A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

s.AMBROGIO: brani scelti

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2009 22:21
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 432
Città: VASTO
Età: 47
Sesso: Maschile
30/07/2009 22:21
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Dal "Commento sui salmi" di Sant'Ambrogio, vescovo
(Sal 48,13-14; CSEL 64,367-368)
Uno solo è il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù



Il fratello non può redimere il fratello, ma c'è un uomo che compirà la redenzione. Egli però non avrà bisogno di propiziarsi Dio, né dovrà versargli un riscatto per la propria anima (cfr. Sal 48,8-9 volg.). Il che è quanto dire: "Perché temere nei giorni tristi?" (Sal 48,6). Infatti che cosa può nuocere a me che non solo non ho bisogno di un redentore, ma sono io stesso il redentore di tutti? Libererò gli altri e dovrò trepidare per me stesso? Ecco, farò nuove tutte le cose, produrrò un rinnovamento quale nessun amore umano saprebbe desiderare o attuare. Colui che il fratello, venuto alla luce dal medesimo grembo materno, non può redimere perché ne è impedito dalla debolezza della medesima natura, lo redimerà un uomo, quell'uomo del quale è scritto: "Il Signore manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà" (Is 19,20). Quest'uomo ha detto di se stesso: "Ora cercate di uccidere me che vi ho detto la verità" (Gv 8,40).
Ma benché sia un uomo, chi lo conoscerà? Perché, come uno solo è Dio, così è anche "uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1Tm 2,5). Egli è il solo che redimerà l'uomo andando al di là di ogni amore fraterno, perché ha versato per estranei il suo sangue che nessuno può dare per un fratello. Perciò non risparmiò il proprio corpo per redimerci dal peccato e "ha dato se stesso in riscatto per tutti" (1Tm 2,6), come ha asserito il suo testimone verace, l'apostolo Paolo, il quale afferma: "Dico la verità, non mentisco" (Rm 9,1).
Ma perché lui solamente redimerà? Perché nessuno può eguagliarlo nell'amore, e come lui nessuno dà la propria vita per i suoi schiavi; nessuno può eguagliarlo in integrità: tutti, infatti, sono sotto il peccato perché tutti sottostanno alla caduta di Adamo. Viene scelto solamente un redentore, il quale non possa essere soggetto all'antico peccato. Dunque, per l'uomo intendiamo Cristo Signore, il quale ha preso la condizione dell'uomo per crocifiggere nella sua carne il peccato di tutti e per distruggere con il suo sangue la sentenza di condanna contratta da tutti.
Ma forse dirai: Come si nega che un fratello possa redimere, quando egli stesso ha detto: "Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli"? (Sal 21,23). L'uomo Cristo Gesù non ci ha rimesso i peccati in quanto fratello nostro, ma in quanto Dio nostro. Così infatti sta scritto: "È stato Dio a riconciliare il mondo a sé in Cristo" (2Cor 5,19) cioè in quel Cristo Gesù del quale solamente fu detto che "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Dunque, non come fratello, ma come Signore abitò fra di noi, quando abitava nella carne.


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 17 di 21 nella discussione 
Da: <NOBR>Soprannome MSN°Teofilo</NOBR>Inviato: 05/02/2003 23.05
Dipartita del fratello

47. Ma non ne fu così avido, da essere incauto; sappiamo bene, infatti, che molti per avidità trascurano ogni precauzione. Fece venire il vescovo, e, giudicando che non esiste vera amicizia se non nasce dalla vera fede, s'informò da lui se fosse in armonia con i vescovi cattolici, cioè con la Chiesa di Roma. E probabilmente in quella regione. la Chiesa di quella località era nello scisma, perché proprio allora Lucifero (un vescovo, ndr ) si era distaccato dalla nostra comunione. E sebbene mio fratello fosse andato lontano a motivo della sua fede, lasciandoci eredi della sua fede, tuttavia non ammise che la fede dovesse trovarsi nello scisma; infatti, sebbene coloro avessero mantenuto la fede in dìo, non l'avevano però mantenuta verso la Chiesa, permettendo che se ne strappassero come le giunture e se ne lacerassero le membra. Ma poiché Cristo ha patito per la Chiesa, e la Chiesa è il corpo di Cristo, non si può dire che prestino fede a Cristo coloro che rendono vana la sua passione e ne straziano il corpo.


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 18 di 21 nella discussione 
Da: <NOBR>Soprannome MSN°Teofilo</NOBR>Inviato: 05/02/2003 23.08

La penitenza

23. … Pietro disse a Simone, il quale, corrotto dall'esercizio della magia, aveva creduto che il denaro potesse procurare la grazia di Cristo per mezzo dell'imposizione delle mani, e l'infusione dello Spirito Santo: "Non v'è parte ne sorte alcuna per tè in questa cosa, perché il tuo cuore non e retto davanti a Dìo. convcrtiti dunque da cotesta tua malvagità, e prega il Signore, se forse vorrà perdonarti questo divisamente del tuo cuore; ti vedo infatti in lacci d'iniquità e Ìn fiele amaro ". Osserva che Pietro condanna con autorità di apostolo colui che bestemmiava lo Spirito Santo con la sua superbia di mago: e tanto più, in quanto non godeva della pura conoscenza della fede. Ma, nonostante tutto, non gli tolse completamente la speranza del perdono, perché lo invitò a far penitenza.

24. Perciò il Signore rispose alla bestemmia dei Farisei; egli nega loro la grazia della sua potenza — che si manifesta nel perdono dei peccati — proprio perché ritenevano che la sua potenza celeste si appoggiasse sulla complicità del demonio. Ma egli afferma che anche quanti dividono la Chiesa del Signore sono mossi dallo spirito del demonio, comprendendo così gli eretici e gli scismatici di tutte le epoche, ai quali nega il perdono, perché ogni altro peccato riguarda i singoli, ma questo danneggia tutti. Essi, infatti, sono gli unici a voler distruggere la grazia di Cristo, e a dilaniare le membra della Chiesa, per formare la quale il Signore Gesù ha sofferto la passione, e ci è stato dato lo Spirito Santo.

25. In fin dei conti, affinchè sappiate che egli parla dei dissipatori, troviamo queste parole : " Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde )). E per farci sapere che parla di costoro, subito dopo aggiunge: "Perciò vi dico: qualunque peccato o bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata agli uomini )). Non è chiaro che, col sottolineare: "Perciò vi dico", egli ha voluto farci comprendere questa verità più di tutto il resto ? E giustamente aggiunge : " Ogni albero buono produce frutti buoni e l'albero cattivo produce frutti cattivi"; infatti una cattiva comunità non può produrre frutto buono. Quindi l'albero significa la comunità, e i frutti dell'albero buono sono i figli della Chiesa.

26. Ritornate dunque alla Chiesa, se qualcuno di voi se ne è separato empiamente. Cristo promette il perdono a tutti quelli che ritornano, perché sta scritto : " Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvo " . Perfino il popolo giudaico, che diceva del Signore Gesù: "Ha un demonio" ; quel popolo che diceva : " Costui scaccia i demoni nel nome di Beelzebui ", e che mise sulla croce il suo Signore, viene chiamato al battesimo dalla predicazione di Pietro, perché si sgravi della responsabilità di un così enorme delitto.



Prima  Precedente  2 di 2  Successiva  Ultima 
Rispondi
Consiglia  Messaggio 2 di 2 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 02/06/2004 14.20
Da: <NOBR>Soprannome MSN°Teofilo</NOBR>Inviato: 03/05/2003 22.46

Sant'Ambrogio, (Lo Spirito Santo I,12-16).


"Ed ora presentiamo i piedi dell'anima nostra. Il Signore Gesù vuol lavare i piedi anche a noi. Non solo a Pietro, ma a ciascun fedele dice: Se non ti laverò i piedi, non avrai parte con me. Vieni, dunque, Signore Gesù, deponi la veste che hai indossato per me; spogliati per rivestirci della tua misericordia. Cingiti di un asciugatoio per cingerci con il tuo dono che è l'immortalità… Lava non soltanto i piedi, ma anche il capo, e non solo i piedi del nostro corpo, ma anche i piedi dell'anima. Voglio deporre tutta la sporcizia della nostra fragilità… Come un servitore lavi i piedi ai tuoi servi, come Dio mandi la rugiada dal cielo. E non solo ci lavi i piedi, ma ci invita anche a metterci a tavola con te e ci esorti con l'esempio della tua condiscendenza… Dunque anch'io voglio lavare i piedi ai miei fratelli, voglio adempiere il comandamento del Signore. Volle che non mi vergognassi, che non disdegnassi di fare ciò che lui ha fatto prima di me. E' a mio vantaggio il mistero dell'umiltà, perché mentre lavo la sporcizia degli altri, mi purifico dalla mia… C'è un'acqua che dobbiamo mettere nel catino dell'anima nostra: l'acqua che si ricava… dal libro dei Salmi. E l'acqua è la rugiada del messaggio celeste. Venga, dunque, Signore Gesù quest'acqua nella mia anima e nella mia carne… Lava i piedi dell'anima mia affinchè io non possa peccare ancora… Tu che hai redento il mondo, redimi anche l'anima di un singolo peccatore…"


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 20 di 21 nella discussione 
Da: <NOBR>Soprannome MSN°Gino¹</NOBR>Inviato: 24/01/2004 20.04
«Di chi è l’immagine e l’iscrizione?» (Lc 20,24). In questo passo egli c’insegna che dobbiamo essere cauti nel respingere le accuse degli eretici oppure dei giudei. In un altro punto ha detto: «Siate astuti come i serpenti». Questo, diversi lo interpretano così: poiché la croce di Cristo fu preannunciata nel serpente levato in alto, affinché venisse distrutto il veleno serpigno degli spiriti del male, parrebbe che si debba essere accorti come il Cristo, e semplici come lo Spirito. Ecco dunque chi è il serpente che tiene sempre protetto il capo, ed evita così le ferite mortali. Quando i giudei gli chiedevano se avesse ricevuto dal cielo la sua autorità, egli rispose: «Il battesimo di Giovanni di dov’era, dal cielo o dagli uomini?» (Mt 20,4). E lo scopo era che essi, non osando negare che era dal cielo, si convincessero da soli della propria demenza nel negare che colui che lo dava era dal cielo. Egli chiede un didramma e domanda di chi è l’effigie: infatti diversa è l’effige di Dio, diversa l’effigie del mondo. Per questo anche colui ci ammonisce: «E come abbiamo portato l’immagine dell’uomo terreno, così portiamo l’immagine dell’uomo celeste» (1Cor 15,49).

Cristo non ha l’immagine di Cesare, perché egli è «l’immagine di Dio». Pietro non ha l’immagine di Cesare, perché ha detto: Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito» (Mt 19,27). Non si trova l’immagine di Cesare in Giacomo o in Giovanni, perché sono i figli del tuono, ma essa si trova nel mare, dove vi sono sulle acque quei mostri dalle teste fracassate, e lo stesso mostro principale, col capo mozzo, vien dato come cibo ai popoli degli Etiopi. Ma se non aveva l’immagine di Cesare, perché mai ha pagato il tributo? Non l’ha pagato del suo, ma ha restituito al mondo ciò che apparteneva al mondo.

L'effige divina
- S. AMBROGIO (397), Expositionis evangelii secundum Lucam, IX, 34-36

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 21 di 21 nella discussione 
Da: <NOBR>Soprannome MSN°Gino¹</NOBR>Inviato: 24/01/2004 20.05
Il frantoio.
Un uomo piantò una vigna (Lc 20,9). Parecchi deducono diversi significati dal nome della vigna, ma è evidente che Isaia ha ricordato come la vigna del Signore di Sabaoth sia la casa d’Israele (cf. Is 5,7). Chi altro mai, se non Dio, ha creato questa vigna? E dunque lui che la diede in affitto e partì per andare lontano, non nel senso che il Signore si sia trasferito da un luogo all’altro, dato che egli è sempre dappertutto, ma perché è più vicino a chi lo ama, ma sta lontano da chi lo trascura.
Egli fu assente per lunghe stagioni, per evitare che la riscossione sembrasse prematura.
Quanto più longanime la benevolenza, tanto più inescusabile la ostinatezza.
Per cui, secondo Matteo, giustamente trovi che «la circondò anche di una siepe» (Mt 21,33; Is 5,2), cioè la recinse munendola della protezione divina, affinché non fosse facilmente esposta agli assalti delle belve spirituali.

E al tempo dei frutti mandò i suoi poveri servi. È giusto che abbia indicato il tempo dei frutti, non il raccolto, infatti dai Giudei non si ebbe alcun frutto, questa vigna non ha dato alcun raccolto, poiché di essa il Signore dice: «Attendevo che producesse uve, ma essa diede spine» (Is 5,2). Perciò i torchi traboccarono non di vino che rallegra, non di mosto spirituale, ma del sangue rosseggiante dei profeti. Del resto Geremia fu gettato in una cisterna (cf. Ger 38,6), di questa specie erano ormai i torchi dei Giudei, pieni non di vino ma di melma. E sebbene, come sembra, questa sia un’allusione generale ai profeti, tuttavia il passo ci permette di pensare che si tratti di quel ben noto Nabot (cf. i Re 21,1-14), il quale fu lapidato: sebbene di lui non ci sia stata tramandata nessuna parola profetica, ci è stata però tramandata la sua storia profetica, poiché preannunziò col proprio sangue che molti sarebbero stati i martiri a favore dl questa vigna. E chi è colui che viene colpito al capo? È certamente Isaia, a cui una sega poté più facilmente tagliare in due le membra del corpo che non far vacillare la fede, o sminuir la costanza, o troncare il vigore dell’anima.

E ciò avvenne perché, quando ormai aveva designato tanti altri estranei, che i Giudei cacciarono senza onore e senza risultati, non essendo riusciti a cavarne nulla, per ultimo mandò anche il figlio unigenito, e quei perfidi, mossi dalla bramosia di eliminarlo perché era l’erede, l’uccisero (cf. Lc 20, l3ss) crocifiggendolo, lo respinsero rinnegandolo.

Quante cose, e quanto importanti, in così brevi tratti! Anzitutto questo: che la bontà è una dote di natura, e il più delle volte si fida di chi non lo merita; inoltre, che Cristo è venuto come estremo rimedio delle perversità; infine, che chi rinnega l’erede, dispera del creatore. E Cristo (cf. Eb 1,2) è al tempo stesso erede e testatore; erede, perché sopravvive alla propria morte e raccoglie nei progressi che facciamo direi come i frutti ereditari dei testamenti, ch’egli stesso ha stabilito.



Il "frantoio", testimonianza dei profeti martiri che hanno preceduto Cristo

S. AMBROGIO (397), Expositionis evangelii secundum Lucam, IX, 23,27

Amministra Discussione: | Riapri | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:29. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com