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Possiamo fidarci dei MOVIMENTI sorti dopo il Concilio?

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2012 11:26
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03/02/2011 10:36
 
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Giappone: arcivescovo critica il Cammino il grido di dolore....

Dichiarazione del 2 febbraio 2011 di mons. Pietro Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo

Negli ultimi vent'anni la Conferenza Episcopale del Giappone (CBCJ) ha investito grande tempo ed energie per problemi riguardanti il Cammino Neocatecumenale (cui mi riferisco di seguito come "Cammino"). Con nostra estrema delusione, questi sforzi non hanno migliorato la situazione.

Sulla passione e sulle buone intenzioni del popolo del Cammino, non nutro il minimo dubbio. Tuttavia, le attività del Cammino negli ultimi trent'anni non possono in alcun modo essere definite un successo. Il fatto è che il carattere e la condotta del Cammino in Giappone non si sono adattati bene né alla Chiesa né alla società.

Forse è necessario per il Cammino sospendere le sue attività in Giappone per un periodo di meditazione e riflessione che potrebbe spianare la strada per un dialogo con la Chiesa in Giappone.

Non mi risulta che la conferenza episcopale giapponese abbia collettivamente raggiunto una decisione vincolante in tal senso. Piuttosto, a richiesta della Diocesi di Takamatsu, i sedici vescovi diocesani devono individualmente decidere e applicare un adeguato comportamento per le loro diocesi, basato sul proprio giudizio da ordinari locali.

La Chiesa cattolica in Giappone è una piccola minoranza, formata solo dallo 0,3 per cento della popolazione, e sono profondamente addolorato di vedere divisione, conflitto e caos muoversi contro di noi e che sono conseguenza del Cammino.

Per tredici anni, più di 30.000 persone l'anno hanno commesso suicidio in Giappone. Desidero che la gente del Cammino veda questa realtà. Chiedo anzitutto che si interroghino sulla questione e su cosa possono fare per queste persone. Se si comportano in modo che i membri della società giapponese possono capire e apprezzare, sicuramente ne guadagneranno la fiducia. Prego e mi auguro che essi si uniranno a noi nell'impegno di evangelizzazione su misura delle esigenze della gente del Giappone.

Le direttive provenienti dai quartier generali del Cammino a Roma hanno ricevuto la precedenza rispetto alla leadership dei vescovi, e così siamo continuamente confrontati con dilemmi, con gli animi tormentati e in afflizione. Si suppone che la missione della Chiesa in Giappone sia stata affidata ai suoi vescovi sul luogo. Accettiamo questo straordinario giogo sul nostro collo e dedichiamo i nostri sforzi più strenui alla missione e alla cura pastorale.

Parlando esclusivamente dell'Arcidiocesi di Tokyo, non credo che il Cammino finora abbia causato problemi particolarmente gravi, anche se mi vengono in mente la raccolta di fondi condotta senza il consenso del vescovo, ad esempio, e qualche confusione in specifiche parrocchie.

Tuttavia, la situazione è diversa per la provincia ecclesiastica di Osaka e soprattutto nella Diocesi di Takamatsu il problema è grave.

La Chiesa in Giappone iniziò nel 1549, con l'attività missionaria di san Francesco Saverio. È una Chiesa costruita da una moltitudine di missionari santi ed eccellenti ed è diventata madre di una moltitudine di martiri. Nonostante la persecuzione religiosa è sopravvissuta; sono passati centoquarant'anni da quando si è potuto apertamente ricominciare a promuovere la fede. Tra i grandi missionari che hanno lavorato in Giappone ci sono l’attuale preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás e padre Josep M. Abella, superiore generale dei Missionari Claretiani.

Nonostante tutto questo, resta ancora grande la strada da percorrere verso l'evangelizzazione del Giappone. Imploro Kiko e tutti i membri del Cammino di tenere a cuore questo fatto.

Capisco il motivo per cui il Cammino è stato costituito. Credo davvero che abbiano avuto un grande successo nella formazione di fede di coloro che erano stati battezzati ma avevano abbandonato la loro fede. Tuttavia, devo sottolineare che la situazione in un territorio di missione è diversa.

Sento dire che il popolo del Cammino è protettore di malati e disabili. Voglio che i neocatecumenali assumano questo ruolo in Giappone. Mi aspetto anche buoni risultati dal loro lavoro pastorale per i residenti stranieri. Ma vi chiedo di riflettere e pregare con noi per discernere ciò che è necessario per l'evangelizzazione del Giappone come veramente è oggi.





I neocat 'camminano' per conto loro

Nostra traduzione di un articolo pubblicato il 17 febbraio 2011 su UCAnews. Abbiamo evidenziato in neretto alcuni passaggi significativi.
Per i precedenti: [
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I NEOCAT 'CAMMINANO' PER CONTO LORO

Un sacerdote giapponese contribuisce al dibattito con le sue impressioni sul movimento laicale cattolico

Le attività del Cammino Neocatecumenale in Giappone sono finite recentemente sotto i riflettori poiché parecchi vescovi giapponesi hanno espresso la loro apprensione su tale movimento e hanno lamentato che è stato talvolta fonte di divisioni nelle loro chiese particolari.

Riportiamo qui un riassunto dei commenti sul Cammino espressi personalmente da don Eijiro Suwa, 63 anni, sacerdote dell'arcidiocesi di Osaka e parroco ad Enoguchi, nella prefettura di Kochi, nella diocesi di Takamatsu, a circa 600km a sud-est di Tokyo.


I preti del Cammino vengono ordinati come "sacerdoti diocesani" allo scopo di servire il Cammino stesso, e in verità non capiscono cosa significhi impegnarsi nella pastorale dell'evangelizzazione in obbedienza al loro vescovo. Proclamano ripetutamente: "siamo inviati in missione dal Vaticano", ed agli incontri del clero diocesano dicono in faccia al vescovo: "noi obbediamo al Vaticano".

Forse che non sono capaci di capire le direttive della diocesi per quanto riguarda la collaborazione nel ministero sacerdotale? Ai raduni dei preti della diocesi dicono: "quelle direttive non hanno niente a che vedere con noi". Non è un'esagerazione dire che la diocesi di Takamatsu viene utilizzata dal Cammino.

Nel periodo in cui in parrocchia c'erano le Prime Comunioni, un prete del Cammino chiese di poter essere lui ad amministrare la Prima Comunione ai figli dei neocatecumenali.

Quando morì un membro del Cammino, non fecero sapere nulla al parroco fino al giorno dopo il funerale (che avevano celebrato del tutto autonomamente).

Alla parrocchia di Enoguchi risultava esserci un prete in più: chi lo aveva nominato a tale incarico? Con qualche manovra segreta un prete del Cammino era stato inviato in parrocchia per seguire le liturgie e gli incontri dei neocatecumenali lì presenti. Venivano organizzati segretamente molti incontri ed eventi allo scopo di aumentare il numero di seguaci del Cammino.

SEMINARIO REDEMPTORIS

Ad oggi il Seminario Diocesano Internazionale "Redemptoris Mater" di Takamatsu è stato chiuso in diocesi e spostato a Roma col nuovo nome di Seminario "Redemptoris Mater" per il Giappone.

Al momento della fondazione del seminario, dato che il loro procedere non appariva né legalmente né finanziariamente corretto, e dato che non erano state prese in considerazione le esigenze della gente, sorsero molti problemi. Il seminario era stato stabilito nella diocesi di Takamatsu sotto la giurisdizione del vescovo, ma era evidente che era indipendente dalla diocesi e che tutto ciò che riguardasse formazione e amministrazione era gestito dal Cammino.

Il seminario era sostenuto da donazioni ma dal momento che non c'era nessun rendiconto alla diocesi, né economico né sulla formazione, non c'è mai stata trasparenza. Al vescovo non venivano neppure presentati i nuovi seminaristi che entravano ogni anno.

Per più di vent'anni molti dei fedeli della diocesi hanno acutamente sofferto questa situazione. Ma sebbene il dolore dei fedeli della diocesi e l'instancabile direzione del vescovo fossero ben udibili alle orecchie dei neocatecumenali, l'atteggiamento di questi ultimi era di pensare: "veniamo perseguitati".

FAMIGLIE MISSIONARIE

Ci sono due famiglie missionarie italiane presenti nella parrocchia di Enoguchi. Sono ottime persone.

La loro missione era di aiutare i preti del "Cammino". Hanno detto di essere state mandate in missione dal Vaticano per essere sottomesse completamente a quei preti. Sono state gentili con la gente della parrocchia di Enoguchi ma, quando il prete del Cammino non è più venuto in parrocchia per sue difficoltà con la lingua giapponese, è stato difficile per loro proseguire la loro missione.

LITURGIE

I membri del Cammino celebrano una messa speciale, organizzata secondo le loro catechesi, che non segue le linee guida sulla liturgia promulgate dalla Conferenza Episcopale Giapponese.

Questo è vero anche per la liturgia della Settimana Santa. Celebrano liturgie che ignorano la sensibilità dei giapponesi e sono considerate bizzarre (ad esempio i funerali).

C'è anche il problema della questua durante la messa, che non viene versata alla parrocchia ed il suo utilizzo non è chiaro.

Il vescovo, per rispetto ai membri del Cammino, aveva tentato di trattare questi problemi senza prendere pubblicamente posizione. Purtroppo i membri del Cammino non hanno compreso le intenzioni del Vescovo ed hanno continuato ad ignorarlo. Ogni volta che veniva fuori qualche problema la loro risposta era sempre enfaticamente: "noi obbediamo al Vaticano".

Nel lavorare per l'unità della nostra Diocesi il nostro Vescovo si è appellato al Vaticano più volte, ma ogni volta realizzava che a Roma non era mai ben compreso lo stato delle cose in Giappone.

Note sulla traduzione:
  1. nell'incipit in corsivo si dice che i vescovi hanno osservato che "talvolta" (sometimes) il Cammino ha creato divisioni. In realtà i vescovi giapponesi (come verificabile dai numerosi articoli pubblicati da qualche anno a questa parte) hanno detto che il Cammino è sempre stato fonte di divisioni.
  2. la questua è destinata alla parrocchia, mentre l'offerta per la messa è destinata al sacerdote. Possiamo immaginare lo sdegno dei fedeli di una diocesi povera (come quella di Takamatsu) nello scoprire che il Cammino si appropria indebitamente della questua.
  3. è significativo che si usi il termine "Vaticano" anziché "il Papa". I neocatecumenali si fanno vanto di essere inviati dal Papa, ma il parroco giapponese preferisce usare il termine "Vaticano" per sottolineare il suo rispetto al Papa piuttosto che a certi prelati "amici del Cammino" che stanno in Vaticano...
[Modificato da Caterina63 21/02/2011 15:13]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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