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E' deceduto l'ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2010 09:55
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18/08/2010 16:04
 
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LA VISITA

Cossiga da Ratzinger Pastasciutta e barzellette


BOLZANO — Cossiga è stato ricevuto dal Papa. Un incontro tra amici all'insegna dell'allegria. L'ex presidente: «Gli porto fortuna».

di DAMIANO VEZZOSI

Le vacanze di Ratzinger Pastasciutta nel menu. «Il Pontefice ama schernirsi dicendo che capisce un po' di teologia»

Cossiga dal Papa: «Io gli porto fortuna»

L'ex capo dello Stato: pranzammo a Bressanone anche prima della sua elezione
«Non si è parlato di politica. Abbiamo ricordato che l'ultima volta poteva ancora camminare per le strade»


BOLZANO — «Il Papa sta benissimo, è allegrissimo, rideva di gusto quando gli raccontavo le barzellette». Il presidente emerito Francesco Cossiga ieri ha pranzato con Benedetto XVI a Bressanone, descrivendo dopo un pontefice in gran forma. Circa due ore trascorse al Seminario maggiore in compagnia del Santo padre, del rettore del seminario Ivo Musner e della sua «famiglia» come anche Cossiga l'ha chiamata.

Il presidente emerito è in vacanza in val Gardena e «ha più volte espresso il desiderio di incontrare il Santo Padre, manifestando per lui stima e apprezzamento — come ha spiegato padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana — Il Papa ha deciso di invitarlo, cogliendo l'occasione anche del suo recente compleanno». Il piccolo corteo blindato del presidente emerito ha varcato il cancello intorno alle 12,30. Ad attenderlo una piccola folla di curiosi in attesa, a dire il vero, dell'uscita del Papa più che dell'ingresso di qualcuno.

Cossiga è uscito intorno alle 14,30 recandosi a visitare il comando della stazione compagnia carabinieri di Bressanone. Poco dopo ha incontrato i giornalisti. «Abbiamo parlato di ricordi comuni», ha detto l'ex presidente della Repubblica, subito dopo la visita.
«Ho scherzato sul fatto che gli ho portato fortuna. L'ultima volta che ci siamo visti, qui a Bressanone, era il 2004 e, dopo otto mesi, lui è stato eletto Papa». Il menu è stato semplice: pastasciutta.

Inevitabile la domanda sul contenuto del colloquio, prevedibile la risposta. «Non abbiamo parlato di politica — ha assicurato l'ex presidente — Con il Papa non si parla di politica, certi temi si affrontano col segretario di Stato vaticano ».
Un breve commento alle voci di un incontro con il cancelliere tedesco Angela Merkel. «Per far incontrare due Capi di Stato le cancellerie si mettono al lavoro mesi prima — ha spiegato Cossiga — Non è che perché entrambi sono tedeschi allora è più facile ».

Cossiga ha anche ricordato di conoscere Ratzinger sin dal 1982, quando era teologo, e di averne coltivato l'amicizia quando divenne arcivescovo di Monaco e successivamente quando assunse l'incarico di prefetto per la dottrina della Fede. «È uno degli uomini più intelligenti e colti che io abbia mai conosciuto — ha affermato —. È anche una persona che si schernisce. Di sè stesso dice: "Sono uno che capisce qualcosa di teologia".
C'è anche un'altra cosa che non capisco: molti non credono che sia una persona estremamente allegra».

L'ex presidente della Repubblica ha anche raccontato un aneddoto per testimoniare la cultura del pontefice. «Quando Napolitano è diventato presidente della Repubblica — ha raccontato —, come da tradizione ha offerto un concerto al Papa nella sala Paolo VI. Il programma prevedeva musiche di Brahms. Bene, il Papa ha iniziato a parlare dimostrandosi uno storico musicale di Brahms di grande spessore».

Quando si erano visti l'ultima volta a Bressanone, nel 2004, Ratzinger — ha rievocato Cossiga — poteva ancora passeggiare liberamente per le strade della cittadina. «Adesso non più. Del resto— ha commentato — nemmeno io posso passeggiare liberamente — e, per fortuna della Chiesa e mia, non sono Papa ».

 Corriere dell'Alto Adige, 8 agosto 2008


Interessante anche questo passo scritto da Barile dal sito Petrus per ricordare Cossiga:  
 
 Indimenticabile la dichiarazione che ci rilasciò, all’epoca del Governo Prodi, sulla decisione di rivedere i benefici concessi alla Chiesa (in particolare l’esenzione dell’Ici).  
 ‘Presidente, è d’accordo con il premier?’, gli chiedemmo. E lui, sornione, esclamò:  
 “Come no… Anzi, di più: consiglio al cattolico adulto Prodi, sentiti i suoi fedelissimi, di mandare i marines sull’altra sponda del Tevere, di far occupare militarmente il Vaticano, di imprigionare il Papa, abolire i Trattati Lateranensi e ripristinare la Legge delle guarantige...". Laughing  
 
Quando fu pubblicata l’Enciclica ‘Spe Salvi’, fu lo stesso Cossiga a contattarci:  
“Scrivete pure che mi è piaciuta addirittura più di quella precedente dedicata alla Carità. Se qualcuno avesse mai avuto dei dubbi, adesso è accontentato: Benedetto XVI è, nei fatti, già Dottore della Chiesa ed uno dei più grandi Pontefici della storia della Chiesa. Io lo definirei così: il cervello di Dio”.  
 
 Tanti, tantissimi i dialoghi con il Presidente. L’ultimo, solo poche settimane fa.  
 “L’ora è giunta e le valigie sono pronte”, disse.  
E aggiunse:  
 “Sono prossimo agli 82 anni e non mi posso lamentare. E poi, come amava ripetere Giovanni XXIII, ‘siamo fatti di Cielo’, quindi dobbiamo essere lieti di tornare lassù”.  
Siccome queste frasi ci sembrarono di cattivo presagio, provammo a sdrammatizzare:  
‘Presidente, non si abbatta, è ancora giovane e forte’.  
Replicò ironicamente: “Qui l’unico che viaggia ancora giovane e forte è Andreotti. Sta a vedere che ha fatto davvero il patto col diavolo...”.  
 
‘Presidente, ma chi vorrebbe incontrare subito in Paradiso?’. La domanda arrivò spontanea per la facilità con cui Cossiga stava parlando della morte. Asserì: “I familiari che mi hanno preceduto. E un amico morto da innocente...”. ‘Chi?’. “Aldo Moro”. La voce del Presidente si ruppe dall’emozione e ci congedammo. Il ‘picconatore’ aveva appena ceduto il posto all’uomo.  
 

                        




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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