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dal dialogo: Il canone biblico fu fatto dai protestanti?

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 23:58
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06/09/2009 23:31
 
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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 04/03/2003 23.37
Ringrazio un fratello di questa comunità per avermi passato queste preziose informazioni.
 
"Una delle accuse lanciate ai W&H ( a Westcott, più che altro) è stata quella di essere stati membri di una setta spiritistica solitamente riportata col nome di "Ghost Society". L'accusa è falsa perchè:
- l'associazione si chiamava in realtà Ghostlie Guild
- Westcott e Hort vi avevano fatto parte per un periodo di tempo molto breve al tempo in cui erano studenti alla Cambridge University e quindi ben prima di diventare affermati studiosi grecisti.
- Lo scopo di questa società non era quello di parlare con gli spiriti dei defunti ma semplicemente quello di raccogliere i casi inspiegabili e di cercare delle soluzioni logiche.
Il figlio di Westcott, che per primo spiegò l'appartenenza del padre a questa associazione, nella stessa intrevista spiegò che poco dopo il padre si allontanò da questa associazione perchè si convinse che questo tipo di ricerche non conducevano al bene. (Rif: dott Robert Summer in Target Magazine Genn 1994)
 
In realtà quello che brucia a molti evangelici è che verso la fine della loro vita
i pastori Westcott e Hort si avvicinarono moltissimo alle posizioni della Chiesa Cattolica. Ed ecco che allora sono saltate fuori le accuse di essere atei o spiritisti.
 
Bravo Luca, veramente bravo, mi chiedo quanti evangelici sono andati a controllare su Westcott e Hort prima di battere le mani al pastore Luca, visto che nell'altra comunità non sono mancati gli elogi per Luca.
 
Io per serietà quando non so una cosa mi fermo, lo dico, ma continua (come un mastino) e indagare, mi informo, chiedo con umiltà ai miei fratelli, non mi avventuro in discorsi che non posso portare a termine, perchè sconosco i fatti.
 
Luca invece con molta disinvoltura ha infangato la Bibbia cattolica, dicendo che essa deriva dal testo di Westcott e Hort, quando invece la Bibbia cattolica deriva dal Merk, e dalla Vulgata latina, oltre che dai codici originali.
 
Oltretutto, Luca non ha riportato notizie vere sui pastori Westcott e Hort, etichettandoli come Atei, quando invece erano pastori protestanti, (anglicani).
 
Faccio pure notare che Luca non ha MAI portato le prove circa i presunti versetti alterati che si troverebbero nella Bibbia cattolica, infangando gratuitamente la Bibbia cattolica e l'onorabilità della Chiesa cattolica che la custodisce da moltissimi secoli.
 
Chiedo a Serafino, qui iscritto, e compare di Luca (uno di quelli che in diverse occasione ha applaudito Luca) se questo è un modo corretto e serio di scrivere, a scapito della Chiesa cattolica............
 
Mi rattristo nel pensare a quanti fedeli protestanti vengono tenuti all'oscuri di molti fatti, di molte verità, e di contro le loro teste vengono continuamente riempiti di calunnie contro la Chiesa cattolica.
 
Nessuno di loro controlla, eppure sorridono nel vedere riportate queste false notizie, ingrassano dalla contentezza, ma ora che leggono le prove, ora che le accuse di Luca sono state smascherate cosa pensano?
 
Pace
Salvatore


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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 07/03/2003 9.55
Il canone lungo giudaico (comprendente i libri deuterocanonici) fu probabilmente accorciato dai farisei. Dopo la caduta di Gerusalemme (70 d.C.), distrutto il tempio e con esso cessato il sacerdozio, i farisei, che già godevano il favore popolare, conquistarono facilmente il primato spirituale. Essi vollero sottoporre a un esame scrupoloso tutti i libri sacri per assicurarsi se tutti “macchiassero le mani” (gli antichi ebrei usavano dire che i libri sacri macchiavano le mani, cioè lasciavano un impronta nella mani, era un modo di dire, che indicata la sacralità dei libri) o se non fosse il caso di escluderne qualcuno dalla lettura sinagogale.
I criteri su cui fu basato il nuovo esame furono tre: antichità del libro, composizione in lingua “sacra” (ebraica o aramaica), conformità alla Legge. Che i farisei abbiano sottoposto il canone a un nuovo esame, si può dedurre dalle discussioni sorte tra il I e il II secolo d.C. intorno al carattere sacro di cinque libri protocanonici. Nessuna discussione è invece riferita intorno ai deuterocanonici. Ma proprio questo silenzio è significativo. I farisei che facevano questo esame dei libri sacri erano ostili ai discendenti di Simone Maccabeo (asmonei), che consideravano come usurpatori dell’antica dinastia davidica e perché avevano parteggiato per i sadducei. Così si spiega come senza discussione alcuna vennero esclusi dall’uso sinagogale i due libri dei Maccabei, e con essi i libri dell’epoca maccabaico-asmonea (o almeno creduti di quel tempo), col pretesto che erano troppo recenti, scritti talvolta in lingua non “sacra” e trovati forse contrastanti con la Legge.
Il fatto stesso che il canone dopo la rottura definitiva con i cristiani fu sottoposto a rianalisi la dice lunga sulla sincerità dei farisei, i quali non accettarono in tronco tutto il N.T. perché non scritto in lingua “sacra” (aramaico o ebraico) e soprattutto perché non riconoscerono il Messia.
Quale autorità gli si può quindi riconoscere dopo la nascita del cristianesimo?
E come si può ritenere gli Ebrei gli unici a poter stabilire il canone non si capisce.
Gli Ebrei ebbero il privilegio di avere affidata la Legge e gli oracoli del Signore, ma con la nascita del cristianesimo la loro autorità cessò, i loro occhi non riconobbero il Messia, quindi i libri sacri furono affidati alla Chiesa nascente, ella era la nuova autorità costituita da Cristo, ed ella fissò il canone del N.T. e riconfermò il canone del V.T. rifacendosi alla traduzione dei LXX, gli ebrei persero tutto quello che gli era stato dato, nessuna autorità  ebbero più perché peccarono contro lo Spirito Santo rinnegando Gesù Cristo.
Quindi molti protestanti farebbero bene a rivedere le proprie posizioni, perché basate sul giudizio di un popolo che ormai da quasi 2000 anni ha perso ogni autorità biblica.
Non ci sarebbe nemmeno bisogno continuare, ma per amore della precisione e della verità continuo a illustrare la storia del canone e dei libri deuterocanonici, per dipanare ogni dubbio in proposito.
Quando avvenne la chiusura del canone ebraico e da chi fu operata?

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Consiglia Elimina    Messaggio 33 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 08/03/2003 10.46

Verso l’anno 130 a.C. il nipote dell’Ecclesiastico parla di una traduzione “della Legge, dei Profeti e di altri libri”; verso lo stesso periodo il I Mac. parla di “libri sacri”, libri cioè che godono di una particolare venerazione presso il popolo di Israele, mentre vengono proscritti dai pagani Seleucidi;

Il 2 Mac. 2,13 riferisce che tra le attività riorganizzative di Neemia vi fu pure una biblioteca che, probabilmente, con i libri sacri ne comprendeva altri.

Vi furono dei dubbi su quali libri includere anche nei protocanonici perché in Ezechiele furono trovate alcune contraddizioni con la Legge, poi furono trovate contraddizioni interne anche in Ecclesiaste e i Proverbi, o anche il contenuto in apparenza profano per il Cantico, il pericolo di provocare dell’odio contro il popolo giudaico per Ester.

Alcuni sostenevano che questi libri “macchiavano le mani”, altri che bisognava “nasconderli” (cioè escluderli dalla lettura sinagogale). Finì per prevalere l’opinione favorevole alla canonicità.

Alle soglie dell’era cristiana, tra gli Ebrei vi erano ancora esitazioni: il giudaismo palestinese rivela la tendenza a considerare sacri soltanto i libri antichi, scritti soprattutto in ebraico, e non quelli scritti in greco; ma questa è la tendenza dei farisei; ve n’erano pure altre. L’ambiente sadduceo considerava canonico solo il Pentateuco; mentre nella diaspora alessandrina e a Qumràn, forse, si riteneva che la parola di Dio non fosse terminata e si avesse il diritto di attendere ancora un messaggio ispirato. E’ così che nella diaspora si riconosce una vera autorità divina ai deuterocanonici.

Gli apostoli usavano e citavano la Bibbia dei LXX e con la nascita della Chiesa cristiana gli essi erano i custodi del deposito della fede, di cui un punto fondamentale è la divina origine delle Scritture. Se dunque essi non avessero tenuti per ispirati i deuterocanonici (che nei LXX erano mescolati ai protocanonici), avrebbero dovuto avvertirne i fedeli. Ma in nessun documento appare la minima traccia di una tale riserva. Dunque, fino a prova contraria, dobbiamo concludere che gli apostoli ritenevano i libri deuterocanonici ispirati e canonici come i protocanonici. Su circa 350 citazioni del V.T.  contenute nel N.T., quasi 300 sono conformi ai LXX, quindi questa versione si può considerare praticamente approvata dagli apostoli. Questo è quanto appare pure dalle testimonianze della Chiesa primitiva.

I pareri sui deuterocanonici ebbero un periodo di unanimità nel I-II secolo durante i quali si ritenevano ispirati; un periodo d’incertezze (sec. III-V), seguito dal ritorno all’unanimità (dal sec. VI in poi).

Anche fra i cattolici vi furono dei dottori che ebbero dei dubbi tra essi ci sono in oriente Melitone di Sardi (seconda metà del sec. II) ed Origene (prima metà del sec. III); i dubbi si diffondono maggiormente durante il sec. IV, come attestano Cirillo di Gerusalemme, Atanasio, Epifanio, Gregorio nazianzeno.  Invece nel sec. V i dubbi diminuiscono: durante questo secolo ne troviamo solo qualche rara testimonianza. Dall’Oriente i dubbi si propagano in Occidente e sono rappresentati da Ilario di Poitiers, da Rufino e da Gerolamo.

Bisogna dire comunque che Gerolamo usava la Bibbia dei settanta, quindi implicitamente la considerava autorevole e corretta, ed in pratica (lasciando stare la teoria) nelle sue opere anche posteriori al 390, cita tutti i deuterocanonici, e alcuni di questi come Scrittura Sacra. Ciò significa che in pratica egli riconosceva ai deuterocanonici quell’autorità e forza probativa che in teoria loro negava.

Si noti inoltre che i Padri (apostoli compresi) prima di S. Gerolamo usavano la versione dei LXX, o versioni derivate da questa, la quale (come già detto) conteneva i deuterocanonici.

I Padri favorevoli ai deuterocanonici nei secoli III-V sono: Cipriano (258-60), Dionigi alessandrino (264-65), Luciano (312), Efrem (373), Basilio Magno (379), Gregorio nisseno (395), Ambrogio (396), Giovanni Crisostomo (407), Agostino (430), Teodoreto di Ciro (458).

Dei Padri solo Agostino dà il catalogo dei libri sacri in cui si trovano tutti i deuterocanonici.

Quanto agli altri per conoscere realmente il loro pensiero è meglio vagliare i loro scritti, perché se alcuni espressero qualche dubbio, ma poi nelle loro opere citano i libri deuterocanonici vuol dire che in definitiva essi li riconoscevano come ispirati, avendo chiarito i loro dubbi in merito.

Concludendo, possiamo affermare che la maggioranza dei Padri non ha alcun dubbio intorno all’ispirazione dei deuterocanonici; solo una minoranza ne dubita in teoria, mentre in pratica se ne serve come dei protocanonici: nei loro dubbi essi riflettono il pensiero giudaico, da cui sono direttamente o indirettamente influenzati; nell’uso pratico attestano la fede della Chiesa.

 

Pace

Salvatore


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Consiglia Elimina    Messaggio 34 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 10/03/2003 10.26

Nei secoli successivi vi furono anche altri Padri che riportarono dei dubbi, basandosi sulla teoria di Gerolamo, anche l’autorevole Tommaso d’Aquino ebbe delle incertezze, ma se controlliamo le sue opere ci accorgiamo che fa un ampio uso dei deuterocanonici, ma dopo il 1912 nessun dubbio è più ammissibile, perché fu scoperto un documento recante un suo discorso accademico del 1256, dove Tommaso dà la divisione dei libri della Bibbia, e, senza alcuna distinzione e frammisti ai protocanonici, elenca anche i deuterocanonici.

Zwingli essendo egli stesso protestante, della traduzione fatta da Lutero diceva che essa “alterava e corrompeva la parola di  Dio”.

Balgy, famoso teologo anglicano, diceva che i Protestanti ebbero il singolare talento di vedere tutto ciò che essi bramavano di vederci, cioè di far dire alla Bibbia ciò che ognuno voleva.

Tutti sappiamo che la Congregazione dei Testimoni di Geova, con sede centrale a Brooklyn

(New York) ha superato tutti, divenendo, in questo settore, i “falsari della Bibbia”.

Essi costituiscono una setta eccentrica e strana, ed è il prodotto più aberrante del protestantesimo americano.<o:p></o:p>


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Consiglia Elimina    Messaggio 35 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 13/03/2003 18.06
La Bibbia dei fratelli protestanti non è uguale alla nostra, bisogna comunque distinguere tra le varie traduzioni bibliche che usano i protestanti. I testimoni di Geova ad esempio usano una loro traduzione (fatta dalla Società Torre di Guardia) che presenta pesanti e minuziose alterazioni, infatti essi fanno dire alla Scrittura ciò che vogliono loro, ad esempio gli fanno affermare che Gesù non è Dio, e che lo Spirito Santo non è una Persona divina. Gli “evangelici” pentecostali invece hanno la Bibbia quasi uguale alla nostra (cattolica romana), tranne che in alcuni libri che il protestantesimo ha scartato, ritenendoli non ispirati e chiamandoli pertanto “apocrifi”, e che traduce alcuni termini in maniera leggermente differente, ad esempio la Diodati.
I protestanti hanno preferito usare il canone ebraico, nel quale non sono compresi alcuni libri del V.T., questo suscita in me un po’ di stupore, perché mi domando come si fa ad accettare il canone ebraico e quindi considerare esempio corretto da seguire “il canone ebraico” quando è risaputo che gli ebrei non hanno riconosciuto Gesù Cristo come Messia, quindi praticamente i protestanti si affidano al canone dei ciechi, che prima hanno fatto tradurre dai Settanta anche i libri deuterocanonici e poi in seguito allo rottura definitiva con i cristiani avvenuta intorno all’anno
100 d.C. hanno tolto dal loro canone i libri deuterocanonici.
I protestanti seguendo gli ebrei dovrebbero rifiutare pure il Nuovo Testamento, perché non lo fanno?
Il protestantesimo ha sempre avuto le idee confuse circa l’ispirazione di alcuni Libri Sacri, la Bibbia letta fuori dalla Chiesa e contro di Essa non può che indurre all’errore?
La Chiesa è il prolungamento di Cristo, la bocca di Cristo.
Dice frà Tommaso: “che se la Bibbia non ci avesse lasciato delle norme precise su questo punto fondamentale, non crederei né a Cristo, né ai Vangeli.”
In effetti frà Tommaso ha perfettamente ragione, perché un conto era credere “vedendo”, come al tempo degli Apostoli, nel quale il popolo vedeva e sentiva la loro viva voce e i loro prodigi, un altro conto è invece credere per fede, senza poter parlare direttamente con gli Apostoli e con Gesù.
Quindi è logico che Gesù è la sua Chiesa doveva stabilire delle norme, tramite le quali si poteva provare l’autenticità della Bibbia, in modo tale che se un ateo la mettesse in dubbio chiamandola romanzo fantasioso, o comune libro storico, la Chiesa potesse dimostrare inconfutabilmente l’autenticità della Bibbia, e la sua ispirazione divina.
D’altra parte prima di frà Tommaso, molti altri credenti hanno fatto lo stesso ragionamento.
S. Agostino, che conosceva molto meglio di noi la S. Scrittura, diceva: “Non crederei ai Vangeli se non me lo dicesse la Chiesa”. Un tale maestro ne sapeva certamente più di tanti altri che pretendono di conoscere la Bibbia solo perché vi fanno lunghe e meticolose ricerche, ma col preciso scopo di trovarvi frasi o parole con le quali presumono di confondere i cattolici e di legiferare contro la Chiesa di Cristo.

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Consiglia Elimina    Messaggio 36 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 05/12/2003 19.04
Riapro questo forum per inserire un messaggio pervenutomi da un caro amico che ha fatto qualche accostamento tra il numero dei libri biblici e un versetto preso da GIOV. 2/19-22

QUANTI SONO I LIBRI DELLA BIBBIA ?

" DISFATE QUESTO TEMPIO ", DISSE GESÙ'. I GIUDEI RISPOSERO CITANDO UN... " 46 ", CON RIFERIMENTO ALL'ANTICO TEMPIO, ALL'ANTICA STRUTTURA.

GESÙ' RISPOSE CON UN 3 ( TRÉ GIORNI ); MA SI TIFERIVA AD ALTRO, E A UNA COSA NUOVA. TRÉ GIORNI DI 24 ORE FANNO UN TOTALE DI 72. I TRÉ NUMERI A DISPOSIZIONE SONO : 72 , 46 , E 3. SE FACCIAMO 72 -46 ABBIAMO 26. IL 72 E' NUMERO BIBLICO ( PER ESEMPIO I 72 DISCEPOLI DI GESÙ' ). IL 72 DUNQUE, RACCOGLIE L'INTERA DISPENSAZIONE.

MA IL 46 E' DEL VECCHIO; IL 72 , DEL VECCHIO + IL NUOVO. 26 E' IL N° LIBRI DEL NUOVO ( OGGI 27 ); MA FINO ALL'ANNO 175 IL LIBRO DEGLI ATTI ERA UN TUTTUNO COL VANGELO DI LUCA. I LIBRI PERTANTO SAREBBERO 72 " DISCEPOLI ", O " TESTIMONI ", AGLI ORDINI DEL MAESTRO !

Anche se tale osservazione non ha il carattere della certezza circa il riferimento ai libri biblici, tuttavia mi è parso interessante e ho voluto farvene partecipi.

Con affetto


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Consiglia Elimina    Messaggio 37 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 08/12/2003 15.56

LA BIBBIA DEI LXX

Con questo nome si indica la prima versione greca della Bibbia ebraica, fatta ad Alessandria d'Egitto, ad uso degli ebrei ellenizzati che lì risiedevano, i quali generalmente non capivano più l'ebraico. È perciò detta anche “alessandrina”. Più comunemente è, però, detta dei LXX perché, secondo il documento più antico che ne parla, la Lettera di Aristea (ca. 200 a.C.), sarebbe dovuta a 72 (cifra arrotondata poi a 70) dottori della legge, i quali, esperti di greco ed ebraico, fatti venire i manoscritti da Gerusalemme e ritiratisi nell'isola di Faro (l'isola del famoso Faro del porto di Alessandria, una delle 7 meraviglie del mondo antico), presso Alessandria, in 72 giorni avrebbero tradotto tutto il Pentateuco. Ciò sarebbe avvenuto a richiesta di Tolomeo Filadelfo (285-247 a.C.), il quale voleva arricchire la sua biblioteca di Alessandria. La lettera di Aristea a Filocrate non è, però, autentica ed ha chiaramente un intento celebrativo della traduzione greca della Bibbia. In seguito, al suo racconto, si aggiunse la storia secondo la quale i traduttori, chiusi in celle separate, riuscirono a tradurre una versione perfettamente uguale anche nelle parole.
Comunque, è certo che questa versione greca, cominciata nel III sec. a.C. e compiuta da diversi traduttori e in diverso tempo, era terminata all'inizio del II sec. a.C.; usata dapprima dagli ebrei viventi in Egitto, essa si diffuse per tutta la Diaspora e diventò comune nel mondo greco-romano e anche in Palestina. Vigente già dai tempi di Gesù, fu seguita dagli scrittori del Nuovo Testamento, dai Padri e dalla Chiesa, e fu la base di molte antiche versioni, tra cui quella latina precedente alla Vulgata di S. Girolamo. S.Girolamo, durante le sue traduzioni, essendo accompagnato da alcuni Rabbini di Gerusalemme, dal principio, pur trattenendoli quali Libri Sacri, ebbe incertezze sulla canonicità essendo questa stata eliminata dal Canone Ebraico del 90 d.C., tuttavia Girolamo tradurrà in Vulgata anche i Deuterocanonici che verranno poi accettati da tutta la Chiesa e s.Agostino ne confermerà la canonicità.

La Chiesa non usò la sua autorità sulla canonicità perchè di fatto non c'è stato mai nessuno che si opponeva, tale autorità però, divenne necessaria con l'avvento del Protestantesimo che solo nel 1540 pretendeva di rifare un Canone ignorando che per 1500 anni tutta la Chiesa aveva utulizzato quel Canone che per forza dovette decretare con tutta la sua autorità.
Così ci pensò il Concilio di Trento il quale ne promosse un'edizione ufficiale, che uscì con la data del 1586, fatta sul manoscritto Vaticano B, e divenne il Textus Receptus dell'Antico Testamento greco.
L'importanza di questa versione proviene dal fatto che essa deriva da manoscritti ebraici anteriori al lavoro di unificazione operato dagli scribi.
La Bibbia dei LXX conosce 7 libri ignoti alla Bibbia ebraica: Tobia, Giuditta, 1 e 2 Maccabei, Baruch e la lettera di Geremia (Bar 6), Siracide e Sapienza, oltre a brani di Daniele ed Ester presenti solo in greco.
I cattolici hanno sempre privilegiato questa forma ampia del canone, seguendo la versione dei LXX. Questi libri vengono chiamati “deuterocanonici” perché, pur mancando nel canone ebraico (Canone stabilito dopo il 90 d.C.), sono stati unanimemente accolti dalla Chiesa dei primi secoli come libri ispirati, gli stessi Apostoli la citano.


I protestanti hanno optato per un canone ristretto, accogliendo la decisione maturata nell'ebraismo intorno all'anno 90 d.C., che si è pronunciato contro la canonicità dei libri biblici scritti in greco ed in uso nelle prime comunità apostoliche cristiane. Tale decisione però, non trova riscontro in un onesto approfondimento esegetico, primo fra tutti l'uso che gli stessi Apostoli fecero della LXX. I protestanti che optarono per tale scelta, lo fecero perchè rigettarono tutta la Chiesa dalla morte degli Apostoli fino alla loro comparsa del 1500, tuttavia oggi le cose sono cambiate, la Chiesa della Riforma (Luterani, Anglicani, Calvinisti e Valdesi), hanno riconosciuto le radici storiche della Chiesa ed hanno iniziato in questo secolo a prendere in considerazione i Padri della Chiesa che nel 1560 furono completamente rinnegati. La scelta del Canone Protestante, non ha dunque alcun valore biblico, nè tantomento è stato ispirato, ma fu semplicemente uno strumento di rigetto nei confronti dell'autorità della Chiesa che così aveva optato.


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Consiglia Elimina    Messaggio 38 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 09/12/2003 9.45
Facciamo solo un esempio: “Così Dio parla di un’Alleanza nuova, e perciò dichiara superata l’Alleanza precedente. E quando una cosa è antica e invecchiata, le manca poco a scomparire”
(Eb 8,13).
Alcuni fratelli non cattolici si servono di queste speciose ragioni di non distinzione tra l’A. e il N. Testamento, perché con tale metodo, riescono a “trovare” le conclusioni che fan comode, specie quando la dottrina da essi professata incontra gravi difficoltà a confrontarsi con la chiarezza di alcune affermazioni neotestamentarie.
Sappiamo poi che alcuni gruppi protestanti non tengono nel dovuto conto certe norme esegetiche, ormai accettate da tutti gli studiosi e dal Magistero Ecclesiastico. Non tengono sempre conto dei generi letterari, del contesto e, in casi molto importanti neppure del testo (vedi per es. i testimoni di Geova, la cui “Bibbia” offre, agli ingenui seguaci della setta, una traduzione falsata).
E’ facile comprendere che il tal modo la Parola di Dio diventa oggetto utile per sostenere qualsiasi opinione ed offre “ricette pronte” per tutte le risposte.
Per es., mentre Gesù dice: “Quanto a quel giorno e a quell’ora però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del Cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Mt 24,36), il geovismo trae dall’Apocalisse e dalle profezie di Daniele, la data della venuta di Cristo e dell’inizio del “paradiso terrestre” da loro inventato…: il tutto da verificarsi a breve scadenza, e questo solo perché tutte le diverse date ben “precise”, fissate dai precedenti presidenti della setta sono state regolarmente smentite dal tempo. L’attuale presidente di “Torre di Guardia”, “personale confidente di Geova”, dopo le esperienze acquisite…, diventato più prudente e meno “profeta”, indica come data (imminente… ma non più precisa) “intorno al duemila” la fine del mondo.
Questo è solo un esempio di come seguendo la “legge del libero” arbitrio si travisi il significato delle Scritture, altri gruppi protestanti fanno delle distinzioni più sottili, non cambiando le Scritture, ma facendogli dire quello che vogliono loro.
La Bibbia della Chiesa cattolica offre un elenco più ricco di libri rispetto a quella dei protestanti, e cioè: 46 per l’A.T. e 27 per il N.T. Essi sono distribuiti in tre serie fina dal secolo XIII per l’A.T., cioè:
a) Libri storici. Comprendono il Pentateuco (5 libri: Genesi – Esodo – Levitico – Numeri – Deuteronomio) – Giosuè – Giudici – Rut – 1° e 2° Samuele – 1° e 2 ° Re – 1° e 2° Cronache (in greco Paralipomeni) – Esdra e Neemia (o 1° e 2° Esdra) – Tobia – Giuditta – Ester – 1° e 2° Maccabei. In tutto sono 21
b) Libri didattici. A componimento poetico e sapienziale. Sono 7: Giobbe – Salmi – Proverbi – Qòelet – Cantico dei Cantici – Sapienza – Siracide. I libri Qòelet e Siracide sono rispettivamente, gli ex Ecclesiaste ed Ecclesiastico. Qòelet designa una funzione: indica colui che parla nell’assemblea (in ebraico qahal, in greco ekklesia, da cui il latino e italiano Ecclesiaste, ossia Salomone, il predicatore).   Siracide (ex Ecclesiastico), il libro si chiamava “Sapienza di Gesù, figlio di Sira” Oggi lo si chiama Ben Sira o Siracide. Fu S. Cipriano per la prima volta a chiamarlo “Ecclesiastico”, forse dall’uso ufficiale che ne faceva la Chiesa.
c) Libri profetici. In tutto 18, e sono: Isaia – Geremia – Lamentazioni – Baruch (il cap. 6 è la lettera di Geremia) – Ezechiele – Daniele – e i dodici detti minori, per la minore ampiezza dei loro scritti: Osea – Amos – Gioele – Abdia – Giona – Michea – Naum – Abacuc – Sofonia – Aggeo – Zaccaria – Malachia.
La lista ufficiale dei libri della Bibbia è detta, fin dal 4° secolo d.C., Canone, in quanto i libri sacri sono norma della fede e della morale.
La differenza (come già detto) tra il canone ebraico dell’A.T. e quello della Chiesa cattolica sta nella mancanza, in quello ebraico, dei seguenti libri: Tobia, Giuditta, 1° e 2° Maccabei, Sapienza, Siracide, Baruc con la lettera di Geremia, alcune parti di Ester e Daniele.
La parola “deuterocanonici” fu introdotta (e accettata dai cattolici) da Sisto Senese nel 1566, dopo il concilio di Trento. Così i libri non contestati furono detti protocanonici, e quelli contestati deuterocanonici.
Quindi come abbiamo detto tutti i libri dell’A.T. furono scritti tra il sec. XV e II sec. a.C.  in ebraico per la maggior parte, ma dei cosiddetti deuterocanonici il testo originale è ignorato o furono scritti in greco.
Della gran parte di questi libri (46), sappiamo che erano accettati già dalla Sinagoga come ispirati, e lo troviamo in tutte le Bibbie ebraiche. Altri invece li conosciamo soltanto nella versione greca detta dei “Settanta”, e sono quelli che chiamiamo appunto deuterocanonici. La loro canonicità, ossia il loro carattere ispirato, fu posta in discussione da alcuni Padri della Chiesa; tuttavia il fatto che gli Apostoli e la Chiesa primitiva li avessero accolti, fece sì che fossero ritenuti ispirati.
Per brevità e chiarezza, i libri comuni ai due canoni si chiamarono protocanonici e quelli esclusi dall’edizione ebraica deuterocanonici, ma il significato di questi termini, nell’accezione ecclesiastica, non va esteso ad una differenza di valore o di autenticità dei due gruppi.
 
Salvatore
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