La Versione greca dell'Antico Testamento detta dei "Settanta" Di questa traduzione in greco, fatta ad Alessandria d'Egitto nel III secolo a.C., abbiamo già fatto cenno in precedenza. Essa era di uso corrente al tempo di Gesù e degli Apostoli, e fu adoperata moltissimo per le citazioni dell'Antico Testamento da tutti gli scrittori del Nuovo. I Vangeli di Marco e di Luca, le epistole di Pietro e quella agli Ebrei seguono tale regola in maniera assoluta, mentre Matteo, Giovanni e Paolo ricorrono anche al testo ebraico, sebbene in via eccezionale. (Paolo cita l'A.T. 82 volte secondo la Settanta, e soltanto due volte secondo il testo ebraico).
Il testo della Settanta era praticamente la "Scrittura" letta nelle prime chiese cristiane in tutta l'area di lingua greca (Corinto, Efeso, Filippi, Tessalonica, ecc.). Il fatto però che la Settanta, prima popolarissima nel mondo giudaico, venisse adottata dai Cristiani, ne provocò per reazione la proscrizione da parte dei Giudei. Ciò portò al sorgere di altre traduzioni greche, tra cui ne vanno ricordate tre: quella di Aquila (eccessivamente letterale), quella di Teodozione (praticamente un revisione della Settanta, per avvicinarla un po' di più al testo ebraico), e quella di Simmaco (traduzione in greco elegante, lodata da Girolamo). Purtroppo queste traduzioni non le conosciamo che per gli esigui frammenti rimastici e per le citazioni di scrittori contemporanei (Il secolo d.C.).
E' facile comprendere l'importanza che potrebbe avere un paragone tra il testo ebraico e le varie traduzioni in greco, specialmente la Settanta, così frequentemente citata dagli Apostoli. Questa operazione fu fatta da un famoso studioso alessandrino, Orìgene, intorno al 240 dell'era cristiana. Nel corso di dodici anni egli allestì la cosiddetta Esapla (= sestuplice), 50 volumi per oltre 6000 pagine. Era questa una colossale edizione dell’Antico Testamento dove su sei colonne affiancate c’erano il testo ebraico, una traslitterazione del testo ebraico con lettere greche, e le traduzioni in greco di Aquila, Simmaco, i Settanta e quella di Teodozione. (v. TAV. X).
In questo lavoro Orìgene rivide con cura particolare il testo della Settanta, che in seguito fu pubblicato a parte. Girolamo, che tradusse la Bibbia in latino (Vulgata), alla fine del IV secolo, poté ancora consultare l'Esapla di Orìgene nella biblioteca di Cesarea. A noi però l'Esapla non è pervenuta, perché la biblioteca di Cesarea fu distrutta durante la conquista araba del 638. Possedere l'Esapla sarebbe un vantaggio enorme oggi per gli studiosi del testo biblico, ma purtroppo, data la mole, non ne erano state fatte copie, e l'esemplare originale andò bruciato. Ci è rimasto però il testo dei Settanta, che si trova, con qualche variante nei già citati grandi codici Alessandrino, Sinaitico, Vaticano, e Riscritto di Efrem.
In conclusione: i “Settanta” ebbero certamente a disposizione un certo tipo di testo ebraico, quando fecero la traduzione in greco nel III secolo a.C. Ora, se riscontriamo differenze tra la versione dei Settanta ed il testo ebraico a noi noto (cioè il Testo Masoretico), si può ragionevolmente pensare che il testo usato dai Settanta non era quello Masoretico.
E' lecito allora porsi la domanda: Quale dei due testi dobbiamo considerare come "autentico"? Non è possibile avere una risposta globale. Con un paziente lavoro di analisi, gli studiosi cercano di fornire chiarimenti caso per caso.
Perché però non si pensi che le differenze tra i due tipi di testo abbiano importanza "dottrinale", riportiamo alcuni esempi, che si commentano da soli.
1 Re 6:8
Traduzioni secondo il Testo Masoretico
L'ingresso del piano di mezzo
si trovava al lato destro della casa...
(Riveduta, N. Riveduta)
Traduzioni secondo il Testo dei Settanta
La porta del piano più basso
era sul lato destro del tempio...
(CEI)
1 Re 6:22b
Traduzioni secondo il Testo Masoretico
...e ricoprì pur d'oro tutto l'altare
che apparteneva al santuario.
(Riveduta, Nuova Riveduta, CEI) -notare le tre Bibbie insieme-
Nella Settanta invece questa frase è omessa.
In alcuni casi la differenza tra la versione greca dei Settanta e il testo ebraico od aramaico è fortissima, come per il caso del libro di Daniele; evidentemente essa fu fatta su un testo abbastanza diverso, e quindi in tali casi è bene non prenderla in considerazione.
Nota. Molti studiosi ritengono che il testo primitivo dell'Antico Testamento abbia subito nel corso delle successive redazioni e copiature qualche trasposizione di brani. Ciò emergerebbe dai cosiddetti "passi ripetuti"; per esempio:
2 Samuele 22 e Salmo 18;
Isaia 2:2,4 e Michea 4:1-3;
Isaia cap 36-39 e 2 Re 18:13 - 20:19;
Geremia cap 52 e 2 Re 24:18 - 25:30.
Dunque ciò che vuole concludere però la Società Biblica di Ginevra NON si comprende chiaramente......ricostruiamo i punti nodali:
1) Ammette e riconosce che la Settanta (LXX) è la versione conosciuta ai tempi di Gesù e citata dagli Apostoli tanto che Paolo fa ben 82 citazioni dalla LXX e solo due dal testo ebraico (Paolo cita l'A.T. 82 volte secondo la Settanta, e soltanto due volte secondo il testo ebraico)...
2) Ammette e riconosce il perchè i Giudei nel concilio di Jamnia esclusero la Settanta: Il testo della Settanta era praticamente la "Scrittura" letta nelle prime chiese cristiane in tutta l'area di lingua greca (Corinto, Efeso, Filippi, Tessalonica, ecc.). Il fatto però che la Settanta, prima popolarissima nel mondo giudaico, venisse adottata dai Cristiani, ne provocò per reazione la proscrizione da parte dei Giudei. ...
3) Ammette e riconosce che vi sono state altre traduzione che però, dice: Purtroppo queste traduzioni non le conosciamo ....
4) Ammette e riconosce che: E' facile comprendere l'importanza che potrebbe avere un paragone tra il testo ebraico e le varie traduzioni in greco, specialmente la Settanta, così frequentemente citata dagli Apostoli. Questa operazione fu fatta da un famoso studioso alessandrino, Orìgene, intorno al 240 dell'era cristiana. ........Ci è rimasto però il testo dei Settanta, che si trova, con qualche variante nei già citati grandi codici Alessandrino, Sinaitico, Vaticano, e Riscritto di Efrem.
Di questa operazione se ne servì Girolamo per trarre la Vulgata, ma purtroppo l'opera di Origene è andata perduta, a noi interessa capire che siamo nell'anno 240 quando già il concilio di Jamnia aveva CHIUSO IL CANONE, mentre a quanto pare per la Chiesa la questione era ancora aperta.....perchè si affidò alla Tradizione APOSTOLICA......ed alla successiva continuità dei vescovi della Chiesa che usavano le stesse Scritture......
5) Alla fine la Società Biblica dice: i “Settanta” ebbero certamente a disposizione un certo tipo di testo ebraico, quando fecero la traduzione in greco nel III secolo a.C. Ora, se riscontriamo differenze tra la versione dei Settanta ed il testo ebraico a noi noto (cioè il Testo Masoretico), si può ragionevolmente pensare che il testo usato dai Settanta non era quello Masoretico.
E giustamente ci si pone una domanda:
E' lecito allora porsi la domanda: Quale dei due testi dobbiamo considerare come "autentico"? Non è possibile avere una risposta globale. Con un paziente lavoro di analisi, gli studiosi cercano di fornire chiarimenti caso per caso. .....
La Società Biblica molto più ragionevolmente ammette e ritiene che Non è possibile avere una risposta globale. ......e tuttavia molti protestanti Evangelici sostengono a chiari lettere che essi hanno la risposta.....Io invece pensavo ai punti da uno a 4 riportati.....dai quali si evince che la Settanta se fu citata da Paolo per 82 volte contro 2, come non può considerarsi AUTENTICA?
Leggo qui una contraddizione della Società biblica quando nella conclusione dice:
In alcuni casi la differenza tra la versione greca dei Settanta e il testo ebraico od aramaico è fortissima, come per il caso del libro di Daniele; evidentemente essa fu fatta su un testo abbastanza diverso, e quindi in tali casi è bene non prenderla in considerazione.
....... a quanto pare Paolo, l'Apostolo non la pensava come loro, egli prende in considerazione la LXX facendo ben 82 citazioni su 2 ed è questa l'unica motivazione che spinge la Società Biblica a mantenere il Canone Ebraico anzichè quello adottato dalla Chiesa? In verità non danno una risposta, questa è l'unica citazione "contro" la Settanta che però si contraddice dall'esempio riportato su Paolo.
Abbiamo forse un altra "Settanta" a noi sconosciuta? Abbiamo forse un altro testo Ebraico a noi sconosciuto?
Fraternamente Caterina