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dal dialogo: Il canone biblico fu fatto dai protestanti?

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 23:58
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06/09/2009 23:26
 
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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico  (Messaggio originale) Inviato: 12/02/2003 0.12
Chi stabilì quali libri erano sacri e quali no?
Gli oracoli del Signore furono affidati agli ebrei, ma questi ultimi continuano ad avere autorità sulla Bibbia?
Dopo aver rifiutato il Messia, gli ebrei hanno ancora credibilità biblica?
A chi affidò Gesù le chiavi dell'interpretazione e a chi diede il potere di legare e di sciogliere in Suo Nome?
 
Alla sua Chiesa!
Dove erano i protestanti durante la stesura del Canone del N.T.?
Esdra chiuse veramente il canone del Vecchio Testamento?
Come mai alcuni versetti di Daniele e di Ester sono posteriori a Esdra?
 
Come mai gli apostoli usavano la Bibbia dei LXX, e guarda casa essa conteneva i 7 libri deuterocanonici nello stesso ordine di come sono inseriti oggi, nelle Bibbie cattoliche?
 
Gli apostoli non dovevano avvertire i fedeli circa i 7 libri deuterocanonici, se li consideravano apocrifi? Come ma allora non troviamo nessun avvertimente negli scritti degli apostoli circa tali libri?
 
Tutti protestanti che si basanano sulla Sola Scriptura, conoscono veramente la storia del Canone, e saprebbero parlare delle motivazioni che portarono la Chiesa ad includere alcuni libri ed ascluderne altri?
 
Fin'ora sono pochini coloro (protestanti) che conoscono la storia del Canone biblico, e un buon 95% dei comuni fedeli non la conosce affatto, ed anche diversi pastori la sconoscono. Eppure alcuni di loro si scagliano veementemente contro la Chiesa cattolica, etichettando come Bibbia corrotta quella nostra.
 
Qui di seguito parlaremo della storia del Canone Biblico, e delle motivazioni che portarono la Chiesa a scegliere con giudizio e ispirazione i libri Sacri.
 
Pace
Salvatore
 


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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 12/02/2003 0.13
I problemi
Abbiamo visto che è sicura l'esistenza di Gesù, vissuto nel I sec., e che egli è ritenuto il fondatore del Cristianesimo.
Però i dati che tali autori ci forniscono sono assolutamente insufficienti per conoscere bene il pensiero di Gesù ed i fatti della sua vita.
A questo scopo l'ideale sarebbe di avere qualche scritto di Gesù, ma siccome, almeno per ora, di lui non possediamo nulla, dobbiamo rivolgerci agli scritti (e sono abbastanza numerosi) dei suoi discepoli.
Ci limiteremo però ai documenti cristiani del I e II secolo, perché quelli posteriori sono troppo lontani dai fatti per offrirci garanzie di sufficiente attendibilità storica.
Di tali documenti però non possediamo i testi originali, ma solo copie manoscritte, le più antiche delle quali, allo stato attuale delle ricerche, sono del III secolo
Ora si sa che, copiando a mano dei documenti, si possono commettere errori. Viene perciò spontanea la domanda:
Possiamo ricostruire i testi così come sono usciti dalle mani degli autori?
È il problema della trasmissione del testo.
Analizzando poi i libri antichi in nostro possesso noi vediamo subito che questi libri non avevano tutti la stessa importanza nelle comunità cristiane. Infatti di alcuni di essi possediamo migliaia di copie (circa 5200), scritte fra il III ed il XV sec., mentre di altri possediamo solo poche copie e a volte neanche complete.
Ciò si spiega perché i primi erano letti in pubblico nelle varie Chiese cristiane e perciò fu necessario moltiplicarne le copie e così una parte di esse è sopravvissuta all'usura del tempo, mentre i secondi no.
Sorge così un altro problema:
Perché gli uni erano (e sono tuttora) letti in pubblico nelle liturgie cristiane e gli altri no?
è il problema del canone (= elenco) dei libri ufficiali cristiani.
I documenti per rispondere a questa domanda non sono molto abbondanti, ma sufficienti per avere una risposta accettabile.
Nella nostra trattazione, invertiremo, per chiarezza, i due problemi e tratteremo prima il canone e poi la trasmissione del Nuovo Testamento.

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Consiglia Elimina    Messaggio 3 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 12/02/2003 0.14
Il Canone del Nuovo Testamento
I. I libri nelle prime comunità cristiane
1. Perché nascono
            Poiché  cristiano è colui che si impegna a vivere secondo gli insegnamenti di Gesù, gli è necessario conoscerne il genuino pensiero. E poiché Gesù non ha scritto nulla che sia giunto a noi (almeno per ora), i primi cristiani, per risolvere il problema, si rivolgevano agli apostoli, testimoni di quanto Gesù aveva detto e fatto.
Valga la testimonianza di Giovanni:
«Quello che era fin da principio, quello che abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che abbiamo contemplato e le nostre mani hanno toccato, del Verbo di vita... ve l'annunciamo» (1 Gv 1,1).
            Gli apostoli erano dunque la norma viva della fede cristiana, poiché raccontavano direttamente gli insegnamenti di Gesù e i fatti della sua vita.
            Ma poiché gli apostoli stavano cominciando a morire, fu necessario affidarsi sempre più a libri che conservassero il loro insegnamento. Scomparsi i testimoni oculari, infatti, non sarebbe stato più possibile controllare la veridicità di quanto continuava ad essere predicato su Gesù, soprattutto di fronte ad eventuali nuove affermazioni a suo riguardo.
            Inoltre, col diffondersi del Cristianesimo, non era più così facile per tutti incontrare qualche apostolo, per poter effettuare le necessarie verifiche.
DOCUMENTAZIONE
_ Prologo del vangelo secondo Luca:
   «Poiché molti hanno messo mano a ordinare la narrazione dei fatti compiuti in mezzo a noi, come tramandarono a noi quelli che dall’inizio videro con i propri occhi e (sono) diventati servi della parola, parve anche a me, avendo seguito ogni cosa da principio diligentemente, di seguito (o con ordine), scriverti, ottimo Teofilo, affinché tu conosca la saldezza della parola con la quale sei stato istruito» (Lc 1, 1-4).
_ 2a Lettera di Pietro:
   «...e la magnanimità del Signore nostro ritenetela salvezza, come anche l’amato nostro fratello Paolo, secondo la sapienza data a lui, scrisse a voi, come anche in tutte le lettere, parlando in esse di queste cose; nelle quali vi sono alcune cose difficili ad intendersi, che gl'ignoranti e deboli stravolgono, come anche le altre scritture, per la perdizione» (2 Pt 3,15-16).
La lettera, scritta verso il 66/67 o verso il 75, sembra supporre che esistesse una raccolta, almeno parziale, delle lettere di Paolo. Tale epistolario viene messo sullo stesso piano dell'Antico Testamento, se si interpreta la parola «scritture» come riferita ad esso.
_ Lettera ai Colossesi:
   «E quando sia stata letta da voi la lettera, fate in modo che anche nella Chiesa dei Laodicesi sia letta e che quella dei Laodicesi anche voi leggiate» (Col 4, 16).
La lettera, scritta da Paolo, prigioniero a Roma, verso il 61/63, fa pensare al fatto che le comunità si scambiassero le lettere o facessero copie delle lettere stesse.
Questi scritti cristiani si leggevano nelle riunioni comuni, assieme ai testi dell'Antico Testamento, che già erano letti nelle sinagoghe ebraiche.
u Che circolassero tra le varie comunità cristiane anche i libri dell'Antico Testamento è dimostrato dalle abbondantissime citazioni di esso che si possono rintracciare nei libri dei primi cristiani.    
Documentazione
_ 1a Lettera di Paolo ai Tessalonicesi:
«Vi scongiuro nel Signore che questa lettera sia letta a tutti i fratelli» (1 Tess 5,27).
_ Lettera ai Colossesi (4,16), già citata sopra.
Apocalisse:
   «Felice chi legge e quelli che ascoltano le parole della profezia...» (Ap 1,3).
    Ciò suppone che il libro fosse letto in pubblico.
Giustino, filosofo cristiano, scrive verso il 155:
   «... E nel giorno chiamato del sole, tanto quelli che abitano in città come quelli che abitano in campagna si adunano nello stesso luogo e si fa lettura delle memorie degli apostoli (vangeli) e degli scritti dei profeti (Antico Testamento), sin che il tempo lo permette.
   Quando il lettore ha terminato, il preposto (il capo) tiene un discorso per ammonire ed esortare all’imitazione di questi buoni esempi» (1a Apologia - n. 67).
Però, al tempo in cui furono composti, questi libri cristiani non erano giudicati «Sacra Scrittura». Per i primi cristiani Sacra Scrittura rimanevano le "scritture ebraiche", chiamate Antico Testamento.
La prima citazione di un passo di Paolo, considerato sicuramente come Sacra Scrittura, si trova nella lettera di Policarpo ai Filippesi (12,1), scritta verso il 150:
_ «So che siete molto versati negli scritti sacri e che nulla in essi vi sfugge, cosa che a me non è concessa. Tuttavia voglio ricordarvi solo queste frasi, che in essi sono scritte:
"Sdegnatevi pure, ma non fino al peccato" (Salm 4,5), e ancora: "Il sole non tramonti sopra la vostra ira" (Ef 4,26).
Beato chi se le ricorda, come sono certo che voi fate!».

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 12/02/2003 11.06
Ringraziando Salvatore per il lavoro da......."scavatore dei particolari^__^"......vi allego gli altri forum nei quali si è parlato dello stesso tema.......
 
Buona meditazione......
 
 
 
Chi può interpretare la Bibbia?
 
 
 
 
 
 
Come vedete......più volte abbiamo tentato di condidervi le tante tematiche che scaturiscono comunque da una realtà, che per quanto scomoda, è un dato di fatto umano e BIBLICO..l'autorità di una Chiesa (l'unica e la sola).....Ignorare gli anni che vanno dal 33 d.C. al 1200 (comparsa di Valdo= Valdesi).....è un negare l'azione dello Spirito Santo nella SUA Chiesa.....
 
 
Fraternamente C.
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