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dal dialogo: SULLA CONFESSIONE del 20/06/2005

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 07:27
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13/09/2009 07:25
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 23/06/2005 15.52
Ringraziando Clint per l'approfondimento e tenendo conto del Motu Proprio il Misercordia Dei qui proposto........
possiamo proseguire con questi esempi che traggo sia da Gino che da Clint.........
 
Mettiamo caso che (battezzato qual sono perchè altra cosa sarà se vogliamo parale dei NON cristiani....) uccido una persona e finalmente mi decido di confessarlo NON alla polizia ma solo al prete..ben sapendo anche del suo segreto al quale deve sottostare.......è ovvio che in tal caso non posso PRETENDERE nè il il perdono di Dio, e neppure l'assoluzione.........
E' ovvio che se sono veramente pentito del male commesso, SE SOFFRO NEL CUORE PER IL MALE COMPIUTO E SE RIESCO A PERCEPIRE QUESTO AMORE DI DIO "MISERICORDIA DEI"..... CHE DALLA CROCE MI GUARDA PER DIRMI: CORAGGIO NON E' LA FINE DEL MONDO, PUOI RIALZARTI........se capisco, se comprendo questo........allora potrà anche venirmi addosso un treno che il Signore stesso provvederà affinchè LA MIA PURIFICAZIONE SI COMPLETI...........ma attenzione.se pur capendo rifiuto di andarmi a costituire.... rischio di PEGGIORARE LA MIA POSIZIONE DAVANTI A DIO.....perchè Lui sa tutto......e possiamo anche prendere in giro il sacerdote, ma non certo a Dio....... e prendere o pensare di prendere in giro il sacerdote nella confessione, ovviamente non può che far peggiorare il percorso della RIABILITAZIONE, osiamo dire, DELL'ANIMA........
 
Ma insomma.come ridendo diceva Chisolm, diamine.non pensiamo di essere così sfigati da incorrere sempre in incidenti mortali senza la dovuta assoluzione dei peccati.....diamine la nostra fede è anche FIDUCIA E SPERANZA........ottimismo......
 
Insomma questo Sacramento parte anche da un aspetto biblico: nulla di cio' che e' impuro può entrare nel Regno dei Cieli.......in qualche modo e in qualche "dove" occorre procedere ad una totale RIABILITAZIONE........per questo Gesù è venuto, lo dice Lui stesso: PERCHE' ABBIANO LA VITA E L'ABBIANO IN ABBONDANZA......ma occorre sudare......e sudare SANGUE (pensiamo al personale nostro Getsemani) affinchè Cristo possa operare dentro di noi......la Confessione E' UN DONO IMMENSO DEL PADRE CHE PER MEZZO DI CRISTO VUOLE RICONCILIARE A SE' TUTTI GLI UOMINI........ecco che Giovanni Paolo II può dire:
 
Lungo la storia e nell'ininterrotta prassi della Chiesa «il ministero della riconciliazione» (2 Cor 5, 18), donata mediante i sacramenti del Battesimo e della Penitenza, si è dimostrato un impegno pastorale sempre vivamente sentito, compiuto in ossequio al mandato di Gesù come parte essenziale del ministero sacerdotale.
..................
 
Guardate amici che questo è un dono IMMENSO.......e riguardo alle gravi necessità.....non affidiamoci al "caso" delle nostre interpretazioni seppur in buona fede...... il Papa scriveva già questa necessità.....leggiamo e apprendiamo quanto è Buono il Signore.....
 

Circa il caso di grave necessità, si precisa quanto segue:

a) Si tratta di situazioni che, oggettivamente, sono eccezionali, come quelle che si possono verificare in territori di missione o in comunità di fedeli isolati, dove il sacerdote può passare soltanto una o poche volte l'anno o quando le condizioni belliche, meteorologiche o altre simili circostanze lo consentano.

b) Le due condizioni stabilite nel canone per configurare la grave necessità sono inseparabili, per cui non è mai sufficiente la sola impossibilità di confessare «come si conviene» i singoli entro «un tempo conveniente» a causa della scarsità di sacerdoti; tale impossibilità deve essere unita al fatto che altrimenti i penitenti sarebbero costretti a rimanere «a lungo», senza loro colpa, privi della grazia sacramentale. Si debbono perciò tener presenti le circostanze complessive dei penitenti e della diocesi, per quanto attiene l'organizzazione pastorale di questa e la possibilità di accesso dei fedeli al sacramento della Penitenza.

c) La prima condizione, l'impossibilità di poter ascoltare le confessioni «come si conviene» «entro un tempo conveniente», fa riferimento solo al tempo ragionevolmente richiesto per l'essenziale amministrazione valida e degna del Sacramento, non essendo rilevante a tale riguardo un colloquio pastorale più lungo, che può essere rimandato a circostanze più favorevoli. Questo tempo ragionevolmente conveniente, entro cui ascoltare le confessioni, dipenderà dalle possibilità reali del confessore o confessori e degli stessi penitenti.

d) Circa la seconda condizione, sarà un giudizio prudenziale a valutare quanto lungo debba essere il tempo di privazione della grazia sacramentale affinché si abbia vera impossibilità a norma del can. 960, allorché non vi sia imminente pericolo di morte. Tale giudizio non è prudenziale se stravolge il senso dell'impossibilità fisica o morale, come accadrebbe se, ad esempio, si considerasse che un tempo inferiore a un mese implicherebbe rimanere «a lungo» in simile privazione.

e) Non è ammissibile il creare o il permettere che si creino situazioni di apparente grave necessità, derivanti dalla mancata amministrazione ordinaria del Sacramento per inosservanza delle norme sopra ricordate(20) e tanto meno, dall'opzione dei penitenti in favore dell'assoluzione in modo generale, come se si trattasse di una possibilità normale ed equivalente alle due forme ordinarie descritte nel Rituale.

f) La sola grande affluenza di penitenti non costituisce sufficiente necessità, non soltanto in occasione di una festa solenne o di un pellegrinaggio, ma neppure per turismo o altre simili ragioni dovute alla crescente mobilità delle persone.

5. Giudicare se ricorrano le condizioni richieste a norma del can. 961, § 1, 2º, non spetta al confessore, ma «al Vescovo diocesano, il quale, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale, può determinare i casi di tale necessità».(21) Tali criteri pastorali dovranno essere espressione della ricerca della totale fedeltà, nelle circostanze dei rispettivi territori, ai criteri di fondo espressi dalla disciplina universale della Chiesa, i quali peraltro poggiano sulle esigenze derivanti dallo stesso sacramento della Penitenza nella sua divina istituzione.

6. Essendo di fondamentale importanza, in una materia tanto essenziale per la vita della Chiesa, la piena armonia tra i vari Episcopati del mondo, le Conferenze Episcopali, a norma del can. 455 § 2 del C.I.C., faranno pervenire quanto prima alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti il testo delle norme che esse intendono emanare oppure aggiornare, alla luce del presente Motu proprio sull'applicazione del can. 961 del C.I.C. Ciò non mancherà di favorire una sempre più grande comunione tra i Vescovi di tutta la Chiesa, spingendo ovunque i fedeli ad attingere abbondantemente alle fonti della misericordia divina, sempre zampillanti nel sacramento della Riconciliazione.

In questa prospettiva di comunione sarà pure opportuno che i Vescovi diocesani riferiscano alle rispettive Conferenze Episcopali circa il verificarsi o meno, nell'ambito della loro giurisdizione, di casi di grave necessità. Sarà poi compito delle Conferenze Episcopali informare la predetta Congregazione circa la situazione di fatto esistente nel loro territorio e sugli eventuali mutamenti che dovessero in seguito registrarsi.

.................
...se soltanto studiassimo di più il Magistero e lasciassimo "agli altri" le farneticanti conclusioni provenienti dal nulla... sicuramente renderemo noi stessi un servigio sia per nostra formazione, sia per amore al Prossimo..
 
Fraternamente Caterina
 
 
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