Un gruppo di archeologi tedeschi della città di Wittenberg, ha scoperto di recente il bagno di Martin Lutero. Il padre della Riforma protestante lo utilizzò non solo per le sue funzioni classiche, ma anche come pensatoio.
Ad annunciare il ritrovamento è Stefan Rhein, direttore della Stiftung Luthergedfenkstàtten (la fondazione dedicata al celebre predicatore).
Non tutti sanno però che il padre del protestantesimo soffriva (come dichiarò lui stesso) di una grave forma di stitichezza, che lo costringeva a rimanersene chiuso in bagno per molte ore. Per non perdere tempo, Lutero utilizzò le sue lunghe "sessioni" nella toilette per riflettere e meditare sullo stato del cristianesimo e sulle possibilità di cambiamento. Nella toilette Lutero elaborò le sue famose 95 tesi, sulle quali si fonda il protestantesimo.
Ed ora il pensatolo luterano (a cui il monaco agostiniano si riferiva usando l'appellativo di "luogo segreto") è finalmente venuto alla luce: durante alcuni scavi nel giardino della casa di Lutero (sita a Wittenberg, a sud-ovest di Berlino) un gruppo di archeologi ha infatti ritrovato una struttura sepolta contenete appunto la famosa toilette (che entro breve verrà anche aperta al pubblico).
Caterina deve, anch’essa, soffrire della stessa patologia di Lutero, viste le str….. gentilmente pubblicate da Anam, nella sua Comunità. Non so se sia più la stupidità o l’ignoranza ad emergere dall' infimo libello contro il Nolano. Questo non è scrivere, è solo un voler “sporcare”, con idiozia, con cattiveria, il ricordo di un grande Maestro. Un filosofo che non riconobbe altra guida che se stesso e tirò diritto per la sua strada, senza lasciarsi intimorire da niente e da nessuno:
Alle libere are della filosofia io cercai riparo dai fortunosi flutti, desiderando la sola compagnia di quelli che comandano non già di chiudere gli occhi ma di aprirli. A me non piace dissimulare la verità che vedo, né ho timore di professarla apertamente; e siccome ho dappertutto e continuamente partecipato alle guerre tra le tenebre e la luce, tra la scienza e l'ignoranza, così dappertutto sono stato fatto segno agli odi, ai clamori e agli insulti, e ho sperimentato tanto le ire della bruta e stupida moltitudine, quanto quelle dei graduati accademici padri dell'ignoranza. Ma ne sono uscito vittorioso, sostenuto dalla verità e guidato da un lume divino e superiore.
E infatti, lui solleva il volto «verso la mirabile bellezza della luce, ascoltando la natura che grida il suo desiderio di essere ascoltata e perseguendo la saggezza in semplicità di spirito e con onesta disposizione d'animo».
Sono parole che volano al cielo, ma si sa anche che è inutile gettare le perle ai porci, tant’è che anche lui stesso, cosciente della propria grandezza, si rende conto che i suoi libri non sono adatti, per così dire, ai sarti e ai barbieri (ed a certi chatter):
«Questo libro è difficile, lo confesso, anzi per chi non sa leggere tale scrittura riconosco che è addirittura impossibile a leggersi. A chi non è aduso ad alcuna severa disciplina ed ancor più per chi è imbevuto di sole nozioni grammaticali, niente può essere facile, niente può essere raccomandabile, se non olezza del sandalo della falsa letteratura».
Chi non è capace di elevarsi alla pura contemplazione del bello e del vero rimanga nelle bassure:
«A pochi riserviamo queste verità, stia lontano il volgo profano, né un laico ascenda al sacro monte [...]. Il degno amore del bello, il piacere del bene, l'ardore della virtù inviolata che infiamma il petto, le attrattive del vero, il pensiero della meritata lode ci condussero a questa meta da cui disprezziamo il giudizio negletto del fato e gli oscuri secoli pieni di sogni, di ombre erranti, di nubi vaganti per l'oscuro vuoto».
Superbia, orgoglio intellettuale? E sia! solo gli straccioni, dice Goethe, sono modesti. E si ripensa anche a quello che dice sarcasticamente Schopenhauer: sarebbe davvero strano che uno fosse un genio e non se ne accorgesse. Ma il disprezzo di Bruno per la folla ignorante, che ritorna spesso nei suoi scritti, non significa indifferenza per la condizione dei poveri figli della terra. Il suo amore era universale e si estendeva a tutte le creature. Tra l'altro, egli fu uno dei primi, se non addirittura il primo, a denunciare i metodi impiegati per la conquista dell'America.
Che dire poi del vergognoso processo subito? Già il processo d'eresia in sé è qualcosa di diabolicamente mostruoso. Nessuno può sapere quali sevizie gli siano state inflitte durante i sette anni nel carcere dell'Inquisizione romano, più uno nelle carceri veneziane.
Siamo in presenza di un paradosso: l'orrore del rogo colpisce talmente l'immaginazione che oscura lo straordinario valore delle idee di Bruno.
Questo pericolo è reale. Un'altra disgrazia che è toccata a Bruno è d'essere considerato più vittima dell'Inquisizione che non filosofo. Dobbiamo renderci conto che ci troviamo di fronte a uno dei più grandi pensatori della storia umana. Si sa che Bruno superò l'intuizione di Copernico che la Terra non fosse al centro del sistema solare, e arrivò a capire che lo stesso Sole non era al centro dell'universo.
Un filosofo ha detto molto bene che Bruno condensa in sé la non indolore nascita della modernità. Certo, sostenne per primo che le stelle fisse erano dei soli; che dopo Saturno, allora considerato l'ultimo pianeta, ce ne erano altri; che i pianeti si muovono tanto più lentamente quanto più distano dal Sole; che tutti i corpi celesti ruotano sul proprio asse; che la Terra è appiattita ai poli. E questo prima di Galilei e senza cannocchiale. Lo sapete che Galilei e Keplero saccheggiarono le sue opere senza neppure nominarlo? Volete altro? Benvenuto Cellini ottenne il perdono del Papa, e pur avendo ucciso due persone, riacquistò la libertà. Bruno fu bruciato vivo senza essersi macchiato di alcun delitto. Evidentemente per la Chiesa ammazzare la gente era un peccato veniale, mentre dubitare della verginità della Madonna o del dogma della Trinità era un delitto da punirsi con il fuoco.
Usare le fiamme per distruggere l’intelligenza è un crimine che non si cancella e che può far tremare colonnato del Vaticano. Ciò che lo spettro di Banquo è per Macbeth, quello di Giordano Bruno è per la Chiesa cattolica.
Sono indignata dal becero ed immodo scritto, degno di un Bellarmino dei poveri, quale tu sei Caterina! VERGOGNATI !!!...........