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dal dialogo: Il canone biblico fu fatto dai protestanti?

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 23:58
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06/09/2009 23:38
 
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Da: Soprannome MSN°Cristiano Inviato: 13/02/2004 18.29
Caro Raptor e Caterina, ci sono molti topic da leggere e credetemi non ho tempo per leggerli tutti, ci vorrebbe, tempo che purtroppo non ne ho tanto a disposizione.
Solo vorrei sapere se è stato trattato quando un testo è ritenuto Ispirato? Cioè in base a quali caratteristiche?
Alfonso

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 13/02/2004 19.02
Comprendo che i messaggi sono tanti......ma proprio perchè tanti "qualcosa è stato detto"...del resto potresti prenderti qualche giorno solo per leggere..non è necessario sempre intervenire....
 
dunque circa la domanda che rivolgi i messaggi 1-2-3 -5-6-7-8-9- rispondono abbondantemente sui principi della Scrittura quale ISPIRAZIONE ...il messaggio 10 tratta dei criteri.....i messaggi 12 e 13 si allargano dalla veduta dei Padri per giungere alle motivazioni della Riforma Protestante.....
Dal messaggio 26 ci addentriamo nello specifico del Canone....nel messaggio 28 c'è la specificità che cerchi....
Naturalmente cerca di valutare che alcuni messaggi sono stati scritti per rispondere alle provocazioni del pastore Luca sulla Bibbia un anno fa..perciò...non soffermarti sulle risposte altrettante accese......
 
Al messaggio 32 inizia la valutazione del testo giudaico......al messaggio 33 i Padri che furono concordi con il Canone attuale....nel messaggio 36 c'è una curiosità inserita da Teofilo.......nei messaggi 37-38-39-40 c'è l'approfondimento del senso della REGOLA quale Canone da seguire.....idem messaggi 40/43....
 
Dal messaggio 51 c'è una cronologia dei testi usati.....al messaggio 55 ci sono un elenco dei VERI libri Apocrifi.....e i criteri di valutazione usati.....nei messaggi a seguire il 60....altre valutazioni sulle motivazione dei concetti di isparazione o meno.....al messaggio 66 si prende l'argomento da un altro punto di vista......e dal messaggio 68 abbiamo ripreso l'argomento studiando attentamente il sito della Società Biblica di Ginevra.....
 
dove c'è scritto:
 

1) Questa versione dell'Antico Testamento era di uso corrente al tempo di Gesù e degli Apostoli; quasi tutte le citazioni dell'Antico Testamento fatte dall'Apostolo Paolo nelle sue lettere sono tratte da tale versione.  Essa fu dunque usata ed adottata dalla chiesa cristiana primitiva come versione riconosciuta dell'Antico Testamento, e per tale motivo fu rigettata dai Giudei .

2) Questi Codici non erano ancora stati scoperti quando il Diodati fece la traduzione della Bibbia in italiano, all'inizio del 1600. Egli poté attingere soltanto ai manoscritti ebraici, i più antichi dei quali risalgono soltanto al IX e X secolo d.C.

.......
qui abbiamo altri collegamenti:
 
 
 
 
Chi può interpretare la Bibbia?
 
 
 
 
 
 
Prenditi tutto il tempo che vuoi...queste sono le prove che portiamo a difesa della scelta che la Chiesa fece 2000 ANNI ORSONO...e che ha decretato dottrinalmente nel 1546 al Concilio di Trento......Quando avrai tempo, sarebbe interessante leggere le prove che potrai portare per dire che dobbiamo tenerci il Canone Ebraico.....ma attenzione non con gli stessi argomenti triti e ritriti..ma possibilmente portandomi qualche Chiesa Evangelica almeno dall'anno 400 che usava il Canone Ebraico RIGETTANDO l'attuale Canone Cattolico......
 
......fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 92 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Raptor Inviato: 13/02/2004 19.26
Una risposta alla domanda di Alfonso:quando un testo è ritenuto Ispirato? Cioè in base a quali caratteristiche?
 
Il consiglio di leggersi i vari forum aperti sull'argomento, forum ai quali anche lo stesso Alfonso aveva a suo tempo partecipato, è sempre valido.
 
In aggiunta ( non in sostituzione o come riassunto) posso citare il cap. 8 della Dei Verbum che dice ( il grassetto è mio e lo uso per evidenziare un passaggio significatico. Ma tutto il cap 8 è importante):
 
8. Pertanto la predicazione apostolica, che è espressa in modo speciale nei libri ispirati, doveva esser conservata con una successione ininterrotta fino alla fine dei tempi. Gli apostoli perciò, trasmettendo ciò che essi stessi avevano ricevuto, ammoniscono i fedeli ad attenersi alle tradizioni che avevano appreso sia a voce che per iscritto (cfr. 2 Ts 2,15), e di combattere per quella fede che era stata ad essi trasmessa una volta per sempre. Ciò che fu trasmesso dagli apostoli, poi, comprende tutto quanto contribuisce alla condotta santa del popolo di Dio e all'incremento della fede; così la Chiesa nella sua dottrina, nella sua vita e nel suo culto, perpetua e trasmette a tutte le generazioni tutto ciò che essa è, tutto ciò che essa crede.

Questa Tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l'assistenza dello Spirito Santo: cresce infatti la comprensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la contemplazione e lo studio dei credenti che le meditano in cuor loro (cfr. Lc 2,19 e 51), sia con la intelligenza data da una più profonda esperienza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ricevuto un carisma sicuro di verità. Così la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finché in essa vengano a compimento le parole di Dio.

Le asserzioni dei santi Padri attestano la vivificante presenza di questa Tradizione, le cui ricchezze sono trasfuse nella pratica e nella vita della Chiesa che crede e che prega. È questa Tradizione che fa conoscere alla Chiesa l'intero canone dei libri sacri e nella Chiesa fa più profondamente comprendere e rende ininterrottamente operanti le stesse sacre Scritture. Così Dio, il quale ha parlato in passato non cessa di parlare con la sposa del suo Figlio diletto, e lo Spirito Santo, per mezzo del quale la viva voce dell'Evangelo risuona nella Chiesa e per mezzo di questa nel mondo, introduce i credenti alla verità intera e in essi fa risiedere la parola di Cristo in tutta la sua ricchezza (cfr. Col 3,16).

Ritornando brevemente alla frase (usata ed abusata dagli evangelici per giustificare il fatto di aver tolto alcuni libri dal loro canone) secondo la quale agli Ebrei sono stati affidati gli oracoli di Dio, ho trovato questa affermazione che vi propongo:

La ricezione del canone dell’ A.T. non è semplicemente la ricezione della Bibbia ebraica, la quale peraltro non era nemmeno strutturata negli anni di Gesù  e degli apostoli..La Chiesa subapostolica ha ricevuto l’Antico Testamento da Cristo e dagli apostoli. Lo ha ricevuto quindi come Scrittura cristiana che in questo caso significa Scrittura che viene da Cristo e si legge a partire da Cristo, norma suprema. Ne consegue che tutto l’insieme delle Scritture cristiane, Antico e Nuovo Testamento, forma una sola Scrittura ricevuta nella Chiesa per tradizione apostolica sotto l’influsso dell’ unico Spirito di Gesù.(J.M. Sanchez Caro)


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Da: Soprannome MSN°Raptor Inviato: 13/02/2004 22.47

un Punto o uno Spunto

Da "I fondamenti del cristianesimo"
P. Ottaviano, Ed. Didaskaleion – Torino 3/2000
(per una documentazione più approfondita, cfr. il testo sopra citato)

 

 

Il canone nel Nuovo Testamento
(sicurezza che nei testi sia contenuto il pensiero di Gesù)

 

1. La formazione del canone (= elenco dei libri ufficiali cristiani)

* La situazione, nella prima metà del II sec., era la seguente:

a) circolavano nelle comunità
- scritti originali risalenti direttamente o indirettamente agli apostoli,
- copie di tali scritti,
- scritti falsamente attribuiti agli apostoli,
- scritti che non risalivano agli apostoli, ma che godevano quasi della stessa autorità;

b) erano scomparsi o quasi i testimoni attendibili, capaci di risolvere le controversie di attribuzione dei testi;

c) stava prendendo vigore il movimento filosofico-teologico dello gnosticismo.  

 

Il termine "gnosi" proviene dal greco e significa conoscenza. Secondo gli gnostici solo la conoscenza può condurre alla salvezza.

In generale essi partono dal problema del male nel mondo: Dio non può fare né volere il male, dunque il male non viene da Dio. Esistono due princìpi increati in perenne lotta fra di loro: uno, Dio-spirito, da cui deriva il bene e l'altro, la materia, da cui deriva il male.

Luogo della lotta fra il principio del bene (spirito) e il principio del male (materia) è il cuore dell'uomo, composto di materia e di spirito. Questa penosa situazione in cui l'uomo viene a trovarsi ha impietosito Dio, il quale ha inviato nel mondo Gesù per operare la salvezza: guidare gli uomini alla vera conoscenza, onde distaccarli dalla materia.

Gesù, essendo puro spirito (bene), non poteva rivestirsi di un corpo materiale (che era male). Quindi, per venire nel mondo, ha preso solo una parvenza corporea (greco: dokéo = sembro, da cui anche il nome di doceti dato a questi pensatori).

Tra gli gnostici è importante ricordare Marcione (circa 140 d.C.) che rifiutava in blocco l'A.T. e, quanto ai vangeli, rifiutava quelli secondo Matteo, Marco e Giovanni e sopprimeva in Luca i racconti dell'infanzia e ogni accenno alla corporeità di Gesù (crescere, essere stanco, aver paura, soffrire, sudare sangue...).

Marcione fu il primo a fissare una lista di libri a cui attingere quella che, secondo lui, era la genuina dottrina cristiana. La lista comprendeva: il vangelo secondo Luca (nella versione rimaneggiata da lui) e dieci lettere di Paolo (escluse le lettere pastorali).

    

Contro Marcione le comunità cristiane dovettero prendere posizione:

a) stabilendo un elenco "ortodosso" (canone), relativamente fisso di libri da prendere come
    norma della genuina fede cristiana: il Nuovo Testamento;

b) affidando ai vescovi il controllo sulle nuove copie del N.T. per essere sicuri che fossero
    conformi al testo antico.

Da ciò derivò l'uso dell'imprimatur (si stampi): un vescovo garantisce che un libro cattolico sul cristianesimo è conforme alla dottrina cristiana e ne autorizza la stampa.

È importante l'idea della necessità di un canone: le Chiese non potevano più controllare da sole le tradizioni su Gesù che stavano pullulando, e andarono alla ricerca di norme o criteri per stabilire quali libri accettare e quali escludere, al fine di conoscere il genuino pensiero cristiano.

 

2. I criteri di canonicità (criteri di scelta dei libri "canonici")

* ECCLESIALITÀ: libri letti in tutte le Chiese che li conoscevano

* APOSTOLICITÀ: perché avevano come autore diretto o indiretto un apostolo

* TRADIZIONALITÀ: perché facevano su Gesù un discorso conforme alla Tradizione orale


Dai documenti a nostra disposizione possiamo ricavare che i criteri utilizzati dalle Chiese per stabilire il canone furono principalmente due: ecclesialità ed apostolicità dei libri. Nel caso in cui l'apostolicità non fosse certa, si ricorse al criterio sussidiario della tradizionalità.

a) Ecclesialità: furono scelti come "ufficiali" i libri che erano accolti e letti nella liturgia da tutte (o quasi) le comunità che li conoscevano.

Furono le comunità che selezionarono i libri del N.T., non attraverso pronunciamenti ufficiali, ma attraverso il "sentire" dei cristiani, che in quei libri riconoscevano fissata la fede che avevano ricevuto nella predicazione.

Ma perché i cristiani leggevano quei libri?

Ecco il secondo criterio:

b) Apostolicità: furono scelti quei libri che si ritenevano prodotti direttamente o indirettamente dagli apostoli. L'apostolo ha nella Chiesa una funzione unica: è un testimone oculare.

Per conseguenza solo gli scritti che hanno per autore un apostolo o un discepolo di un apostolo sono reputati garantire la purezza della testimonianza cristiana" (cfr. O. Cullmann, Le Nouveau Testament, Paris 1966).

Per le comunità cristiane antiche, norma di fede non erano gli scritti, ma le testimonianze apostoliche che si fissarono poi in tali scritti: era canonico (= normativo) solo ciò che era apostolico. Nel caso in cui l'apostolicità non fosse certa si ricorse al criterio sussidiario della

c) Tradizionalità: furono scelti quei libri che erano in armonia con la tradizione orale e
rifiutati tutti quelli che presentavano la figura di Gesù in modo difforme da quello tradizionale, che i cristiani conoscevano bene per averlo ascoltato dalla viva voce degli apostoli e dei loro discepoli.

 

In sintesi: L'insegnamento di Gesù diventava la cosa più preziosa, da conservare con somma cura. Necessitava perciò un accurato controllo.

Per questo si andavano a cercare prima i testimoni e poi, morti quelli, i libri che trasmettevano il suo vero insegnamento.

La più antica lista di libri "canonici" a noi giunta è il canone muratoriano, un documento di ignoto autore, compilato in un latino grossolano verso il 180 e scoperto nel 1740 da Ludovico Antonio Muratori nella biblioteca ambrosiana di Milano:

- di 27 libri che formeranno poi il Nuovo Testamento, ne vengono citati 23.
- Non sono citate: una lettera di Giovanni, una di Giacomo, una di Pietro e la lettera agli Ebrei.

 

3. Le controversie sul canone

* Tra il III ed il V sec. abbiamo un periodo di dubbi e di discussioni sui libri che dovrebbero appartenere al canone.

* Le controversie sul canone si chiarirono notevolmente già verso la fine del IV secolo.
Furono accettati come canonici 27 libri ritenuti di origine apostolica.

* Alla fine del secolo V i dubbi scomparvero, sia nelle Chiese latine che in quelle greche. Perdurarono, invece, nelle Chiese della Siria, dove l'accordo si stabilì all'inizio del secolo VI.

* Da allora e fino al XV secolo non ci furono più controversie sul canone.

* Lutero riprese le discussioni ed il Concilio di Trento ribadì l'elenco tradizionale dei libri ufficiali.

 

4. Conclusione

Ritenere che la "norma di fede" sia la sola Scrittura senza la tradizione della Chiesa è un errore logico, perché non è scritto nella Bibbia quali siano i libri della Bibbia.

È solo la comunità cristiana che può stabilire quali libri sono conformi alla tradizione orale, che era preesistente ai libri stessi.

Infatti il Cristianesimo sorse verso gli anni 30, mentre i primi libri cristiani sorsero dopo il 50. Quindi per almeno 20 anni il cristianesimo esisteva già, mentre i libri cristiani non esistevano ancora. Dunque il cristianesimo non può fondarsi sui libri, ma sulla tradizione che poi si è fissata negli scritti.

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