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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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s.AMBROGIO: brani scelti

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2009 22:21
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30/07/2009 22:19
 
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Dal "Commento sul salmo 118" di Sant'Ambrogio, vescovo
(Nn. 12.13-14; CSEL 62,258-259)
Santo è il tempio di Dio, che siete voi


"Io e il Padre verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). Sia aperta a colui che viene la tua porta, apri la tua anima, allarga il seno della tua mente perché il tuo spirito goda le ricchezze della semplicità, i tesori della pace, la soavità della grazia. Dilata il tuo cuore, va' incontro al sole dell'eterna luce "che illumina ogni uomo" (Gv 1,9). Per certo quella luce vera splende a tutti. Ma se uno avrà chiuso le finestre, si priverà da se stesso della luce eterna. Allora, se tu chiudila porta della tua mente, chiudi fuori anche Cristo. Benché possa entrare, nondimeno non vuole introdursi da importuno, non vuole costringere chi non vuole.Nato dalla Vergine, uscì dal suo grembo irradiando la sua luce sulle cose dell'universo intero, per risplendere a tutti. Quelli che lo desiderano ricevono la chiarezza dell'eterno fulgore che nessuna notte riesce ad alterare. A questo sole che vediamo ogni giorno tiene dietro la notte tenebrosa. Ma il sole di giustizia non tramonta mai perché la sua luce di sapienza non viene mai offuscata da alcuna ombra.Beato colui alla cui porta bussa Cristo. La nostra porta è la fede la quale, se è forte, rafforza tutta la casa. È questa la porta per la quale entra Cristo. Perciò anche la Chiesa dice nel Cantico dei Cantici: "Un rumore! È il mio diletto che bussa" (Ct 5,2). Ascolta colui che bussa, ascolta colui che desidera entrare: "Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, perfetta mia; perché il mio capo è bagnato di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne" (Ct 5,2).Rifletti sul tempo nel quale il Dio Verbo bussa più che mai alla tua porta: allorché il suo capo è pieno di rugiada notturna. Infatti egli si degna di visitare quelli che si trovano nella tribolazione e nelle tentazioni perché nessuno, vinto per avventura dall'affanno, abbia a soccombere. Il suo capo dunque si riempie di rugiada, ovvero di gocce, quando il suo corpo soffre. È allora che bisogna vegliare, perché quando lo Sposo verrà non si ritiri, vistosi chiuso fuori. Infatti, se dormi e il tuo cuore non veglia, se ne va prima di bussare. Ma se il tuo cuore veglia, egli bussa e domanda che gli si apra la porta. Abbiamo dunque la porta della nostra anima, abbiamo anche le porte delle quali è scritto: "Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria" (Sal 23,7). Se vorrai alzare queste porte della tua fede, entrerà da te il re della gloria, recando il trionfo della sua passione. Anche la giustizia ha le sue porte. Infatti anche di queste leggiamo scritto quanto il Signore Gesù ha detto per mezzo del profeta: "Apritemi le porte della giustizia" (Sal 117,19).L'anima dunque ha le sue porte, l'anima ha il suo ingresso. Ad esso viene Cristo e bussa, egli bussa alle porte. Aprigli, dunque; egli vuole entrare, vuoi trovare la sposa desta.


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Consiglia  Messaggio 13 di 22 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 10/11/2002 7.01

Dal trattato "Caino e Abele" di sant'Ambrogio, vescovo
(Lib. 1,9.34.38-39; CSEL 32,369.371-372)
Si deve pregare in modo speciale per tutto il corpo della Chiesa

"Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all'Altissimo i tuoi voti" (Sal 49,14). Chi promette a Dio e mantiene quello che gli ha promesso, lo loda. Perciò viene privilegiato sugli altri quel samaritano il quale, mondato dalla lebbra per comando del Signore insieme agli altri nove, ritorna a Cristo da solo, magnifica Dio e lo ringrazia. Di esso Gesù affermò: "Non si è, trovato chi tornasse a rendere gloria a Dio all'infuori di questo straniero? E gli disse alzati e va', la tua fede ti ha salvato!" (Lc 17,18-19). Il Signore Gesù ti ha fatto conoscere in modo divino la bontà del Padre che sa concedere cose buone, perché anche tu chieda a lui, che è buono, ciò che è buono. Ha raccomandato di pregare intensamente e frequentemente, non perché la nostra preghiera si prolunghi fino al tedio, ma piuttosto ritorni a scadenze brevi e regolari. Infatti la preghiera troppo prolissa spesso diventa meccanica e d'altra parte l'eccessivo distanziamento porta alla negligenza. Quando domandi perdono per te, allora è proprio quello il momento di ricordarti che devi concederlo agli altri. Così l'opera sarà una commendatizia alla tua preghiera. Anche l'Apostolo insegna che si deve pregare senza ira e senza contese perché la preghiera non venga turbata e falsata. Insegna anche che si deve pregare in ogni luogo (Cfr 1Tm 2,8), laddove il Salvatore dice: "Entra nella tua camera" (Mt 6,6). Intendi non una camera delimitata da pareti dove venga chiusa la tua persona, ma la cella che è dentro di te dove sono racchiusi i tuoi pensieri, dove risiedono i tuoi sentimenti. Questa camera della tua preghiera è con te dappertutto, è segreta dovunque ti rechi, e in essa non c'è altro giudice se non Dio solo.Ti si insegna ancora che si deve pregare in maniera tutta speciale per il popolo, cioè, per tutto il corpo, per tutte le membra della tua madre: sta in questo il segno della carità vicendevole. Se, infatti, preghi per te, pregherai soltanto per il tuo interesse. E se i singoli pregano soltanto per se stessi, la grazia è solo in proporzione della preghiera di ognuno, secondo la sua maggiore o minore dignità. Se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio è maggiore. Dunque, per concludere, se preghi soltanto per te, pregherai per te, ma da solo, come abbiamo detto. Se invece preghi per tutti, tutti pregheranno per te. Perché nella totalità ci sei anche tu. La ricompensa è maggiore perché le preghiere dei singoli messe insieme ottengono a ognuno quanto chiede tutto intero il popolo. In questo non vi è alcuna presunzione, ma maggiore umiltà e frutto più abbondante.


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Consiglia  Messaggio 14 di 22 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 10/11/2002 7.02

Dal "Commento sul salmo 118" di sant'Ambrogio, vescovo
(Disc. 20,47-50; CSEL 62,467-469)
Sii testimone fedele e forte


Come molte sono le persecuzioni, così molti sono i generi di martirio. Ogni giorno tu sei testimone di Cristo. Sei stato tentato dallo spirito di fornicazione, ma, per timore del futuro giudizio di Cristo, hai conservato la castità dell'anima e del corpo: sei martire di Cristo. Sei stato tentato dallo spirito di avarizia a invadere la proprietà del povero, a violare i diritti della vedova, ma, ricordando i comandamenti di Dio, hai compreso che bisogna aiutare piuttosto che recar danno: sei testimone di Cristo. Tali li vuole Cristo i suoi testimoni secondo quanto sta scritto: "Rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova. Su, venite e discutiamo, dice il Signore" (Is 1,17-18).
Sei stato tentato dallo spirito di superbia, ma, vedendo il misero e il povero, ne hai sentito profonda pietà e hai amato l'umiltà più che l'arroganza: sei testimone di Cristo. E, quel che è più, hai reso testimonianza non soltanto a parole, ma anche con le opere. Quale uomo, infatti, è testimone più autorevole e credibile di chi "riconosce che Gesù Cristo è venuto nella carne" (1Gv 4,2) proprio osservando le norme del Vangelo? Invece chi ascolta e non fa, nega Cristo. Anche se lo confessa a parole, lo nega con i fatti. A quanti diranno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome"? Risponderà in quel giorno: "Allontanatevi da me, tutti voi operatori di iniquità" (Mt 7,22-23). Testimone è dunque colui che attesta i precetti del Signore Gesù, soprattutto con la prova dei fatti. Dio solo sa quanti soffrono quotidianamente il martirio in segreto e confessano nel loro cuore il Signore nostro Gesù Cristo!L'Apostolo conobbe questo martirio e questa fedele testimonianza a Cristo, egli che disse: "Questo infatti è il nostro vanto: la testimonianza della nostra coscienza" (2Cor 1,12).Si verifica anche il contrario. Quanti hanno confessato esternamente e negato internamente! Ecco perché ci si dà questa raccomandazione: "Non prestate fede a ogni ispirazione" (1Gv 4,1), e si dice anche: Dai loro frutti conoscerete a chi dovete credere (cfr. Mt 7,16).Perciò sii fedele e forte nelle persecuzioni interne, per essere approvato anche in quelle che sono pubbliche. Anche nelle persecuzioni interne ci sono re e prèsidi e giudici terribili per il loro potere. Hai un esempio nella tentazione che ha subìto il Signore.Si legge: "Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale" (Rm 6,12). Vedi davanti a quali re sei posto, o uomo? Se fai regnare in te la colpa, sottostarai al re-peccato. Quanti sono i peccati, quanti sono i vizi, altrettanti sono i re. Davanti a questi noi siamo trascinati e davanti a questi siamo posti. Anche questi re hanno un loro tribunale nello spirito di moltissimi. Ma se uno confessa Cristo, fa subito prigioniero quel re, lo atterra dal trono della propria anima. Infatti, come potrebbe restare il tribunale del diavolo in colui nel quale è eretto il tribunale di Cristo?


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Consiglia  Messaggio 15 di 22 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 10/11/2002 7.03
Dal trattato "Sui misteri" di Sant'Ambrogio, vescovo
(Nn. 12-16,19; SC 25bis,162-164)
Tutte queste cose accaddero loro come figura


L'Apostolo ti insegna "che i nostri padri furono tutti sotto la nube, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare" (1Cor 10,1-2). Inoltre anche Mosè stesso dice nel suo cantico: "Soffiasti con il tuo alito: il mare li coprì" (Es 15,10). Tu scorgi che già in quel passaggio degli Ebrei nel quale gli Egiziani perirono e gli Ebrei si salvarono, vi era certo la figura del battesimo. Che altro infatti ci viene insegnato ogni giorno in questo sacramento se non che la colpa è sommersa e l'errore distrutto, mentre la pietà e l'innocenza passano oltre intatte?Tu senti che i nostri padri furono sotto la nuvola, e certo sotto una buona nuvola, se essa rinfrescò gli ardori delle passioni. Una buona nuvola davvero! Essa copre con la sua ombra coloro che sono visitati dallo Spirito Santo. Poi si posò sulla Vergine Maria e la potenza dell'Altissimo stese la sua ombra su di lei quando generò la redenzione per il genere umano. Se dunque lo Spirito era presente nella figura, non lo sarà nella verità quando la Scrittura ti dice che "la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo"? (Gv 1,17).Mara era una sorgente amara, Mosè vi gettò dentro un legno e diventò dolce. Così l'acqua senza la predicazione della croce del Signore non serve a nulla per la salvezza. Ma quando è stata consacrata dal mistero della croce che salva, allora è disposta per servire da bagno spirituale e da coppa di salvezza. Perciò come Mosè, vale a dire il profeta, gettò un legno in quella sorgente, così il sacerdote pronunzia su questo fonte una formula di esaltazione della croce del Signore e l'acqua si fa dolce per conferire la grazia.Non credere, dunque, solamente agli occhi del corpo. Si vede meglio quello che è invisibile, perché quello che si vede con gli occhi del corpo è temporale, invece quello che non si vede è eterno. E l'eterno si percepisce meglio con lo spirito e con l'intelligenza che con gli occhi. Del resto, ti ammaestri la lettura, che noi abbiamo fatto da poco, del libro dei Re. Naaman era Siro, aveva la lebbra e nessuno poteva mondarlo. Allora una ragazza prigioniera di guerra disse che in Israele vi era un profeta capace di sanarlo dal contagio della lebbra.Avendo preso, come dice il testo, oro e argento si recò dal re di Israele. Questi, appreso il motivo della sua venuta, si stracciò le vesti dicendo che era piuttosto una provocazione il domandargli ciò che non rientrava nel suo potere di re. Ma Eliseo ingiunse al re di mandargli il Siro perché questi avesse a conoscere che c'era un Dio in Israele. E quando arrivò gli ordinò di immergersi sette volte nel fiume Giordano. Allora egli cominciò a pensare che i fiumi della sua patria avevano acque migliori nelle quali si era immerso spesse volte, ma senza venire mai mondato dalla lebbra, e, trattenuto da questo fatto, non obbediva ai comandi del profeta. Tuttavia dietro le istanze e le pressioni dei suoi servi, cedette e si immerse. Mondato subito, egli comprese che l'essere uno mondato istantaneamente non è opera dell'acqua. ma della grazia. Fu prima di essere sanato che dubitò. Tu invece sei già stato sanato e perciò non devi dubitare.

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