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Croce o Crocifisso ?

Ultimo Aggiornamento: 09/10/2009 18:48
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09/10/2009 18:45
 
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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 08/11/2003 18.06
Coloro che odiano svisceralmente il Crocefisso solo perchè dovrebbero dire che la Chiesa Cattolica ha "fatto bene a preservarlo nei secoli e a portarlo come simbolo DI FEDE".....dimenticano fin anche la Bibbia......loro che sono per la Sola Scriptura, ignorano o allora INTERPRETANO ciò che NON fa comodo accreditare quale realtà cristiana.....
Leggiamo ancora la Bibbia......per continuare dal brano di Isaia che abbiamo analizzato.....
VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO


"Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto" (Zaccaria 12, 10). Questa antica profezia, ancora una volta, si compie: siamo noi questa sera a volgere lo sguardo a Colui che hanno trafitto, a Cristo Signore che, inchiodato sulla croce, si offre alla nostra adorazione.
Intendeva la Bibbia parlare soltanto coloro che erano sotto la Croce nel momento drammatico? Quale vanto intendeva sottoindere Paolo: croce intesa come risurrezione; il Crocefisso (cioè Cristo sulla Croce) o forse ENTRAMBI, dal momento che non avremmo una croce "vuota" da "guardare" se non comprendissimo PRIMA chi c'era li sopra.....???
VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO.......qualche evangelico sa dirmi in quale direzione volge egli lo sguardo per dire che lo volge a "colui che hanno trafitto"?
Non solo, se analizziamo la frase parla AL FUTURO , chi sono "questi" che volgeranno lo sguardo verso colui che è stato trafitto? NOI....TUTTI NOI CHE CI DEFINIAMO CRISTIANI....E TUTTI COLORO CHE VENGONO ATTRATTI E INCURIOSITI AD APPROFONDIRE IL SIGNIFICATO DI CIO' CHE VEDONO.......
La frase precedente a questa dice "Effonderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme UNO SPIRITO DI PIETA' E D'IMPLORAZIONE; essi volgeranno lo sguardo a me che hanno trafitto...."
E' Giovanni che in 19,37, ci da la chiave d'interpretazione e che lo pone in riferimento a Gesù Cristo: Dio è stato trafitto a causa delle infedeltà del suo popolo, ma su di loro (su di noi) Egli infonde LO SPIRITO DI PIETA' E D'IMPLORAZIONE....nel guardare "Colui che hanno trafitto".......è LUI, il "RE DEI RE"....condannato a morte dal suo popolo, da tutti NOI....dalle nostre iniquità come dice Isaia....In Gv.12,20 è ancora più esplicito: "se il grano caduto a terra non muore, resta esso solo. Ma se muore, porta molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde, e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna."
Tutto questo capitolo ci fa comprendere che la vita E' DONAZIONE e guardando verso Colui che hanno trafitto, possiamo comprendere IL VALORE DELLA VITA.....il valore dell'offerta......il valore del chicco di grano che deve mnorire per portare frutto......è una catechesi profonda e il Crocefisso ci aiuta e CI SOSTIENE IN QUESTA MEDITAZIONE.....Venite, adoriamo! Ma non c'è adorazione senza contemplazione. Cristo crocifisso sia, dunque, nei nostri cuori e nei nostri occhi.
Guardiamo il Crocifisso come l'ha guardato il profeta Isaia. E così il nostro sguardo si riempie di una grande tristezza, intessuta d'una pena senza fine e insieme di un rimorso che ci pesa addosso.(Zacc.12,10) Sì, se Gesù è conciato così sul legno della croce è perché liberamente, ossia per nostro amore, si è lasciato crocifiggere; ma è anche perché a crocifiggerlo sono stati il male del mondo, i peccati dell'umanità, i nostri peccati.
Guardiamo dunque con gli occhi del profeta: il suo volto "non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli uomini… si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori… castigato, percosso da Dio e umiliato… trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità… fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del (mio) popolo fu percosso a morte" (Isaia 53, 2ss).

...........
Guardiamo a Cristo crocifisso con gli occhi dell'evangelista Giovanni, di cui abbiamo riascoltato il commovente racconto della Passione: "E, chinato il capo, spirò" (Giovanni 19, 30).
Che senso ha quel "chinato il capo"? Certo, è il capo chinato di chi muore, è il capo chinato di chi è schiacciato dal peso delle sofferenze fisiche e morali della Passione e della crocifissione. Ma non solo. E' anche e soprattutto il capo chinato sotto il dolcissimo peso dell'amore obbediente del Figlio al Padre e al suo disegno di salvezza, come scrive Giovanni: "E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: 'Tutto è compiuto!'" (Giovanni 19, 30). Il sì di Cristo alla volontà del Padre giunge ora a pienezza: il sì pronunciato nel più assoluto silenzio nel grembo di Maria, quando entrando nel mondo Gesù si è dichiarato pronto a fare la volontà di Dio, viene ora gridato dall'alto della croce: gridato con il suo corpo dato a noi e con il suo sangue sparso per noi. Come scrive l'autore della lettera agli Ebrei: Cristo "nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà" (Ebrei 5, 7), ossia per la sua "obbedienza" di Figlio al Padre (cfr. Ebrei 5, 8).
"E, chinato il capo, spirò".
E' mistero di vita la morte di Gesù in croce, è mistero di gloria e di vittoria la morte umiliante e perdente del Crocifisso! Beato il nostro sguardo rivolto al Crocifisso: facciamo nostra l'esclamazione commossa di Paolo: "Ha amato me e ha dato se stesso per me" (Galati 2, 20); facciamo nostra la confessione di fede della Chiesa che con gratitudine immensa canta: "Ave, o croce, unica speranza, / in questo tempo di passione / accresci ai fedeli la grazia, / ottieni alle genti la pace" (Vespri della Settimana Santa).

I mille volti degli uomini che soffrono
"Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto". C'è un altro aspetto, di grande importanza, che questo sguardo ci rivela. Infatti, come in una dissolvenza, quale avviene sul video, il volto di Cristo sembra via via affievolirsi nei suoi lineamenti e così altri lineamenti emergono sempre più dipingendo i mille volti degli uomini che soffrono e muoiono: il volto di Cristo crocifisso si riflette sul volto dell'uomo provato e dolorante. L'uomo non è forse l'immagine vivente di Cristo?
Il Concilio ha scritto: "Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo" (Gaudium et spes, 22). Possiamo ora esplicitare il pensiero del Concilio dicendo che "con la crocifissione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo che soffre e muore".

Com'è possibile abbracciare e baciare il crocifisso, se poi siamo insensibili e rifiutiamo il povero che invoca aiuto e amore?
Ha senso per noi contemplare Cristo crocifisso, se però abbiamo il coraggio di seguirlo sulla strada della croce: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua" (Luca 9, 23). Com'è possibile adorare la croce di Cristo, se poi respingiamo le croci che il Signore ci mette sulle spalle e nel cuore per renderci sempre più conformi a Gesù crocifisso e partecipi della sua missione redentrice nel mondo?

Chiediamo a Maria, che proprio al termine della passione Cristo ha costituito quale madre nostra, di renderci partecipi della sua contemplazione, del suo dolore, soprattutto del suo amore. Ci aiuti a fare nostre, nella verità della nostra vita quotidiana, le parole della sposa del Cantico dei cantici: "Ho trovato l'amato del mio cuore; l'ho stretto fortemente e non lo lascerò mai" (Cantico 3, 4).

Fraternamente Caterina
( i brani qui riportati sono del card. Tettamanzi:

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Consiglia Elimina    Messaggio 18 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 08/11/2003 18.25
 

Il testo intero è riportato qui:

L E  P E RV E R S I T À  D E L  C U O R E (4 ) 

Il consiglio della Parola di Dio è molto preciso. I cristiani debbono badare a se stessi e debbono stare "in guardia per non essere trascinati dall’errore degli scellerati" (5). Giovanni apostolo, verso la fine del primo secolo, fu ispirato dallo Spirito Santo a scrivere sull’argomento del rancore e dell’odio: "Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre" (6). "Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in sé stesso la vita eterna" (7). "Se uno dice: 'Io amo Dio, ma odia il suo fratello, è bugiardo; perché chi non ama suo fratello che ha visto, non può amare Dio che non ha visto. Questo è il comandamento che abbiamo ricevuto da lui: che chi ama Dio ami anche suo fratello" (8). "Carissimi, amiamoci gli uni gli altri perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio perché Dio è amore" (9).

5. II Pietro 3:17;

6. I Giovanni 2:9;

7. I Giovanni 3:15;

8. I Giovanni 4:20, 21;

9. I Giovanni 4:7, 8.

Francesco Toppi

I disegni iniqui sono il risultato di un rancore profondo, di un odio che avvelena l’anima ed attende il momento opportuno per manifestarsi.

Da "Risveglio Pentecostale" Novembre 2003


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 08/11/2003 22.33

''Ai piedi del Crocifisso s'impara la vera scienza dei santi''

 

''La croce è santa,santissima, e chi sapesse il gran tesoro che è nel patire non desiderebbe altro che pene''

S.Paolo della croce.

La gloria della croce

''Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.'' (S. Paolo Apostolo ai Gal 6,14)

''Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me''. (Gv 12, 31-32)

Adoriamo la Tua croce, Signore, lodiamo e glorifichiamo la Tua risurrezione.....

Dal legno della croce è venuta la gioia in tutto il mondo.....

Io, Edith Stein, figlia del tuo popolo, ho fatto la mia scelta:<O:P></O:P> quella di appartenere totalmente a te, Signore, germoglio di Davide. Ho consegnato la mia vita alla volontà divina. Ti ho seguito fino in fondo, vittima di espiazione, vittima dell'Olocausto.

Io, ebrea, tedesca, cattolica, religiosa carmelitana, e dunque tua sorella nella razza, tua sposa nella fede, ho sperimentato su di me l'odio e la discriminazione razziale, mi sono rivestita del peccato del mio e Tuo popolo, dei miei e dei Tuoi carnefici.

La volontà di vivere e di operare per Te, Signore, <O:P></O:P>di essere stein, cioè pietra viva del Tuo tempio, vuol dire <O:P></O:P>anche soffrire e morire con Te.

Non importa quando, non importa come. Ho bevuto il calice.

Scende il crepuscolo sul lager di Auschwitz, <O:P></O:P>il 9 agosto 1942; ma chi è legato a Cristo resisterà imperturbato anche nella notte oscura che si prepara.

Viene aperto il gas tossico.

«Non ti cercheremo più sulla terra, <O:P></O:P>

Santa Teresa Benedetta della Croce, ma presso Dio (nella Comunione dei Santi) che ha gradito il tuo sacrificio e ne ha accordato il frutto al popolo per il quale tu hai pregato, sofferto e dato la vita!»


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/11/2003 19.05
E' con gioia che pubblichiamo questo COMUNICATO STAMPA dei GIOVANI MUSULMANI......, ringraziamo come cristiani-cattolici di questa presa di coscienza.....

I Giovani Musulmani d’Italia e la polemica sul crocefisso

Comunicato stampa del Direttivo Nazionale Giovani Musulmani d’Italia


COMUNICATO STAMPA

I Giovani Musulmani d’Italia assistono in questi giorni ad una polemica a loro estranea e assolutamente non condivisa su un simbolo sacro di una grande religione, che ha contribuito costantemente al dialogo tra le religioni nel rispetto reciproco delle differenze.

“Il crocefisso per i giovani musulmani italiani non rappresenta affatto un problema, anzi è stato e sarà motivo di stimolo, riflessione e dialogo fondato sul rispetto reciproco per una reale convivenza pacifica, così ha risposto Khalid Chaouki, Presidente dei Giovani Musulmani d’Italia, associazione nazionale nata da due anni per rappresentare e rispondere alle esigenze di migliaia di giovani musulmani nati e cresciuti in Italia.

Crediamo che la laicità delle Istituzioni pubbliche non debba significare l’esclusione degli elementi religiosi, bensì la loro inclusione quali un patrimonio culturale e sociale comune a tutti i cittadini e assolutamente utile per costruire una società multiculturale.

I Giovani Musulmani d’Italia rifiutano con fermezza di essere rappresentati da tale Adel Smith, sconosciuto ai giovani musulmani italiani e a tutta la comunità islamica italiana, e invitano i mezzi di comunicazione a dare spazio a chi effettivamente rappresenta una parte dei musulmani italiani.

Il Direttivo Nazionale
Giovani Musulmani d’Italia

Per contatti: Khalid Chaouki (339 4180912 -
presidente-gmi@libero.it )
Sumaya Al Barq (347 6012901 -
info-gmi@libero.it )



Giovedì, 30 ottobre 2003

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Consiglia Elimina    Messaggio 21 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/11/2003 19.15
Riflettevo SULLA ZIZZANIA amici.........
e vorrei farvi notare una amara contraddizione di alcuni cristiani.....
Alcuni Evangelici fondamentalisti Pentecostali che odiano la Chiesa Cattolica hanno detto del Crocefisso:
Messaggio di apertura forum:
Per un Evangelico il Crocifisso NON è simbolo del cristianesimo, la Croce vuota si....e questo perchè Cristo è risorto....
Un evangelico che dice "Senza Crocifisso si vive bene e meglio..." aggiungendo " senza la prepotenza dell'integralismo cattolico"......
Messaggio 16:
Innanzitutto è doveroso premettere che assurdo è pensare che gli evangelici italiani, dopo novanta anni di convivenza col crocifisso, presente dappertutto, possano non ritenerlo dannoso per la loro fede
...........
 
leggiamo il COMUNICATO STAMPA dei Giovani Musulmani, messaggio 20:
I Giovani Musulmani d’Italia assistono in questi giorni ad una polemica a loro estranea e assolutamente non condivisa su un simbolo sacro di una grande religione, che ha contribuito costantemente al dialogo tra le religioni nel rispetto reciproco delle differenze.

“Il crocefisso per i giovani musulmani italiani non rappresenta affatto un problema, anzi è stato e sarà motivo di stimolo, riflessione e dialogo fondato sul rispetto reciproco per una reale convivenza pacifica,
Che ognuno mediti.....e mediti sulla zizzania...la difesa DOVEVA GIUNGERE DA AMBIENTI CRISTIANI.......e ci è giunta da ambienti musulmani, anche se è ovvio dal momento che da li è partita l'offesa, tuttavia nessun "comunicato stampa" ha fatto il mondo cristiano Protestante, soltanto la Chiesa il mondo politico hanno reagito.......
Chi è che semina la zizzania?
Fraternamente Caterina

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Numero di iscritti che ha consigliato questo messaggio. 0 suggerimenti  Messaggio 22 di 32 nella discussione 
Da: salvatoInviato: 14/11/2003 12.01
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

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Consiglia Elimina    Messaggio 23 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 14/11/2003 17.47
Ciao salvato....in attesa di leggere anche il parere degli altri coogestori circa la tua richiesta...mi sento in dovere e in piacere di ringraziarti per questo testo che stavo cercando da tempo......, grazie perciò per aver inserito una spiegazione così semplice e chiara e breve.......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 24 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSNbasta_chiedere_di_RaptorInviato: 14/11/2003 19.16
From: salvatoSent: 11/14/2003 12:01 PM
Pace a tutti, fa davvero pensare a chi semina zizzania, fra un pò saremo difesi dai musulmani, e fronteggiati dai cristiani, una burla che però Gesù ci aveva preannunziato quando si parla di contese, di liti, di gelosie e di zizzania che non si semina fra i non cristiani, ma proprio fra coloro che credeno nelle stesse cose.
Mi è interessato questo argomento e così ho fatto delle ricerche sulla croce ortodossa, che ho visto che nella hompage nuova che avete fatto ne parlate.
Incollo questo testo di spiegazione ed è un mio modo di ringraziarvi per quanto fate. Parla e spiega che cosa è la Croce ortodossa mi chiedo perchè certi evangelici non pensino un pò più seriamente alle XXXXXXXXX che scrivono (se i gestori ritengono la frase offensiva possono epurare loro perchè io non lo cancello)[ abbiamo ritenuto la frase <anzi la parola usata nella frase> offensiva e l' abbiamo censurata], scusatemi ma bisogna anche avere il coraggio di dire la verità, senza alimentare un odio, ma che però non bisogna avere nemmeno timore di dire le cose come stanno ed è questo, che anche gli ortodossi hanno il crocifisso ad icona venerata ed anche loro hanno radici storiche antiche. Mi chiedo chi sono questi cristiani che in questo secolo vogliono dettare leggi a modo loro?
Grazie e pace a tutti
La croce ortodossa La più diffusa nell’Ortodossia è la croce con otto bracci, chiamata anche il crocifisso.
Sull’asse centrale (verticale) si trovano tre traverse orizzontali. Quella mediana è grande, per le mani del Cristo crocifisso. La traversa orizzontale superiore ricorda la tavola con la scritta: “Gesù Nazareno, Re dei Giudei”. Questa scritta in tre lingue - greco, latino ed ebraico - è stata messa sulla croce di Cristo per ordine di Pilato. Era usanza romana scrivere la colpa del reo su delle tavolette. Nella tradizione ortodossa i piedi di Cristo non sono trafitti con un solo chiodo, come in quella cattolica, bensì con due chiodi, uno per ciascun piede. Come mostrano le ricerche sulla Sindone di Torino così era in realtà. La traversa orizzontale inferiore è per i piedi del Crocifisso. Un capo di essa è un pò rialzato. Questo lato rialzato mostra il cielo, verso cui è diretto il Buon Ladrone, crocifisso assieme a Cristo, l’altro capo invece è diretto verso il basso, verso l’inferno, il posto per l’altro ladrone, quello che non si è pentito.
Molte volte, al di sotto della croce, si può vedere l’immagine del teschio: è la testa di Adamo, che secondo la tradizione fu sepolto sul Golgotha, sotto il luogo dove è stato crocifisso Cristo. Dalla fenditura della roccia sotto la Croce cadde sulla testa di Adamo una goccia del sangue di Cristo ridandogli la vita, ridando la vita a Adamo: uomo e umanità.
Vicino alla croce sono presentati molte volte la Vergine Maria e il discepolo amato da Cristo: l’Apostolo Giovanni. Spesso vengono messi anche gli strumenti di morte di Cristo: la lancia con la quale hanno trafitto il suo fianco, e la canna con la spugna imbevuta d’aceto, che fu data a Cristo dal soldato romano.
A volte si può vedere anche la croce con la mezzaluna. Qualcuno pensa che questo sia il simbolo della vittoria dell’Ortodossia sull'Islamismo. Invece la croce con la mezzaluna è conosciuta molto prima del conflitto tra cristiani e musulmani, è conosciuta già dai tempi della Chiesa primitiva: la forma della croce e quella della luna unite insieme formano un’ancora, simbolo della speranza. La mezzaluna simboleggia anche il calice eucaristico con il sangue di Cristo che redime i peccati dell’uomo. Questi tipi di croce sono messi sui templi dedicati alla Vergine Maria, perchè la mezzaluna è il suo simbolo, e il sole è simbolo di Cristo.


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Consiglia Elimina    Messaggio 25 di 32 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 15/11/2003 21.43

In un servizio apparso al Tg del 27.10.03 Adel Smith mostrava orgoglioso i grembiulini dei suoi bambini con stampati davanti e sulla schiena i versetti del Corano.
Ora, a chi frequenta la stessa classe, non darà certo fastidio vedere in tutti i momenti della giornata, sia che si guardino in faccia o che girino le spalle, quei versetti vistosamente stampati.
Noi credenti o no, proveniamo da più di 2000 anni di cristianesimo, i valori della tolleranza, del rispetto, dell'accoglienza, sono entrati a far parte delle nostre leggi civili.
Il crocifisso rappresenta per i cattolici Dio, fattosi uomo sino a condividere anche la più atroce tra le morti, quella sulla croce, prima di risorgere.
Per i laici, rappresenta la sofferenza di un uomo.
Tutta la nostra Italia, trasuda cristianesimo, nelle sue chiese, nei suoi conventi, nei monumenti, nelle edicole mariane che stanno agli incroci delle strade o sui muri delle case.
Accogliere chi è diverso da noi, per credo o cultura, non vuol dire radere al suolo il passato, ma costruire insieme, nel reciproco rispetto, il futuro.
Ecco, chiediamo appunto, il "reciproco rispetto".

A questo proposito abbiamo ricevuto la lettera di un nostro utente, che si pone e ci pone delle domande: "Come si è giunti a questo? Insomma noi chi siamo? Che cosa rimane di noi?", forse è proprio la perdita della consapevolezza, il continuo fuggire dalla realtà, il continuo rimandare la risposta a queste domande che ci ha fatto perdere la consapevolezza di chi siamo e da dove arriviamo.

Caro Padre,
Sono un ragazzo di venticinque anni e frequento sempre il sito di www.culturacattolica.it

 Le scrivo, forse più che per avere risposta, per sfogarmi, dopo quanto è accaduto riguardo la sentenza che toglierebbe la croce in una scuola. Un fatto che mi ha colpito, giacché in Cristo vedo la speranza di tutti noi e un messaggio di pace, non certo un mezzo di paura per i bambini o un gioiello portato al collo perché e la moda che lo detta. Sono religioso. Cerco nella nostra radice cristiana il modo per mostrare a Dio dedizione, l'amore che ci rende degno di Lui e che voglio realizzare in me. (…)
La prego in anticipo di perdonarmi se catturo un po' del suo tempo.

Riguardo alla mancanza del crocifisso in una scuola, un politico ha parlato di un passo avanti per un sistema scolastico laico e, si presumerebbe da ciò, un passo in avanti verso la tolleranza. L'impressione che ho ricevuto, al contrario, mi parla di passività e non appartenenza.
Quel che è successo non ha a che vedere con la tolleranza. Non un passo avanti. E' un passo avanti per l'Europa non sapere chi si è, misconoscere la propria identità?

Il crocifisso ha un valore profondissimo per un credente, ma anche per chi non crede in Gesù in quanto Dio ma lo sente vicino come uomo, perché parlò di perdono nella sofferenza, e di amore per Dio, il prossimo, amore per i nemici; ma il crocifisso, credo, è pure un valore per un non cristiano che è nato in questa terra, in questa Europa, lo è anche per un ateo, volendo, perché ha valore storico, culturale, morale, simbolo della cristianità e in ogni caso un riferimento, un modo di pensare, essere, credere, fare arte, vivere.

Per di più - a proposito di tolleranza - perché interpellare sempre un solo musulmano che non è, sono convinto, portavoce dei musulmani d'Italia?
Perché sempre quel solito arrogante, senza tolleranza nei suoi discorsi così provocatori, che presenzia solo per se stesso, per pubblicità - quel Adel Smith?
E' un particolare che mi fa riflettere: ci riferiamo ad Adel Smith perché abbiamo la sua stessa superficialità e non vogliamo affidarci al dialogo?
Forse è colpa nostra, che evitiamo il confronto con Cristo, e nella pochezza che ci resta troviamo in Smith una persona come noi?
Mi chiedo: Adel Smith è un vero, bravo musulmano?
Perché certi programmi e la nostra curiosità sembra voler lui come rappresentante dei musulmani, anziché invitare a parlare su certe, tante questioni religiosi più sinceri e dotti musulmani? Conoscere, cercare di capire: non ci serve interpellare Adel Smith. Il quale non sa ascoltare e non vuole ascoltare, non sa confrontarsi: vuole attaccare, provocare, insultare. E proprio con la sua presenza, noi sorvoliamo problemi di fondo. Non ci interessa parlare con veri rappresentanti dell'Islam, non c'interessa che il crocifisso venga tolto dalle aule. La più grande moschea d'Europa è a Roma. Sospetto che non vogliano capire e capirci, e magari, al contempo, vogliamo apparire anche più cattolici, "universali". E' apparenza, appunto, e talvolta razzismo; non vogliamo guardare negli occhi chi ci sta di fronte. Non guardiamo negli occhi il nostro prossimo, tanto meno possiamo capirlo e aiutarlo.

Vogliamo allora fare buona impressione?
Che cos'è l'impressione, nella vita di tutti i giorni, nell'impegno, nel sacrificio, nell'essere cristiani? Chi riesce a mostrarsi solidale, a capire il prossimo con la sola impressione?
Se il crocifisso non c'è più, è perché NOI non lo capiamo; se lo capissimo, anche solo in minima parte, riusciremmo a far capire che simbolo della tolleranza e dell'amore è proprio quel crocifisso, e la gente straniera, come i musulmani, dovrebbero preoccuparsi proprio se quel crocifisso manca, perché mancherebbe un riferimento nostro, e del nostro Paese, di tolleranza e accettazione della persona diversa da noi e dal nostro modo di vivere. E' amore e cultura, conoscenza. Così ci sveliamo per persone disinteressate e demotivate, miscredenti e forse paurose. E far intendere che questa sentenza sia un passo avanti è ipocrisia, e non è focalizzato il problema vero, quello della comunicazione fra le diverse culture e fra due grandi religioni, che proprio in questo agire viene a mancare.

Siamo giunti al rifiuto della religione, di qualsiasi moto di religiosità?
Ci resta la new age, la next age, la proiezione di un Islam violento?
Come si è giunti a questo?

Insomma noi chi siamo?
Che cosa rimane di noi?

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