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Il Concistoro (creazione di nuovi Cardinali)

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2013 15:49
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02/02/2009 13:06
 
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Il Concistorio nasce nella Chiesa con il "Diritto Ecclesiastico"


Il Diritto ecclesiastico è quel settore dell'
Ordinamento giuridico dello Stato che riguarda il fattore religioso, la gestione dei comportamenti e della morale dei suoi fedeli, ordina e disciplina le varie questioni inerenti alla dottrina ed alla fede.

È il complesso delle norme, emanate dallo Stato in materia ecclesiastica, che regola i rapporti fra lo Stato e le confessioni religiose.

Va quindi distinto dal
Diritto canonico - complesso delle norme dettate dalla Chiesa Cattolica, che regolano i rapporti umani e sociali tra i suoi membri e in particolare del clero - e da tutti gli altri ordinamenti confessionali, anch'essi giuridicamente strutturati, che pure producono diritto.

Le norme di Diritto Ecclesiastico non costituiscono un corpo organico, ma sono sparse in tutti i settori nei quali si articola il nostro ordinamento giuridico, potendosene rinvenire oltre che nella Costituzione, nel Codice Civile, nelle Leggi Amministrative e Finanziarie, come in quelle concernenti il Diritto del Lavoro e il Diritto Commerciale. Norme, queste, unilaterali.


Vi è anche una legislazione che ha radici in atti bilaterali, le cui norme rimangono estranee all'ordinamento fintantochè non assumono vigore al suo interno o con Leggi di Esecuzione o con Leggi di Approvazione nelle quali si sostanzia l'impegno che lo Stato ha assunto con le singole confessioni tramite le intese. Questa disciplina è anche detta Diritto Concordatario in quanto il sistema pattizio si rivela fondamentale nella relazione tra la Chiesa Cattolica e gl ordinamenti civili che nei secoli si sono succeduti (imperi, regni, ordinamenti giuridici statali).


La storia del diritto ecclesiastico occidentale nasce, all'incirca, nel
313 con l'editto di Milano emanato dall'imperatore romano Costantino e il riconoscimento di una prima primitiva libertà di religione, ma soprattutto di autonomia della Chiesa nelle questioni ecclesiali fino ad allora imposte spesso da interessi politici
.


Con il definirsi della
Chiesa Cattolica in un'organizzazione forte e gerarchizzata ad Oriente quanto ad Occidente, accaddero vari eventi che segnarono la storia europea: dapprima il Concilio di Nicea che condannò l'eresia di Ario, in seguito l'Editto di Tessalonica e le invasioni barbariche. Se in principio la Chiesa si vedeva universale, già dopo poco tempo esisteva una forte contrapposizione di primato spirituale tra Roma, che tradizionalmente era riconosciuta il soglio di Pietro, e Costantinopoli, capitale dell'antico Impero e politicamente elevata a "Nuova Roma".


 Le invasioni barbariche provocarono l'isolamento della chiesa romana dall'Impero, ma questo giovò sotto l'aspetto temporale all'ambiente ecclesiastico italico, in quanto godeva di poco controllo e di un'ampia autonomia, che gli permisero di elevarsi a figura politica carismatica del luogo agli occhi delle popolazioni locali. In questo periodo storico era ben evidente una certa forma di
cesaropapismo e la superiorità temporale dell'Impero alla Chiesa e che per questo degenrò in abusi da ambo le parti, ma anche con il chiarimento dell'indipendenza della Chiesa da ogni sottomissione dei reggenti politici.


Già ai tempi di Costantino,soprattutto nella Chiesa d'Oriente, era lo stesso imperatore a convocare i concili cristiano, pur paradossalmente essendo ancora pontifex maximus della religione pagana, e ad adottare leggi e provvedimenti sulla base di quanto deciso dai concili stessi. Mentre la Chiesa si serviva dell'autorità dell'Impero e delle istituzioni giuridiche romane, allo stesso tempo personaggi ecclesiastici come i vescovi assumevano un'importanza considerevole all'interno della società, sostituendosi spesso ai magistrati per le controversie giuridiche dal momento che questi erano spesso assenti, altamente corrotti e per nulla educati alla giustizia, a volte anche, col passar del tempo, in maniera esclusiva, dando vita a quello che verrà chiamato in seguito
privilegio del foro e rafforzando la commistione fra temporale e spirituale.


É con la lotta alle
eresie, spesso più temute delle altre fedi esterne al cristianesimo, e con l'Editto di Tessalonica, che inizia il processo di unificazione della chiesa, coincidente all'inizio con la massima espansione dell'Impero Romano, e che si sviluppa dal 325 all'869 in ben otto concili ecumenici, processo sociale oltre che religioso imporantissimo che getta le basi di una unificazione religiosa e in un certo senso culturale, che diede una base definitiva alle nostre radici cristiane.

La questione religiosa in sè, tuttavia, si estende più sul piano concettuale e formale nel contrastare le varie eresie, col tempo sempre più complesse e raffinate, in una continua lotta all'eterodossia e questo porta al rafforzamento del dogma ormai indissolubile, specialmente per quel che riguarda la Trinità e la natura divina del Cristo, contestata dagli ariani prima e dai monifisiti poi.


Questa superiorità temporale dell'imperatore, ben salda in Oriente in virtù del fatto che il prestigio di Costantinopoli si basava sulla sua importanza politica ormai centrale, cominciò a scemare in Occidente col passare dei secoli: un primo esempio lo porta la figura di
Sant'Ambrogio, che iniziò quel processo di rafforzamento e definizione della Chiesa delimitando l'autonomia decisionale del sovrano e assoggettandola alla Chiesa per quel che riguardava decisioni politiche affini alla morale.


 Tale processo parte dalle vicende storiche che emarginano Roma dal resto dell'impero orientale, come ad esempio le
Invasioni barbariche, e il primato che in maniera lenta ma inarrestabile conferma la Tradizione del soglio petrino rispetto alle altre chiese, a partire da Papa Leone I.


Il quadro storico e sociale dell'Europa occidentale, costellato da tante tribù barbare o di popolazione decisamente retrograde, rende il Papa e la sua Chiesa un soggetto attento al doversi confrontare con culture particolari e diverse, ma soprattutto lo rende sempre più capace ed autonomo politicamente: questo porta la Chiesa di Roma a un sempre più inevitabile distacco da Costantinopoli, che ancora omaggia ma dalla quale ormai dipende assai poco, cominciando a relazionarsi e contrattare per poi convertire popolazioni estranee.


I rapporti si logorano definitivamente con la discesa dei
Longobardi in Italia, con la conquista di Ravenna e la minaccia costante di un'occupazione di Roma. In quel momento la Chiesa, sentitasi minacciata, compie il passo principale rivolgendosi non ad Oriente, con cui ormai ha contatti solamente formali, ma ai Franchi di Pipino il Breve, dai quali ottiene la cosiddetta Promissio Carisiaca, secondo la quale il popolo franco si sarebbe impegnato, scacciati i Longobardi, a consegnare simbolicamente alla Chiesa una fascia di territorio che sarebbe restata sotto la sua  sovranità ecclesiale.


 Con questi  episodi prende vita il potere temporale papale, con la conseguente creazione di un'autonoma sfera politico-territoriale e il totale e definitivo distacco dalla Chiesa Orientale. Tale autonomia permetterà alla Chiesa di creare nuovi vescovi e nuovi cardinali al di fuori delle influenze politice, contrariamente a quanto accadeva in Oriente strettamente legati al giudizio dell'imperatore di turno. Vi saranno così i pro e i contro.


Si va formando in occidente una nuova figura di controllo del territorio, giacchè la Chiesa Romana comincia a vivere integrata nel
Sacro Romano Impero e del fenomeno feudale: stessa cosa si riflette all'interno dell'organizzazione ecclesiastica, dato che molto spesso funzionari di corte o personaggi pubblici sono vescovi o funzionari della Chiesa.


L'imperatore arriva persino a disciplinare, con il Consitutum di Lotario dell'
824, le modalità di elezione del papa e si irroga il diritto di approvare in via definitiva la consacrazione del nuovo pontefice, abolendo questa facoltà al clero che invece aveva fin dal primo secolo attraverso i presbiteri. Il papato attraversa un periodo nero ed è ormai un feudo imperiale e si aprono lotte di fazioni e famiglie per le varie elezioni papali che porteranno poi nei vari concilii successivi a definire stabilmente l'indipendenza della Chiesa dalle ingerenze politiche, nasce il Diritto Ecclesiastico.

Due parole sul Diritto ecclesiastico nel protestantesimo


La
Riforma luterana del 1517 portò una frattura dolorisissima e gravissima all'interno del Cristianesimo e svariate novità nell'ambito religioso ma anche del diritto: tralasciando il primo aspetto non opportuno in questa sede, Lutero aveva elaborato una particolare teoria dei rapporti fra Stato e Chiesa, ovvero la Teoria dei due regni, un "regno spirituale" e uno "secolare", entrambi voluti da Dio ma diversi: il primo è governato da Dio tramite la sua parola senza sacerdoti, ma solo con le Scritture (Sola Scrittura, Sola Fidei, Sola Grazia, Solo Cristo), il Vangelo, ed è rivolto essenzialmente al credo e alla coscienza dei cristiani, pertanto non può assolutamente intaccare il secondo, derivato secondo Lutero dal peccato e dalla colpa insiti nella società che costringono l'uomo ad organizzarsi e ad usare la forza per tutelare i valori e la propria esistenza. (si sviluppa la dottrina poi abbandonata della PREDESTINAZIONE....) 


Questi due regni sono uniti per Lutero, ma prevale nel contesto terreno quello secolare, in quanto la Chiesa nulla ha, secondo Lutero, da pretendere nei confronti dello Stato ed anzi, è quest'ultimo che si deve preoccupare di difenderla e tutelarla ossia: LO STATO DEVE GOVERNARE LA CHIESA CON LE SUE LEGGI. La chiesa diventa così, secondo il progetto di Lutero, territoriale e di stato, sorretta da un
concistorio formato da teologi ed alte personalità di corte, politici e laici.


Da questo avvenimento storico scaturisce un proliferare di nuovi movimenti cristiani impressionante, tra i quali spicca senz'altro quello
anglicano in Inghilterra, episodio unico dove il Re si autoproclama capo di una propria Chiesa nazionale creando una situazione spiccatamente cesaropapista, ben peggiore e assai più grave di tutto quello che venne attribuito poi dai Protestanti stessi alla Chiesa dei tempi di Costantino.


****************


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                    Italian newly appointed Cardinal Angelo Amato (C) gets his biretta, the square red hat symbolising the blood of the martyrs, from Pope Benedict XVI on November 20, 2010 during a consistory at St Peter's basilica at The Vatican. 24 Roman Catholic prelates join today the Vatican's College of Cardinals, the elite body that advises the pontiff and elects his successor upon his death.

MA PERCHE' I "CARDINALI"?

Il "cardinale" funge proprio da CARDINE......ed è strettamente legato ALLA CHIESA ROMANA.....è una sua propria Tradizione, essi rappresentavano dal principio LE PARROCCHIE ROMANE e con tale rappresentanza AIUTAVANO IL PAPA, VESCOVO DI ROMA nella gestione della Chiesa, già sant'Ireneo diceva nel II sec. di quanto fosse INDISPENSABILE "GUARDARE A ROMA" QUALE ESEMPIO DA SEGUIRE,  anche per questo viene concesso ai Cardinali IL TITOLUM ossia, l'assegnazione di una Parrocchia Romana.....
Espandendosi, la Chiesa, ha allargato anche le funzioni e quindi i cardinali hanno cominciato ad essere eletti anche da fuori Roma a seconda appunto, delle necessità della Chiesa di ogni tempo....e a questi si dava così fin dai tempi antichi, in nome del popolo, l'elezione del nuovo Pontefice....

La veste rossa che prima era solo del Pontefice segno del martirio, dal Tredicesimo secolo è stata data anche ai Cardinali i quali, appunto, nel segno della Croce e del Martirio, servivano la Chiesa IN AIUTO AL PONTEFICE, condividendone le sorti.....


[Modificato da Caterina63 20/11/2010 12:41]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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