Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva

dal dialogo: Il canone biblico fu fatto dai protestanti?

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 23:58
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 5.921
Sesso: Maschile
06/09/2009 23:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 17/12/2003 13.04
Quindi il Concilio di Trento non inventò il canone, ma lo ratificò e lo dichiarò dogmatico, in modo tale da difenderlo dagli attacchi degli eretici, rappresentati in quel periodo dai protestanti come Lutero, Calvino, Zwingli ecc..  Ma i fratelli che avranno verificato seriamente concorderanno che già nella traduzione dei settanta (LXX) e poi nei primi secoli del cristianesimo il canone era quello che la Chiesa cattolica ha sempre difeso, e che tutt’ora difende.
Il criterio di canonicità, secondo il Concilio Tridentino, è accennato nella duplice espressione: l’uso di leggere un dato libro (o una sua parte) nella Chiesa cattolica e la sua presenza nella Volgata.
Le due espressioni indicano la medesima cosa, cioè la prassi della Chiesa, l’uso che la Chiesa fa di un dato libro (o di una sua parte). Dunque il criterio tridentino di canonicità (cioè l’uso o prassi della Chiesa) coincide con quello già veduto della sacra tradizione cattolica, di conseguenza nulla inventò il Concilio di Trento, ma si attenne scrupolosamente alla prassi che la Chiesa aveva tenuto mantenuto nel corso dei secoli.
La Chiesa cattolica dei primi secoli avendo chiarito definitivamente ogni dubbio, ammise le Lettere in questione nel canone, i protestanti che a quei tempi non esistevano, circa dieci secoli dopo rispolverarono tali questioni, e fecero vedere al mondo che anche loro avevano l’accortezza di verificare, infatti poi diedero ragione alla Chiesa cattolica reintegrando tali lettere nel loro elenco. Se non sarebbe esistito il Magistero della Chiesa chi avrebbe deciso e difeso le lettere apostoliche e cattoliche citate sopra dai dubbiosi?
Nel campo protestante il primo a negare l’autenticità dei deuterocanonici dell’A.T. fu, nel 1520, Carlostadio (vero nome Andrea Bodenstein). Lutero abbracciò subito il suo errore e nella sua versione tedesca (1534) mise i deuterocanonici in appendice sotto il titolo di “apocrifi”; i luterani ne imitarono l’esempio, anzi, all’inizio del sec. XVIII, li eliminarono del tutto dalle loro Bibbie stampate. Anche Calvino nel 1540 respinse i deuterocanonici come apocrifi e, nel Sinodo di Dordrecht (Olanda, 1618), alcuni calvinisti proposero di togliere i deuterocanonici dalla Bibbia; ma il Sinodo decise che si stampassero in carattere più piccolo. Anche le Confessioni gallica (1559), anglica e belga (1562), elvetica (1564) respinsero i deuterocanonici dell’A.T.
Del N.T. Carlostadio, Calvino, e in seguito le Confessioni gallica (1559) e angelica (1562) ritennero il canone completo. Lutero invece non riconobbe Ebrei, Giacomo, Giuda, e l’Apocalisse; ma i luterani successivi, staccandosi dal loro maestro, conservarono l’antico canone completo.
Oggi tutti i protestanti conservatori respingono i deuterocanonici dell’A.T., che chiamano “apocrifi”, ma accolgono tutti i deuterocanonici del N.T. facendo, in parte almeno, delle riserve su alcune pericopi, per es. Mc 16,9-20; Gv 7,53 – 8,11.
Come già detto “apocrifo”, etimologicamente significa “nascosto”, “segreto”, e designa uno scritto falsamente attribuito a un autore, ma il cui vero autore rimane ignoto.  Nell’uso ecclesiastico si chiamano “apocrifi” i libri non ammessi per la pubblica lettura liturgica. Siccome però nella Chiesa si leggevano pubblicamente solo i libri canonici, il termine “apocrifo” divenne e rimase sinonimo di non canonico. In questo senso S. Gerolamo chiama apocrifi i deuterocanonici, perché non canonici secondo gli Ebrei. Talvolta “apocrifo” è usato anche nel senso di spurio (controllate anche nel vocabolario italiano).
In generale gli apocrifi si possono definire: libri di autori incerti che per titolo o l’argomento presentano qualche affinità con quelli della S. Scrittura, ma ai quali la Chiesa universale non riconobbe mai l’autorità canonica.

Come il canone biblico si divide in A. e N.T., così analogamente si hanno apocrifi dell’A. e N.T.; la denominazione si riferisce al contenuto, non alla data di composizione. Ciascuno dei due gruppi si può inoltre suddividere come i libri canonici ai quali rassomigliano, cioè quello dell’A.T. in storici, didattici, profetici, e quelli del N.T. in vangeli, atti, lettere, apocalissi.
Lo scopo degli apocrifi è assai vario. Quelli dell’A.T. cercano di dar credito a prescrizioni legali introdotte dai maestri ebrei, oppure contengono esortazioni morali, o intendo abbellire con racconti immaginari fatti e personaggi biblici; le apocalissi in genere fanno sperare prossima la liberazione del popolo giudaico dal gioco degli oppressori.
Degli apocrifi del N.T. alcuni sono dovuti ad eretici che li composero allo scopo di far passare le loro false dottrine sotto il patrocinio di qualche autorevole personaggio; altri si devono a pii fedeli che per colmare alcune lacune degli scritti canonici inventarono – o, qualche volta, tramandarono – vari aneddoti della vita del Signore, della Madonna, degli apostoli, ecc.; questi aneddoti sono molto spesso puerili e ridicoli.
Si comprende perciò come l’autorità ecclesiastica si sia sempre opposta alla diffusione degli apocrifi, e qualche volta ne abbia severamente proibita la lettura. Ciò causò la perdita di gran parte di essi; tuttavia ne rimane ancora un numero considerevole.
Il confronto degli apocrifi con i libri canonici mostrerà inoltre la superiorità di questi ultimi sui primi, sia per il contenuto religioso sia per le bellezze letterarie. Diamo ora un elenco degli apocrifi più noti, con l’indicazione del contenuto generico e di qualche caratteristica particolare.

Salvatore


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 55 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 17/12/2003 17.03
I VERI LIBRI APOCRIFI
 
Apocrifi dell’A.T.
1) Apocrifi storici: Libro dei Giubilei, o “Piccola Genesi”, è un rifacimento della storia biblica dalla creazione del mondo fino all’esodo degli Ebrei dall’Egitto, disposta a periodi di giubilei (49 anni ciascuno). E’ detto pure “Apocalisse di Mosè”, poiché l’autore immagina che Dio riveli questa storia a Mosè mentre un angelo è incaricato di registrarla. L’autore intende dimostrare l’origine divina della legge mosaica, col presentarla già osservata dagli antichi patriarchi, e combattere certe correnti giudaiche ellenizzati. Fu composto in Palestina, forse nella seconda metà del sec. II a.C., in ebraico; i due testi che oggi rimangono (in etiopico e in latino) dipendono da una versione greca fatta sul testo ebraico. Alcuni manoscritti trovati a Qumràn hanno un testo ebraico identico a quello delle antiche versioni.
III di Esdra: narra la storia del Tempio di Gerusalemme dal tempo di Giosia fino ad Esdra e consta quasi esclusivamente di brani biblici; vi è di proprio 3,1 -5,6 che narra la disputa fra le guardie del re persiano sulla cosa più forte di tutte (se il vino, il re, la donna, o la verità). Sembra composto verso la fine del sec. II a.C. presso i LXX è inserito fra i libri canonici col titolo di Esdra A (primo), mentre i libri canonici di Esdra e Neemia sono uniti insieme col titolo di Esdra B (secondo). Diversi Padri lo ritengono ispirato o particolarmente venerabile.
III dei Maccabei: detto così unicamente perché in vari codici del LXX è collocato subito dopo i due libri canonici dei Maccabei e con essi ha qualche affinità di argomento. Narra infatti la liberazione miracolosa degli Ebrei di Alessandria da un martirio a cui li aveva condannati il re Tolomeo IV (221-204): gli elefanti che dovevano calpestarli non fecero loro alcun male. Fu composto in lingua greca, tra il sec I a.C. e il sec I d.C. in Egitto.

2) Apocrifi didattici: Testamenti dei 12 Patriarchi, riferiscono le ultime parole che i 12 figli di Giacobbe, ad imitazione del loro padre, avrebbero rivolte ai loro figli sul letto di morte. Fino a poco tempo addietro si riteneva che il libro fosse stato scritto nel sec II-I a.C. e giunto a noi in diverse forme, con interpolazioni cristiane; ma dopo la scoperta dei mss. di Qumràn pare che si debba rivedere sia la data sia la religione dell’autore.
Alcuni frammenti di Qumràn e altri, trovati nella ghenizà del Cairo (in ebraico) e in una biblioteca del monte Athos (in greco), pare che avallino l’ipotesi di una composizione nel sec. II d.C., ad opera di un giudeo-cristiano ispiratosi a composizioni ebraiche preesistenti. L’interesse maggiore dell’opera è nella seconda parte contenente riflessioni varie su vizi e virtù; interessante sul piano dottrinale è il tema dei “due Messia”, che l’autore sembra veder realizzarsi in un solo personaggio.
La preghiera di Manasse: è un bel carme penitenziale che un ebreo ellenista compose poco prima di Cristo, prendendo spunto dalla notizia registrata nella Bibbia che il re Manasse in esilio si convertì e pregò il Signore.
Il IV dei Maccabei, o “il Dominio della ragione”: esorta a dominare le passioni, mediante considerazioni filosofiche ed esempi biblici di epoca maccaibica (Eleazaro, i sette fratelli). Fu scritto da un giudeo ellenista poco prima o poco dopo Cristo.
Salmo di Salomone. Sono 18 canti, attribuiti per ragioni ignote a Salomone, ma molto simili ai salmi di Davide. Essi lodano i divini attributi ed animano alla speranza messianica. L’autore li scrisse a Gerusalemme poco dopo l’occupazione romana della Palestina (63 a.C.). L’opera è considerata come l’espressione più completa della pietà dei farisei: l’autore ha tendenza quietista; non vede giustizia se non nella propria setta; è pieno di fede e di ottimismo nel trionfo di Dio; attende il Messia, figlio di Davide, che farà trionfare la giustizia, espellerà dalla Palestina ogni straniero e purificherà Gerusalemme.
3) Apocrifi profetici: Libri di Enoch: esistono tre libri di Enoch, detti rispettivamente etiopico, slavo, ebraico a seconda della lingua che li ha tramandati.
Parleremo del più importante. L’Enoch etiopico si divide in cinque parti, più un prologo e un epilogo. Il prologo (cc 1.5) descrive il giudizio futuro. La prima parte (Libro degli angeli, 6-36) con le figlie degli uomini, da cui sarebbero nati
i giganti”, e poi narra il viaggio compiuto da Enoch attraverso il cielo e la terra sotto la guida di un angelo che gliene spiega i misteri. La seconda parte (Libro delle parabole, 37-71) descrive il giudizio che “l’Antico dei giorni” e il “Figlio dell’Uomo” faranno sugli uomini e sugli angeli.
La terza parte (Libro astronomico, 72-82) descrive le rivoluzioni degli astri e il corso dei venti.
La quarta parte (Libro delle visioni 83-90) attraverso due visioni descrive tutta la storia del mondo, da Adamo al Messia.
La quinta parte (Libro delle esortazioni 91-105) contiene benedizioni ai figli di Enoch e maledizioni agli empi. L’epilogo infine (106-108) contiene frammenti di un “libro di Noè”. Come si vede, questo libro è un conglomerato di scritti eterogenei uniti fra loro dal nome di Enoch, che è il tramite  della varie rivelazioni.
Tra gli apocrifi dell’A.T. questo è il più importante, perché è come un compendio delle dottrine religiose giudaiche al tempo del Signore. Si riteneva finora che l’opera fosse stata composta in Palestina nel sec II o I a.C. da autori diversi in lingua ebraica o aramaica, tradotto in greco e dal greco in etiopico verso il sec IV.V; si vedeva poi, da molti, un influsso o una redazione cristiana per la seconda parte.
IV di Esdra o “Apocalisse di Esdra”: immagina che Esdra, trent’anni dopo che Nabucondonosor aveva distrutto Gerusalemme (nell’anno 557 a.C.), esule a Babilonia, riceva dall’angelo Uriel (mai nominato della Bibbia) sette rivelazioni, il cui punto culminante è la prossimità della vendetta divina, che sarà eseguita dal Messia.
Le prime tre visioni (cc. 3,4 – 9,25) riguardano la sorte d’Israele: se il popolo eletto è divenuto schiavo dei popoli pagani, l’ha permesso Dio per i suo in scrutabili disegni; ma è vicina l’ora della divina giustizia. Ecco infatti apparire il Messia, “figlio di Dio” (7,28 s.) il quale, dopo aver regnato per 400 anni, morirà con tutti gli uomini, ma dopo sette giorni avverrà la risurrezione universale, seguita dal giudizio con la relativa retribuzione.
La quarta visione (9,27 – 10,60) descrive la gloria della futura Gerusalemme.
La quinta (11-12) presenta un’aquila che con le sue grandi ali abbraccia tutta la terra (= l’impero romano), ma essa viene giudicata dal Leone (cioè il Messia).
La sesta (13) annunzia che il Messia, dopo aver sterminato i nemici col suo fiato, radunerà le disperse tribù d’Israele, in un’epoca ancora ignota.
La settima (14) racconta che Esdra per ordine di Dio e sotto divina ispirazione detta a cinque amanuensi i libri sacri che erano andati distrutti nell’eccidio della città santa: 94 libri, dei quali i primi 24 possono esser letti da tutti, mentre gli altri 70 sono destinati solo a pochi iniziati.
Questo libro è opera di un ebreo palestinese che lo scrisse sulla fine del sec I d.C.
Dalla versione greca perduta sono derivate quella latina e varie versioni orientali. Fu citato da vari Padri e qualche passo è entrato nella liturgia romana.
Oracoli sibillini: sono una raccolta di oltre 4.000 esametri greci, distribuiti in 15 libri. Molto eterogenei ne sono gli elementi, ed è difficile distinguerli: sopra un primitivo  fondo pagano si stende uno strato giudaico, composto a scopo di proselitismo in Egitto tra il 140 a.C. e il 70 d.C., con aggiunte del sec II d.C.; il resto è generalmente ritenuto cristiano e composto tra la metà del sec III e il IV. La parte giudaica descrive , per bocca della Sibilla, e in stile apocalittico, la storia del mondo a partire dal diluvio fino al glorioso avvento del Messia. La parte cristiana narra, sempre per bocca della Sibilla, la vita mortale di Cristo e la sua seconda venuta per il giudizio finale. I versi sono oscuri, scorretti, piatti.

 

Salvatore


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 56 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 17/12/2003 17.08
Vangeli apocrifi
Gli antichi scrittori ricordano di tanto in tanto numerosi vangeli apocrifi, alcuni ortodossi, scritti a scopo di edificazione, altri sorti in ambienti eretici allo scopo di diffondere le dottrine della propria setta. Raramente ce ne è giunto il testo completo; spesso ne rimane solo qualche frammento o appena il titolo. Ne vedremo alcuni fra i principali.
Vangelo dagli Ebrei e Vangelo dei nazarei: il primo fu scritto in aramaico sulla fine del sec. I ad uso dei giudeo-cristiani della Palestina e presto tradotto in greco. Pare avesse stretta affinità col vangelo canonico che S. Matteo scrisse originariamente in aramaico, se pure non era questo stesso vangelo manipolato in varie maniere con accorciamenti e con aggiunte di provenienza incerta.
Purtroppo non ne abbiamo più che qualche frammento. Il secondo sembra fosse un rifacimento del precedente. S. Gerolamo lo tradusse in greco e in latino.
Vangelo degli ebioniti o “ dei dodici apostoli”: fu in uso presso la setta giudeo-cristiana degli ebioniti. Fu compilato tra la fine del sec. II e l’inizio del III sulla base dei vangeli canonici di S. Luca e di S. Matteo, ma adattato alle teorie della setta.
Protovangelo di Giacomo o “Storia della natività di Maria: l’ignoto autore, per accreditare il suo scritto, si finge Giacomo, il “fratello” (cioè parente) del Signore.
L’opera consta di tre parti ben distinte:
I cc. 1-16: vita di Maria SS. Fino alla nascita di Gesù, con molti racconti che rimangono in parte tradizionali nella pietà cristiana;
II cc. 17-21: la nascita di Gesù e le meraviglie che l’accompagnarono;
III cc. 22-24: la strage degli Innocenti e il martirio di Zaccaria; segue infine un epilogo (c.25).
Come ci è giunto, il vangelo non è certo posteriore al sec. IV: così si deduce da antiche testimonianze; si tratta tuttavia di una compilazione che nella parte più antica, cioè nei cc.1-21, risale al sec. II. Si scorge facilmente il motivo della sua venerabilità. In questa prima parte, che rappresenta in un certo modo una vita di Maria SS., l’autore esalta la verginità della Madre di Dio e la sua straordinaria fanciullezza: i genitori, Gioacchino e Anna, erano sterili, un angelo annunzia loro la nascita di Maria; a tre anni la bambina è presentata al Tempio per esservi educata in un collegio di vergini; il sommo sacerdote ha di lei una speciale cura e nella scelta dello sposo avviene la miracolosa fioritura del bastone del vecchio Giuseppe, al quale viene quindi affidata la vergine; la concezione di Maria è soprannaturale e i “fratelli di Gesù” sono figli avuti da Giuseppe in un precedente matrimonio; Maria rimase sempre vergine.
Vangelo di Tommaso (filosofo israelita): narra i prodigi compiuti nella sua infanzia da un Gesù che molto spesso è vendicativo e maligno. E’ lavoro di un eretico (verso la fine del sec II); il testo ci è giunto ritoccato da un cattolico del sec. III.
Vangelo di Nicodemo, detto anche “Atti di Pilato” dalla prima parte. Si compone di due parti che primitivamente formarono due scritti indipendenti: la prima (Atti di PilaÕÞÕÙ’lôÑ:µ]ah3 mµ ì1¼U¬E·60” uwu}R=¼Ž¬R_ßAÈÐÉH©\Ÿ¯ âKøŽÛ n›CbëªQKeb€IÍ‹L™‚ž¨w®y/ïñ¢ƒáʝ8o«ƒJ{Óà-b!‹Ðž«¤ñ¤fo ¸åµëк‘¼]Œ-É#´ó{›0ërÎD†éŒÚ‰Üí;ÍçÃ;høÞùD)œ¨r JdݦRñ "| ÓÞ È« Ø‘b5Þtõejçï—L¨„0KÚ+Î\•ˆE›Ñ…­“’¡7‚&lò³žÈQŸ¯¥ƒ£ºcôä:â5øÑh±ƒþg=Þ‹rþ(ÅryV£`Ħ7Û©ÓñžT¤mVw¿«óš‘©ˆºØ…«#‡ø€öäÎÚƒZ1W+|rØ{˜8ße‰0Õÿ¥1B4‚6ËøÜ6Öž õÞ¶˜uÙß]Á—¨ÿ6E‰ýÇì(ÐJQ&R¦ÃÝW'}•›YÎÕváua‘ž8$梁|½Š}JòRž‚C§¨cZFœ3úɘŸz}míG¾ '«×kÓ+z’Á¢%°y'!K`)(j‰shÿ„s¢ˆL½Ò7„Ø휼EGwt)9–ص RÑ·°G.è­ûÒXàè&ws0» ,Xº*Ùøh8PtLPlȉ6º¾e£øT®¡)Œs g¿þzªøb„½i °€/‘Ü”¨Ôg ›×$½ãœþ &;hª*T™Ù{ÌʈvbiFÀx*DTŒ/ %©ÉŠ…°®I'PBÊôãBʼn<€»ðLº=?= •.?µÿ'ù²V’¡þº™„¯Eó·ŒX¢Øúê{>êB‘°«¦œÚi[ÎY†ºÿÄ„à0d–ØhŒ<¨­SqU¥:”âáµÜõ9Ñ{o•^`?pdu0ä ŸŽÊôÚ?p•:òÀ@R ”Õë+oU¯ÄzÔÁM­j©Å”ÈvÛ¹~}ØN8œºý="+â+X!—LÞ4<Ӑ6êµU¹Íõ½*䐌¶CûpÅR¸" ‰ QˆX!ªÐYôt ?ÝäMÓ7}ä™BÔ+)P‹ººÕì&,H¸gØMåOæÙ—Îñ@!Šýiû˜¼I²À?¯€FÓ 0¬Á¤V ñøªJ]¹Ž“šy Io(Ln±öe±jLÉúèÀÖ¨%Ýñ?ßýRÕÉÐ+ÀFŽ—?ov”.BI*Ø^©EÏíCîë‹¥q¡–„§wo «e±,Νjús:‘Ô”Ó%K_ºD!«ŽÍ ¨¡9 _íÅ[»Pcb³Àa¶³†»sƒIŸx†[ûÊ&HƨêB—ÂE1ŸãoòNÄ’©QÍ<‡N©½?j’çKfŸ«É½c»8“¶ê?P6Q×Ç.¾ͯo°s³8ua¸?– üd§‚ÿždYMÔ§¹~³Ø_홍ÐÅ 3.ö«@®œÛ‡™2Ü~꥓ý«8NDï;U–b’ÿI_zÀÀ{ ÛZ;F­%½K‰À|À•Yi¨­F¼0E\T“¸® sd¡€­IL1ZëY?þ¾%^2¶8£b,÷³ Løí£«$dh°ùé¡|† rm\ô]̹f¾úšGõe–ëG‚&½(]¾LD§& Ç(@³ÔôU9—*žû¬™¢Û¹îä‹÷2ŠÀaV ZáÙ ®¸ãê”ùFÉ¦‰q*Ê*ð—é¹ÒËZ?º="åߣOÛLNpgu²…+×ê">j?8B©ù)mqû9Ò¤UGÜ îëµô+Vª<éøRú6hSïaé=;’ë¦ûE õ˜¥”ÁªPi2ëk¸óP÷"%eÔ½?Â=âö “ªäLrÓàJà.vTWÓß_hácF‘J£‘9™Î¥’•½-Cjä®”&–ygúW0–]]_û¨µ§Ù ¼( ÷Þ •7½aºË½¤ û8ìä¹éu ~TŽìat‚ò ¾ÌC˜oþèV¸x³* zÜÇR+ÍõµEã¦öl­6Tð!¹#ÓÀÑú*©°fFÙíÇ£ûNã‘«KÔÍg›ƒeéÛ;¾cÛ甯ÙÄÃ{¡ö™@·¢Þ™„¡Õ “ôÏK~ÏèÖܨõù?©b˜öw¨ •§[o’P.Q*@xç>UJ§l~þRÀ$Ûô ÌBÏ" Éìé¶õØ ±³ö–ÑR/themes/R9c/pby/img/mb/recommend.gif" width=16 align=middle border=0>Consiglia
Elimina    Messaggio 57 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 17/12/2003 17.10
Atti apocrifi
Questi apocrifi riferiscono i fatti memorabili attribuiti a vari apostoli e non riferiti dal libro canonico degli Atti degli Apostoli.
Atti di Pietro. Constano di due parti: I) Gli Atti di Pietro con Simone, i quali raccontano come Simon Mago, mentre era a Roma, ingannava il popolo con le sue arti magiche; un giorno però sollevatosi in aria, alle preghiere di Pietro precipitò a terra e morì; 2) il Martirio di Pietro racconta che mentre Pietro fuggiva da Roma, dove infuriava la persecuzione, incontrò il Signore e gli chiese: “Signore, dove vai?” (cfr. Gv 13,36). Il Signore rispose: “Vado a Roma per essere di nuovo crocifisso”. Allora Pietro ritornò nella città. Segue il racconto del martirio di Pietro, crocifisso con la testa all’ingiù.
Il libro di tendenze ereticali, (ad esempio vi troviamo che per l’Eucaristia si adopera solo pane e acqua.) fu scritto in Asia Minore nel sec II o all’inizio del sec III.
Atti di Paolo. Contengono tre scritti I) gli Atti di Paolo e Tecla, i quali raccontano come Tecla, nobile fanciulla di Iconio, sentito S. Paolo parlare della verginità, abbandonò il suo futuro sposo e diventò fervente discepola di Paolo; II) Il Martirio di Paolo, che narra la morte violenta dell’apostolo, accompagnata da molti miracoli; III) vi è poi uno scambio di lettere tra S. Paolo e i Corinzi. Questo scritto sorse in Asia verso il 160-170; non contiene nulla di eretico, anzi il nucleo essenziale è probabilmente storico; ma Tertulliano fa sapere che l’autore fu deposto dal suo vescovo in punizione di questo falso.
Atti di Andrea. A carattere gnostico, ce ne sono pervenuto tre rifacimenti ortodossi: I) Atti di Andrea e di Mattia: S. Andrea libera S. Mattia, prigioniero di antropofagi; II) gli Atti di Pietro e di Andrea, col racconto delle loro predicazioni in mezzo ai barbari; III) il Martirio di S. Andrea, che crocifisso in Acaia, sopravvisse per due giorni e continuò a predicare a lungo dalla croce. Lo scritto primitivo sorse nel sec II; i rifacimenti non sono anteriori al sec V.
 
Epistole apocrife
Lettera di Gesù ad Abgar
. Racconta Eusebio che Abgar, re di Emessa, avendo sentito parlare dei miracoli di Gesù, gli scrisse pregandolo di recarsi da lui per guarirlo da una malattia incurabile. Il Salvatore gli rispose che non gli era possibile andare, ma che dopo la sua Ascensione gli avrebbe mandato un discepolo. Difatti vi andò Taddeo, uno dei 72 discepoli, il quale curò il re e predicò il vangelo agli Edesseni.
Eusebio assicura di aver veduto l’originale siriaco delle due lettere e di averle tradotte in greco; ma sono spurie e composte tra la fine del sec II e l’inizio del III sotto Abgar IX (179-216), che abbracciò la fede cristiana.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 09:11. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com