di Francesco Colafemmina
La potenza evocativa dei simboli è tale da renderne difficile la cancellazione dopo la loro introduzione nella quotidianità. Un esempio su tutti possiamo riscontrarlo nel caso della cosiddetta bandiera della "pace". Ancora ieri mi è capitato di vederla esposta in una splendida cattedrale del cinquecento.
Questa mefitica bandiera introdotta in Italia in occasione dello scoppio della guerra in Irak, dopo esser stata ritirata dalla maggior parte dei balconi italiani continua ad attecchire all'interno delle chiese cattoliche.
Cominciamo col dire che questa fantomatica bandiera è stata ufficialmente smascherata da un
articolo molto dettagliato pubblicato nell'estate 2008 dall'Agenzia Fides (che - sia detto per inciso - ha subito dei devastanti cambi al vertice qualche settimana fa). Cosa si dice in quell'articolo? Anzitutto che la bandiera cosiddetta "della pace" è la bandiera ufficiale dell'orgoglio gay. Fu disegnata dall'artista gay Gilbert Baker nel 1978. Come ha recentemente affermato lo stesso Baker, la bandiera fu disegnata come simbolo di "liberazione" da "coloro che fanno i legislatori della morale". Questa bandiera fu realizzata in occasione dell'assassinio dell'attivista gay Harvey Milk il 27 novembre 1978. Da allora cominciò ad andare a ruba tanto da diventare un vero e proprio vessillo della lotta gay alla conquista della libertà dalla morale "omofobica".
Lo stesso Baker spiegò che i colori della bandiera andavano letti in questo modo: il rosa indica la sessualità, l'indaco l'armonia, il rosso indica la vita, l'arancio è la salute, il giallo ricorda il sole, il verde rappresenta la natura, il blu è l'arte e il viola lo spirito.
Ciò detto è altresì evidente che il tentativo di ricondurre la creazione di questa bandiera al fondatore gandhiano della marcia "per la fratellanza dei popoli" Perugia-Assisi, Aldo Capitini, è piuttosto fallimentare. Sia perché questa è una evidente manipolazione storica, sia perché il rainbow flag è una specifica "proprietà" della comunità gay internazionale.
Chi l'ha dunque introdotta in chiesa? Lo ha fatto padre Alex Zanotelli, l'attivista comboniano che nel 2002, alla vigilia della guerra in Irak, si fece promotore della diffusione di questa pseudo bandiera della pace. Dico pseudo perché non si tratta della bandiera della pace di Capitini, bensì molto più chiaramente della bandiera dell'orgoglio homosex.
Senza paura di essere definiti omofobi, ma nutrendo il più profondo rispetto per chi vive anche con difficoltà la condizione omosessuale, non possiamo negare che proprio a partire dal 2002-2003 in Italia la lobby omosessuale ha cominciato a bombardarci mediaticamente. Non c'era fiction o serial televisivo che non vedesse la partecipazione di un personaggio "diverso", la pressione sul governo perché fossero adottati provvedimenti in materia di "matrimonio gay" cresceva sempre più, fino a giungere nel 2004 alla redazione della proposta di legge sui cosiddetti PACS (un acronimo contenente un riferimento anche troppo esplicito alla "pace" delle fantomatiche bandiere). Proprio come fino a qualche settimana fa, quando per autorizzare "moralmente" la legge sull'omofobia, i giornali e soprattutto le televisioni ci bombardavano con notizie di agguati anti gay ed atti omofobici di varia natura (tutti fatti spiacevoli ed infami, ma sui quali mai si era vista una tale concentrazione di attenzione mediatica - dato che purtroppo non si tratta di casi sporadici). E' altamente probabile che la diffusione di quelle bandiere facesse parte di un preciso atto di indottrinamento simbolico. Rendere certi vessilli accettabili e positivi agli occhi del "popolo" significa disinnescare potenziali opposizioni e scavalcare i pregiudizi morali.
Quel progetto dei "PACS" naufragò nei "DICO". Da allora molte bandiere sono scomparse dai balconi italiani, ma i Comboniani non hanno arretrato di un passo. Le bandiere dell'orgoglio gay in chiave pacifista continuano ad insidiare le nostre chiese e a costituire un vero e proprio "arredo sacro" della Casa del Signore. Quousque tandem?
In conclusione vorrei parlarvi di un film. Un film che molto probabilmente è costato caro al suo creatore, Stanley Kubrick. Parlo del famosissimo "Eyes Wide Shut" (occhi spalancati chiusi).
Kubrick morì (pare per attacco cardiaco) guardacaso pochi giorni prima di terminare il montaggio dell'opera.
Ad ogni modo, credo che quel film rappresenti la summa poetica ma anche ideale di un uomo dotato di una intelligenza fuori dal comune. Non è un film interessato al sesso o alla sessualità, come hanno spesso voluto farci credere. Si tratta invece di una acuta lezione sull'esistenza e l'attività di talune sette. Nel film ricorre la parola "rainbow" (arcobaleno) per designare l'ingresso in un'altra dimensione "over the rainbow"...
A questa accezione profondamente esoterica ed anticristiana accennava anche l'articolo dettagliatissimo di Fides, legando la nascita della bandiera alle dottrine teosofiche di Mme Blavatsky.
Alla luce di tutto ciò non sarà dunque opportuno eliminare ogni residua bandiera della pace dalle nostre chiese, magari spiegando ai propri parroci le ragioni evidenti dell'incompatibilità di questo simbolo con il Segno di Cristo che è la Croce?