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Paolina Maria Jaricot il ROSARIO VIVENTE E LA PROPAGANDA FIDEI

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2015 17:10
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17/11/2009 14:53
 
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Messaggio di Benedetto XVI alla plenaria di Propaganda Fide

Nuove porte aperte al Vangelo


È necessario guardare con attenzione ai "nuovi areopaghi" di oggi, dove "si affrontano le grandi sfide dell'evangelizzazione". Lo scrive il Papa nel messaggio inviato ai partecipanti all'assemblea plenaria della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli iniziata lunedì mattina 16 novembre. L'attività missionaria della Chiesa, raccomanda Benedetto XVI, va "orientata verso questi centri nevralgici della società del terzo millennio". Questo il testo del messaggio.


Al Venerato Fratello
Il Signor Cardinale Ivan Dias
Prefetto della Congregazione
per l'Evangelizzazione dei Popoli

In occasione dell'Assemblea Plenaria della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, desidero rivolgere a Lei, Signor Cardinale, il mio cordiale saluto, che volentieri estendo ai Cardinali, agli Arcivescovi, ai Vescovi e a quanti vi prendono parte. Saluto, altresì, il Segretario, il Segretario Aggiunto, il Sottosegretario e tutti i collaboratori di codesto Dicastero. Unisco l'espressione dei miei sentimenti di apprezzamento e di gratitudine per il servizio che rendete alla Chiesa nell'ambito della missione ad gentes.

Il tema da voi affrontato in questo incontro, "San Paolo e i nuovi areopaghi", anche alla luce dell'Anno Paolino da poco concluso, aiuta a rivivere l'esperienza dell'Apostolo delle Genti quando ad Atene, dopo aver predicato in numerosi luoghi, si recò all'areopago e vi annunciò il Vangelo usando un linguaggio che oggi potremmo definire "inculturato" (cfr. At 17, 22-31).

Quell'areopago, che allora rappresentava il centro della cultura del dotto popolo ateniese, oggi - come ebbe a dire il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II - "può essere assunto a simbolo dei nuovi ambienti in cui si deve proclamare il Vangelo" (Redemptoris missio, 37). In effetti, il riferimento a quell'evento costituisce un invito pressante a saper valorizzare gli "areopaghi" di oggi, dove si affrontano le grandi sfide dell'evangelizzazione. Voi intendete analizzare questo tema con realismo, tenendo conto dei molti cambiamenti sociali avvenuti. Un realismo sorretto dallo spirito di fede, che vede la storia alla luce del Vangelo, e con la certezza che aveva san Paolo della presenza di Cristo risorto. Risuonano confortanti anche per noi le parole che Gesù gli rivolse a Corinto:  "Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male" (At 18, 9-10). In maniera efficace, il Servo di Dio Paolo VI ebbe a dire che non si tratta soltanto di predicare il Vangelo, ma di "raggiungere e quasi sconvolgere mediante la forza del Vangelo i criteri di giudizio, i valori determinanti, i punti di interesse, le linee di pensiero, le fonti ispiratrici e i modelli di vita dell'umanità, che sono in contrasto con la Parola di Dio e col disegno della salvezza" (Insegnamenti xiii, [1975], 1448).

Occorre guardare ai "nuovi areopaghi" con tale spirito; alcuni di essi, nell'attuale globalizzazione, sono diventati comuni, mentre altri restano specifici di alcuni Continenti, come si è visto anche nella recente Assemblea speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi. L'attività missionaria della Chiesa va pertanto orientata verso questi centri nevralgici della società del terzo millennio. Né va sottovalutato l'influsso di una diffusa cultura relativista, il più delle volte carente di valori, che entra nel santuario della famiglia, si infiltra nel campo dell'educazione e in altri ambiti della società e li contamina, manipolando le coscienze, specialmente quelle giovanili. Al tempo stesso, però, malgrado queste insidie, la Chiesa sa che è sempre in azione lo Spirito Santo. Si aprono, infatti, nuove porte al Vangelo e si va estendendo nel mondo l'anelito verso un autentico rinnovamento spirituale e apostolico. Come in altre epoche di cambiamento, la priorità pastorale è mostrare il volto vero di Cristo, Signore della storia e unico Redentore dell'uomo. Ciò esige che ogni comunità cristiana e la Chiesa nel suo insieme offrano una testimonianza di fedeltà a Cristo, costruendo pazientemente quell'unità da Lui voluta e invocata per tutti i suoi discepoli. L'unità dei cristiani renderà, infatti, più facile l'evangelizzazione e il confronto con le sfide culturali, sociali e religiose del nostro tempo.

In tale impresa missionaria possiamo guardare all'apostolo Paolo, imitarne lo "stile" di vita e il medesimo "spirito" apostolico incentrato totalmente in Cristo. Con tale completa adesione al Signore, i cristiani potranno più facilmente trasmettere alle generazioni future l'eredità della fede, capace di trasformare anche le difficoltà in possibilità di evangelizzazione. Nella recente Enciclica Caritas in veritate ho voluto sottolineare che lo sviluppo economico e sociale della società contemporanea ha bisogno di recuperare l'attenzione alla vita spirituale e una "seria considerazione delle esperienze di fiducia in Dio, di fraternità spirituale in Cristo, di affidamento alla Provvidenza e alla Misericordia divine, di amore e di perdono, di rinuncia a se stessi, di accoglienza del prossimo, di giustizia e di pace... L'anelito del cristiano è che tutta la famiglia umana possa invocare Dio come "Padre nostro!"" (n. 79).

Signor Cardinale, mentre ringrazio per il servizio che codesto Dicastero rende alla causa del Vangelo, invoco su di Lei e su quanti prendono parte alla presente Assemblea Plenaria l'aiuto di Dio e la protezione della Vergine Maria, Stella dell'Evangelizzazione, mentre di cuore invio a tutti la mia Benedizione.
Dal Vaticano, 13 novembre 2009.

firma di benedetto XVI


(©L'Osservatore Romano - 16-17 novembre 2009)

                                             Pope Benedict XVI waves to faithful as he arrives at Paul VI square during his pastoral visit to the northern Italian town on November 8, 2009. The visit marks the 30th Anniversary of the death of Pope Paul VI.
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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