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BASTA con lo strumentalizzare Giovanni Paolo II: i danni di certa pubblicità

Ultimo Aggiornamento: 11/05/2011 11:18
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26/06/2010 11:36
 
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Dubbi sul miracolo di Wojtyla, da santo subito a santo mai

di Andrea Tornielli

Il processo di beatificazione non procede. Ora la parola d’ordine ai sacri palazzi è: "Non c’è fretta". Si cercano altri casi di guarigioni. A creare intoppi è il caso della suora guarita per una intercessione attribuita al Pontefice. Stanno emergendo sospetti su alcuni membri dell’entourage di quando il Papa era malato

Il processo di Papa Wojtyla non procede.

E anche l’ipotetica data per la beatificazione nella primavera 2011, ancora di per sé possibile, non è più certa. Dopo la proclamazione delle virtù eroiche del Pontefice po­lacco, avvenuta in tempi record lo scorso 19 dicembre, la nuova parola d’ordine nei sacri palazzi è diventa­ta: «Non c’è fretta». Santo subito, in­somma, ma non subitissimo. A crea­r­e difficoltà è il presunto miracolo at­tribuito all’intercessione di Giovan­ni Paolo II, presentato all’inizio del­l’anno dal postulatore del processo, monsignor Slawomir Oder: si tratta, com’è noto, della guarigione di suor Marie Simon-Pierre, una religiosa francese affetta da una forma aggres­siva di morbo di Parkinson.

La malat­tia, che l’aveva costretta ad abbando­n­are il suo servizio nel reparto mater­nità di un ospedale di Arles, era scomparsa istantaneamente e in­spiegabilmente dopo che le conso­relle, nel giugno 2005, si erano rivol­te a Papa Wojtyla appena scompar­s­o chiedendogli il miracolo della gua­rigione. La Congregazione per le cause dei santi ha ricevuto tutta la documenta­zione medica e le carte del processo diocesano, quindi ha incaricato due specialisti di malattie neurodegene­r­ative già membri della consulta me­dica del dicastero.

Si attendeva per aprile la convocazione della consul­ta – presieduta dal professor Patrizio Polisca, medico personale di Bene­detto XVI – chiamata a discutere il ca­so e a pronunciarsi sull’effettiva in­spiegabilità dal punto di vista scienti­fico della guarigione. Poi la pratica sarebbe passata ai teologi (devono verificare se il miracolo è avvenuto effettivamente dopo l’invocazione a Papa Wojtyla) e infine ai cardinali. La firma di Ratzinger avrebbe sanci­to la conclusione del processo sul mi­racolo e dunque il via libera definiti­vo per la beatificazione. Uno dei due specialisti consultati ha però preannunciato un parere de­cisamente negativo, sollevando dub­bi sulla diagnosi fatta in partenza dai medici francesi e dunque mettendo in dubbio che davvero la religiosa guarita fosse affetta dal Parkinson. La Congregazione ha dunque affida­to una terza perizia, ma a tutt’oggi due pareri non sono ancora stati con­segnati e per questo motivo non si è fissata la data della consulta che, sal­vo improbabili sorprese, slitterà a do­po l’estate.

«Ma c’è anche l’ipotesi concreta –spiegano al Giornale auto­­revoli fonti d’Oltretevere – che la con­sulta su questo presunto miracolo non si tenga proprio. E che si chieda dunque al postulatore della causa di cambiare miracolo e di presentare un altro caso di guarigione».

La popo­larità di Papa Wojtyla, l’emozione per la sua morte, il fiume ininterrotto di persone che visitano la sua tomba hanno fatto sì che moltissime segna­lazioni di grazie e presunte guarigio­ni miracolose siano state segnalate. Dunque monsignor Oder non avreb­be che l’imbarazzo della scelta nel ca­s­o la Congregazione dei santi respin­gesse il presunto miracolo presenta­to nei mesi scorsi. A tutt’oggi però nessuna comunicazione in questo senso è partita dagli uffici del dicaste­ro chiamato «la fabbrica dei santi». «Non c’è fretta, tutto procede se­condo le regole, senza corsie prefe­renziali », ripetono gli addetti ai lavo­ri. È innegabile però che proprio in questi mesi il processo del Papa «Santo subito» abbia subito un signi­­ficativo rallentamento, non spiegabi­le soltanto con i pur reali problemi tecnici sul miracolo.
L’impressione è che più di qualcuno nella Santa Se­de voglia andare avanti con calma, specie in un periodo nel quale emer­gono sospetti e ombre su alcuni im­portanti membri dell’entourage wojtyliano degli ultimi anni del pon­ti­ficato, quando Giovanni Paolo II era molto malato.

La gestione di alcu­ni clamorosi casi di abusi sessuali, fi­no alla vicenda che coinvolge Propa­ganda Fide in questi giorni, accom­pagnata da avvertimenti trasversali tra «vecchie» e «nuove» cordate, han­no aperto molte domande, anche se nessuno, dentro il Vaticano, ha mai manifestato dubbi sulla santità per­son­ale di Giovanni Paolo II e le even­tuali opacità dell’entourage non han­no a che fare con il processo. È però più che comprensibile che si proce­da con cautela, nonostante la spinta a far presto che arriva dall’arcivesco­vo di Cracovia, il cardinale Stanislaw Dziwisz.

Una cautela aumentata dal­l’attesa per le pr­ossime nomine inter­ne alla stessa Congregazione dei san­ti. L’attuale arcivescovo Segretario Michele Di Ruberto sta per lasciare, e ci sono due candidati alla succes­sione: il sottosegretario Marcello Bartolucci e il capo della task-force antipedofilia dell’ex Sant’Uffizio, il maltese Charles Scicluna. 

Il Giornale, 26 giugno 2010



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Oserei dire che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi.... Occhiolino
fin dalle prime discussioni su questo argomento, ho sempre trattato la questione dell'anomalia nelle modalità usate per valutare non solo la guarigione, ma quella dannata e diabolica IMPOSIZIONE SUPERBA di affrettare le cose...gli eventi...un grazie a Ruini per questa situazione disastrosa....e un grazie alla Provvidenza per come sta suggerendo al Pontefice nella CALMA, NELL'ATTESA PAZIENTE, EVITANDO LA FRETTA...malconsigliera...
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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