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Cent'anni fa san Pio X donava la Prima Comunione ai Bambini "Quam singulari Christus amore"

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2012 17:38
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I sacramenti di Gesù e i bambini


Il prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, su L’Osservatore Romano di domenica 8 agosto 2010 afferma che oggi è ancora più necessario anticipare l’età della prima comunione


del cardinale Antonio Cañizares Llovera


Benedetto XVI dà la comunione a un bambino nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, Roma <BR>[© Osservatore Romano]

Benedetto XVI dà la comunione a un bambino nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura, Roma
[© Osservatore Romano]

Cento anni fa con il decreto Quam singulari Pio X, seguendo fedelmente gli insegnamenti dei concili Lateranense IV e Tridentino, fissò la prima comunione e la prima confessione dei bambini all’età dell’uso della ragione, cioè intorno ai sette anni.

Questa disposizione implicava un cambiamento molto importante nella pratica pastorale e nella concezione abituale di allora, che per diverse ragioni avevano ritardato questo avvenimento così fondamentale per l’uomo.


Con questo decreto Pio X, il grande e santo Papa della pietà e della partecipazione eucaristica, con il desiderio di rinnovamento ecclesiale che ispirò il suo pontificato, insegnò a tutta la Chiesa il senso, il momento, il valore e la centralità della santa comunione per la vita di tutti i battezzati, compresi i bambini.

Nello stesso tempo sottolineava e ricordava a tutti l’amore e la predilezione di Gesù per i bambini poiché egli, oltre a farsi bambino, manifestò il suo amore verso di loro con gesti e parole, al punto di dire: «Se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli»; «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio». Essi sono sempre amici molto speciali del Signore.

Con la stessa predilezione, lo stesso sguardo amorevole e la stessa attenzione e sollecitudine speciale, la Chiesa guarda, segue, si prende cura e si preoccupa dei bambini. Per questo, come madre amorevole, auspica che i suoi figli piccoli, i primi nel regno dei cieli, partecipino presto, con la debita disposizione, del dono migliore e più grande che Gesù ci ha lasciato in memoria sua: il suo corpo e il suo sangue, il pane della vita. Grazie alla santa comunione, Gesù in persona, Figlio unico di Dio, entra nella vita di chi lo riceve e prende dimora in lui.

Non esiste amore più grande, né più grande regalo. Questo è un dono di amore che vale più di ogni altra cosa nella vita di ogni uomo. Essere con il Signore; che il Signore sia in noi, dentro di noi; che ci alimenti e ci sazi; ci prenda per mano e ci guidi; che ci vivifichi e che noi si resti fedeli nella comunione e nell’amicizia con lui: è senza dubbio la cosa più grande, più gratificante, più gioiosa che possa capitare. Come rimandare, allora, per i bambini, questo incontro con Gesù, visto che sono i suoi migliori amici, coloro che sono amati in modo speciale da Dio Padre, oggetto delle cure speciali della Chiesa, madre santa?

La prima comunione dei bambini è come l’inizio di un cammino insieme a Gesù, in comunione con lui: l’inizio di un’amicizia destinata a durare e a rafforzarsi per tutta la vita con lui; l’inizio di un cammino, perché con Gesù, uniti senza separarci, procediamo bene e la vita diventa buona e gioiosa; con lui dentro di noi possiamo essere senza dubbio persone migliori. La sua presenza tra noi e con noi è luce, vita e pane nel cammino. L’incontro con Gesù è la forza di cui abbiamo bisogno per vivere con allegria e speranza.

Non possiamo, ritardando la prima comunione, privare i bambini – l’anima e lo spirito dei bambini – di questa grazia, opera e presenza di Gesù, di questo incontro di amicizia con lui, di questa partecipazione singolare di Gesù stesso e di questo alimento del cielo per poter maturare e arrivare così alla pienezza. Tutti, specialmente i bambini, hanno bisogno del pane disceso dal cielo, perché anche l’anima deve nutrirsi, e non bastano le nostre conquiste, la scienza, le tecniche, per quanto importanti siano. Abbiamo bisogno di Cristo per crescere e maturare nelle nostre vite.

Questo è ancora più importante nei momenti che viviamo e lo è in modo speciale per i bambini, la cui grandezza, purezza, semplicità, “santità”, attitudine verso Dio e amore che li costituiscono sono per disgrazia di frequente manipolati e distrutti. I bambini vivono immersi in mille difficoltà, circondati da un ambiente difficile che non li incoraggia a essere ciò che Dio vuole da loro; e molti vittime della crisi della famiglia. In questo clima sono ancora più necessari per loro l’incontro, l’amicizia, l’unione con Gesù, la sua presenza e la sua forza. Essi sono, senza dubbio, grazie alla loro anima immacolata e aperta, coloro che sono meglio disposti a questo incontro.

Il centenario del decreto Quam singulari è un’occasione provvidenziale per ricordare e insistere di prendere la prima comunione quando i bambini abbiano l’età dell’uso della ragione, che oggi sembra addirittura essersi anticipata. Non è dunque raccomandabile la prassi che si sta introducendo sempre più di elevare l’età della prima comunione. Al contrario, è ancora più necessario anticiparla. Di fronte a quanto sta accadendo con i bambini e all’ambiente così avverso in cui non priviamoli del dono di Dio: può essere, è la garanzia della loro crescita come figli di Dio, generati dai sacramenti dell’iniziazione cristiana in seno alla santa madre Chiesa. La grazia del dono di Dio è più potente delle nostre opere e dei nostri piani e programmi.

Quando Pio X anticipò l’età della prima comunione, insistette anche sulla necessità di una buona formazione, di una buona catechesi. Oggi dobbiamo accompagnare questa stessa anticipazione dell’età con una nuova e vigorosa pastorale di iniziazione cristiana. Le linee tracciate dal Catechismo della Chiesa cattolica, dal direttorio generale per la catechesi e da quello per le messe dei fanciulli sono una guida imprescindibile in questa pastorale nuova o rinnovata dell’iniziazione cristiana così fondamentale per il futuro della Chiesa, la madre che, con l’aiuto della grazia dello Spirito, genera e fa maturare i suoi figli attraverso i sacramenti dell’iniziazione, la catechesi e tutta l’azione pastorale che l’accompagna.
Non chiudiamo allora le orecchie alle parole di Gesù: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite». Egli vuole stare in loro e con loro, perché «ai bambini e a chi è come loro appartiene il regno di Dio».

[SM=g1740738]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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