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dal dialogo: Il canone biblico fu fatto dai protestanti?

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 23:58
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06/09/2009 23:46
 
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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 27/02/2004 11.59

Caro Cristiano, nel post 152 vi è la tua seguente osservazione:

Ritornando alla questione dei deuterocanonici, faccio presente che non solo Girolamo disse che i deuterocanonici erano solo buoni da leggere ma non per stabilirvi una dottrina, l'ispirazione dei libri deuterocanonici fu infatti negata da Origene, Atanasio, Epifanio di Salamina, Ilario di Poitiers, Gregorio Nazianzeno, Cirillo di Gerusalemme, Melitone da Sardi, Rufino, Anfiloco di Iconio, Girolamo (che li inserì in appendice alla Vulgata) e Giovanni di Damasco.

Rispondo:

come sai già papa Damaso, proprio al tempo di Girolamo, e proprio in considerazione di queste discussioni, sorte a seguito del vecchio e cattivo lievito giudaico che cercava di introdurre e di imporre un canone diverso da quello che gli apostoli avevano avuto tra le mani (la settanta), in assenza di una dichiarazione definitiva e vincolante, dispose un accertamento circa tutti i libri circolanti. Questo accertamento durò circa un secolo al termine del quale, fu papa Gelasio che dichiarò quali dovevano essere i libri da ritenere apocrifi a quali invece no, con il famoso decreto Gelasiano.

Dunque, ribadiamo, un secolo di accertamenti.

Pertanto furono attentamente vagliate, soppesate, confrontate tutte le varie opinioni, discussioni, citazioni, affermazioni, fatte da tutti i singoli Padri, sia di età apostolica che subapostolica che post aspostolica, tanto orientali che occidentali, nonché l’esame attentissimo dell’uso dei libri sacri in tutte le varie chiese locali.

Per fare tutto questo dunque è stato necessario far ricorso a tutto il bagaglio che formava la tradizione.

Tu stesso per avvalorare la tesi contraria ai deuterocanonici stai facendo ricorso alla tradizione nominando padri della chiesa e facendo alcune citazioni di S.Girolamo. Evitando però di citare tutto quello che loro stessi o altri hanno detto e scritto a favore dei deuterocanonici.

Se dunque per ricostruire tutto ci volle un secolo, noi qui non possiamo pretendere di poter avere tutti i singoli dettagli che furono esaminati. Tuttavia per darti una idea di questo paziente lavorio di ricostruzione evidenzio alcune citazioni.

I seguenti scrittori hanno negato solo in teoria, ma non in pratica, l'ispirazione dei deuterocanonici:

san Melitone di Sardi (circa a 170), Origene (circa a 240), nel secolo IV san. Cirillo di Gerusalemme, sant’Ilario, sant'Atanasio, san Gregono Nazianzeno, sant'Epifanio, sant'Anfìlochio e l'autore dei Canones Apostolorum, nel secolo V abbiamo ancora Rufino, san Girolamo e lo Pseudo Atanasio.

Va rilevato però che questi autori non sono tutti indipendenti fra loro nel negare in teoria l'ispirazione dei deuterocanomci, alcuni di essi, per venerazione verso i propri maestri, non fanno che riferire l'opinione di questi; cosi sant'Ilario dipende da Origene, Rufino nel suo Commentarius in symbolum Aportolorum, dove riferisce l'elenco dei soli protocanomci, dipende dalle catechesi di san Cirillo di Gerusalemme, nelle quali questi aveva parimenti enunciato l'elenco dei soli protocanonici, e dipende anche da sant'Atanasio, lo Pseudo Atanasio dipende da sant'Atanasio.

Nei particolari, i singoli scrittori di questo gruppo non sono perfettamente d'accordo fra loro: così, alcuni di essi (es sant'Atanasio e san Cirillo di Gerusalemme) considerano deuterocanonico l'intero libro di Ester, secondo una sentenza assai sostenuta dai giudei a quel tempo, ed invece tengono come protocanonico il libro di Baruc, tuttavia qui a noi interessa il fenomeno dottrinale non nei particolari ma in sé, cioè il fatto che essi in genere negano teoricamente la canonicità dei deuterocanomci.

Dobbiamo rilevare subito che in pratica, tutti, quegli scrittori considerano ispirati e canonici i Deuterocanonici dell’AT (eccetto forse san Melitone, come vedremo meglio appresso).

Ciò si può documentare con le citazioni che essi ne fanno, adducendo passi dei deuterocanonici con gli appellativi " Scrittura sacra ", " parola divina " "sta scritto" o simili, oppure citano frasi di deuterocanonici attribuendo loro la stessa importanza e la stessa autorità che alle frasi dei protocanonici.

ORIGENE: prendendo ad esempio l’indice delle citazioni bibliche, già nella sola opera DE PRINCIPII edizione UTET che ho sottomano), cita

4 volte il libro di Tobia, 2 volte Ester, 2 volte la 2 Maccabei, 1 volta Baruc, 15 volte il libro della Sapienza, 4 volte il Siracide (Ecclesiastico).

Di queste citazioni abbiamo per esempio questa introduzione (libro I, 5 pag.147): "ma vediamo come le nostre affermazioni siano suffragate anche dall’autorità della Scrittura: segue la citazione del libro della Sapienza 7,25)

Quindi in sostanza questi autori, pur risentendo in teoria per quanto riguarda il canone, del cattivo lievito dei farisei ormai declassati da Cristo, DI FATTO però si comportavano come si comportava la maggioranza delle chiese e cioè, leggevano, usavano e citavano tutti i deuterocanonici.

Di S. Girolamo abbiamo già visto che DI FATTO citava i deuterocanonici come Scrittura sacra in diverse occasioni.

Allo stesso modo si comportavano gli altri autori dubbiosi in teoria ma che in pratica usavano e citavano i deuterocanonici.

Di Melitone ci è conservato solo un canone dell’AT in cui non sono elencati i deuterocanonici: e siccome sono andate DEL TUTTO PERDUTE le altre sue opere, non siamo in grado di dire se anch'egli in pratica abbia attribuito ai deuterocanomci un'autorità divina che ha loro negato in teoria.

Quindi non si può dire che lui fosse in disaccordo.

Inoltre vi è da notare che la negazione dei deuterocanonici dell’A.T. da parte dei cataloghi di quell'epoca, non è universale' : ne esistono alcuni proprio di quei tempi, i quali elencano, oltre ai protocanonici, tutti i deuterocanonici dell’A.T.

Essi sono il Canone CIaromontano (9), del IV secolo, e il Canone Mommseniano (10), del 360 circa, proveniente dall'Africa latina. Il Canone Siriaco (11), del 400 circa, enumera tra gli scritti canonici: Giuditta , Eccli., Sap., 1 e 2 Mac., molto probabilmente (considerando il numero degli stichi attribuiti a Geremia) anche Bar, e le parti deuterocanoniche del libro di Daniele (sempre tenuto conto del numero dei versetti attribuito a questo libro) solo non si fa cenno del libro di Tobia, e, a quanto pare dal numero degli stichi, della parte deuterocanonica del libro di Ester.

Veniamo ora alle considerazioni circa gli autori che invece non avevano espresso dubbi.

1)Gli apostoli e Gesù usavano, leggevano e citavano dalla versione dei settanta, che contenevano i deuterocanonici e non espressero nessuna condanna verso di esse, anzi si riferivano anche ad esse con le espressioni del tipo "tutta la Scrittura è ispirata e utile…"

<DIR>

2) I padri apostolici citano più volte i deuterocanonici, senza fare differenze rispetto ai protocanonici.

 

</DIR>

La Didache (sec. I d.C.) (6) cita 4 volte il Siracide (detto anche Ecclesiastico) e 2 volte il libro della Sapienza

 

Clemente Romano (circa a. 96), I Epistola ai Corinti cita

Giuditta

 

Daniele

Ester

Siracide

Sapienza

8 ss

9,11

3,24

14

2,11

2,24

11,22

12,12

12,10

<DIR> <DIR> <DIR>

San. Policarpo (circa a 135), Epistola ai Filippesi 10,2 cita due volte Tobia. 4,10; 12,9

Pastore di Erma (circa a. 150) (7) cita Siracide 2,3 Sap. 1,14 2 Mac. 7,28

 

</DIR></DIR></DIR>

A tali referenze, se ne potrebbero aggiungere altre. Però lo specchietto mostra già a sufficienza come quegli antichissimi autori avessero familiarità con i deuterocanomci dell'A.T.

Da notare che nessun Padre apostolico ha mai mosso il minimo dubbio contro l'ispirazione dei deuterocanomci dell'A.T.

 

gli apologisti

Se dai Padri apostolici passiamo agli apologisti, troviamo la continuazione della stessa tradizione. Familiarità con gli scritti deuterocanonici dell'A.T., che citano o ai quali alludono, e nessun dubbio circa la loro ispirazione.

Qui basti riportare qualche punto dagli scritti di san Giustino e di Atenagora .

San Giustino (circa a 150) Nella I Apologia, 46 ricorda Anania, Asana e Misaele, cioè i tré fanciulli di cui parla Daniele, e precisamente con questi nomi e con questo"ordine, proprio come si ha nella parte denterocanonica di Dan, 3.

Ma più importante ancora è un passo del Dialogo con Trifone (PG 6,641 644) dove S.Giustino dice testualmente: " deve ritenersi parte della Scrittura tutto ciò che c'è nella versione dei Settanta, anche quelle parti che i giudei arbitrariamente hanno tolto ". Questa è una affermazione di capitale importanza, che ci fa capire quale era la reazione della Chiesa primitiva di fronte all’ingerenza giudaica sulle decisioni e la vita della comunità cristiana.

Atenagora (circa a 175) ha il seguente passo

" Non credo che ignoriate gli scritti di Mosè, di Isaia, di Geremia e degli altri profeti, i quali mossi dallo Spirito Santo ripetevano ciò che veniva loro ispirato, quali strumenti dello stesso Spirito .

Che cosa dicono essi? " II Signore è il nostro Dio, non ve n'è un altro che possa paragonarsi a lui " (citazione letterale di Bar 3 36) ")

Donde vediamo che Atenagora mette Baruc sullo stesso piano di Mose e dei grandi profeti, e dice espressamente che era mosso dallo Spinto Santo.

secoli II-III

Proseguendo nel tempo, dopo l'epoca degli apologisti propriamente detta, troviamo alla fine del sec. II e nella prima meta del III, sei altri grandi scrittori cristiani sant'Ireneo, Clemente Alessandrino, Tertulliano, sant'Ippohto, san Cipriano, san Dionigi Alessandrino.

Con essi nsalta ancor meglio l'insegnamento circa i deuterocanonici dell'A.T., perché ne riferiscono più frequentemente dei passi, e spesso notando espressamente che si tratta di Scrittura ispirata oppure equiparando quei passi di deuterocanonici a passi di protocanonici. Anche presso questi sei scrittori, inoltre, non troviamo alcuna traccia di dubbio circa Inspirazione dei deucerocanonici dell'A.T. In particolare si deve notare.

Sant'Ireneo (circa a 190) riferisce Baruc come profeta uguale a Geremia (Adv ' hoct, V,35,1 PG 7,1219). allega Tobia, chiamandolo profeta (Adv Haer , I, 30,11

PG 7,701), riporta Dan 13 come "Scrittura" e Dan 14 (Adv Haer . IV, 5226,3 i PG 7,984 1054)

Clemente Alessandrino (circa a 200) nei suoi scritti ha citazioni o chiare allusioni tolte da^ tutti i deuterocanonici dell'A T (eccetto 1 Mac ), compresi Dan ed Est , e spesso aggiunge che si tratta di Scrittura o da alle citazioni dei deuterocanonici la scessa importanza di quelle dei protocanonici Notevole la frequenza con cui si nfe nsce ad alcuni deutero canonici a Bar più di 20 volte, a Eccli una cinquantina di volte, a Sap. più di 20 volte.

Tertulliano (circa a 210) ha citazioni di tutti i deuterocanonici dell'A T , eccet cuaco sofo 'tob, equiparando di solito anch'cgh i passi di denterò e ano mei a passi di libri o di autori protocanonici. Anzi, come aveva già fatto san Giustino, rinfaccia ai giudei la colpa di aver arbitrariamente accorciato il canone delle Scritture (De cultu. fem: 1,3 TL 1,1308 [1422]). I Sane' Ippol ito (circa a 230) considera il libro di Baruc come " Scrittura ", da

ai passi deuccrocanonici di Daniele la stessa importanza di quelli prococanonici, ritiene i Sap come "profezia"

San Cipriano (circa a 250) il libro di Baruc è un oracolo dello Spinto Santo, Tofc , ^ap^'e i due libri dei Mac hanno la stessa autorità probativa che i libri protoca-nomci dell'A T.

San Dionigi Alessandrino (circa a 250) mette Tob sul piano della ' Scrittura ", e ritiene i detti del Siracide come " parole divine ".

e) secoli IV-V

Durante i secoli IV e V continua vigorosa la corrente di autori che non fanno riserve sui deuterocanonici (nonostante che nel secolo IV e nei primi anni del V, come vedremo, si noti un certo accentuarsi anche del gruppo di scrittori ecclesiastici che solo in teoria si dichiarano contrari ai deuterocanonici, ma che poi in pratica li citano al pari delle altre Scritture.

Fra essi, in modo speciale, si devono qui ricordare i seguenti Afraate e sant'Efrem della Chiesa di Siria, san Basilio e san Gregorio Nisseno, cappadoci, che, usando tutti i deuterocanomci dell'A T come scritture divine, rendono ancora più precari, come osserveremo, i dubbi teorici sollevati dal loro connazionale e contemporaneo san Gregono Nazianzeno.

Soprattutto sant’ Agostino il più insigne di tutto il periodo patristico e grandissimo Dottore della Chiesa, sempre sollecito di indagare e riferire ciò che la Chiesa universale, e la Chiesa romana in modo particolare, credevano, egli, come abbiamo visto (p. 122) intervenne al Concilio di Ippona e ai Concili 3° e 4° di Cartagine, nei quali fu definito il canone completo dell'A.T.(quindi si smetta di dire che i deuterocanoncici furono "aggiunti" nel concilio di Trento), molte nelle sue opere, citò come Scrittura tutti i deuterocanonici dell'A.T.; ed anzi, fornì anche l'elenco totale dei libri dell'A.T. nel De doctrina chnstiana (2,8.12s.. PL 34,40s.) dell'anno 397, come avevamo già visto.

Sulla scia di questi scrittori pienamente favorevoli ai deuterocanonici dell'A.T. si misero poi, sempre più numerosi, gli autori dei secoli seguenti, tanto che la sentenza della completa canonicità dei deuterocanonici non solo si mantenne preponderante, come già era, ma divenne moralmente unica.

Alla luce di tutti questi elementi, secondo te, la Chiesa avrebbe dovuto togliere dei libri solo perché alcuni, e neanche in modo coerente, avevano espresso dei dubbi?

Anche per il NT ci sono stati molti valenti padri e intere chiese locali che hanno espresso dubbi.

Secondo te la Chiesa avrebbe dovuto togliere dei libri del NT solo perché alcuni avevano espresso dubbi. Non avrebbe dovuto, come in realtà, e giustamente ha fatto, tener conto di TUTTI GLI ELEMENTI in gioco e trarre una conclusione?

La conclusione è stata infatti che nel concilio di Trento sono stati dichiarati vincolanti quei libri che la Chiesa, nell’arco di tutta la sua tradizione, considerando appunto tutti i detti e gli scritti dei padri, pesando debitamente ogni cosa dall’inizio, già di fatto possedeva e professava.

Vedremo in un prossimo messaggio (appena possibile) di analizzare le altre obiezioni che vengono mosse per quanto riguarda quelle che tu definisci  "contraddizioni" di alcuni testi dei deuterocanonici.

Mi auguro che tu possa riflettere attentamente su quanto sopra, tenendo ben presente anche i parametri cattolici, oltre quelli evangelici, per fare le tue legittime valutazioni in merito alla questione dei deuterocanonici.

Con affetto


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 156 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Raptor Inviato: 28/02/2004 9.54
 
Ho visto che un mio post ( che ripropongo alla fine) è rimasto senza risposta. Non me ne stupisco dato che, dal punto di vista evangelico, non esiste risposta. Tuttavia lo ripeto.
 
 
Post n.145
 
E come posso sapere, leggendo la Bibbia, da quali libri è composto Il V.T. e il N.T.?


Dal Canone Ebraico (Vecchio  testamento) e dal Nuovo Testamento, dove sui libri del canone non si hanno mai avute discussioni sui primi secoli della Chiesa, sui deuterocanonici si sono avute discussioni


 Questa non è la risposta alla mia domanda. Tu hai detto

Una verità che sia unica per tutti deve essere contenuta nelle Sacre Scritture, in quando il magistero è sottomesso alle Sacre Scritture

Bene, allora apri la Bibbia e dimmi dove trovo il canone completo del N. e del V. Testamento. Non mi citare autorità esterne. Non sei tu hai detto che una verità deve essere contenuta nelle Sacre Scrittutre?


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 157 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Cristiano Inviato: 28/02/2004 12.15
A dire il vero anch'io attendo una risposta da Luce nel messaggio n. 138 la seguente domanda fatta a Luce che è questa:

Per luce

Tu scrivi:

Commissione ecumenica Ebraica ha riconosciuto alla Chiesa Cattolica il merito per la conservazione, la divulgazione e la traduzione della Bibbia

Posso sapere dove posso trovare queste notizie? Dato che sono della provincia di Benevento, mi potresti indicare una parrocchia dove ci sono questi incontri nelle Diocesi con gli Ebrei?

Per Raptor,

Quello che intendevo e che una volta che è stato stabilito al Canone della Bibbia, il magistero deve essere sottomesso alle Sacre Scritture, e se una dottrina non è contenuta nelle Sacre Scritture non può dirsi dottrina biblica, ma dottrina umana.

Ti faccio presente che nel Concilio di Trento :Secondo il cardinale Pallavicini al Concilio di Trento (1545-1563) si chiese se si dovessero distinguere il libri sacri in due classi: quelli su cui poggiano i dogmi e gli altri utili a promuovere la pietà. Il cardinale Seripando (in un erudito opuscolo) propose di distinguere i libri sacri in "canonici" ed "ecclesiastici", ma non ebbe seguaci. Anche il cardinale Gaetano sostenne la distinzione in libri "protocanonici" e "deuterocanonici". Tuttavia il Concilio di Trento (1545-1563) non accolse tale idea e presentò l'elenco dei libri sacri, inclusi i deuterocanonici, concludendo con le seguenti parole:

« Se qualcuno non riterrà per sacri e canonici gli stessi libri integri con tutte le loro parti, così come si usò leggere nella chiesa cattolica e si contengono nell'antica edizione della Volgata latina, spezzando consapevolmente e imprudentemente le predette tradizioni, sia scomunicato » 

Pronunciando questa sentenza la Chiesa di Roma ha scomunicato anche i padri della chiesa che non hanno riconosciuto i deuterocanonici e quindi tutti gli Evangelici, che non includono i deuterocanonici nelle loro bibbie.

Alfonso

 

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 158 di 273 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Raptor Inviato: 28/02/2004 12.41

Quello che intendevo e che una volta che è stato stabilito al Canone della Bibbia, il magistero deve essere sottomesso alle Sacre Scritture, e se una dottrina non è contenuta nelle Sacre Scritture non può dirsi dottrina biblica, ma dottrina umana.

 

Non è una risposta alla mia domanda perchè è il passaggio successivo in quanto il canone è già stato stabilito.

.Io ti ho chiesto:

apri la Bibbia e dimmi dove trovo il canone completo del N. e del V. Testamento.

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