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16/02/2010 12:31 | |
Gian Luigi Vian rivela: “Il Papa ha pianto tra i bisognosi di Roma”
CITTA’ DEL VATICANO - Gli obiettivi non hanno inquadrato le sue lacrime e i giornalisti non se ne sono accorti, ma chi gli era accanto, si'. Domenica, all'Ostello della Stazione Termini, incontrando i poveri, Benedetto XVI ha pianto. Le lacrime che gli sono affiorate, spiega il direttore dell'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, "sono il simbolo che piu' riassume il senso della sua visita". "Lacrime - scrive - nate dal cuore del Papa nell'ascoltare il saluto semplice e bello di Giovanna Cataldo, con parole, ha detto la donna con la voce che piu' volte si e' fermata per l'emozione, che non sono mie ma nostre' cioe' di quei volti e soprattutto di quelle anime che in ostello sono state per un momento o per molto tempo".
"E quei volti e quelle anime donne e uomini, bimbi e vecchi smarriti e soccorsi, dolenti e consolati in nome della carita' di Cristo - continua Vian che confida di essersi commosso anche lui vedendo il Papa con gli occhi lucidi - hanno chiesto al loro vescovo di "resistere alle fatiche del mondo". Per questo hanno assicurato la loro preghiera, per implorare da Dio serenita', forza e speranza per Benedetto XVI, soprattutto quando i giorni di pioggia si alterneranno ancora a quelli di sole".
Secondo Vian, "nessuno avrebbe potuto rivolgere parole piu' toccanti e vere al vescovo di Roma, di quella Chiesa identificata gia' nei primi decenni cristiani come colei che presiede alla carita'. Ed e' per questo di esempio al mondo. Non a caso la tradizione lega alla memoria del terzo grande santo romano dopo Pietro e Paolo, il diacono Lorenzo, la considerazione dei poveri come tesoro prezioso".
Il tesoro della Chiesa di Roma
Le lacrime di Benedetto XVI sono il simbolo che più riassume il senso della sua visita all'ostello della Caritas alla stazione Termini di Roma. Lacrime nate dal cuore del Papa e di molti presenti nell'ascoltare il saluto semplice e bello di Giovanna Cataldo, con parole - ha detto la donna con la voce che più volte si è fermata per l'emozione - che "non sono mie ma nostre", cioè di quei volti e soprattutto di quelle anime che in ostello sono state "per un momento o per molto tempo".
E quei volti e quelle anime - donne e uomini, bimbi e vecchi smarriti e soccorsi, dolenti e consolati in nome della carità di Cristo - hanno chiesto al loro vescovo di "resistere alle fatiche del mondo". Per questo hanno assicurato la loro preghiera, per implorare da Dio serenità, forza e speranza per Benedetto XVI, soprattutto "quando i giorni di pioggia si alterneranno ancora a quelli di sole".
Nessuno avrebbe potuto rivolgere parole più toccanti e vere al vescovo di Roma, di quella Chiesa identificata già nei primi decenni cristiani come colei che presiede alla carità. Ed è per questo di esempio al mondo. Non a caso la tradizione lega alla memoria del terzo grande santo romano dopo Pietro e Paolo, il diacono Lorenzo, la considerazione dei poveri come tesoro prezioso. "Questi vostri amici" li ha chiamati Benedetto XVI, che ha incontrato e accarezzato decine di loro mescolati ai volontari, circondato dal cardinale vicario e dai suoi vescovi.
Insieme all'annuncio della verità, la testimonianza della carità appartiene alla missione della Chiesa, ha sottolineato il Papa che ha voluto il termine caritas nel titolo di due sue encicliche. E questa vicinanza del Dio che le liturgie orientali chiamano "amico dell'uomo" si realizza nelle strutture di carità, come quella intitolata a un prete che Roma non dimentica, Luigi Di Liegro: strutture rese possibili anche dal sostegno di istituzioni pubbliche, che attraverso alcuni loro rappresentanti hanno preso parte alla visita.
Alle istituzioni e alle autorità il vicario di Roma ha chiesto di non ridurre l'aiuto ai poveri in un tempo difficile, nel quale i cuori sembrano indurirsi e che invece richiede la collaborazione di tutti, credenti e non credenti. Come vuole mostrare l'iniziativa europea che vede molti vescovi - in Italia, oltre il presidente della conferenza episcopale e diversi altri, tutti quelli dell'Umbria - seguire e sostenere l'esempio di Benedetto XVI. Che per annunciare il Dio "amico degli uomini" è vicino ai poveri, quegli "amici" che sono il tesoro della Chiesa.
g. m. v.
(©L'Osservatore Romano - 15-16 febbraio 2010)
Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine) |