Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

CATARI

Ultimo Aggiornamento: 26/10/2009 09:51
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 4.551
Sesso: Maschile
26/10/2009 09:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 52 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSNLeonardo5479Inviato: 04/10/2004 8.09
Ieri non mi sono collegato, se non di prima  mattinae pur avendo il computer a disposizione, perchè la Domenica preferisco riservarla completamente al Signore.
Solo oggi, quindi posso leggere le risposte di Ireneo e, naturalmente, non sono nuovamente d'accordo. Soprattutto non mi piace che mi sia dia del bugiardo. Dcisamente, Ireneo, tu sei sicuramente un maestro nel farti amiche le persone.
Da quel che ho capito tu non sei nuovo di questi forum ma io sì. Quindi prima di dare giudizi su chi non conosci faresti meglio a cercare di capire prima con chi stai parlando e poi a giudicarlo. Comunque vediamo un po' le tue affermazioni. Preciso che dove tu scrivi "Non è vero" implicitamente mi dai del bugiardo in quanto sostieni che io sto affermando una cosa falsa sapendo che è falsa.
Non è vero ( quindi sono un bugiardo) che Gesù girava con gente armata;
E' vero che i discepoli che seguivano Gesù, almeno alcuni, erano armati. Questo è quello che io intendo con "girare con gente armata"
Non è vero ( quindi sono un bugiardo)che fosse a conoscenza o permettesse il possesso di armi nel suo gruppo prima del monte degli ulivi;
Il brano di Luca che ho riportato è antecedente all' episodio dell'Orto degli Ulivi. Quindi Gesù era a conoscenza del fatto che almeno due dei suoi seguaci erano armati
Non è vero ( quindi sono un bugiardo)che Simone lo zelota fosse armato nel seguire Gesù;
Non l'ho mai detto e quindi non mi pare corretto volermi far dire cose che non mi appartengono. Resta il fatto che è chiamato "lo zelota" Non si dice che era stato uno zelota, si dice che era "lo zelota" Punto e basta. Poi ognuno può pensarla come vuole . Il dato storico è questo.
Non è vero ( quindi sono un bugiardo)che gli apostoli erano un gruppo pronto a dar battaglia;
Non l'ho mai detto
Gesù non avrebbe mai permesso armi ( quindi sono un bugiardo)tra i suoi discepoli anche perchè era vietato dalla legge, che lui (seppur in quanto Dio non tenuto) rispettava scrupolosamete.
In realtà pare proprio che l'abbia permesso, almeno dall' episodio, riferitoci da Luca, in avanti. Come vedi non dico cose come "Ti pare possibile che Gesù non sapesse che alcuni dei suoi erano armati ( Pietro in primis) pur vivendo con loro giorno e notte? Io mi sono limitato al dato storico ( sei tu che hai voluto metterlo su quello esegetico) riportato dai testi che conosciamo.
(dal messaggio n. 36)
Queste vere e proprie bestemmie possono essere frutto
1) o di ignoranza e carenza di conoscenze filologiche ed esegetiche;
2) o piano preciso per utilizzare brani biblici a scusare una tesi precostituita, e cioè quella che sia diritto della Verità imporsi con le armi in questo mondo.
Hai detto di avermi fatto le tue scuse per quste frasi. Io non le ho viste a meno che tu non intenda come scuse il fatto che ti prudano le dita.
In questo caso faresti meglio, invece che digitare sulla tastiera, a grattartele. E' un metodo sicuramente più efficace e ti eviterebbe frasi e comportamenti che sono agli antipodi di quel cristianesimo che tanto sbandieri.
Per quanto riguarda l'ignoranza e carenza  di conoscenze esegetiche e filologiche, ti faccio notare che anche la frase "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" è stata da te intepretata molto male.
Ma non chiedermi qual è l' esegesi più corretta. Pare che tu sia l'esperto, non io che, da un solo post, sono già stato giudicato un povero ignorante o, addirittura, un guerrafondaio bestemmiatore.
Concludo facendo riferimento alla finale del tuo post n.45
che nuovamente, da amico e fratello, invito a leggere la Scrittura con lo stesso Spirito con cui è stata ispirata.
Ti posso considerare solo un fratello.
Gli amici si scelgono.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 53 di 92 nella discussione 
Da: francesco2Inviato: 04/10/2004 13.23
Pace del Risorto in tutti noi.
Appurato che come scriveva Caterina nessuno vuole giustificare i massacri, e avendo io capito che anche volendo non si potrebbe dal momento che il danno è stato fatto. E dal momento che è stato ribadito che vi è differenza fra dire:
- Chiesa colpevole;
- Uomoni della Chiesa che hanno commesso abusi in suo nome;
mi sto chiedendo a questo punto dove Lyvan ed Ireneo vogliono arrivare e che cosa dimostrare.
Non sarebbe giunto il momento di un riepilogo per vedere a che punto siamo arrivati?
Sia lodato Gesù Cristo

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 54 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 04/10/2004 14.03
Caro Francesco,
ciò a cui io intendevo arrivare era semplicemente quello di valutare la liceità cristiana, o comunque morale,  di quel massacro come di qualsiasi altro, dato che avevo avuto l'impressione che si volesse minimizzare le responsabilità.
Se siamo tutti d'accordo che episodi del genere sono contrari alla dottrina di Cristo, che allora non era diversa da quella di oggi e che non poteva essere fraintesa fino a quel punto se non per una precisa volontà,  non possiamo non condannare, almeno per quanto mi riguarda,  un tale eccesso di difesa.
Se siamo d'accordo su questo, siamo d'accordo anche sul resto.
Ma questa è solo la mia modestissima opinione e non ho certo la pretesa che altri la pensino allo stesso modo.
iyvan

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 55 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 04/10/2004 14.42
Ringrazio Francesco per aver affrettato un riepilogo che avevo infatti richiesto........
Perchè...strigni e strigni...andò sta er problema??
Yivan l'ha individuato e sono ovviamente d'accordo con lui, specialmente all'ultimo messaggio......
Nel parere poi ovviamente avremmo sempre due, tre o quattro correnti di assoluzionisti....colpevolisti......menefreghisti...... e così via...
Dal mio canto vorrei ribadire che la Chiesa Cattolica non appartiene a nessuna di queste correnti.....la Chiesa per voce di Giovanni Paolo II NON HA ASSOLTO I CRISTIANI CHE IN NOME DELLA CHIESA HANNO COMPIUTO ABUSI.....
E su questo credo che ci siamo chiariti....
Tuttavia è anche giusto e doveroso NON liquidare la questione in questi termini e questo perchè? Perchè il Mea Culpa del Papa...NON VUOLE AFFATTO SOSTITURISI AL VERDETTO DELLA STORIA......
Dunque il Mea Culpa è di fatto in confronto con il Vangelo e il comportamento che al di la poi delle VICENDE STORICHE, deve condurre ogni credente comunque a ritenersi responsabile.....del sangue versato di altri...a torto o a ragione....
Fino a qui se capimo?
Credo di si.....ma se poi vogliamo paralre di storia e di RESPONSABILITA'......il discorso pure restando chiaro nella parte appena esposta, cambia...e questo non è per giustificare nulla, ma per dire chiaramente i perchè e i per come...si dovette agire in quel modo......
Questo NON toglie nessuna responsabilità RIGUARDO ALL'ESSERE CRISTIANI....per aver agito contrariamente a quanto insegna il Maestro.....
Tutto qui....
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 56 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 04/10/2004 15.17
 

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

SANTA MESSA PER LA GIORNATA DEL PERDONO 
DELL’ANNO SANTO 2000

Domenica, 12 marzo 2000

1. "Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui che non aveva conosciuto il peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio" (2 Cor 5, 20-21).

Sono parole di San Paolo, che la Chiesa rilegge ogni anno, il Mercoledì delle Ceneri, all'inizio della Quaresima. Nel tempo quaresimale, la Chiesa desidera unirsi in modo particolare a Cristo, il quale, mosso interiormente dallo Spirito Santo, intraprese la sua missione messianica recandosi nel deserto e lì digiunò per quaranta giorni e quaranta notti (cfr Mc 1, 12-13).

Al termine di quel digiuno venne tentato da satana, come annota sinteticamente, nell'odierna liturgia, l'evangelista Marco (cfr 1, 13). Matteo e Luca, invece, trattano con maggiore ampiezza di questo combattimento di Cristo nel deserto e della sua definitiva vittoria sul tentatore: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto" (Mt 4, 10).

Chi parla così è Colui "che non aveva conosciuto peccato" (2 Cor 5, 21), Gesù, "il santo di Dio" (Mc 1, 24).

2. "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore" (2 Cor 5, 21). Poco fa, nella seconda Lettura, abbiamo ascoltato quest'affermazione sorprendente dell'Apostolo. Che cosa significano queste parole? Sembrano un paradosso, ed effettivamente lo sono. Come ha potuto Dio, che è la santità stessa, "trattare da peccato" il suo Figlio unigenito, inviato nel mondo? Eppure, proprio questo leggiamo nel passo della seconda Lettera di san Paolo ai Corinzi. Siamo di fronte ad un mistero: mistero a prima vista sconcertante, ma iscritto a chiare lettere nella divina Rivelazione.

Già nell'Antico Testamento, il Libro di Isaia ne parla con ispirata preveggenza nel quarto canto del Servo di Jahvé: "Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti" (Is 53, 6).

Cristo, il Santo, pur essendo assolutamente senza peccato, accetta di prendere su di sé i nostri peccati. Accetta per redimerci; accetta di farsi carico dei nostri peccati, per compiere la missione ricevuta dal Padre, il quale - come scrive l'evangelista Giovanni - "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui... abbia la vita eterna" (Gv 3, 16).

3. Dinanzi a Cristo che, per amore, si è addossato le nostre iniquità, siamo tutti invitati ad un profondo esame di coscienza. Uno degli elementi caratteristici del Grande Giubileo sta in ciò che ho qualificato come "purificazione della memoria" (Bolla Incarnationis mysterium, 11). Come Successore di Pietro, ho chiesto che "in questo anno di misericordia la Chiesa, forte della santità che riceve dal suo Signore, si inginocchi dinanzi a Dio ed implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli" (ibid.). L'odierna prima Domenica di Quaresima mi è parsa l'occasione propizia perché la Chiesa, raccolta spiritualmente attorno al Successore di Pietro, implori il perdono divino per le colpe di tutti i credenti. Perdoniamo e chiediamo perdono!

Questo appello ha suscitato nella Comunità ecclesiale un'approfondita e proficua riflessione, che ha portato alla pubblicazione, nei giorni scorsi, di un documento della Commissione Teologica Internazionale, intitolato "Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato". Ringrazio quanti hanno contribuito all'elaborazione di questo testo. Esso è molto utile per una corretta comprensione e attuazione dell'autentica richiesta di perdono, fondata sulla responsabilità oggettiva che accomuna i cristiani, in quanto membra del Corpo mistico, e che spinge i fedeli di oggi a riconoscere, insieme con le proprie, le colpe dei cristiani di ieri, alla luce di un accurato discernimento storico e teologico. Infatti "per quel legame che, nel Corpo mistico, ci unisce gli uni agli altri, tutti noi, pur non avendone responsabilità personale e senza sostituirci al giudizio di Dio che solo conosce i cuori, portiamo il peso degli errori e delle colpe di chi ci ha preceduto" (Incarnationis mysterium, 11). Riconoscere le deviazioni del passato serve a risvegliare le nostre coscienze di fronte ai compromessi del presente, aprendo a ciascuno la strada della conversione.

4. Perdoniamo e chiediamo perdono! Mentre lodiamo Dio che, nel suo amore misericordioso, ha suscitato nella Chiesa una messe meravigliosa di santità, di ardore missionario, di totale dedizione a Cristo ed al prossimo, non possiamo non riconoscere le infedeltà al Vangelo in cui sono incorsi certi nostri fratelli, specialmente durante il secondo millennio. Chiediamo perdono per le divisioni che sono intervenute tra i cristiani, per l'uso della violenza che alcuni di essi hanno fatto nel servizio alla verità, e per gli atteggiamenti di diffidenza e di ostilità assunti talora nei confronti dei seguaci di altre religioni.

Confessiamo, a maggior ragione, le nostre responsabilità di cristiani per i mali di oggi. Dinanzi all'ateismo, all'indifferenza religiosa, al secolarismo, al relativismo etico, alle violazioni del diritto alla vita, al disinteresse verso la povertà di molti Paesi, non possiamo non chiederci quali sono le nostre responsabilità.

Per la parte che ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, ha avuto in questi mali, contribuendo a deturpare il volto della Chiesa, chiediamo umilmente perdono.

In pari tempo, mentre confessiamo le nostre colpe, perdoniamo le colpe commesse dagli altri nei nostri confronti. Nel corso della storia innumerevoli volte i cristiani hanno subito angherie, prepotenze, persecuzioni a motivo della loro fede. Come perdonarono le vittime di tali soprusi, così perdoniamo anche noi. La Chiesa di oggi e di sempre si sente impegnata a purificare la memoria di quelle tristi vicende da ogni sentimento di rancore o di rivalsa. Il Giubileo diventa così per tutti occasione propizia per una profonda conversione al Vangelo. Dall'accoglienza del perdono divino scaturisce l'impegno al perdono dei fratelli ed alla riconciliazione reciproca.

5. Ma che cosa esprime per noi il termine "riconciliazione"? Per coglierne l'esatto senso e valore, bisogna prima rendersi conto della possibilità della divisione, della separazione. Sì, l'uomo è la sola creatura sulla terra che può stabilire un rapporto di comunione con il suo Creatore, ma è anche l'unica a potersene separare. Purtroppo, di fatto tante volte egli si allontana da Dio.

Fortunatamente molti, come il figlio prodigo, del quale parla il Vangelo di Luca (cfr Lc 15, 13), dopo aver abbandonato la casa paterna e dissipato l'eredità ricevuta giungendo a toccare il fondo, si rendono conto di quanto hanno perduto (cfr Lc 15, 13-17). Intraprendono allora la via del ritorno: "Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato..." (Lc 15, 18).

Dio, ben rappresentato dal padre della parabola, accoglie ogni figlio prodigo che a Lui fa ritorno. Lo accoglie mediante Cristo, nel quale il peccatore può ridiventare "giusto" della giustizia di Dio. Lo accoglie, perché ha trattato da peccato in nostro favore l'eterno suo Figlio. Sì, solo per mezzo di Cristo noi possiamo diventare giustizia di Dio (cfr 2 Cor 5, 21).

6. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito". Ecco significato, in sintesi, il mistero della redenzione del mondo! Occorre rendersi conto fino in fondo del valore del grande dono che il Padre ci ha fatto in Gesù. Bisogna che davanti agli occhi della nostra anima si presenti Cristo - il Cristo del Getsemani, il Cristo flagellato, coronato di spine, carico della croce, ed infine crocifisso. Cristo ha assunto su di sé il peso dei peccati di tutti gli uomini, il peso dei nostri peccati, perché noi potessimo, in virtù del suo sacrificio salvifico, essere riconciliati con Dio.

Si presenta oggi davanti a noi come testimone Saulo di Tarso, diventato san Paolo: egli sperimentò, in modo singolare, la potenza della Croce sulla via di Damasco. Il Risorto si manifestò a lui in tutta la sua abbagliante potenza: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?... Chi sei, o Signore?... Io sono Gesù, che tu perseguiti!" (At 9, 4-5). Paolo, che sperimentò in modo così forte la potenza della Croce di Cristo, si rivolge oggi a noi con un'ardente preghiera: "Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio". Questa grazia ci è offerta, insiste san Paolo, da Dio stesso, il quale dice a noi oggi: "Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso" (2 Cor 6, 1-2).

Maria, Madre del perdono, aiutaci ad accogliere la grazia del perdono che il Giubileo largamente ci offre. Fa' che la Quaresima di questo straordinario Anno Santo sia per tutti i credenti, e per ogni uomo che cerca Dio, il momento favorevole, il tempo della riconciliazione, il tempo della salvezza!

Sia lodato Gesù Cristo!


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 57 di 92 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 04/10/2004 16.30

Siccome si è parlato del versetto di Luca 22,36 ho cercato di fare qualche approfondimento e qualche riflessione al riguardo della questione della SPADA.

Rileggiamo i versetti in questione:

Lu 22,36 Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una.....

38 Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli rispose «Basta!».....

Lu 22,49 Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?».

50 E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. 51 Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!»E toccandogli l'orecchio, lo guarì.


In questi versetti di Luca, sembra che il Signore inviti i discepoli a rinunciare al necessario pur di procurarsi una spada. Vi è chi pensa che Gesù volesse riferirsi alla "spada dello Spirito", ma è difficile accettare una interpretazione puramente spirituale di questi versetti soprattutto se si tiene conto che il Signore nel brano di Luca non rimprovera i discepoli che possedevano già delle spade, che non spiega loro, come già in altre occasioni, che stava parlando in forma allegorica ma anzi si limita a dire solo un "BASTA" relativo alle spade in possesso dei discepoli praticamente autorizzandoli a portarli con loro.

Inoltre al verso 49 i discepoli domandano a Gesù se dovevano usare quelle spade.

Gesù non risponde e Pietro agisce colpendo un servo del sommo sacerdote.

Solo dopo questa azione difensiva da parte di Pietro, il Signore dice ancora un BASTA, e riattacca l'orecchio del servo ferito.

Cosa possa significare questo episodio non è semplice dirlo.

Tuttavia dal mio punto di vista personale penso che:

Se il Signore invita a portare la spada in momenti estremi, è segno che egli non esclude in maniera categorica che ci si possa servire di essa per un giusto motivo.

Se poi il Signore ha permesso che Pietro la usasse contro il servo per difenderlo ed è intervenuto solo dopo che lo ha usato, vuol dire ancora una volta che Egli non riprova in assoluto una difesa per giusta causa.

Il fatto che Gesù abbia poi invitato i discepoli a desistere da una difesa ad oltranza ma anzi a riporre la spada, può significare a mio avviso, varie cose.

Innanzitutto penso al fatto che la difesa, se pur legittima è meno meritoria dell'accettazione del sacrificio di sè; penso ancora al fatto che Gesù era venuto proprio per offrire la sua vita secondo quanto era stato scritto di Lui, ed una resistenza disperata dei discepoli sarebbe stata inutile ed inopportuna; inoltre Gesù insegna a rendere bene a chi ci fa del male mettendo in opera Egli stesso, in quel momento così cruciale, l'insegnamento dell'amore verso i nemici.

Quindi quel BASTA riferito alle spade e all'uso di esse è come se volesse dire: sono sufficienti per farvi capire, in questa situazione, quello che è possibile fare, quello che è meglio fare, e come, con quale disposizione occorre farlo.



Riporto qui di seguito, anche una esegesi protestante, preso dal sito la parola.net, che ho ritenuto interessante per dimostrare che il principio della legittima difesa viene anche da essi rilevato proprio in questo brano di luca:

Il Signore dice loro, che nelle scene di continuo e severo cimento che stavano innanzi a loro, essi dovranno praticare un metodo di esistenza diverso da quello cui si erano avvezzati, e che saranno necessarie la borsa e la tasca e le scarpe e le vesti, come pure i mezzi legittimi di difesa personale, che tutti sono rappresentati dalla spada. Essi non devono aspettare una interposizioue miracolosa di Dio a loro favore tanto continua da renderli indipendenti dall'uso di qualsiasi mezzo; all'opposto, devono mettere diligentemente in opera tutti i mezzi legittimi e ragionevoli, che possono servire al loro mantenimento e alla loro protezione. Questa dichiarazione, che la difesa personale e il proprio mantenimento sarebbero d'allora in poi necessarii, è una testimonianza decisiva, procedente dal Signore lui stesso, contro le opinioni dei Quaccheri ed altri "non resistenti", ..... Da Flavio siamo informati che, secondo l'uso di quei tempi, i viaggiatori portavano armi per difendersi contro ai ladri; e sembrerebbe che i discepoli non avessero del tutto negletta questa cautela anche mentre il Signore era ancora con loro, poiché in quell'istante avevano due spade nella camera del Convito.

(Infatti Pietro dice: "abbiamo qui due spade" ndr)

Amministra Discussione: | Riapri | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 19:27. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com