È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM E I DISCORSI DEL PONTEFICE AI VESCOVI

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2013 13:10
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
19/11/2012 14:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

IL PAPA AI VESCOVI FRANCESI: ESERCITATE LA DIMENSIONE PROFETICA DEL VOSTRO MINISTERO

Città del Vaticano, 17 novembre 2012 (VIS).-“Il vostro Paese è ricco di una lunga storia cristiana che non può essere ignorata o sminuita, e che testimonia con eloquenza questa verità, che mostra, anche ai nostri giorni, la sua vocazione singolare”, ha detto il Papa ricevendo i prelati della Conferenza Episcopale della Francia nella sua quinquennale visita “ad Limina”.

“L'Anno della fede - ha osservato il Pontefice- ci permette di crescere nella fiducia, nella forza e nella ricchezza intrinseca del messaggio del Vangelo. Quante volte abbiamo visto che sono le parole di fede, le parole semplici e dirette, cariche della saggezza della Parola di Dio, quelle che più toccano i cuori e le menti e illuminano le decisioni? In quelle parole ed in quelle realtà vi sono le convinzioni fondamentali e i modi di pensare che possono dare speranza ad un mondo assettato di essa”.

Nei dibattiti chiave della società, la voce della Chiesa deve farsi ascoltare senza fragilità e con determinazione. Si fa ascoltare rispettando la tradizione francese in materia di distinzione tra le sfere di competenza della Chiesa e quelle dello Stato. In questo contesto, precisamente, l'armonia che esiste tra la fede e la ragione vi dà una sicurezza: il messaggio di Cristo e della sua Chiesa non è solo portatore di una identità religiosa che richiede di essere rispettata come tale; apporta una saggezza che permette di percepire con rettitudine quali sono le risposte concrete alle domande più pressanti, e a volte angoscianti dell'epoca attuale. Esercitando, come già fate, la dimensione profetica del vostro ministero episcopale, apportate a questi dibattiti una parola indispensabile di verità che libera e apre il cuore alla speranza”.

A seguire, il Papa ha elogiato i numerosi intellettuali francesi, credenti e non credenti, i quali “sono coscienti delle enormi sfide della nostra epoca, e per i quali il messaggio cristiano è un punto di riferimento insostituibile”; e ha ricordato la vitalità delle comunità religiose, in particolar modo quelle monastiche, che “arricchiscono la società intera e non solo la Chiesa” di questo Paese. Ha fatto riferimento alla liturgia, attraverso la quale la Chiesa “contribuisce all'opera civilizzatrice”, puntualizzando che in questo ambito “il rispetto delle norme stabilite esprime l'amore e la fedeltà alla Chiesa; la bellezza delle cerimonie costituisce un'opera durevole ed efficace di evangelizzazione, molto più delle innovazioni e degli aggiustamenti soggettivi,”.

Benedetto XVI ha toccato anche la questione della trasmissione della fede alle nuove generazioni, un tema di cui i vescovi “non ignorano le sfide; sia che si tratti della difficoltà relativa al passaggio della fede ricevuta – in famiglia, nella società -, sia che si tratti della fede personalmente assunta alle porte dell'età adulta, o ancora di più, della difficoltà legata ad una vera rottura nella trasmissione della fede, quando le successive generazioni vivono lontane da essa. Vi è anche l'enorme sfida di vivere in una società che non sempre condivide gli insegnamenti di Cristo, e che, a volte, ridicolizza o emargina la Chiesa cercando di confinarla esclusivamente nella sfera privata. Per fare fronte a queste enormi sfide, la Chiesa ha bisogno di testimoni credibili”.

“Coscienti della forza dell'esempio -ha detto il Papa ai vescovi- saprete trovare le parole e i gesti per incoraggiare i fedeli ad incarnare questa “unità di vita”. Devono sentire che la loro fede li impegna, che rappresenta per loro una liberazione e non un peso, che la coerenza è fonte di allegria e fecondità. Questo attiene anche al suo legame e alla sua fedeltà all'insegnamento morale della Chiesa come, ad esempio, mostrando il valore delle loro convinzioni cristiane, senza arroganza, ma con rispetto, nelle differenti circostanze in cui operano. Coloro che si dedicano alla vita pubblica hanno, in questo ambito, una responsabilità speciale. Insieme ai vescovi, devono prestare attenzione ai progetti delle leggi civili che possono mettere in pericolo l'istituzione del matrimonio tra l'uomo e la donna, il valore della vita dal concepimento fino alla morte, e il corretto orientamento della bioetica nella fedeltà ai documenti del magistero. E' oggi più necessario che mai che siano numerosi i cristiani che intraprendono il cammino del servizio al bene comune, approfondendo la Dottrina Sociale della Chiesa”.







DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
AL GRUPPO DEGLI ECC.MI PRESULI DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE DI FRANCIA,
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»

Sala del Concistoro
Sabato, 17 novembre 2012

 

Signor Cardinale, cari fratelli nell’episcopato,

La ringrazio, Eminenza, per le sue parole; conservo un ricordo molto vivo del mio soggiorno a Parigi nel 2008, che ha permesso intensi momenti di fede e un incontro con il mondo della cultura. Nel messaggio che le ho rivolto in occasione del raduno a Lourdes che lei ha organizzato lo scorso marzo, ho ricordato che «il concilio Vaticano II è stato e rimane un autentico segno di Dio per il nostro tempo». Ciò è particolarmente vero nell’ambito del dialogo tra la Chiesa e il mondo, questo mondo «con il quale vive e agisce» (cfr. Gaudium et spes, n. 40 § 1) e sul quale vuole diffondere la luce che la vita divina irradia (Ibidem, § 2). Come lei sa, più la Chiesa è consapevole del suo essere e della sua missione, più è capace di amare questo mondo, di volgere su di esso uno sguardo fiducioso, ispirato da quello di Gesù, senza cedere alla tentazione dello sconforto o del ripiegamento. E «la Chiesa, compiendo la sua missione già con questo stesso fatto stimola e dà il suo contributo alla cultura umana e civile» (Ibidem, n. 58, 4), dice il concilio.

La vostra nazione è ricca di una lunga storia cristiana che non può essere ignorata o sminuita, e che testimonia con eloquenza questa verità, che configura ancora oggi la sua singolare vocazione. Non solo i fedeli delle vostre diocesi, ma i fedeli di tutto il mondo, si aspettano molto, siatene certi, dalla Chiesa che è in Francia. Come pastori, noi siamo naturalmente consapevoli dei nostri limiti; ma, confidando nella forza di Cristo, sappiamo anche che spetta a noi essere «gli araldi della fede» (Lumen gentium, n. 50), che devono, con i sacerdoti e i fedeli, testimoniare il messaggio di Cristo «in modo tale che tutte le attività terrene dei fedeli siano pervase dalla luce del Vangelo» (Gaudium et spes, n. 43 § 5).

L’Anno della fede ci permette di accrescere la nostra fiducia nella forza e nella ricchezza intrinseche del messaggio evangelico. In quante occasioni abbiamo constatato che sono le parole della fede, parole semplici e dirette, cariche della linfa della Parola divina, a toccare meglio i cuori e le menti e ad apportare le luci più decisive? Non dobbiamo quindi aver paura di parlare con un vigore tutto apostolico del mistero di Dio e del mistero dell’uomo, e di mostrare instancabilmente le ricchezze della dottrina cristiana. In essa ci sono parole e realtà, convinzioni fondamentali e modi di ragionare che sono i soli a poter portare la speranza di cui il mondo ha sete.

Nei dibattiti sociali importanti, la voce della Chiesa deve farsi sentire senza posa e con determinazione. E lo fa nel rispetto della tradizione francese in materia di distinzione tra le sfere di competenza della Chiesa e quelle di competenza dello Stato. In tale contesto, proprio l’armonia che esiste tra la fede e la ragione vi dà una certezza particolare: il messaggio di Cristo e della sua Chiesa non è solo portatore di un’identità religiosa che esigerebbe di essere rispettata come tale; esso contiene anche una saggezza che permette di esaminare con rettitudine le risposte concrete alle questioni pressanti, e talvolta angoscianti, del tempo presente. Continuando a esercitare, come voi fate, la dimensione profetica del vostro ministero episcopale, portate in questi dibattiti una parola indispensabile di verità, che rende liberi e apre i cuori alla speranza. Questa parola, ne sono convinto, è attesa. Essa trova sempre un’accoglienza favorevole quando viene presentata con carità, non come il frutto delle nostre riflessioni, ma prima di tutto come la parola che Dio vuole rivolgere a ogni uomo.

A tale proposito, mi torna in mente l’incontro che ha avuto luogo nel Collège des Bernardins. La Francia può fregiarsi di annoverare tra i suoi figli e le sue figlie numerosi intellettuali di alto livello, alcuni dei quali guardano alla Chiesa con benevolenza e rispetto. Credenti o non credenti, essi sono consapevoli delle immense sfide della nostra epoca, in cui il messaggio cristiano è un punto di riferimento insostituibile. Può essere che altre tradizioni intellettuali o filosofiche si esauriscano, ma la Chiesa trova nella sua missione divina la sicurezza e il coraggio di predicare, in ogni occasione opportuna e non opportuna, la chiamata universale alla Salvezza, la grandezza del disegno divino per l’umanità, la responsabilità dell’uomo, la sua dignità e la sua libertà, — e malgrado la ferita del peccato — la sua capacità di discernere in coscienza ciò che è vero e ciò che è buono, e la sua disponibilità alla grazia divina. Nel Collège des Bernardins ho voluto ricordare che la vita monastica, interamente orientata alla ricerca di Dio, il quaerere Deum, risulta fonte di rinnovamento e di progresso per la cultura. Le comunità religiose, e soprattutto quelle monastiche, del vostro Paese, che conosco bene, possono contare sulla vostra stima e sulla vostra attenta sollecitudine, nel rispetto del carisma proprio di ciascuna. La vita religiosa, al servizio esclusivo dell’opera di Dio, alla quale nulla può essere preferito (cfr. Regola di san Benedetto), è un tesoro nelle vostre diocesi. Essa offre una testimonianza radicale sul modo in cui l’esistenza umana, proprio quando si pone interamente nella sequela di Cristo, realizza appieno la vocazione umana alla vita beata. L’intera società, e non solo la Chiesa, viene profondamente arricchita da tale testimonianza. Offerta nell’umiltà, nella dolcezza e nel silenzio, essa apporta per così dire la prova che nell’uomo c’è di più dell’uomo stesso.

Come ricorda il Concilio, l’azione liturgica della Chiesa fa anche parte del suo contributo all’opera civilizzatrice (cfr. Gaudium et spes, n. 58, 4). La liturgia è in effetti la celebrazione dell’evento centrale della storia umana, il sacrificio redentore di Cristo. Per questo testimonia l’amore con il quale Dio ama l’umanità, testimonia che la vita dell’uomo ha un senso e che egli è per vocazione chiamato a condividere la vita gloriosa della Trinità. L’umanità ha bisogno di questa testimonianza. Ha bisogno di percepire, attraverso le celebrazioni liturgiche, la consapevolezza che la Chiesa ha della signoria di Dio e della dignità dell’uomo. Ha diritto di poter discernere, al di là dei limiti che segneranno sempre i suoi riti e le sue cerimonie, che Cristo «è presente nel sacrificio della Messa, e nella persona del ministro» (cfr. Sacrosanctum concilium, n. 7). Conoscendo le cure di cui cercate di circondare le vostre celebrazioni liturgiche, v’incoraggio a coltivare l’arte di celebrare, ad aiutare i vostri sacerdoti in tal senso, e di lavorare senza posa alla formazione liturgica dei seminaristi e dei fedeli. Il rispetto delle norme stabilite esprime l’amore e la fedeltà alla fede della Chiesa, al tesoro di grazia che essa custodisce e trasmette; la bellezza delle celebrazioni, molto più delle innovazioni e degli accomodamenti soggettivi, fa opera duratura ed efficace di evangelizzazione.

Grande è oggi la vostra preoccupazione per la trasmissione della fede alle giovani generazioni. Molte famiglie nel vostro Paese continuano a garantirla. Benedico e incoraggio di tutto cuore le iniziative che prendete per sostenere queste famiglie, per circondarle della vostra sollecitudine, per favorire la loro assunzione di responsabilità nell’ambito educativo. La responsabilità dei genitori in questo ambito è un bene prezioso, che la Chiesa difende e promuove sia come una dimensione inalienabile e fondamentale del bene comune di tutta la società, sia come un’esigenza della dignità della persona e della famiglia. Sapete anche che in questo ambito le sfide non mancano: siano esse la difficoltà legata alla trasmissione della fede ricevuta, — familiare, sociale — quella della fede accolta personalmente alla soglia dell’età adulta, o ancora, la difficoltà costituita da una vera rottura nella trasmissione, quando si succedono diverse generazioni ormai allontanatesi dalla fede viva. C’è anche l’enorme sfida di vivere in una società che non sempre condivide gli insegnamenti di Cristo, e che a volte cerca di ridicolizzare o di emarginare la Chiesa, volendo confinarla nella sola sfera privata. Per accogliere queste immense sfide, la Chiesa ha bisogno di testimoni credibili. La testimonianza cristiana radicata in Cristo e vissuta nella coerenza di vita e con autenticità, è multiforme, senza alcun schema preconcetto. Nasce e si rinnova incessantemente sotto l’azione dello Spirito Santo. A sostegno di questa testimonianza, il Catechismo della Chiesa cattolica è uno strumento molto utile, perché mostra la forza e la bellezza della fede. V’incoraggio a farlo ampiamente conoscere, in particolare in questo anno in cui celebriamo il ventesimo anniversario della sua pubblicazione.

Nel posto che vi corrisponde, voi rendete altresì testimonianza attraverso la vostra dedizione, la vostra semplicità di vita, la vostra sollecitudine pastorale, e al di sopra di tutto, attraverso l’unione tra di voi e con il Successore dell’Apostolo Pietro. Consapevoli della forza dell’esempio, saprete così trovare le parole e i gesti per incoraggiare i fedeli a incarnare questa «unità di vita». Essi devono sentire che la loro fede li impegna, che è per loro una liberazione e non un fardello, che la coerenza è fonte di gioia e di fecondità (cfr. Esortazione apostolica Christifideles laici, n. 17). Ciò vale sia per il loro attaccamento e la loro fedeltà all’insegnamento morale della Chiesa, sia, ad esempio, per il coraggio di manifestare le loro convinzioni cristiane, senza arroganza ma con rispetto, nei diversi ambiti in cui operano. Quelli fra loro che sono impegnati nella vita pubblica hanno una responsabilità particolare in questo ambito. Con i Vescovi, avranno a cuore di prestare attenzione ai progetti di leggi civili che possono attentare alla tutela del matrimonio tra un uomo e una donna, alla salvaguardia della vita umana dal concepimento fino alla morte, e al giusto orientamento della bioetica in fedeltà ai documenti del Magistero. È più che mai necessario che siano in molti i cristiani che intraprendano il cammino del servizio al bene comune, approfondendo in particolare la Dottrina sociale della Chiesa.

Potete contare sulla mia preghiera affinché i vostri sforzi in questo ambito rechino frutti abbondanti. Per concludere, invoco la benedizione del Signore su di voi, sui vostri sacerdoti e i vostri diaconi, sui religiosi e le religiose, sulle altre persone consacrate che operano nelle vostre diocesi, e sui vostri fedeli. Che Dio vi accompagni sempre! Grazie.

[SM=g1740738]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:57. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com