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Come deve porsi un cattolico nei confronti del grande valore dell'amicizia e del mondo

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2012 22:24
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Sesso: Femminile
27/08/2009 14:10
 
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.... continuo dalle riflessione riportate da un moderatore del forum Totus Tuus e che facendo mie cercherò di continuare ad arricchirle con ulteriore materiale....



Sul tema dell'amicizia illuminanti riflessioni sono contenute nella Filotea di San Francesco di Sales.

L'amicizia richiede un intenso scambio tra coloro che si vogliono bene: diversamente non può nascere e tanto meno mantenersi. Ecco perché avviene spesso che agli scambi che sono alla base dell'amicizia, se ne aggiungano molti altri che si insinuano insensibilmente da cuore a cuore: e così gli affetti, le tendenze e le opinioni passano in continuazione da uno all'altro.

Questo soprattutto quando all'affetto si aggiunge la stima; in tal caso apriamo il cuore all'amico con molta larghezza per cui, con essa, entrano con facilità in noi tutte le sue tendenze e le sue opinioni, poco importa se siano buone o cattive. [...]

Fa attenzione perché nessuno va esente da imperfezioni.
E che motivo c'è di ricevere alla rinfusa difetti e imperfezioni dell'amico assieme alla sua amicizia? È evidente che bisogna volergli bene nonostante le sue imperfezioni, ma non bisogna voler bene alle sue imperfezioni e prenderle su di noi; l'amicizia richiede che ci comunichiamo il bene, non il male.

A somiglianza di coloro che cavano la ghiaia dal Taro e separano l'oro che trovano Per portarlo via, mentre lasciano il resto sulla riva del fiume, coloro che comunicano con l'amico devono saper separare la sabbia delle imperfezioni e non lasciarla penetrare nelle loro anime.

[...] Noi vediamo dei mariti, delle mogli, dei figli, degli amici, che hanno tanta stima dei loro amici, dei loro padri, dei loro mariti, delle loro mogli, che per condiscendenza o imitazione, prendono da loro, assieme all'amicizia, mille piccole tendenze cattive.

Questo non deve accadere: ciascuno ne ha abbastanza dei propri difetti senza bisogno di caricarsi anche di quelli degli altri; aggiungo che l'amicizia non soltanto non lo richiede, ma al contrario, ci obbliga a darci reciprocamente una mano per liberarci da tutte le forme di imperfezione.
È fuor di dubbio che bisogna sopportare con dolcezza l'amico nelle sue imperfezioni, ma non incoraggiarlo in quelle, e ancor meno trasferirle in noi.


Queste considerazioni mi sembrano degne di grande attenzione: infatti, troppo spesso accade che degli amici noi imitiamo più facilmente i difetti che i pregi...

Interessanti queste puntualizzazioni:

Parlo soltanto di imperfezioni; quanto ai peccati non bisogna accettarli e sopportarli nemmeno nell'amico.
[...]
L'amico diventa nemico quando vuole condurci al peccato e merita di perdere l'amicizia se vuol condurre l'amico alla rovina e alla dannazione [...]

Quando non si tratta più di imperfezioni ma di peccati in cui rischiamo di venire trascinati il discorso cambia: in questo caso occorre troncare la relazione. E qui si apre un problema difficile di discernimento: quand'è che la condotta peccaminosa dell'amico è tale da rendere doveroso il ricorso alla rottura del rapporto?




e ATTENZIONE tutto ciò NON deve far pensare che non sia possibile costruire un'amicizia interreligiosa, o con non credenti...  basta che essa non ci si spinga a cadere nel peccato, basta NON cedere ai limiti che hanno i non cattolici e che inesorabilmente ci porterebbero ad allontanarci noi dalla Chiesa...

infatti:

Dio ti ha creato per rendere a Lui un servizio definito. Ha affidato a te un lavoro che non ha affidato a un altro. Tu hai la tua missione....(Card. Newman)
 
Gesù amava (e ama) molto i piccoli, cioè i deboli, i fragili, al punto di dire: «Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare» (Mc 9, 42). Questi piccoli che credono.

....uno che si sente sicuro del proprio «“credo”», trovandosi in una società che ne professa un altro (perfino contro Dio stesso) non teme di venirne fuorviato. Ed è qui che invece Gesù è esigentissimo: «Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10, 32 s).

Poniamo il caso di avere un amico grande bestemmiatore, il quale non fa nulla per smettere e anzi assume atteggiamenti ironici di fronte ai nostri rimproveri : esagero se dico che sarebbe bene rompere il rapporto?

NON SI ESAGERA NO....


La mia anima è una piantina delicata che mi è stata donata e devo custodirla con amore, non ho nessun diritto di metterla in mezzo alle correnti d’aria per verificare quanto sia robusta. Altri che sono intervenuti in precedenza hanno parlato di "palestra" e di "misurare", io però riscontro in questo un atteggiamento temerario.

Questo amico innanzitutto non mi rispetta veramente, e l’amicizia senza rispetto è inesistente.

E poi mi espone comunque a un pericolo per l’anima, non tanto perché io rischi di contrarre l’orrenda abitudine (ma ci sono anche casi in cui succede), ma soprattutto perché mi mette in un clima sgradevole, che turba la mia pace interiore e mi può provocare rabbia, amarezza, sconforto ecc. In sostanza mi fa perder tempo e mi distrae da tanto bene che potrei fare. Un'amicizia così è decisamente un ramo secco da tagliare.
__________________

Non è gran cosa che io serva Dio, ma è davvero una gran cosa che Dio abbia voluto me per servo.
(S. Edmondo Campion)



AMA IL PROSSIMO TUO COME AMI TE STESSO dice Gesù. ergo, se NON amo innanzi tutto ME STESSO, LA MIA ANIMA PRESERVANDOLA DAI PERICOLI E AI RISCHI CHE CORRE, come posso amare il Prossimo in modo autentico?
I miei amici non offendono i miei amici! Anzi, non offendono il mio migliore Amico. Così come se offendesse me, i miei figli, i miei nipoti!
Se lo facesse non sarebbe certamente mio amico!

....in definitiva....se la semplice presenza fisica di una persona mi turba, ho tutto il diritto (e il dovere) di girare alla larga: anzi, se la puzza di zolfo è particolarmente opprimente ed esiste una ragionevole probabilità che potrei restarne "stordito", ne ho non solo il diritto ma, in casi estremi, addirittura il dovere: penso che addirittura peccherei di condotta temeraria se mi ostinassi a frequentare tali persone, quasi facendomi vanto e scudo di una mia presunta stoica "impermiabilità" spirituale agli influssi cattivi... Naturalmente noi siamo chiamati ad amare tutti, compresi quindi i bestemmiatori: ma amare qualcuno in senso cristiano significa preoccuparsi innanzitutto per la sua anima, e non trovarlo necessariamente a tutti i costi "simpatico" e andarci a spasso a braccetto (cosa che peraltro non sarebbe di nessun' aiuto ne a noi ne a lui)...
e che sia chiaro: la gentilezza, la pazienza, il mantenere rapporti "civili" verso un vicino di pianerottolo anche se bestemmiatore è altra cosa dall'amicizia con lui...


Naturalmente quella del bestemmiatore è solo un esempio fra tanti, ma da non sottovalutare neppure questo espediente che spesso ci fa restare amici di persone che non lo meritano affatto... tutto ciò che può inquinare la nostra anima da parte di coloro che si dicono amici, va ponderato attentamente...se danneggiamo infatti la nostra anima perdendo l'amicizia di Dio ed ingannando il prossimo che dobbiamo correggere, ne va della nostra salute....









Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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