un Punto o uno Spunto
Da "I fondamenti del cristianesimo"
P. Ottaviano, Ed. Didaskaleion – Torino 3/2000
(per una documentazione più approfondita, cfr. il testo sopra citato)
Il canone nel Nuovo Testamento
(sicurezza che nei testi sia contenuto il pensiero di Gesù)
1. La formazione del canone (= elenco dei libri ufficiali cristiani)
* La situazione, nella prima metà del II sec., era la seguente:
a) circolavano nelle comunità
- scritti originali risalenti direttamente o indirettamente agli apostoli,
- copie di tali scritti,
- scritti falsamente attribuiti agli apostoli,
- scritti che non risalivano agli apostoli, ma che godevano quasi della stessa autorità;
b) erano scomparsi o quasi i testimoni attendibili, capaci di risolvere le controversie di attribuzione dei testi;
c) stava prendendo vigore il movimento filosofico-teologico dello gnosticismo.
Il termine "gnosi" proviene dal greco e significa conoscenza. Secondo gli gnostici solo la conoscenza può condurre alla salvezza.
In generale essi partono dal problema del male nel mondo: Dio non può fare né volere il male, dunque il male non viene da Dio. Esistono due princìpi increati in perenne lotta fra di loro: uno, Dio-spirito, da cui deriva il bene e l'altro, la materia, da cui deriva il male.
Luogo della lotta fra il principio del bene (spirito) e il principio del male (materia) è il cuore dell'uomo, composto di materia e di spirito. Questa penosa situazione in cui l'uomo viene a trovarsi ha impietosito Dio, il quale ha inviato nel mondo Gesù per operare la salvezza: guidare gli uomini alla vera conoscenza, onde distaccarli dalla materia.
Gesù, essendo puro spirito (bene), non poteva rivestirsi di un corpo materiale (che era male). Quindi, per venire nel mondo, ha preso solo una parvenza corporea (greco: dokéo = sembro, da cui anche il nome di doceti dato a questi pensatori).
Tra gli gnostici è importante ricordare Marcione (circa 140 d.C.) che rifiutava in blocco l'A.T. e, quanto ai vangeli, rifiutava quelli secondo Matteo, Marco e Giovanni e sopprimeva in Luca i racconti dell'infanzia e ogni accenno alla corporeità di Gesù (crescere, essere stanco, aver paura, soffrire, sudare sangue...).
Marcione fu il primo a fissare una lista di libri a cui attingere quella che, secondo lui, era la genuina dottrina cristiana. La lista comprendeva: il vangelo secondo Luca (nella versione rimaneggiata da lui) e dieci lettere di Paolo (escluse le lettere pastorali).
Contro Marcione le comunità cristiane dovettero prendere posizione:
a) stabilendo un elenco "ortodosso" (canone), relativamente fisso di libri da prendere come
norma della genuina fede cristiana: il Nuovo Testamento;
b) affidando ai vescovi il controllo sulle nuove copie del N.T. per essere sicuri che fossero
conformi al testo antico.
Da ciò derivò l'uso dell'imprimatur (si stampi): un vescovo garantisce che un libro cattolico sul cristianesimo è conforme alla dottrina cristiana e ne autorizza la stampa.
È importante l'idea della necessità di un canone: le Chiese non potevano più controllare da sole le tradizioni su Gesù che stavano pullulando, e andarono alla ricerca di norme o criteri per stabilire quali libri accettare e quali escludere, al fine di conoscere il genuino pensiero cristiano.
2. I criteri di canonicità (criteri di scelta dei libri "canonici")
* ECCLESIALITÀ: libri letti in tutte le Chiese che li conoscevano
* APOSTOLICITÀ: perché avevano come autore diretto o indiretto un apostolo
* TRADIZIONALITÀ: perché facevano su Gesù un discorso conforme alla Tradizione orale
Dai documenti a nostra disposizione possiamo ricavare che i criteri utilizzati dalle Chiese per stabilire il canone furono principalmente due: ecclesialità ed apostolicità dei libri. Nel caso in cui l'apostolicità non fosse certa, si ricorse al criterio sussidiario della tradizionalità.
a) Ecclesialità: furono scelti come "ufficiali" i libri che erano accolti e letti nella liturgia da tutte (o quasi) le comunità che li conoscevano.
Furono le comunità che selezionarono i libri del N.T., non attraverso pronunciamenti ufficiali, ma attraverso il "sentire" dei cristiani, che in quei libri riconoscevano fissata la fede che avevano ricevuto nella predicazione.
Ma perché i cristiani leggevano quei libri?
Ecco il secondo criterio:
b) Apostolicità: furono scelti quei libri che si ritenevano prodotti direttamente o indirettamente dagli apostoli. L'apostolo ha nella Chiesa una funzione unica: è un testimone oculare.
Per conseguenza solo gli scritti che hanno per autore un apostolo o un discepolo di un apostolo sono reputati garantire la purezza della testimonianza cristiana" (cfr. O. Cullmann, Le Nouveau Testament, Paris 1966).
Per le comunità cristiane antiche, norma di fede non erano gli scritti, ma le testimonianze apostoliche che si fissarono poi in tali scritti: era canonico (= normativo) solo ciò che era apostolico. Nel caso in cui l'apostolicità non fosse certa si ricorse al criterio sussidiario della
c) Tradizionalità: furono scelti quei libri che erano in armonia con la tradizione orale e
rifiutati tutti quelli che presentavano la figura di Gesù in modo difforme da quello tradizionale, che i cristiani conoscevano bene per averlo ascoltato dalla viva voce degli apostoli e dei loro discepoli.
In sintesi: L'insegnamento di Gesù diventava la cosa più preziosa, da conservare con somma cura. Necessitava perciò un accurato controllo.
Per questo si andavano a cercare prima i testimoni e poi, morti quelli, i libri che trasmettevano il suo vero insegnamento.
La più antica lista di libri "canonici" a noi giunta è il canone muratoriano, un documento di ignoto autore, compilato in un latino grossolano verso il 180 e scoperto nel 1740 da Ludovico Antonio Muratori nella biblioteca ambrosiana di Milano:
- di 27 libri che formeranno poi il Nuovo Testamento, ne vengono citati 23.
- Non sono citate: una lettera di Giovanni, una di Giacomo, una di Pietro e la lettera agli Ebrei.
3. Le controversie sul canone
* Tra il III ed il V sec. abbiamo un periodo di dubbi e di discussioni sui libri che dovrebbero appartenere al canone.
* Le controversie sul canone si chiarirono notevolmente già verso la fine del IV secolo.
Furono accettati come canonici 27 libri ritenuti di origine apostolica.
* Alla fine del secolo V i dubbi scomparvero, sia nelle Chiese latine che in quelle greche. Perdurarono, invece, nelle Chiese della Siria, dove l'accordo si stabilì all'inizio del secolo VI.
* Da allora e fino al XV secolo non ci furono più controversie sul canone.
* Lutero riprese le discussioni ed il Concilio di Trento ribadì l'elenco tradizionale dei libri ufficiali.
4. Conclusione
Ritenere che la "norma di fede" sia la sola Scrittura senza la tradizione della Chiesa è un errore logico, perché non è scritto nella Bibbia quali siano i libri della Bibbia.
È solo la comunità cristiana che può stabilire quali libri sono conformi alla tradizione orale, che era preesistente ai libri stessi.
Infatti il Cristianesimo sorse verso gli anni 30, mentre i primi libri cristiani sorsero dopo il 50. Quindi per almeno 20 anni il cristianesimo esisteva già, mentre i libri cristiani non esistevano ancora. Dunque il cristianesimo non può fondarsi sui libri, ma sulla tradizione che poi si è fissata negli scritti.