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Benedetto XVI tra gli "ultimi"

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2010 12:31
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13/02/2010 19:04
 
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Il Papa visita il centro dei servizi della Caritas diocesana alla stazione Termini

Nel cuore della solidarietà romana


di Mario Ponzi

"I barboni non portano soldi né voti e per questo non interessano a nessuno. Ma la Chiesa li porta nel cuore. Dunque sono anche nel mio". Era il mese di aprile del 1987 quando monsignor Luigi Di Liegro spiegava, con queste parole, il significato dell'iniziativa che stava presentando ai giornalisti romani. Si trattava di un ostello per i senza fissa dimora. Lo aveva appena inaugurato  formalmente  a  Roma,  nei pressi della stazione Termini. Ora quell'ostello porta il suo nome. E domani ospiterà per un paio d'ore Benedetto XVI, che rende visita alla comunità dell'ostello gestito dalla Caritas diocesana.

L'idea di dare un riparo al popolo della strada romano fu ispirata dalla grande opera di assistenza messa in campo da tutte le realtà del volontariato romano, cattolico e pubblico, durante la nevicata del gennaio 1985. Centinaia di barboni furono assistiti con pasti caldi distribuiti alla meno peggio in varie parti della città e a tanti fu assicurato un tetto per superare i rigori dell'inverno. Passata l'emergenza però, tutto era rimasto come prima.

In verità il problema era stato già sollevato da Giovanni Paolo ii durante la celebrazione del Te Deum di fine d'anno 1982. Egli aveva reclamato un intervento pubblico in favore delle decine e decine di barboni, la cui drammatica vicenda era venuta alla luce quando denunciarono lo scandalo della destinazione dell'ex obitorio comunale a rifugio notturno.

Sta di fatto che a maggio del 1985 venne annunciata la destinazione di alcuni locali di via Marsala, di proprietà delle Ferrovie dello Stato, ad alloggio per i senza tetto di Roma. La realizzazione e la gestione vennero affidate alla Caritas diocesana e don Di Liegro, allora direttore della Caritas, si prodigò in un lavoro instancabile per reperire i fondi necessari alla ristrutturazione. Più che altro erano proventi da donazioni benefiche. I lavori furono ultimati nel mese di aprile del 1987 ma si dovette attendere altri due mesi per l'apertura, avvenuta il 2 giugno del 1987. Oltre un milione e duecentomila persone hanno potuto usufruire in questi anni di ospitalità notturna. "Non si tratta - si legge in un opuscolo di presentazione - di un rifugio né di una stazione di arrivo.

È piuttosto un luogo di transito" dove chi giunge può contare su mani amiche, pronte ad aiutarlo e a sostenerlo, ma anche ferme e decise nell'indurlo a ripartire per trovare un ruolo nella società. Sono le mani dei tanti operatori, volontari, giovani del servizio civile, suore, sacerdoti, ragazzi e ragazze delle parrocchie romane che si danno il cambio giorno dopo giorno, per vivere "un'esperienza di accoglienza e di dialogo" e per aiutare, con la loro presenza discreta, ogni ospite a ritrovare ciò che di più importante ha perso in questa fase difficile della propria esistenza, cioè il suo essere persona.
La realizzazione dell'ostello è andata ad aggiungersi al servizio di prima assistenza medica, organizzato dalla Caritas diocesana di Roma già dal 1983, in favore di chi è malato e vive in condizioni di marginalità e di esclusione sociale.

Circa trecento volontari tra medici, infermieri, farmacisti e operatori dell'accoglienza, assicurano la loro generosa presenza e la loro competenza professionale a migliaia di persone, soprattutto immigrati, ma anche rom, senza dimora e spesso anche senza documenti, che hanno bisogno di cure o anche soltanto di essere ascoltati. Nel poliambulatorio - dal 1988 anch'esso parte integrante del complesso della stazione Termini - sono state assistite oltre ottantamila persone. Si tratta naturalmente di una struttura sanitaria a bassa soglia d'accesso ma ad alto impatto relazionale, dove professionalità, disponibilità e gratuità si incontrano con un'umanità sofferente e dove, con i gesti essenziali della cura, si cerca di dare una testimonianza dell'amore cristiano.

Dal 1993 a queste realtà è stata associata una mensa serale che offre pasti caldi giornalieri. È riservata a quanti sono muniti di un'apposita tessera, rilasciata dai centri di ascolto diocesani o dai municipi di appartenenza. Vengono distribuiti cinquecento pasti al giorno. Ma ciò che più conta è il lavoro di promozione umana e sociale che viene svolto dagli operatori, anche in quest0 caso nell'intento di restituire alla persona dignità e capacità relazionale. Il servizio mensa, organizzato dalla Caritas diocesana, si avvale anche di una convenzione con il Comune, grazie alla quale vengono assicurate quote di partecipazione. La maggior parte delle risorse, però, proviene dalle donazioni.

Completano il moderno e articolato complesso assistenziale una fornita Farmacia per la distribuzione dei farmaci e un centro di ascolto.
È dunque un vero e proprio polo integrato di accoglienza e di contrasto dell'emarginazione che la Caritas ha allestito a Roma, tra l'altro nelle vicinanze di un luogo-simbolo della città stessa, definito da certa letteratura come "il luogo-non luogo", nel quale chi è rimasto escluso dalla società, dalle relazioni e dagli affetti può trovare rifugio nell'anonimato, può nascondersi e confondersi nella marea della gente che va e che viene, ma oggi anche rispetto e amore in un gesto di solidarietà.
Il Papa si reca a far visita alla comunità dell'ostello romano non solo per dare corpo concreto a questo "gesto di amore e di solidarietà", ma anche per invitare, con il suo esempio, i vescovi d'Europa a fare altrettanto nelle loro diocesi, soprattutto in questo anno che la comunità europea ha voluto dedicare alla lotta contro la povertà.


(©L'Osservatore Romano - 14 febbraio 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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