così che riempì Gerusalemme di sangue innocente, e Geova non acconsentì a conceder perdono”. — II Re 24:1-4.

La moderna controparte dell’infedele Gerusalemme è la cristianità, in seno alla quale sono scoppiate le due sanguinose guerre mondiali del nostro secolo. Così anche la cristianità ha sacrificato innumerevoli ‘figli e figlie’ all’Iddio della guerra. (Ger. 7:31) Quale colpa di sangue grava sulla cristianità, decine di milioni di anime! Se la colpa di sangue di Manasse non poté esser perdonata, quanto meno quella della cristianità! Le organizzazioni religiose che hanno sostenuto la violenza delle due guerre mondiali e delle altre guerre di questo secolo ne condividono la responsabilità. La cristianità rappresenta la parte principale di “Babilonia la Grande”, l’impero mondiale della falsa religione, descritta dall’apostolo Giovanni come “ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei testimoni di Gesù”. Nessuna meraviglia che la “voce dal cielo” gridi a quelli che amano la giustizia: “Uscite da [Babilonia], o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe. Poiché i suoi peccati si sono ammassati fino al cielo, e Dio s’è rammentato dei suoi atti d’ingiustizia”. — Riv. 17:5, 6; 18:4, 5.

Sebbene la cristianità sia condannata a causa della sua idolatria e della colpa del sangue, centinaia di migliaia di persone sincere sono uscite da quel sistema, si sono pentite dei legami passati e hanno ottenuto una buona reputazione davanti a Dio e all’Agnello, Cristo Gesù. (Riv. 7:9, 10) Fra loro ci sono migliaia che hanno combattuto come soldati nelle guerre mondiali e in altri conflitti di questo secolo. Essendosi pentiti possono confidare nel perdono di Dio. (I Giov. 1:9, 10; Isa. 1:18) Egli li benedice perché ora si mostrano discepoli del “Principe della pace”, che in occasione del suo arresto e processo disse: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto”. (Giov. 18:36; Isa. 9:6, 7) Da quel momento in poi anch’essi non devono più ‘far parte’ di questo mondo sanguinario. Devono rimanere sotto la protezione di Cristo. — Confronta Numeri 35:11, 32.

LA NEUTRALITÀ È UNA PROTEZIONE

Molti cristiani testimoni di Geova nella Germania nazista e altrove hanno perso la vita per mantenere la neutralità. Di fronte alla morte hanno tratto conforto dalle parole di Gesù: “Non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; abbiate timore piuttosto di colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna [la morte eterna]”. (Matt. 10:28) La loro risurrezione è certa. (I Cor. 15:22, 23; Ebr. 11:35) Per altri la neutralità si è rivelata una protezione, spesso in circostanze insolite.

Prendete per esempio i testimoni di Geova in Africa. Nei villaggi essi mostrano ospitalità, dando da mangiare a casa loro a qualsiasi estraneo di passaggio. Ma hanno stabilito un limite, quello di non sostenere e non militare in nessuna fazione. In un’occasione, quando dei guerriglieri organizzarono una riunione di indottrinamento per gli abitanti di un certo villaggio, i Testimoni, neutrali, rifiutarono di parteciparvi. Perciò, quando forze nemiche piombarono in quella riunione e mitragliarono 105 presenti uccidendoli, i Testimoni, essendo assenti, ebbero salva la vita. Con l’intensificarsi delle ostilità, la posizione dei Testimoni si è fatta più difficile, ma hanno continuato a mostrare di ‘non far parte del mondo’.

Nell’imminente “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon, la neutralità del popolo di Dio opererà di nuovo per la loro salvezza. (Riv. 16:14, 16) Non essendo “parte del mondo”, saranno esenti dalla sua colpa di sangue. Dio eseguirà invece sulla sanguinaria cristianità (e in effetti sul mondo intero) il tipo di giudizio emesso contro l’antica Gerusalemme, in merito a cui Ezechiele profetizzò: “Il Signore Geova ha detto questo: ‘O città che spargi sangue in mezzo a te finché venga il tuo tempo, e che hai fatto dentro te stessa idoli di letame per divenire impura, mediante il tuo sangue che hai sparso sei divenuta colpevole, e mediante i tuoi idoli di letame che hai fatti sei divenuta impura. . . . Ecco, mi son colpita la mano . . . per i tuoi atti di spargimento di sangue che sono stati in mezzo a te . . . e distruggerò via da te la tua impurità. E . . . dovrai conoscere che io sono Geova’”. — Ezec. 22:3, 4, 13-16.

‘Il grande giorno di Geova è vicino’! (Sof. 1:14) Molto presto un intero mondo colpevole di sangue subirà la distruzione. Ma a quelli che coraggiosamente ‘non fanno parte del mondo’ Geova rivolgerà l’invito: “Va, popolo mio, entra nelle tue stanze interne, e chiuditi dietro le porte. Nasconditi per un breve momento finché la denuncia sia passata. Poiché, ecco, Geova uscirà dal suo luogo per chiedere conto dell’errore all’abitante del paese contro di lui, e il paese per certo esporrà il suo spargimento di sangue e non coprirà più i suoi uccisi”. (Isa. 26:20, 21) Dopo che Geova avrà fatto i conti con il mondo colpevole di sangue il suo popolo puro uscirà dal nascondiglio miracolosamente provveduto, per godere la pace eterna su una terra che non sarà più contaminata dal sangue sparso in guerre e violenze. (Sal. 46:8, 9) Allora quelli che ‘non erano parte del mondo’ scomparso rimarranno nel nuovo ordine di Dio, facendo per sempre la sua volontà. (I Giov. 2:17) Non essendosi macchiati di sangue, avranno contribuito a scrivere una storia di neutralità cristiana in un mondo sconvolto.


W 15/4/1998:


Gli eserciti saranno sempre necessari?

GLI eserciti hanno consumato gran parte delle risorse umane e rovinato molto spesso la felicità degli uomini. Alcuni si sono dunque chiesti: ‘L’umanità raggiungerà mai un livello di sicurezza mondiale che consenta di smantellare gli eserciti?’ Ora che le armi per la distruzione in massa rendono possibile l’estinzione di ogni forma di vita, la domanda si fa urgente. È realistico sperare in un mondo senza eserciti?

Numerosi precedenti dimostrano che quando buone relazioni internazionali generano fiducia, in una certa misura il disarmo è attuabile. Per esempio, grazie ai sostanziali rapporti di amicizia fra Canada e Stati Uniti, da oltre un secolo e mezzo i 5.000 chilometri di confine fra i due paesi non sono protetti da forze militari. Un accordo simile è stato raggiunto fra Norvegia e Svezia, come pure fra molte altre nazioni. Si potrebbe arrivare a un mondo senza eserciti grazie a un accordo simile fra tutte le nazioni? Dopo gli orrori della prima guerra mondiale, l’idea acquistò una popolarità straordinaria.

Quando nel 1918 fu fatta la pace, uno degli scopi del trattato di pace di Versailles fu di “rendere possibile l’avvio di una generale limitazione degli armamenti in tutte le nazioni”. Negli anni successivi il pacifismo ricevette impulso. Alcuni pacifisti teorizzarono che la guerra è il peggior male che possa capitare a un paese e che quindi è peggiore di una sconfitta. Gli avversari del pacifismo non erano d’accordo e citavano il fatto che nel corso dei secoli gli ebrei in molti luoghi avevano opposto una scarsa resistenza armata agli aggressori, eppure gli spietati tentativi di sterminarli non erano cessati. Gli africani avevano avuto poche possibilità di opporsi a coloro che li condussero schiavi nelle Americhe, eppure erano stati trattati crudelmente per secoli.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, però, molti pacifisti giunsero alla conclusione che le nazioni hanno in qualche modo bisogno di protezione. Così, quando dopo la seconda guerra mondiale furono istituite le Nazioni Unite, si diede più importanza alla cooperazione internazionale che al disarmo come mezzo per prevenire le aggressioni. Le nazioni membri speravano che la sicurezza così ottenuta avrebbe creato il clima di fiducia necessario per attuare il disarmo.

Diveniva però sempre più evidente un altro problema. Spesso i tentativi di una nazione di rafforzare la propria sicurezza suscitavano un senso di insicurezza nei paesi confinanti. Questo circolo vizioso scatenava la corsa agli armamenti. Ma in epoca più recente il miglioramento delle relazioni fra le principali potenze ha riacceso le speranze nel disarmo. Da allora però la guerra del Golfo e i conflitti nell’ex Iugoslavia hanno infranto le speranze di molti nel disarmo. Circa cinque anni fa la rivista Time diceva: “Nonostante la fine della guerra fredda, il mondo non è diventato un posto più tranquillo, bensì più pericoloso”.

Un “poliziotto” mondiale

A detta di molti osservatori l’umanità ha bisogno di un’unica autorità mondiale, con un esercito abbastanza forte da proteggere tutti. Dato che né l’ONU né le principali potenze militari del mondo sono in grado di farlo, alcuni ritengono che ci sia poco da sperare. Ma se considerate la Bibbia Parola di Dio, forse vi sarete chiesti se l’Iddio Onnipotente soddisferà questa impellente necessità.

Colui che la Bibbia definisce “l’Iddio dell’amore e della pace” potrebbe servirsi di una forza militare per imporre il rispetto della giustizia? Se sì, di quale? Molti eserciti attuali asseriscono di avere il sostegno di Dio, ma fanno davvero la volontà di Dio? Oppure Dio interverrà in un modo diverso per portare pace e sicurezza? — 2 Corinti 13:11.

L’Iddio Onnipotente reagì alla prima ribellione espellendo Adamo ed Eva dall’Eden e mettendo di guardia dei cherubini per impedire loro di ritornarvi. Inoltre annunciò il suo proposito di schiacciare completamente la rivolta contro la sua sovranità. (Genesi 3:15) A tal fine Dio potrebbe servirsi di un esercito?

La Bibbia menziona alcune occasioni in cui Dio si servì di eserciti per eseguire i suoi giudizi. Per esempio, i regni del paese di Canaan praticavano la bestialità e il sacrificio di bambini e si dedicavano con ferocia alla guerra. Dio ne decretò l’annientamento totale ed eseguì la sentenza tramite l’esercito di Giosuè. (Deuteronomio 7:1, 2) Similmente l’esercito del re Davide eseguì il giudizio di Dio contro i filistei come esempio del modo in cui Dio distruggerà tutta la malvagità nel suo finale giorno di giudizio.

Si può imparare molto da quegli avvenimenti. Geova dimostrò che può servirsi di un esercito per dare sicurezza al popolo. In realtà Geova ha un esercito veramente straordinario che stroncherà la ribellione di proporzioni universali contro il suo dominio.

“Geova degli eserciti”

La Bibbia usa più di 250 volte l’espressione “Geova degli eserciti”. Basilarmente l’espressione si riferisce al posto che Dio occupa quale comandante in capo di vaste forze angeliche. In una circostanza il profeta Micaia disse ai re Acab e Giosafat: “Certamente vedo Geova seduto sul suo trono e tutto l’esercito dei cieli stare presso di lui, alla sua destra e alla sua sinistra”. (1 Re 22:19) Qui si parla di eserciti angelici. Geova se ne servì per proteggere il suo popolo. Quando la città di Dotan fu assediata, il servitore di Eliseo perse ogni speranza. Per rassicurarlo, Dio gli fece avere una visione miracolosa del suo esercito formato da creature spirituali. “Geova aprì gli occhi del servitore, così che vide; ed ecco, la regione montagnosa era piena di cavalli e di carri da guerra di fuoco”. — 2 Re 6:15-17.

Questi episodi indicano forse che Dio oggi sostenga degli eserciti? Alcuni eserciti della cristianità possono asserire di essere gli eserciti di Dio. Molti hanno chiesto a ecclesiastici di benedirli. Ma spesso gli eserciti della cristianità combattono l’uno contro l’altro, contro persone della stessa fede. Le due guerre mondiali di questo secolo sono cominciate fra eserciti che si definivano cristiani. Questa non può essere opera di Dio. (1 Giovanni 4:20) Anche se tali forze militari asseriscono di combattere per la pace, Gesù disse forse ai suoi seguaci che dovevano organizzare eserciti per impedire che la pace mondiale venisse turbata?

La pace fu seriamente violata quando una schiera di uomini armati afferrò Gesù nel giardino dove stava pregando insieme ai discepoli. Un discepolo estrasse la spada e colpì uno degli aggressori. Gesù colse l’occasione per enunciare un principio importante. Disse: “Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada periranno di spada. O credi che non mi possa appellare al Padre mio perché mi provveda in questo momento più di dodici legioni di angeli?” Gesù aveva ai suoi ordini un grande esercito, ma Pietro non era stato arruolato in quell’esercito, né lo è stato nessun altro uomo. Pietro e gli altri seguaci di Gesù erano stati invitati a divenire “pescatori di uomini”. (Matteo 4:19; 26:47-53) Poche ore dopo, Gesù chiarì la situazione a Pilato dicendo: “Il mio regno non fa parte di questo mondo. Se il mio regno facesse parte di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai giudei. Ma ora il mio regno non è di qui”. (Giovanni 18:36) A differenza del regno di Davide che fu stabilito sulla terra, il Regno che Dio ha affidato a Gesù ha sede in cielo e porterà la pace sulla terra.

Gli eserciti di Dio entrano in azione

Presto gli eserciti di Dio entreranno in azione. Descrivendo lo scontro che seguirà, l’Apocalisse, o Rivelazione, chiama Gesù “La Parola di Dio”, e dice: “Gli eserciti che erano nel cielo lo seguivano su cavalli bianchi, ed erano vestiti di lino fine, bianco e puro. E dalla sua bocca esce una lunga spada affilata, affinché colpisca con essa le nazioni”. La Bibbia dice che con questa battaglia “i re della terra e i loro eserciti” perverranno alla loro fine. In quanto ad altri che non si saranno dimostrati leali a Dio, la profezia aggiunge: “I restanti furono uccisi con la lunga spada di colui che sedeva sul cavallo”. Anche Satana il Diavolo verrà messo fuori combattimento. Questo renderà finalmente possibile un mondo di pace, senza eserciti. — Rivelazione 19:11-21; 20:1-3.

Immaginate un mondo senza guerre

Riuscite a immaginare un mondo così sicuro da non aver bisogno di eserciti? Un salmo biblico dice: “Venite, guardate le attività di Geova, come ha posto avvenimenti stupendi sulla terra. Fa cessare le guerre fino all’estremità della terra”. — Salmo 46:8, 9.

Che sollievo sarà! Immaginate quali possibilità si apriranno alla società umana non più gravata dal pesante fardello delle spese necessarie per mantenere gli eserciti e il loro equipaggiamento! Gli uomini potranno impiegare le loro risorse per migliorare le condizioni di vita di tutti, per bonificare la terra e abbellirla. Ci saranno nuove opportunità di inventare cose veramente utili al genere umano.

Si adempirà questa promessa, su scala mondiale: “Non si udrà più la violenza nel tuo paese, la spoliazione o l’abbattimento entro le tue linee di confine”. (Isaia 60:18) Mai più milioni di profughi disperati fuggiranno dalle zone di guerra, costretti ad abbandonare case e beni per vivere in squallidi campi di raccolta. Mai più le persone dovranno piangere i loro cari uccisi o mutilati in conflitti fra nazioni. Il celeste Re di Geova stabilirà una pace mondiale permanente. “Ai suoi giorni germoglierà il giusto, e l’abbondanza di pace finché non ci sia più la luna. Redimerà la loro anima dall’oppressione e dalla violenza”. — Salmo 72:7, 14.

Ancor più piacevole sarà vivere fra persone che avranno imparato non a odiare, bensì a imitare l’amore di Dio. La Parola di Dio predice: “Non faranno danno né causeranno rovina in tutto il mio monte santo; perché la terra sarà certamente piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”. Come sarà la vita fra persone che conosceranno e ameranno Geova? Lo stesso libro profetizza: “L’opera della vera giustizia deve divenire pace; e il servizio della vera giustizia, quiete e sicurezza a tempo indefinito. E il mio popolo deve dimorare in un pacifico luogo di dimora e in residenze piene di fiducia e in indisturbati luoghi di riposo”. — Isaia 11:9; 32:17, 18.

Coloro che hanno una fede basata sulla conoscenza della Bibbia comprendono che gli eserciti di Dio sono pronti a purificare la terra da tutti i nemici della pace. Questa conoscenza dà loro la fiducia necessaria per agire in armonia con ciò che secondo la Bibbia sarebbe dovuto “avvenire nella parte finale dei giorni”, e cioè: “Dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Nazione non alzerà la spada contro nazione, né impareranno più la guerra”. — Isaia 2:2-4.

Persone di molte nazioni che sono diventate testimoni di Geova rifiutano fin d’ora di ‘imparare la guerra’. Hanno riposto la loro fiducia nella protezione dei celesti eserciti di Dio. Studiando la Bibbia con loro, anche voi potete acquistare la stessa fiducia.


SVEGLIATEVI 8/7/1991:


Il punto di vista biblico

Difesa personale: Sin dove può arrivare il cristiano?

“Perché vivere nella paura? Imparate quali sono alcuni modi pratici per difendervi e per sfuggire a un’aggressione. Viene data una dimostrazione particolareggiata di tecniche di difesa semplici ed efficaci. Questa istruttiva videocassetta potrebbe rappresentare la differenza fra soccombere e salvarsi”. — Pubblicità di una videocassetta sulla difesa personale.

NON c’è bisogno di spiegare perché oggi una videocassetta di questo genere abbia tanto successo. A Filadelfia (Pennsylvania, USA), bande di ragazzi gironzolano per le strade in cerca di persone da aggredire e derubare. “La paura della criminalità condiziona l’intera città” di Rio de Janeiro, scrive la rivista Time. A Hong Kong si verificano rapine a mano armata e sparatorie in zone dove i reati violenti erano quasi sconosciuti, almeno finora.

Notizie simili si sentono in tutte le parti del mondo. Con quale risultato? “I cittadini soppesano i rischi di rispondere al fuoco”, dice Newsweek. I cristiani non possono evitare questi “tempi difficili”, ma “rispondere al fuoco” può veramente significare “la differenza fra soccombere e salvarsi”? — 2 Timoteo 3:1.

Rispondere alla violenza con la violenza?

‘Se sono armato’, pensa qualcuno, ‘sarò al sicuro. Io colpirò lui prima che lui colpisca me. Come minimo lo metterò in fuga!’ Però non è così semplice.

George Napper, membro di una commissione per la sicurezza pubblica di Atlanta (Georgia, USA), dice: “Possedere un’arma da fuoco vuol dire essere preparati a vivere con il peso di avere ucciso un altro essere umano”. Il cristiano è preparato a vivere con un simile peso sulla coscienza, che potrebbe anche includere la colpa di sangue? — Confronta Numeri 35:11, 12.

La Parola di Dio dà inoltre questo comando: ‘Fate delle vostre spade vomeri’, e: ‘Cercate la pace e perseguitela’. (Michea 4:3; 1 Pietro 3:11) Come possono i cristiani cercare protezione nelle armi da fuoco e nello stesso tempo vivere in armonia con ciò che richiede la Bibbia? In ogni caso, è probabile che l’assalitore sia più veloce della vittima nell’estrarre l’arma.

Gesù condannò il fatto di opporre resistenza armata. È vero che comandò agli apostoli di portare due spade nel giardino di Getsemani, il luogo dove sarebbe stato arrestato. Ma perché diede questo comando? Il fatto che i seguaci di Gesù avessero armi eppure non le usassero dimostrò in modo vigoroso che non dovevano fare ricorso ad armi carnali. È degno di nota che Pietro, avendo a disposizione un’arma, impulsivamente ne fece uso. Gesù lo rimproverò con decisione per il suo gesto avventato dicendo: “Tutti quelli che prendono la spada periranno di spada”. — Matteo 26:36, 47-56; Luca 22:36-38, 49-51.

‘Questo vale per il possesso di armi da fuoco’, dirà qualcuno. ‘Ma non si potrebbero imparare certe arti marziali quali judo, karatè e kendo per difesa personale?’ Chiedetevi: Lo scopo per cui si imparano queste arti marziali non è forse quello di combattere o ferire altri? E ricevere un addestramento del genere non equivale forse a munirsi di un’arma letale? (1 Timoteo 3:3) Anche durante le esercitazioni ci sono stati casi di gravi lesioni e di decessi.

Romani 12:17-19 dà a questo riguardo un saggio consiglio: “Non rendete a nessuno male per male. . . . Se possibile, per quanto dipende da voi, siate pacifici con tutti gli uomini. Non vi vendicate, diletti, ma fate posto all’ira; poiché è scritto: ‘La vendetta è mia; io ricompenserò, dice Geova’”. La parola greca usata da Paolo, kakòs, che al neutro significa “male”, può avere anche il significato di “dannoso”. Quindi i cristiani devono evitare qualsiasi pensiero di danneggiare o far male a un’altra persona per vendicarsi.

Anziché esprimere impetuosamente la sua ira, il cristiano ha piena fiducia in Dio, il quale dice al suo popolo: “Chi tocca voi tocca la pupilla del mio occhio”. In armonia con ciò, Dio promette che a suo tempo “annienterà tutti i malvagi”. — Zaccaria 2:8; Salmo 145:20.

Un tempo per combattere?

‘Non rinuncerò ai miei soldi senza combattere!’, esclamano alcuni in tono di sfida. Dick Mellard, dell’Istituto Nazionale per la Prevenzione del Crimine (USA), avverte: “È nella natura umana resistere, ma se le cose vanno male la natura umana può farvi rimanere uccisi”. Molti aggressori sono pericolosamente armati e sono tesi e nervosi. Il denaro perduto può essere riguadagnato, ma si può riguadagnare una vita perduta? Vale la pena di rischiare?

George Napper dà questo consiglio: “Forse il modo migliore per difendervi è quello di rischiare i vostri beni anziché la vita. La maggioranza dei rapinatori e degli scassinatori vuole rubare, non uccidere”. Nelle situazioni in cui la persona è semplicemente avvicinata o le viene chiesto il suo denaro, un principio valido è questo: “Lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere”. — 2 Timoteo 2:24.

Non si tratta di pacifismo, cioè di non usare la forza in nessuna circostanza. In Esodo 22:2, 3 viene descritta la situazione di un ladro che si è introdotto di giorno in casa di qualcuno e viene colpito mortalmente. Una misura difensiva di questo genere era considerata alla stessa stregua di un omicidio, perché il ladro avrebbe potuto essere identificato e giudicato da un tribunale. Di notte, invece, sarebbe stato difficile per il padrone di casa vedere l’intruso e stabilirne le intenzioni. Perciò chi uccideva qualcuno che si era introdotto in casa sua al buio veniva considerato innocente.

La Bibbia pertanto non incoraggia a tentare impulsivamente di difendere se stessi. Tuttavia non sostiene il pacifismo, poiché indica che ci sono casi in cui difendersi. I cristiani possono sventare le aggressioni fisiche contro se stessi, le loro famiglie o altri che hanno veramente bisogno di essere difesi. Ma non attaccherebbero per primi, né risponderebbero con la forza ad una aggressione solo per salvare i propri beni. Non portano armi in previsione di un’aggressione del genere; piuttosto si sforzano di “vivere in pace”. — 2 Corinti 13:11.

[Note in calce]

Sebbene il contesto mostri che qui Paolo si riferiva a contese verbali, nella lingua originale il verbo tradotto “contendere” (màchesthai) viene generalmente usato nel senso di combattere con le armi o lottare con le mani.

Se una donna è minacciata di stupro deve gridare e usare qualsiasi mezzo a sua disposizione per opporsi al rapporto sessuale. — Deuteronomio 22:23-27.


06/10/2007 11:54
 
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Re:
Cromatiste, 05/10/2007 20.20:


Scusa ma mica la devi fare te la guerra di Harmaghedon!



Indipendentemente da ciò un pacifista inorridirebbe di fronte a tal evidenza perché profondamente contrario al suo credo.


botta e risposta che ha avuto con Abramo riguardo a Sodoma e Gomorra a che sarebbe servito, se non per intercedere riguardo alle sue decisioni giudiziarie?



Geova non aveva certo bisogno di ascoltare Abraamo per dimostrarsi giusto. Lo ha informato su ciò che aveva intenzione di fare dato che alcuni interessi di Abraamo erano lì. Umilmemte poi lo ha ascoltato e rassicurato sul fatto che un atto di violenza non avrebbe comportato iniquità, ma solo giustizia. Un pacifista non l'avrebbe mai accettato.


Dio, in quanto Dio, se no non avrebbe ragione di essere può disporre delle sue creature come crede al meglio.
Noi, in quanto uomini possiamo solo cercare di promuovere la pace tra di noi.
Un pacifista può desiderare la pace, nel limite delle sue azioni e non per questo sentirsi in contraddizione se il suo creatore deciderà diversamente.
Credo che Dio ascolti comunque le invocazioni di clemenza degli uomini tenendone conto.
Se non fosse così come pensi di "partecipare" alla guerra di harmaghedon?


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Quando scoprirai che la tua anima, il tuo cuore, ogni scintilla d'ispirazione, ogni puntino del vasto cielo azzurro con le sue splendide fioriture di stelle, i monti, la terra, l'assiolo e le campanule, sono tutti tenuti avvinti da un'unico legamento ritmico, da un'unica corda di gioia, d'unità, di Spirito, allora saprai che tutte queste cose non sono che onde del tuo cosmico mare.
(Paramahansa Jogananda, Meditazioni metafisiche)
06/10/2007 13:18
 
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Se non fosse così come pensi di "partecipare" alla guerra di harmaghedon?



Non parteciperò. Viviamo in un contesto storico in cui non ci è richiesto. Tuttavia il pacifista lotta contro ogni forma di guerra e ogni forma di violenza indipendentemente che sia lui a propugnarla o meno. Il pacifico si astiene dalla guerra e dalla violenza fin dove è possibile, ma non ricusa il concetto in toto.
06/10/2007 15:43
 
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Re:
Senzapadroni, 05/10/2007 17.30:

chiarisci
....ma non mi postare quei chilometrici taglia e incolla dalle pubblicazioni per piacere



Spesso tentiamo di argomentare in modo prolisso quello che semplicemente il termine vuol dire.
Sia l'aggettivo che il sostantivo PACIFICATORE hanno lo stesso significato: Che pacifica e opera per la pace.
Il PACIFISTA è il seguace di un movimento, il fautore del pacifismo. Legato a manifestazioni. Diciamo che è un personaggio passivo.
Mentre il PACIFICATORE opera e non subisce il sopruso. Questo non vuol dire che il pacificatore impugna le armi, ma agisce ed opera per realizzare un mondo pacifico. Nella fattispecie, i Testimoni di Geova, operano invitando le persone a non fomentare la guerra e ad avvicinarsi a Dio, il solo che può risolvere i problemi dell'umanità.

Filippo Delemme


06/10/2007 16:24
 
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Re: Re:
F.Delemme, 06/10/2007 15.43:




Il PACIFISTA è il seguace di un movimento, il fautore del pacifismo. Legato a manifestazioni. Diciamo che è un personaggio passivo.




Ricordate quei pacifisti, a una manifestazione no-global, con in mano le belle bandiere multicolori con la scritta pace che per manifestare il loro pacifismo spaccavano le vetrine dei McDonald's e delle banche? :-)

06/10/2007 23:59
 
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Un pacifista non ricorerebbe mai a nessun tipo di autodifesa o difesa degli altri. Né approverebbe mai mentalmente una guerra.

I TDG non sono pacifisti, in quanto se il caso lo richiede sono pronti ad intervenire per difendere se stessi qualcun altro o la propria famiglia, lottando per vincere. Inoltre approvano le guerre che in passato ha fatto Dio tramite Israele e approvano la futura guerra di Armaghedon.

Tuttavia essendo neutrali non prendono parte a conflitti politici e a guerre, ma se la propria casa o la propria famiglia fosse in pericolo si preoccuperebbero di difenderla con i mezzi a propria disposizione.

Anche un usciere all'assamblea è dovuto ad intervenire anche con la violenza nel caso un uomo mettesse in pericolo l'incolumità fisica dei fratelli.
[Modificato da La Primula Rossa 07/10/2007 00:00]
07/10/2007 11:24
 
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Re:
La Primula Rossa, 06/10/2007 23.59:

Un pacifista non ricorerebbe mai a nessun tipo di autodifesa o difesa degli altri. Né approverebbe mai mentalmente una guerra.

I TDG non sono pacifisti, in quanto se il caso lo richiede sono pronti ad intervenire per difendere se stessi qualcun altro o la propria famiglia, lottando per vincere. Inoltre approvano le guerre che in passato ha fatto Dio tramite Israele e approvano la futura guerra di Armaghedon.

Tuttavia essendo neutrali non prendono parte a conflitti politici e a guerre, ma se la propria casa o la propria famiglia fosse in pericolo si preoccuperebbero di difenderla con i mezzi a propria disposizione.

Anche un usciere all'assamblea è dovuto ad intervenire anche con la violenza nel caso un uomo mettesse in pericolo l'incolumità fisica dei fratelli.


Se come testimone di Geova vi considerate neutrali,perchè fai distinzione tra pacifismo ed essere pacifici? Se non hai parte nella guerra di Geova, che importa se essere pacifisti e pacifici?
Sempre di non violenza si tratta, ma se poi mi fai l'esempio della difesa della propria casa e della propria famiglia, non credi di essere in contraddizione con la neutralità cristiana?
Allora la pensi come Baget Bozzo! La pace si fin tanto non ti tocca nessuno!
"Perché contesta alla Chiesa la posizione per la pace?
Don Gianni BAGET BOZZO: «Perché ci può essere una buona guerra e ci può essere una cattiva pace. Perché nella tradizione della Chiesa la guerra non è mai stata identificata con il male e la pace non è mai stata identificata con il bene. Giovanni Paolo II ha un carisma storico eccezionale, che possiede in proprio, come Karol Wojtyla. Ma la Chiesa deve rispettare i diritti degli Stati anche se può fare dei richiami morali. Del resto se gli episcopati americano e inglese, dopo essersi pronunciati contro la guerra, hanno benedetto i soldati in partenza, significa che quel conflitto non era un "male morale" ...».

www.storialibera.it/attualita/pace_o_pacifismo/articolo.php?id=2291&titolo=«Il%20pacifismo%20non%20è%20cr...
O___O!

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Quando scoprirai che la tua anima, il tuo cuore, ogni scintilla d'ispirazione, ogni puntino del vasto cielo azzurro con le sue splendide fioriture di stelle, i monti, la terra, l'assiolo e le campanule, sono tutti tenuti avvinti da un'unico legamento ritmico, da un'unica corda di gioia, d'unità, di Spirito, allora saprai che tutte queste cose non sono che onde del tuo cosmico mare.
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07/10/2007 11:48
 
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Re: Re: Re:
Ettore07, 06/10/2007 16.24:


Ricordate quei pacifisti, a una manifestazione no-global, con in mano le belle bandiere multicolori con la scritta pace che per manifestare il loro pacifismo spaccavano le vetrine dei McDonald's e delle banche? :-)



Ti ricordo che la violenza perpetrata durante gli scontri del G8 di Genova, non veniva dai pacifisti ma dai cosiddetti "Black Blok" che avevano la sola funzione di depistare e creare terrorismo (vedi strategia della tensione) all'interno della manifestazione pacifica dei no global, con le connivenze di esponenti di destra e polizia.
it.youtube.com/watch?v=3-8jfUJdtPE
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07/10/2007 13:14
 
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Sempre di non violenza si tratta, ma se poi mi fai l'esempio della difesa della propria casa e della propria famiglia, non credi di essere in contraddizione con la neutralità cristiana?



Siamo neutrali rispetto alla politica di questo mondo,ma non siamo apolitici, tant'è vero che la nostra politica si chiama: teocrazia. Se Geova ci organizzasse come popolo nazionale con confini statali, come lo era l'antico Israele e ci ordinasse di combattere non esiteremmo a farlo. Ma questa non avverrà mai, poichè il popolo cristiano è sovrannazionale e non sarà mai istituito come ente statale. Ripeto, non siamo pacifisti e nemmeno anarchici.
[Modificato da La Primula Rossa 07/10/2007 13:14]
07/10/2007 14:34
 
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Re:
La Primula Rossa, 07/10/2007 13.14:


Sempre di non violenza si tratta, ma se poi mi fai l'esempio della difesa della propria casa e della propria famiglia, non credi di essere in contraddizione con la neutralità cristiana?



Siamo neutrali rispetto alla politica di questo mondo,ma non siamo apolitici, tant'è vero che la nostra politica si chiama: teocrazia. Se Geova ci organizzasse come popolo nazionale con confini statali, come lo era l'antico Israele e ci ordinasse di combattere non esiteremmo a farlo. Ma questa non avverrà mai, poichè il popolo cristiano è sovrannazionale e non sarà mai istituito come ente statale. Ripeto, non siamo pacifisti e nemmeno anarchici.


Si però siete raggruppati in una organizzazione, no?
Anch'io potrei combattere per Dio se me lo chiedesse Lui in persona!, ci mancherebbe altro! Anche un'ateo lo farebbe! Ma solo se me lo chiedesse Lui direttamente e non fantomatici "Portavoce"! Ciò non toglie che io sia oltre che pacifista anche pacifica...


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07/10/2007 14:41
 
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Ok. D'accordo, ma noi non abbiamo fantomatici portavoci, ma PORTAVOCI VERI. Almeno per noi e per me innanzitutto.
07/10/2007 15:19
 
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Re: Re: Re: Re:
Senzapadroni, 07/10/2007 11.48:


Ti ricordo che la violenza perpetrata durante gli scontri del G8 di Genova, non veniva dai pacifisti ma dai cosiddetti "Black Blok" che avevano la sola funzione di depistare e creare terrorismo (vedi strategia della tensione) all'interno della manifestazione pacifica dei no global, con le connivenze di esponenti di destra e polizia.
it.youtube.com/watch?v=3-8jfUJdtPE


Mi pare che ce ne siano state altre oltre a quella del G-8. Comunque non diamo sempre la colpa ai Black-blok...

07/10/2007 15:26
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
Ettore07, 07/10/2007 15.19:


Mi pare che ce ne siano state altre oltre a quella del G-8. Comunque non diamo sempre la colpa ai Black-blok...



Poverini....

Infiltrazioni nel black block?
Il capogruppo dei senatori Ds, Gavino Angius , ha mostrato in aula un documento top secret dell'ufficio di gabinetto della questura di Genova contenente, fra l'altro, l'elenco di movimenti della destra extraparlamentare che avrebbero avuto come obiettivo di colpire , in caso di incidenti, le forze dell'ordine «screditando così l'area antagonista di sinistra». Il quotidiano genovese «Il Secolo XIX » ha pubblicato oggi il documento riservato, dal titolo «Informazioni sul fronte della protesta anti G8», della questura di Genova in cui si evidenzia che i vertici della questura erano a conoscenza già dieci giorni prima del vertice che militanti di Forza Nuova, Fronte nazionale e Comunità politica di avanguardia , tutte formazioni di estrema destra, erano infiltrati tra i manifestanti anti-G8 . «È stato segnalato che alcuni membri di Forza Nuova - si legge fra l’altro nel dossier - costituirebbero un gruppo di 25-30 militanti fidati da infiltrare tra i gruppi delle cosiddette tute bianche, allo scopo di confondersi tra i manifestanti anti-G8».

(Corriere della Sera, 26 luglio 2001)


www.romacivica.net/anpiroma/g8/G8black2.htm


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