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La Cresima o Confermazione e i Sette Doni dello Spirito Santo

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2013 18:22
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CRESIMA: Sacramento dello Spirito

di Stefano Biavaschi


Ciò che più ci stupisce dello Spirito Santo è l'inafferrabilità di un "tu" con cui entrare in relazione. Mentre in Gesù il "tu" assume un volto umano dai lineamenti visibili, nello Spirito Santo il "tu" sembra sottrarsi alla nostra comprensione; purissimamente divino com'è ci appare insondabile, infinito e senza contorni.

Come entrare in relazione con una simile realtà?

Credo che questo sia un interrogativo di molti cristiani, che spesso emarginano lo Spirito Santo escludendolo dalle loro preghiere, o riducendolo col pensiero a "cosa", "energia", "emanazione". L'articolo davanti (lo Spirito Santo) a volte induce a dimenticare che questo Paraclito è persona. Anzi, persona divina. Tuttavia la mancanza di una relazione di tipo ordinario con questa persona divina non è un difetto insito nella nostra fede, ma la modalità stessa con cui lo Spirito si rapporta con noi. Mi spiegherò meglio.

Con l'incarnazione del Verbo si verifica nella storia il fatto più esaltante di tutti i tempi: Dio si fa uomo, si rende riconoscibile, cammina al nostro fianco. E' ciò che la Bibbia chiama l'Emmanuele, il Dio-con-noi. Con la discesa dello Spirito Santo (a partire dal giorno di Pentecoste e fino all'ultima cresima che celebriamo) la Chiesa passa dall'esperienza del Dio-con-noi a quella del Dio-in-noi. Vi manderò un Consolatore, promise Gesù (Gv 15,26), e la maggiore consolazione è che il dono di questo Spirito genera la presenza viva di Dio nel nostro cuore, portandoci al superamento del semplice rapporto dialogico che fino a quel momento avevamo con la divinità. Il "tu", infatti, per quanto nobile possa essere, rappresenta sempre un'alterità, la relazione con una presenza esterna al nostro io.

Lo Spirito Santo, invece, quasi si fonde col nostro io, coabita coi nostri pensieri e li divinizza. La sua azione costruisce progressivamente il Dio-in-noi, modellandoci nel Cristo. La sua grazia ci conferisce i modi di sentire di Gesù, i suoi modi di pensare, di amare.


La caduta della relazione duale e la coabitazione di Dio all'interno del nostro stesso io è il più grande dono che ci può essere dato. Grazie a questa amorevole condivisione della natura divina smettiamo di collocare Dio all'esterno, di sentirlo "un altro", e quasi assaporiamo il misterioso significato dell'unione ipostatica fra le persone divine. Tre persone, ma un solo Dio.


Questo inestimabile dono è presentato dal nuovo Catechismo in tante bellissime pagine (in particolare ai numeri 683-741 per quanto riguarda lo Spirito Santo, e 1285-1314 per quanto riguarda la Cresima). Ma rimane evidente come le parole non possano mai racchiuderne tutto l'inesauribile mistero. Il cristiano che vive in santità è colto dalla vertigine solo a considerare alcuni dei Suoi modi d'agire, come quando Egli scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato, dona la virtù e la grazia, elargisce premi e consolazioni, procura salvezza del corpo e dello spirito, conferisce i sette santi doni, allinea la mente col cuore, combina la luce con l'amore, fa pregustare anticipazioni del Paradiso.

Quale bellezza salverà il mondo se non questa?

Già nel Battesimo siamo stati immersi nello Spirito Santo, ma la necessità di una Confermazione emerge dalla stessa Sacra Scrittura: "Essi discesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora sceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imposero loro le mani e quelli ricevettero lo Spirito Santo" (At 8,15-17). Si tratta quindi di due momenti sacramentali distinguibili, anche se nel cristianesimo orientale è prevalso l'uso di unificarli. Viceversa vi sono movimenti, anche all'interno della Chiesa, che pretendono di conferire due volte il dono del Battesimo o due volte quello dell'infusione dello Spirito Santo. In realtà ogni sacramento, una volta conferito, non può essere ridato, ma semmai se ne può risvegliare la consapevolezza. Come tutti i doni, infatti, c'è sempre il rischio che il sacramento venga col tempo accantonato come un pacco chiuso. Beato il cristiano che non solo lo sa aprire, ma ne sa attingere tutte le ricchezze che scaturiscono dalla profondità del cuore di Dio.


La Cresima è il sacramento che continua ad essere chiesto dalla quasi totalità dei genitori per i loro figli, ma, forse, è il meno “amato”, perché il meno capito.

Accanto ai diversi problemi di ordine teologico e pastorale che fanno riflettere teologi e sacerdoti responsabili di una comunità, certamente uno dei motivi che ostacola (limita) la comprensione di questo sacramento è il profondo e rapido cambiamento del contesto socio-culturale e religioso in cui la Chiesa vive e opera oggi. In una società in cui il riferimento a Dio si fa sempre più debole nella concretezza della vita quotidiana - processo di secolarizzazione -, diventa difficile fare una proposta di fede che non vuole suscitare un vago sentimento religioso o chiedere semplicemente la partecipazione a qualche momento, ma coinvolgere tutta la vita, in ogni sua scelta. A partire proprio dall’esperienza concreta della nostra parrocchia si constata che, da un lato c'è una comunità desiderosa di affiancarsi al cammino delle famiglie per aiutarle a “tenere fisso lo sguardo su Gesù” e ad accogliere il Suo Mistero come senso e scopo ultimo della vita dell'uomo, dall'altro, ci sono ragazzi che, molto spesso, non vedono l'ora di fare la Cresima per chiudere con la catechesi e purtroppo, anche con la Messa. Da un lato, insomma, Cè la Chiesa consapevole di celebrare un avvenimento - la Pentecoste - e di ricevere in dono lo Spirito Santo, dall’altro ci sono genitori che apprezzano la bella cerimonia, ma che, in molti casi, faticano a cogliere il significato di quel momento e di quei segni perla vita dei loro figli.

Viene da chiedersi se la Cresima sia veramente considerata il sacramento del dono dello Spirito, dato in pienezza, per illuminare e sostenere la scelta di un progetto di vita fondato sui valori vissuti da Cristo o non sia piuttosto "un certificato" che è bene garantirsi in vista del matrimonio...

Per fare un po' più di chiarezza, prendiamo alcuni spunti da ciò che è scritto nella introduzione al rito della Cresima: “Con il Sacramento della Confermazione i battezzati proseguono il cammino dell'iniziazione cristiana. In forza di questo sacramento, essi ricevono l’effusione dello Spirito Santo, dono che rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere testimonianza per l’edificazione del suo corpo nella fede e nella carità. Essi ricevono inoltre il carattere o segno indelebile del Signore.

La Cresima è una tappa dl quel cammino permanente che conduce sempre più “dentro la vita di fede” ed è strettamene­te  legata al sacramento del battesimo, tanto da essere chiamata anche Confermazione. Infatti è la conferma degli impegni battesimali.

Se il Battesimo è la nascita alla vita spirituale, la Cresima è come la crescita che porta l’uomo a diventare “adulto nella fede”, cioè credente motivato e sostenuto da convinzioni consapevoli, solide.

La fede è " vista” e deve incarnarsi nella vita di ogni cristiano chiamato a “imparare a pensare come Cristo, a giudicare la vita come lui, a sperare come insegna lui"  È il dono dello Spirito Santo che da al nostro cuore la capacità di conoscere sempre più in profondità il “Mistero” di Dio, di interiorizzare e fare nostri i senti­menti, gli atteggiamenti, le scelte di Gesù. L’azione creatrice dello Spirito Santo che ci ha donato la vita nuova nel Battesimo continua lungo tutta la vita cristiana in una attività di progressiva trasformazione nel Cristo,

 "Noi tutti veniamo trasformati ad immagine del Signore, secondo l'azione dello Spirito. (2 Cor. 3,18) “Sarete miei testimoni", è il titolo del catechismo dei ragazzi che si preparano alla Cresima.

Lo Spirito Santo ci è donato nella Cresima con la pienezza dei suoi doni, perché possiamo testimoniare Cristo morto e risorto, cioè viviamo da “uomini nuovi" che considerano la vita come un dono da mettere a servi­zio, per costruire con Cristo una comunità di amore. Testimoniare significa saper indicare in mezzo alle tante "ombre e contraddizioni della nostra società i segni della presenza di Dio, saper affrontare la vita con coraggio, consapevoli che Dio è all'opera; significa dare un senso, una direzione giusta all’esistenza personale, grazie alla luce che viene dalla parola di Dio; significa contestare, senza paura di pagare di persona, tutto ciò che è contro il Vangelo e la vera dignità di ogni vita umana.

La Cresima segna quindi l'inizio di un nuovo cammino, in cui Cristo deve essere sempre più presente come persona viva, capace di rispondere alle domande più profonde che salgono dalla vita concreta, capace di indicare l'unico e autentico criterio che aiuta a discernere ciò che è veramente bene o male per l'umano che è in noi e in ogni altra persona.



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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